Premio Racconti nella Rete 2017 “L’ultimo pensiero” di Cecilia Gambaro
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017Cara Lucia,
come va? In quel posto lontano che chiamiamo Paradiso è sempre tutto bianco e lucente? Spero di sì.
Oggi stavo rovistando tra le scatole in cantina e indovina che cos’ho trovato?… Le foto che avevamo fatto quell’estate con Robert. Te lo ricordi? Quel ragazzo australiano che mi ha insegnato a nuotare, a sconfiggere la paura dell’acqua. Sai, quasi non mi ero riconosciuta in quella foto.
Ora ho i capelli bianchi, le rughe, sono mezza acciaccata… Vuoi mettere con i capelli biondi lunghi, gli occhi vispi e il fisico che avevo…?
Tu non hai mai dovuto invecchiare, sei sempre rimasta giovane e perfetta, insieme a loro.
Le ho riguardate tutte quelle foto, dalla prima in cui eravamo tutti un po’ imbarazzati, all’ultima dove abbracciavamo i due fratelli perché ci saremo separati.
Erano così belli. “Un sogno” come diresti tu… Ci avevano fatto sentire grandi, le ragazze più belle dell’universo.
In realtà, non ho iniziato a frugare in cantina così per caso.
Qualche giorno fa è arrivata una lettera dall’Australia che conteneva un’altra busta. Era scritta in inglese e mi sono fatta aiutare da mio nipote Luca a tradurla. Gli ho detto di non raccontare nulla a suo padre, altrimenti chi lo sente quella testa dura di mio figlio.
La lettera era della nipote di Robert. Diceva di aver trovato una lettera indirizzata a me, che non era mai stata inviata, e che la madre le aveva raccontato che parlava spesso di una ragazza italiana di nome Aurora. C’era scritto che negli unici momenti di lucidità, in cui usciva da quel mondo in cui stava, parlava solo di me, del significato del mio nome e di quell’estate così bella e così tragica.
Ti ricordi che cosa mi disse la prima volta che mi parlò? Mi aveva confessato che non aveva mai visto una stella più luminosa di me e, guarda caso, era proprio il significato del mio nome. Aveva un non so che di etereo quel ragazzo che mi corteggiava e tu che mi incoraggiavi… Ti ricordi Lucia?
La lettera di Robert era in italiano; se lo ricordava, non ci posso ancora credere… L’avrò riletta un centinaio di volte e ancora sono sicura di non averla compresa appieno, sento di non aver capito quello che voleva dirmi. Ma sono convinta che sapesse che non l’avrei capita. Cercava sempre di rendermi le cose difficili, diceva che ero intelligente e che ci sarei arrivata senza di lui.
Ma ora sono vecchia, la mia testa non è quella di una volta e pagherei un occhio per averlo qui, per chiedergli di spiegarmi quello che voleva dirmi con quel suo fare che ti incantava.
Sai Lucia, mi ha scritto di quella notte in cui mi hai coperto con la signora che aveva l’incarico di sorvegliarci, l’ultima notte in cui siamo stati tutti insieme. Mi aveva trascinata nel bosco, aveva preparato delle coperte, del cibo, un piccolo falò e mi aveva detto che non era alla mia altezza. Mi ricordo, come fosse ieri, il modo in cui mi guardava, come se volesse capire tutto quello che pensavo in una sola volta. Le parole che mi rivolse, a volte, mi tormentano ancora: “Un giorno non potrò più guardarti così, mia dolce Aurora. Saremo lontani, lo sento. Ma sarò e rimarrò con te per sempre, con il pensiero e con il cuore.” Ricordo di averlo sgridato, che non doveva pensare quelle cose tristi, che non ci saremo separati e che avremo formato una famiglia. E lui mi sorrideva, mi aveva fatto una carezza e aveva annuito.
Ma lui sapeva, aveva già capito che quella notte sarebbe successo qualcosa, qualcosa di orribile, che avrebbe cambiato tutto.
Ti ricordi Lucia, suo fratello che ti ubbidiva come un cagnolino? Tu non gli avevi dato nessuna possibilità, fino a quella notte. Sai, a volte sono proprio arrabbiata con voi due perché avevate avuto tutta l’estate per decidervi ad andare a una festa e avete scelto proprio quella sera, condannandoci ad un’afflizione perpetua. Poi, però, mi dico che sono ingiusta perché tu sei sempre stata buona e protettiva nei miei confronti e che, per un’unica volta che volevi fare qualcosa per te, sei stata punita.
Ricordo tutto Lucia e ancora tremo quando ripenso a quella notte, ma è ora di andare avanti. Sono troppo vecchia per portarmi sulle spalle tutto questo peso e, poi, Robert diceva sempre che bisognava sfogarsi per stare bene…
Ho trovato l’ultima foto di noi quattro insieme che stavamo vicino all’auto. Robert mi teneva stretta a sé e suo fratello ti baciava la tempia. Eravamo così felici!
Quando siamo partiti, tu davanti con Robert perché stavi male e io dietro con suo fratello, mi sentivo felice, immortale. Quanto sono stata sciocca. Dopo due ore ci siamo addormentati e abbiamo lasciato Robert da solo, l’abbiamo lasciato combattere contro la stanchezza e così per un colpo di sonno siamo usciti di strada. Mi ricordo di essermi svegliata quando ho sbattuto la testa contro la portiera e mi sentivo le gambe bloccate. C’era sangue dappertutto, urlavo, ma nessuno rispondeva.
Tu eri già morta Lucia, non c’eri più, così come il fratello di Robert. Avevate le mani intrecciate, forse vi eravate cercati nella confusione… Non so, questo non lo ricordo. Robert mi guardava, piangeva disperato… Dio, Lucia, non dimenticherò mai quegli occhi.
Quando sono arrivati i soccorsi urlò che tirassero fuori me che stavo peggio di lui e forse aveva ragione… Ci separarono e non lo rividi mai più. Non lo cercai. Lo incolpai di tutto ciò che era accaduto.
Mi maledico ogni giorno per l’odio che ho provato nei suoi confronti. Sono stata ingiusta, proprio io, che, per lui, ero la più giusta del mondo. L’ho deluso.
Nella lettera si scusava, diceva che mi aveva rovinato la vita e che, se un giorno ci saremmo incontrati, si sarebbe inginocchiato davanti a me. Diceva che mi amava e che era stata soltanto colpa sua se mi aveva persa, ma non aveva il coraggio di cercare e incontrare nuovamente i miei occhi.
Finiva così, dicendo che sarebbe sempre stato vicino a me con il suo cuore.
La lettera della nipote precisava che Robert ti aveva raggiunta dopo tre giorni che l’aveva scritta.
Mi odio perché solo io sono rimasta qui, solo io devo portare questo peso continuando a sorridere, come se nulla fosse successo. So però, che voi vorreste che fossi felice, che continuassi a sorridere.
Mi manchi Lucia, mi mancate tutti voi.
E continuerò a ricordare, giorno dopo giorno, aiutata da queste foto che sono l’unica cosa che mi rimane di voi.
A presto mia dolce Lucia, luce del mondo, dai un bacio a Robert da parte mia e digli che continuerò ad amarlo finché lo raggiungerò…
Sempre tua,
Aurora.
Ho gli occhi lucidi. Ti ringrazio caldamente. Un bacio e in bocca al lupo.
Grazie mille. Sono contenta di essere riuscita a scatenare un’emozione in Lei.
Grazie.
Il rischio del sentimentalismo era lì, dietro l’angolo, I ponti di Madison County, Love Story e mille altre storie di amori che non hanno conosciuto la felicità, ma la tua bravura te lo ha evitato secondo me. L’ultimo pensiero è una bellissima storia d’amore (e di vita) non vissuto. Bellissima davvero.
Grazie mille, significano molto per me i pensieri di chi legge i miei testi e se sono riuscita anche solo un po’ a non essere banale, ne sono enormemente felice.
Grazie davvero.