Premio Racconti nella Rete 2017 “Rifiuti d’amore” di Rosaria Alba Fontana
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017“Ma quanta spazzatura produciamo?” disse Diletta a Leo, mentre lo baciava… “Non potrebbero produrre contenitori solo di vetro o di carta?” continuò. Intanto, guardava quella montagna di sacchetti di immondizia accumulati accanto ai contenitori alti, stracolmi. “Passano solo di lunedì, l’accumuliamo a casa e la moltiplichiamo per le strade. Che schifo!”.
Leo la guardava incredulo, pensava che avevano solo quei pochi momenti per stare insieme e parlare di spazzatura non era proprio quello che aveva desiderato in attesa di rivederla.
La accarezzò e la strinse a sé: “Ho aspettato una settimana per rivederti, dopo tanto tempo, e chi se ne frega adesso della spazzatura! Se non fosse così alta, non ci potremmo neanche baciare e tuo marito potrebbe vederci. Come stai? E’ possibile che non dobbiamo più stare insieme? Perché prima trovavi il tempo e adesso non riesci più?”.
Diletta non rispose, gli baciò le orecchie e gli sussurrò: “Sai com’è, Leo, non farmi domande, adesso devo proprio salire”.
“Posso solo sperare di rivederti il lunedì, la sera, quando vieni a buttare la spazzatura?” chiese con tono disperato Leo.
“Fai come vuoi”. Il tono era quello enigmatico di sempre, che non lasciava speranze, ma lo sguardo era affettuoso e perso in un silenzio amorevole, quasi che aggiungere altre parole avrebbe potuto rompere un incantesimo che Diletta voleva mantenere tale. Era legata a Leo, ma non riusciva a rinunciare alla sua vita con il marito.
Lasciò Leo nell’ambascia. Dal portone gli disse a bassa voce: “Domani, alle 8.30, prendiamo un caffè al solito posto”.
La mattina Leo la aspettò davanti al portone, nascosto dietro i bidoni della spazzatura, non si fece vedere e la seguì. Non era un pedinamento, voleva solo prolungare il tempo che avrebbe trascorso con lei, la desiderava mentre ammirava l’andatura elegante, in quel corpo esile e asciutto, i capelli leggermente ondulati e biondi si sollevavano con un ritmo lento e irregolare, abbracciava una borsa Paris-Biarritz Chanel color bronzo, come le scarpe. Il suo collo lungo si girò verso il bar, si guardò intorno ed entrò, subito dopo Leo fu lì, dietro di lei.
“Dormito bene?” chiese Diletta.
“No, e tu?”
“Più o meno…” Leo cercò di avvicinarsi ma Diletta ingoiò di corsa il caffè e lo salutò.
“Ti rivedrò, lunedì?”
“Provaci! Alle 20.00 scendo giù, come sempre a buttare la spazzatura”.
Leo tornò lunedì, ma Diletta alle 20.00 non scese. Le sue finestre erano spente, non poteva neanche chiamarla al telefono… Sentì tra i bidoni della spazzatura un rumore metallico, come di catene, e un piccolo guaito; era una cagnolina piccola color bronzo (razza beagle), che portava al collo una targhetta.
Leo accese la luce del cellulare e lesse: “Tua per sempre”. La abbracciò e la portò con sé nell’oscurità.
E’ un po’ come ritrovarsi: storia semplice e sintetica che rievoca storie immaginarie o reali; ognuno potrebbe voler vivere, o potrebbe aver vissuto, un momento simile, o, come direbbe Dostoevskij, “un intero minuto di felicità”, o anche “un attimo intero di beatitudine”.
Complimenti!
Grazie per i complimenti. Tra i rifiuti veri veri si consuma un rifiuto d’amore.