Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Sulla collina” di Giuliano Gemo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Il vecchio sedeva all’ombra, sotto il pergolato della casa diroccata, sulla cima della collina. Di fronte a lui, il vasto pendio, declinante verso la pianura, era completamente ricoperto dai filari delle viti. Il sole del meriggio li accendeva d’un verde squillante. Intenso quanto lo era, sopra, l’azzurro del cielo, senza il filo d’una nuvola.

Un sentiero incideva la distesa delle viti, salendo verso la casa. Un ragazzino lo stava percorrendo a passi rapidi, che ogni tanto, per brevi tratti, si trasformavano in corsa. Dopo ciascuna di queste accelerazioni, sostava per riprendere fiato. E allora si voltava, e stendeva lo sguardo sul panorama, mano a mano più ampio via via che saliva.

Giunto sulla cima, uscendo dal folto del vigneto si trovò davanti lo spiazzo erboso, la casa diroccata… e il vecchio: seduto sotto il pergolato, il gomito poggiato su un tavolo massiccio.

Il vecchio gli chiese: Quanti anni hai?

Dieci

Sul tavolo c’erano alcune bottiglie e un bicchiere. Il vecchio prese la più vicina, versò un po’ di vino rosso e lo porse al ragazzo. Questi ne bevve un sorso. Strizzò gli occhi e tossì: Che roba è?

Vino. Ti piace?

No. Ha un gusto… aspro!… Brucia in gola

Restituì il bicchiere col vino al vecchio. Questi lo riappoggiò sul tavolo. Poi gli domandò: Ti piaceranno certo più le ragazze, piuttosto che questa ‘roba’, vero?

Le ragazze?…Per carità! Sono troppo strane!

E coi maschi allora, coi compagni, vai d’accordo? Hai amici?

Sì: Gianni… E si mise a descriverlo, e poi a raccontargli avventure e imprese compiute assieme…

Il vecchio commentò: Vi divertite, insomma…Ti va bene, la vita…

Il ragazzino continuava a fissarlo, gli occhi socchiusi per la troppa luce, ma non replicava nulla. Il vecchio allora aggiunse: No? Che te ne pare, della vita?

Il ragazzo portò una mano alla fronte per ripararsi gli occhi dal sole: In che senso?

Il vecchio sembrò sorridere. Disse: Ora vai. Ci rivedremo ancora, una delle prossime estati: tra 5 anni tornerai a trovarmi

Il ragazzino si riavviò di corsa giù per il sentiero, tra il verde splendente delle viti.

 

Un identico giorno d’estate, il ragazzo di 15 anni risaliva quel sentiero, sino alla casa diroccata. Il vecchio era sempre seduto là davanti, all’ombra del pergolato. Quando scorse il ragazzo sbucare dal vigneto, gli sembrò alto il doppio rispetto a cinque anni prima. Ma lo riconobbe: i lineamenti del viso, a parte quella leggera peluria tra naso e labbro, eran rimasti quasi gli stessi.

Da una delle bottiglie sul tavolo, il vecchio versò anche stavolta un po’ di vino rosso e glielo porse. Il ragazzo ne bevve un sorso; rimase ad assaporarlo per qualche istante. Poi, rapidamente, vuotò il bicchiere.

Buono! esclamò. E’ vino?

Già.

Me ne dai ancora?

Solo un assaggio, ma di quest’altro. E versò da un’altra bottiglia.

Il ragazzo, prendendo il bicchiere: Questo…ha un colore più chiaro

E’ un rosato, disse il vecchio.

Il ragazzo lo trangugiò velocemente: Ha tutt’altro sapore! Ed è frizzante!

I vini sono tanti. Tutti differenti, persino quando hanno lo stesso nome

Ma quanti tipi ce ne sono? Fammene provare altri!

Calma. Avrai tempo. Sono infiniti

Mi gira un po’ la testa…Però…è una bella sensazione…Di solito bevo Coca cola, o aranciata…Ma fa questo effetto, il vino?

Quando non si è abituati. O se ne bevi troppo

Il ragazzo ondeggiava sulle gambe, ma sorrideva, divertito. Il vecchio scostò col piede una sedia dal tavolo e gli fece cenno di sedere.

E con le ragazze, come va? chiese.

Oh… Sono…stupende! Certe, resto incantato a guardarle. Ce n’è una, nella mia classe,…dovresti vederla! Sembra un angelo…Faccio fatica a parlarci, avendola davanti. S’interruppe, arrossendo. Poi, con voce che tradiva l’emozione: Domani sera la rivedo: c’è una pizza coi compagni, per la fine della scuola

E amici, ne hai?

Oh, sì! Sono stupendi anche loro — ma in un altro modo (il ragazzo rise per un attimo) Ne ho conosciuti di nuovi che… E gli raccontò.

Nel congedarlo, il vecchio gli disse che si sarebbero rivisti ancora lì, ma stavolta dopo un tempo doppio del precedente.

Infine, gli fece l’ultima domanda: E della vita, che dici?

Il ragazzo lo guardò negli occhi. Poi aggirò tutt’intorno lo sguardo: sulla distesa verde lucente delle viti, fino alla pianura là in basso, suddivisa tra i riquadri biondi dell’orzo e quelli verde scuro dell’erba medica. Alzò gli occhi al cielo, limpido e azzurro, con solo qualche batuffolo bianco laggiù, sopra l’orizzonte.

Sorrise: E’ meravigliosa!

 

Il giovane che, 10 anni dopo, saliva a grandi passi il sentiero tra le viti aveva 25 anni. Giunto di fronte al vecchio, seduto al solito posto, accettò il consueto mezzo bicchiere di rosso. Lo bevve d’un fiato e disse: Buono, questo merlot. Hai anche del pinot, lì? (indicò le bottiglie sul tavolo)

Il vecchio gli versò il pinot. Lui bevve anche questo in un sorso. Disse che pure questo era buono. Chiese dov’era prodotto.

Hai imparato a conoscerli, i vini, osservò il vecchio.

Eh, già. E mi piace assaggiarne sempre di nuovi. Talvolta esagero… Un paio di volte sono stato male sul serio – una, addirittura, son finito al pronto soccorso! Così, dopo, avevo deciso di smettere. Per un po’ l’ho fatto, ma…Ci sono troppi vini buoni, tutti diversi per qualcosa…Non riesco a non provarli… Poi, sai, quando si è con gli amici…

Hai molti amici?

Il giovane ebbe una breve risata: Troppi, dicono i miei!… E’ che ne conosco sempre di nuovi. Mi ci vorrebbero giorni di 48 ore per vederli tutti quanto vorrei!

E le ragazze?

Ah, be’, quelle…Sono una scoperta continua. Gli amici mi prendono in giro, dicono che m’innamoro di una nuova ogni tre mesi. Ma…sono troppo belle! Come fai a non…guardarle, corteggiarle, farci l’amore… E’ la cosa più bella al mondo!… Anche se…; qui abbassò lo sguardo: “…sì, ce ne sono state due…che m’hanno fatto soffrire. Di brutto. Tanto che, dopo, avevo deciso di chiudere, con l’amore. Rialzò gli occhi, e li volse al panorama: Poi invece,…sai com’è la vita

Com’è, la vita?

Il ragazzo tornò a guardare il vecchio in volto. Poi posò gli occhi sulle profonde crepe nel legno del tavolo. Quindi rialzò lo sguardo: al sole, al cielo, e alle foglie delle viti lì vicine, appena smosse da una brezza leggera. E sorrise: Eh! La vita è tanto varia…così piena di cose da fare, da provare,…da vivere… che non ti basta mai

 

 

L’uomo che 20 anni dopo saliva con passo tranquillo il sentiero, sostando ogni tanto a contemplare il panorama, aveva 45 anni.

Quando giunse di fronte al vecchio, per la prima volta si sorprese che nulla in lui fosse cambiato: mostrava la stessa età del primo giorno! Forse perché quando siamo bambini tutti gli adulti ci appaiono già dei vecchi? Ma tutto in quel luogo — la casa, il pergolato, il tavolo con le bottiglie, la sedia del vecchio – tutto sembrava immutato.

Il vecchio gli versò il solito po’ di vino. L’uomo lo bevve piano, a piccoli sorsi. Passò del tempo, prima che avesse finito.

Ho imparato a gustarlo, adesso, disse. Ne bevo poco, ma vini buoni, scelti. Ad alcuni mi sono, come dire,… sì, un po’ affezionato

Gli sembrò che il vecchio sorridesse, ma non ne fu certo. Era sempre stato difficile capire, tra quelle sue rughe fitte, quando sorridesse o mutasse espressione

Poi, prima che glielo chiedesse: Anche con le donne, ora è diverso. Non sento più il bisogno di conoscerne sempre di nuove. Sto bene con la stessa da anni. Non saprei immaginarmi con un’altra.

Amici?

Pochi, ma cari; veri. Ormai di lunga data

Un breve silenzio.

Il vecchio: La vita?

L’uomo stette a fissarlo in viso per qualche istante: tutte quelle rughe… Poi, socchiudendo gli occhi, sorrise: E’ ancora bella

 

Scendendo il sentiero tra le viti, pensava a quello che gli aveva appena detto il vecchio, nel salutarlo: si sarebbero rivisti di nuovo lì, come regola, trascorso il doppio degli anni dall’ultima volta… Quindi fra 40 anni…

…S’arrestò: egli ne avrebbe avuti 85!…

Lo colse un capogiro.

Ma… e il vecchio? Come avrebbe potuto essere ancora là?

Eppure, proseguendo la discesa, si chiese cosa avrebbe risposto, fra 40 anni, alle sue domande.

Gli amici?… Quanti ne avrebbe avuti ancora accanto?

— Oh no!, stornò questa domanda dalla mente, accelerando il passo.

E… le donne?

E della vita, che avrebbe detto? Quanta se ne sarebbe sentita, ancora, davanti?

Questa vita che ora lo circondava, rigogliosa, in questo meriggio di primo giugno, ancora all’inizio dell’estate…

E il vino?… Rivide le serate allegre, con gli amici… Poi, il sorriso della sua donna, sedutagli di fronte, che allungava una mano sul tavolo, tra i due calici, fino a toccare la sua…

Si voltò verso la cima della collina, dove il tetto della casa spuntava, lontano, sopra le viti. Chiuse gli occhi: s’immaginò ancora là, di fonte alla casa; rivide il panorama di lassù…; e poi, d’un tratto, un ragazzino che sbucava di corsa dal viottolo tra i vigneti e gli si arrestava davanti, incuriosito… E allora (sempre ad occhi chiusi) vide il proprio braccio stendersi a prendere una bottiglia dal tavolo, versare un po’ di vino in un bicchiere, quindi allungarlo verso il ragazzo:

Quanti anni hai?

SULLA COLLINA

 

Il vecchio sedeva all’ombra, sotto il pergolato della casa diroccata, sulla cima della collina. Di fronte a lui, il vasto pendio, declinante verso la pianura, era completamente ricoperto dai filari delle viti. Il sole del meriggio li accendeva d’un verde squillante. Intenso quanto lo era, sopra, l’azzurro del cielo, senza il filo d’una nuvola.

Un sentiero incideva la distesa delle viti, salendo verso la casa. Un ragazzino lo stava percorrendo a passi rapidi, che ogni tanto, per brevi tratti, si trasformavano in corsa. Dopo ciascuna di queste accelerazioni, sostava per riprendere fiato. E allora si voltava, e stendeva lo sguardo sul panorama, mano a mano più ampio via via che saliva.

Giunto sulla cima, uscendo dal folto del vigneto si trovò davanti lo spiazzo erboso, la casa diroccata… e il vecchio: seduto sotto il pergolato, il gomito poggiato su un tavolo massiccio.

Il vecchio gli chiese: Quanti anni hai?

Dieci

Sul tavolo c’erano alcune bottiglie e un bicchiere. Il vecchio prese la più vicina, versò un po’ di vino rosso e lo porse al ragazzo. Questi ne bevve un sorso. Strizzò gli occhi e tossì: Che roba è?

Vino. Ti piace?

No. Ha un gusto… aspro!… Brucia in gola

Restituì il bicchiere col vino al vecchio. Questi lo riappoggiò sul tavolo. Poi gli domandò: Ti piaceranno certo più le ragazze, piuttosto che questa ‘roba’, vero?

Le ragazze?…Per carità! Sono troppo strane!

E coi maschi allora, coi compagni, vai d’accordo? Hai amici?

Sì: Gianni… E si mise a descriverlo, e poi a raccontargli avventure e imprese compiute assieme…

Il vecchio commentò: Vi divertite, insomma…Ti va bene, la vita…

Il ragazzino continuava a fissarlo, gli occhi socchiusi per la troppa luce, ma non replicava nulla. Il vecchio allora aggiunse: No? Che te ne pare, della vita?

Il ragazzo portò una mano alla fronte per ripararsi gli occhi dal sole: In che senso?

Il vecchio sembrò sorridere. Disse: Ora vai. Ci rivedremo ancora, una delle prossime estati: tra 5 anni tornerai a trovarmi

Il ragazzino si riavviò di corsa giù per il sentiero, tra il verde splendente delle viti.

 

Un identico giorno d’estate, il ragazzo di 15 anni risaliva quel sentiero, sino alla casa diroccata. Il vecchio era sempre seduto là davanti, all’ombra del pergolato. Quando scorse il ragazzo sbucare dal vigneto, gli sembrò alto il doppio rispetto a cinque anni prima. Ma lo riconobbe: i lineamenti del viso, a parte quella leggera peluria tra naso e labbro, eran rimasti quasi gli stessi.

Da una delle bottiglie sul tavolo, il vecchio versò anche stavolta un po’ di vino rosso e glielo porse. Il ragazzo ne bevve un sorso; rimase ad assaporarlo per qualche istante. Poi, rapidamente, vuotò il bicchiere.

Buono! esclamò. E’ vino?

Già.

Me ne dai ancora?

Solo un assaggio, ma di quest’altro. E versò da un’altra bottiglia.

Il ragazzo, prendendo il bicchiere: Questo…ha un colore più chiaro

E’ un rosato, disse il vecchio.

Il ragazzo lo trangugiò velocemente: Ha tutt’altro sapore! Ed è frizzante!

I vini sono tanti. Tutti differenti, persino quando hanno lo stesso nome

Ma quanti tipi ce ne sono? Fammene provare altri!

Calma. Avrai tempo. Sono infiniti

Mi gira un po’ la testa…Però…è una bella sensazione…Di solito bevo Coca cola, o aranciata…Ma fa questo effetto, il vino?

Quando non si è abituati. O se ne bevi troppo

Il ragazzo ondeggiava sulle gambe, ma sorrideva, divertito. Il vecchio scostò col piede una sedia dal tavolo e gli fece cenno di sedere.

E con le ragazze, come va? chiese.

Oh… Sono…stupende! Certe, resto incantato a guardarle. Ce n’è una, nella mia classe,…dovresti vederla! Sembra un angelo…Faccio fatica a parlarci, avendola davanti. S’interruppe, arrossendo. Poi, con voce che tradiva l’emozione: Domani sera la rivedo: c’è una pizza coi compagni, per la fine della scuola

E amici, ne hai?

Oh, sì! Sono stupendi anche loro — ma in un altro modo (il ragazzo rise per un attimo) Ne ho conosciuti di nuovi che… E gli raccontò.

Nel congedarlo, il vecchio gli disse che si sarebbero rivisti ancora lì, ma stavolta dopo un tempo doppio del precedente.

Infine, gli fece l’ultima domanda: E della vita, che dici?

Il ragazzo lo guardò negli occhi. Poi aggirò tutt’intorno lo sguardo: sulla distesa verde lucente delle viti, fino alla pianura là in basso, suddivisa tra i riquadri biondi dell’orzo e quelli verde scuro dell’erba medica. Alzò gli occhi al cielo, limpido e azzurro, con solo qualche batuffolo bianco laggiù, sopra l’orizzonte.

Sorrise: E’ meravigliosa!

 

Il giovane che, 10 anni dopo, saliva a grandi passi il sentiero tra le viti aveva 25 anni. Giunto di fronte al vecchio, seduto al solito posto, accettò il consueto mezzo bicchiere di rosso. Lo bevve d’un fiato e disse: Buono, questo merlot. Hai anche del pinot, lì? (indicò le bottiglie sul tavolo)

Il vecchio gli versò il pinot. Lui bevve anche questo in un sorso. Disse che pure questo era buono. Chiese dov’era prodotto.

Hai imparato a conoscerli, i vini, osservò il vecchio.

Eh, già. E mi piace assaggiarne sempre di nuovi. Talvolta esagero… Un paio di volte sono stato male sul serio – una, addirittura, son finito al pronto soccorso! Così, dopo, avevo deciso di smettere. Per un po’ l’ho fatto, ma…Ci sono troppi vini buoni, tutti diversi per qualcosa…Non riesco a non provarli… Poi, sai, quando si è con gli amici…

Hai molti amici?

Il giovane ebbe una breve risata: Troppi, dicono i miei!… E’ che ne conosco sempre di nuovi. Mi ci vorrebbero giorni di 48 ore per vederli tutti quanto vorrei!

E le ragazze?

Ah, be’, quelle…Sono una scoperta continua. Gli amici mi prendono in giro, dicono che m’innamoro di una nuova ogni tre mesi. Ma…sono troppo belle! Come fai a non…guardarle, corteggiarle, farci l’amore… E’ la cosa più bella al mondo!… Anche se…; qui abbassò lo sguardo: “…sì, ce ne sono state due…che m’hanno fatto soffrire. Di brutto. Tanto che, dopo, avevo deciso di chiudere, con l’amore. Rialzò gli occhi, e li volse al panorama: Poi invece,…sai com’è la vita

Com’è, la vita?

Il ragazzo tornò a guardare il vecchio in volto. Poi posò gli occhi sulle profonde crepe nel legno del tavolo. Quindi rialzò lo sguardo: al sole, al cielo, e alle foglie delle viti lì vicine, appena smosse da una brezza leggera. E sorrise: Eh! La vita è tanto varia…così piena di cose da fare, da provare,…da vivere… che non ti basta mai

 

 

L’uomo che 20 anni dopo saliva con passo tranquillo il sentiero, sostando ogni tanto a contemplare il panorama, aveva 45 anni.

Quando giunse di fronte al vecchio, per la prima volta si sorprese che nulla in lui fosse cambiato: mostrava la stessa età del primo giorno! Forse perché quando siamo bambini tutti gli adulti ci appaiono già dei vecchi? Ma tutto in quel luogo — la casa, il pergolato, il tavolo con le bottiglie, la sedia del vecchio – tutto sembrava immutato.

Il vecchio gli versò il solito po’ di vino. L’uomo lo bevve piano, a piccoli sorsi. Passò del tempo, prima che avesse finito.

Ho imparato a gustarlo, adesso, disse. Ne bevo poco, ma vini buoni, scelti. Ad alcuni mi sono, come dire,… sì, un po’ affezionato

Gli sembrò che il vecchio sorridesse, ma non ne fu certo. Era sempre stato difficile capire, tra quelle sue rughe fitte, quando sorridesse o mutasse espressione

Poi, prima che glielo chiedesse: Anche con le donne, ora è diverso. Non sento più il bisogno di conoscerne sempre di nuove. Sto bene con la stessa da anni. Non saprei immaginarmi con un’altra.

Amici?

Pochi, ma cari; veri. Ormai di lunga data

Un breve silenzio.

Il vecchio: La vita?

L’uomo stette a fissarlo in viso per qualche istante: tutte quelle rughe… Poi, socchiudendo gli occhi, sorrise: E’ ancora bella

 

Scendendo il sentiero tra le viti, pensava a quello che gli aveva appena detto il vecchio, nel salutarlo: si sarebbero rivisti di nuovo lì, come regola, trascorso il doppio degli anni dall’ultima volta… Quindi fra 40 anni…

…S’arrestò: egli ne avrebbe avuti 85!…

Lo colse un capogiro.

Ma… e il vecchio? Come avrebbe potuto essere ancora là?

Eppure, proseguendo la discesa, si chiese cosa avrebbe risposto, fra 40 anni, alle sue domande.

Gli amici?… Quanti ne avrebbe avuti ancora accanto?

— Oh no!, stornò questa domanda dalla mente, accelerando il passo.

E… le donne?

E della vita, che avrebbe detto? Quanta se ne sarebbe sentita, ancora, davanti?

Questa vita che ora lo circondava, rigogliosa, in questo meriggio di primo giugno, ancora all’inizio dell’estate…

E il vino?… Rivide le serate allegre, con gli amici… Poi, il sorriso della sua donna, sedutagli di fronte, che allungava una mano sul tavolo, tra i due calici, fino a toccare la sua…

Si voltò verso la cima della collina, dove il tetto della casa spuntava, lontano, sopra le viti. Chiuse gli occhi: s’immaginò ancora là, di fonte alla casa; rivide il panorama di lassù…; e poi, d’un tratto, un ragazzino che sbucava di corsa dal viottolo tra i vigneti e gli si arrestava davanti, incuriosito… E allora (sempre ad occhi chiusi) vide il proprio braccio stendersi a prendere una bottiglia dal tavolo, versare un po’ di vino in un bicchiere, quindi allungarlo verso il ragazzo:

Quanti anni hai?

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1 commento »

  1. Giuliano, è bellissimo, il tuo racconto. Si deve assaporare la vita ogni giorno, piano piano, gustandosi le piccole gioie quotidiani, il momento presente. Oggi è un regalo. Ogni giorno. La tua descrizione della collina è fatta molto bene. Bravo.

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