Premio Raccconti nella Rete 2017 “Martina” di Elisa Gentiletti
Categoria: In Concorso, Premio Racconti nella Rete 2017Mi chiamo Martina, sono bianca quasi come il latte. Non mi definirei bella, però ho una dote: tantissime persone sono attratte da me. Pensate che molte di loro, dopo avermi conosciuta, vogliono rivedermi e finiscono sempre per perdere la testa tanto da farsi male.
“Non posso più vivere senza di te, sei tutto ciò che ho”. Quante volte me lo avranno detto! Tante che alla fine non mi lusingano nemmeno più.
Starete pensando che sono molto fortunata; tutti cercate l’amore infondo. Beh, io no. A me piace conquistare, amare non mi interessa. Sono molto brava in questo gioco.
La mia strategia? È molto semplice: niente frasi romantiche o gesti affettuosi, io do alle persone quello di cui hanno bisogno. Sono sempre di più gli uomini che odiano il posto in cui vivono; stanchi e insoddisfatti, delusi da ciò che li circonda. Ecco, io riesco a mostrare loro un altro mondo possibile. Li porto via dalle ansie e dalle preoccupazioni dove la terra è solo un ricordo lontano. In quei momenti non sanno più cosa sia il dolore.
Io so volare.
Volo e con me trascino il mio amante, lontano, dove l’aria è più facile da respirare. Gli mostro le nuvole, le oltrepassiamo, arriviamo al sole e ancora più in su. Quando siamo particolarmente fortunati, il cielo è talmente terso che si può scorgere il profilo della terra. È proprio qua, oltre la nostra stella, che lui si innamora di me o forse di questo nuovo mondo che ora sembra così realizzabile.
Poi, piano piano, con dolcezza, lo riporto giù e me ne vado. Tornerà a cercarmi, ne sono certa. Raramente mi sbaglio. Pensateci: cosa dareste per avere qualcuno con cui dimenticare tutta la malinconia?
Sembra così bello, vero?
Ora però vi racconto come va a finire quasi ogni volta. Non ho paura a dirvelo, tanto so che in breve dimenticherete tutto, perché ricordarlo è troppo scomodo.
Io so volare, ma non insegno a farlo.
I miei spasimanti invece sono convinti che grazie a me potranno imparare ad aprire le ali e raggiungere il mondo oltre la stella nel quale vorrebbero vivere. Che illusi!
Vogliono rimanere in alto sempre di più e si aggrappano a me con tutte le forze, ma io mi stufo facilmente e improvvisamente li lascio soli. Nel giro di poco precipitano. Un tonfo e si fanno male, tanto male.
Qualcuno doveva pur fargli capire che non potranno mai volare. Loro sono proprio testardi e non demordono; ammaccati si rialzano, tornano da me convinti che siano loro ad avere sbagliato. Dire di no non è nelle mie corde e così li riporto su, ma loro sono più stanchi e pesanti, io faccio troppa fatica ad arrivare oltre il sole, poi non ne vale nemmeno più la pena.
Un altro tonfo, un altro livido. La terra è più dura di come l’avevano lasciata. Zoppicando ci provano di nuovo, con tanta rabbia perché in alto non ci arrivano più.
Li stacco di qualche metro, ancora una botta, così via. Ormai la terra è pietra e quelle preoccupazioni che prima erano come sassi ora sono macigni insopportabili. Non possono scappare con me, non lo capiscono mai in tempo. Non capiscono che quel mondo oltre la stella, attutito e privo di ogni dolore non è un mondo possibile. Non capiscono in tempo che i loro occhi avrebbero avuto l’enorme potere di trovare soluzioni che hanno cercato in me.
È cattiveria la mia? Forse. Alcuni dicono di si.
Ora guardo il loro corpo massacrato, massacrato per me e non lo stacco più nemmeno di un centimetro. A me cosa importa infondo? Eccone un altro da conquistare, un altro che vorrebbe relegare il dolore lontano dalle altre emozioni. Questo è il mio gioco, così mi diverto.
Forza, adesso dimenticate tutto, perché è più facile cancellare queste parole che starmi lontano.
Mi chiamo Martina, sono bianca quasi come il latte, rotonda, piccola e apparentemente innocua.
Ho tanti soprannomi: c’è chi mi chiama MD, Extasy, LSD.
Poco cambia, chiamami come vuoi e io sarò li: il tuo inganno più dolce.
Mi fai pensare… Chissà perché abbiamo davvero questa forte tendenza a farci del male e volerci bene ci risulta così difficile…