Premio Racconti nella Rete 2017 “L’assassino del foulard rosso” di Fabiola Sciarratta
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017L’Ispettore Claudio Gilardi era irritato per le lungaggini dei colleghi della Mobile. Le luci della casa di fronte si accesero illuminando la scena del crimine. La gente aveva iniziato ad accorgersi che c’era la Polizia sulle Mura.
– Allora, Gilardi, stava facendo una passeggiata, quando ha intravisto una mano di donna sbucare dalla siepe vicino al Posto di Guardia di Santa Croce.
– Esatto, Commissario, e ho subito avvertito il 113.
Istintivamente mise una mano nei jeans per cercare le sigarette, non ricordando che aveva deciso di smettere proprio quella mattina.
– Mi sembra nervoso, Gilardi. E’ preoccupato per qualcosa? – chiese il Commissario Ruotolo fissando il collega fresco di trasferimento.
Claudio si irrigidì all’istante.
Terminata la dichiarazione testimoniale, si incamminò cupo verso il suo albergo.
– Cosa ne pensa dell’omicidio, Ispettore Gilardi?
I vivaci occhi verdi e il viso paffutello, ma dai lineamenti gradevoli, la giornalista Lorenza Bonolis, comparve all’improvviso alle sue spalle.
– Scrivo articoli di cronaca per Lucca Oggi e vorrei farle qualche domanda.
– Ok, bambina, stammi a sentire. Non conosco te, non conosco il tuo giornale del cavolo e sono molto stanco…
– Non crede che sarebbe un buon biglietto di presentazione risolvere il caso prima dei suoi colleghi del posto? Penso che potremmo aiutarci a vicenda, se solo riuscisse a mettere da parte i suoi atteggiamenti alla Serpico per un po’ ….
Gilardi avrebbe voluto replicare, ma l’opportunità di mettersi in mostra era seducente.
– Vedi di giocare pulito, bambina. Dobbiamo dirci tutto quello che scopriamo.
Decisero, quindi, di fare il punto della situazione davanti a un boccale di birra nel pub all’angolo.
– Potrebbe essere un atto intimidatorio nei confronti del marito. Se Fioravanti inizia a cantare, potrebbe coinvolgere molti insospettabili della città. – Disse Claudio dopo un sorso di birra.
– Non mi sembra opera della Malavita organizzata. Sono sicura che era proprio lei il bersaglio del killer. Un amico della Scientifica che l’hanno strangolata con un foulard di seta rossa che non le apparteneva, per cui escluderei l’ipotesi dello scippatore colto dal panico. – Replicò Lorenza.
– Non possiamo aspettare l’esito dell’esame autoptico. Dovremmo battere la pista finché è calda. Partiamo dal presupposto che fosse proprio lei il bersaglio dell’omicida e iniziamo a parlare con chi la conosceva. Forse salta fuori qualcosa. – Suggerì Claudio.
Uscirono dal pub e presero accordi per il giorno dopo. La caccia all’assassino era iniziata.
– C’è stato un altro omicidio. Muoviti, Claudio! – Disse concitata Lorenza al cellulare.
– Un’altra donna strangolata e un altro foulard di seta rossa sul luogo del delitto. Se ci sbrighiamo riusciamo ad arrivare prima dei tuoi colleghi.
Quindici minuti dopo Claudio era sulla nuova scena del crimine. Lorenza era arrivata prima di lui e aveva già parlato con i domestici e il marito.
Ruotolo, appena arrivato sul luogo del delitto, gelò Claudio con lo sguardo e gli indicò la porta senza proferire parola.
– Non può essere una coincidenza. Eleonora Ferravilla era una donna molto ricca, sposata con il notaio Fabrizio Ridolfi, anche lui benestante.
– Credi che la Fioravanti e la Ferravilla si conoscessero? – Domandò Claudio.
– Sono sicura che tutte e due frequentassero i salotti della Lucca che conta, una per via degli agganci politici del marito, l’altra per questioni patrimoniali.
– Se, come pensiamo, i due delitti sono collegati quale è il filo comune? E, infine, la serie è terminata, oppure ci saranno o ci sono stati in passato altri omicidi con modalità analoghe? – Gli fece eco Claudio.
– Mi pare di ricordare un caso simile di molti anni fa. In un primo momento il marito era stato sospettato di aver strangolato la moglie e di avere inscenato un suicidio. Credo che l’amante abbia testimoniato a suo favore e la Polizia non è mai riuscita a dimostrare che mentiva. Del caso si occupò il mio mentore, Silvio Grimaldi.
– Ci sono troppe donne, bambina. Due o forse tre sono morte, un’altra è la testimone a discarico. In questa brutta storia deve esserci anche un uomo. Mi domando chi possa essere.
– Perché non andiamo a casa dei Fioravanti per parlare col marito?
Mezz’ora dopo, manco a dirlo, erano sul posto.
La camera da letto della donna non era grande, ma arredata con molto buongusto. Un enorme letto rococò occupava la maggior parte dell’ambiente, mentre a sinistra c’era una cabina armadio piena di vestiti e pellicce costose. Un persistente odore di incenso permeava la stanza. In una ciotola di terracotta c’erano dei resti di carta bruciati. Lorenza prese la ciotola e ne studiò con attenzione il contenuto. Era una vecchia foto dai colori sbiaditi che ritraeva un gruppo di ragazze vestite secondo la moda degli anni ’70.
– Questa è Maria Gabriella Fioravanti. La prima a sinistra, invece, è Eleonora Ferravilla, la seconda vittima. Gli altri volti non mi dicono nulla. Rimane da spiegare il perché dell’odore di incenso nella camera da letto, un profumo alquanto insolito da usare. L’incenso, mischiato a altri aromi, è utilizzato spesso per purificare sia gli ambienti che le persone dagli influssi negativi nei riti esoterici.
– Sua moglie praticava l’occultismo, signor Fioravanti?
– In effetti da qualche mese Maria Gabriella non faceva che accendere bastoncini profumati e recitare strane litanie sottovoce. Sembrava una passione inoffensiva. Credo che partecipasse a incontri e discussioni a casa della Ferravilla.
Claudio e Lorenza si scambiarono uno sguardo di muta complicità, ma preferirono non commentare.
Ottenuto un elenco delle amiche della donna, si diressero a casa del primo nome della lista.
Caterina Guinigi era seduta elegantemente sul divano del “salottino” del palazzo.
– Maria Gabriella era la mia migliore amica, oltre che essere mia cugina.
Gilardi era in piedi e indugiava con lo sguardo sui ritratti di famiglia appesi sulle pareti e sulle foto esposte un po’ ovunque.
– Vuole dare un’occhiata da vicino, Ispettore? – Domandò Caterina guardando Claudio negli occhi.
– Mi incuriosiva quella con le sue amiche in tenuta da tennis.
La donna allungò il braccio e tese la foto all’uomo.
– Vuole sapere i nomi? In effetti in questa c’è anche mia cugina. Ogni tanto si univa a noi per qualche torneo di doppio con mio marito e due suoi amici. Questa, invece, è Celeste, anzi era, perché purtroppo è morta molti anni fa. La ragazza accanto a me è Eleonora Ferravilla.
– Maria Gabriella aveva ricevuto delle minacce da parte di qualcuno? – Domandò Lorenza.
– Non mi ha detto nulla. Negli ultimi mesi mi è parsa provata per lo scandalo in cui era coinvolto il marito. Le dicevo che il caso si sarebbe sgonfiato, ma si è chiusa in casa e si faceva negare al telefono.
La donna volse lo sguardo verso la finestra.
– Voi credete che le mie amiche siano state uccise per un motivo specifico?
– Ci sono elementi che fanno pensare che ci sia un legame tra i due omicidi. Cosa ci può dire invece di Eleonora? – Rispose Lorenza, prontamente.
– Non ero amica di Eleonora da molti anni. Se non avete altre domande da fare…
L’intervista era conclusa.
– Non può essere una coincidenza che due delle quattro ragazze della foto siano state assassinate. E che dire di quella tal Celeste? Mi è sembrato che la Guinigi fosse a disagio quando ha parlato della morte dell’amica. Dobbiamo verificare chi sia questa donna e come è morta.
In quel momento, il cellulare della giornalista iniziò a vibrare.
– Carissimo Silvio, grazie per le informazioni. Ti sono debitrice, come sempre. – Disse Lorenza raggiante.
– Claudio, ci siamo. Era Silvio Grimaldi. Indovina come si chiamava la donna trovata impiccata con un foulard di seta rossa negli anni ’70?
– Celeste, bambina?
– Centro! Tre delle quattro amiche nella foto sono state assassinate. Temo che Caterina Guinigi possa essere la prossima vittima. Parliamo con il Commissario Ruotolo?
– Mi sembra prematuro. Ancora non sappiamo perché l’assassino ha preso di mira queste donne.
– Hai ragione. Inoltre, abbiamo trascurato la pista della foto bruciata.
– Dobbiamo parlare con qualcuno della cerchia dei riti esoterici. Forse l’assassino fa parte di quel gruppo di esaltati. – Concluse Gilardi.
Si lasciarono davanti al Palazzo Ducale, Claudio doveva andare in Questura, mentre Lorenza voleva passare a casa di Grimaldi per controllare la documentazione sul caso della morte di Celeste. Si sarebbero sentiti appena qualcuno dei due avrebbe avuto una nuova idea sul caso.
Gilardi ripensava agli avvenimenti del giorno. Si collegò a internet e digitò “Celeste + omicidio Lucca”. La risposta di Google fu immediata. Celeste Nieri, nata a Lucca nel 1954, morta nel 1976. C’era qualche articolo di giornale sulla sanguinosa faccenda e un articolo piuttosto lungo sul matrimonio della Nieri. Dopo qualche minuto, scattò in piedi. Prese il cellulare e si precipitò per le scale, con le chiavi della macchina in mano, pronto a partire.
– Commissario, sono Gilardi. Le devo riferire quanto abbiamo appreso io e la Bonolis riguardo ai due omicidi. Celeste Nieri, la donna trovata impiccata nel ’76 era sposata con Massimiliano Lenci, l’attuale marito di Caterina Guinigi, la donna che aveva testimoniato a suo favore durante l’inchiesta sulla morte dell’amica. Maria Gabriella, Eleonora, Caterina e Celeste, quattro amiche e quattro uomini. Il quarto nome della lista, noi lo conosciamo bene… Venga il prima possibile.
Silvio Grimaldi si voltò verso Lorenza con le lacrime agli occhi.
– Almeno tu devi capire perché lo dovevo fare.
– Silvio, per amor di Dio! Hai ucciso due persone. Niente può giustificare un omicidio.
– E quelle streghe, allora? Loro l’hanno uccisa! Celeste non era innamorata di me, purtroppo. All’epoca mi limitavo ad essere il suo cavalier servente, in quanto amico di Massimiliano.
Mentre parlava Grimaldi, lentamente, indietreggiava verso la finestra dell’appartamento all’ultimo piano.
– Celeste si è uccisa, solo perché quelle donne maligne hanno convinto Lenci a lasciarla.
Quando Celeste ha scoperto che il marito la tradiva con Caterina, si è rivolta alle sue amiche e guarda il risultato.
In quel momento si udì un grande frastuono.
– Lorenza, stai bene? – Gridò Claudio mentre faceva irruzione nell’appartamento.
La donna apparve nel corridoio con il viso pallido e stravolto.
– Sono sola, Claudio. Silvio non c’è più. – E scoppiò in lacrime tra le sue braccia.