Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Secco umido bagnato” di Anna Gogosi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Il Resort Costa del Sole era a un centinaio di metri dal mare. Si distingueva dagli altri hotel della riviera per le inconfondibili note di colore, pareti in stucco veneziano rosa, lenzuola bianche fiorate e asciugamani e teli da bagno azzurri e color salmone. L’arrivo degli abitué più noti del Resort veniva subito segnalato dalla recepcion al personale e il nome dell’ospite passava di bocca in bocca accompagnato da un soprannome, una smorfia a volte un ghigno, l’utile per identificarlo. Sylvie… al nome di Sylvie sul viso degli uomini si era acceso un guizzo, un sollevarsi di bocche, di fronti di sopracciglia e quant’altro, un accelerare il passo quasi lei fosse già lì e facessero a gara per andarle incontro prendere il bagaglio, vederla per primi. Alta magra bionda morbida sinuosa e soprattutto simpatica. La stagione precedente aveva fatto conoscenza con tutti, aveva avuto un sorriso un saluto un ammiccamento una parola gentile, con uomini e donne. Sylvie sarebbe arrivata in mattinata e il personale si era dato un gran da fare per rendere la sua stanza il piu gradevole possibile. Le perdonavano il suo vezzo di portar via con sé alla partenza un ricordo della stanza. La gara per l’accoglienza di Sylvie, in un tam tam di sguardi e gesti, era passata dalle persone alle cose e tutto l’ambiente a lei assegnato e per lei predisposto sembrava esserne parte attiva e cosciente, aldilà degli esseri umani che avevano curato e poi richiuso la stanza. Sylvie appena arrivata aveva subito fatto una doccia e ora il suo braccio sottile sporgeva dal box trasparente e si allungava in cerca del telo da bagno…rosa o azzurro…Quale avrebbe preso?… Aveva avuto un attimo di esitazione, con lo sguardo fisso nel vuoto, nonostante l’acqua stesse gocciando dai suoi capelli sul tappeto di spugna. – Lo so è me che sta cercando…mi vuole… Il telo azzurro dall’alto del pomo ramato lanciava uno sguardo languido a Sylvie che per un attimo sembrava ne fosse stata attratta, quasi rapita. Il telo salmone appeso all’ altro pomo se n’era in qualche modo accorto, nella disperazione di non esser visto e scelto aveva pompato dai suoi pori di spugna tutto l’aroma di rosa selvatica mirtillo e ribes in sua dotazione, proprio mentre Sylvie tirava su, dentro le narici, una boccata d’aria di quelle a tutto polmone. Ed era andata bene, lei aveva alzato lo sguardo in direzione della scia aromatica di ribes, si era allungata ancora un palmo e l’aveva afferrato. Sì aveva scelto il salmone che ora, allontanata la paura di un rifiuto, si allargava per tenersela dentro, per assaporare quella pelle delicata di cui lentamente e con tatto aveva assorbito tutto . Un abbraccio che durò un tempo infinito e amaro e lungo per il telo azzurro, rimasto lì a contemplare cielo e stanza e gocce perse sul pavimento, a sentirsi inutile triste, a non potersene fare una ragione…Era partita così bene …si diceva, Sylvie lo stava proprio guardando… è lui che guardava, ne era sicuro, cosa era successo poi… perché se n’era andata con gli occhi con la mente, cos’è che l’aveva così allontanata da lui tanto da scegliere addirittura quel blando slavato salmonato a cui non avrebbe dato neanche una chance come rivale e contendente. Ora, deluso, tratteneva il fiato nei pori spugnosi e il profumo di lavanda e anemone selvatico in sua dotazione si comprimeva nella tela, ritirando in se stesso aroma e freschezza, col risultato di ritrovarsi una superficie acre e pungente con una patina di secco come bava di lumaca, un grigio appena accennato che gli toglieva lucentezza e brillo. – Lo sapevo …avrebbe scelto me, non poteva che scegliere me. Il mio aspetto il colore l’odore di rosa… cosa credevi… lei è un essere delicato, niente a che vedere con quella zotica a cui ti sei incollato la scorsa settimana… – Errore giovanile… e non credo tu possa tirar fuori tutto questo vanto solo perché oggi, per caso per un puro caso ha scelto te… e comunque ti ha tirato giù come si tira un gallo per il collo… ti ha usato ribaltato e al dunque ti ha buttato via …e mollato lì… – Invidia, la tua è invidia pura…ti ho visto con che occhi sgranati ci puntavi mentre lei mi stringeva…si accarezzava il corpo…un guardone…eri un perfetto guardone di un film dell’orrore – Accarezzarsi il corpo? Ma cosa vuoi far credere e a chi…presuntuoso! – Cosa puoi saperne tu… non eri al mio posto con tutte le fibre erette a papille gustative a sollecitare quei morbidi capezzoli, so io…io l’ho provato… strofinarli dolcemente sino a farli vibrare e risvegliare… appena quanto bastava per farla sentire bella e disponibile… – Cielo…che presunzione… non ti si può sentire…non ti sei proprio accorto che lei guardava dalla mia parte, mentre ti stropicciava e ti usava… è me che guardava, il mio azzurro le ha ricordato il tipo dell’anno scoro ch’era qui a far la doccia con lei e prima di uscire dal bagno mi ha allungato una carezza con mano e gomito… ancora tremo… ancora sono in erezione in tutte le fibre ho la pelle d’oca, appena ritorna vorrà prendermi abbracciarmi … il cielo sa che farà di me…per lei sono pronto a tutto. Sylvie era tornata in bagno e i due avevano smesso di darsi addosso. Lei aveva tirato su il telo salmone rimettendolo al suo posto ed era uscita dalla stanza. – Lo vedi…? Che delicatezza… Non fossi bagnato di lei …lo sarei per l’emozione che mi procura… – Bagnato di lei…? Ma sarai grullo tu? Le hai solo asciugato schiena e natiche di un po’ d’acqua di doccia…per favore non andare in giro a raccontare quello che non è … ho visto sai… – Certo che hai visto, guardone come sei… e allora avrai visto come se l’asciugava passandomi ben bene là dentro… – Passarti là dentro… ma che vai farneticando…t’ha appena appoggiato …neanche l’hai sfiorata che t’ha tirato via…ha capito che non hai nerbo …suvvia non ce la puoi fare… – La tua è solo invidia perché lei manco t’ha visto, questa è la verità e oggi ha voluto fare con me una prima prova…vedrai domani…io son pronto…sarò appena umido …al punto giusto e lei …bagnata…come vuoi che sia dopo la prova di oggi…non ce la farà a seccarsi neanche al sole. Il telo azzurro aveva dovuto incamerare la delusione, si era irrigidito, appeso al pomo ramato non riusciva a tirare su un filo di voce, la tela asciutta era una gola secca e rigida e lo intrappolava nella sua stessa durezza. Avrebbe voluto piangere ma non c’era possibilità che da quei pori sgorgasse il pur minimo liquido. Accennò un sorriso sadico di convenienza, staccò ogni forma di comunicazione col vicino prescelto da Sylvie, provò a ricordare in che ora fosse uscito dalla lavanderia, forse l’ora di consegna incide sugli eventi fortunati della vita, pensò, ma non riusciva a ricordare, era stato troppo preso dalle cameriere e le inservienti che lo avevano colmato di carezze e attenzioni, ci avevano infilato il naso nei suoi pori e lo avevano tirato dentro sino a farlo sentire parte di loro stesse dei loro sogni e desideri. Questi pensieri lo avevano disteso, si era addormentato in pace col mondo, tra i sospiri e gli accarezzamenti delle cameriere aveva trovato un conforto seppure solo nel ricordo, in fin dei conti …quante storie per questa Sylvie… non era certo l’unica. Fu svegliato di soprassalto da uno sbattere di porta una risata la voce di Sylvie che diceva qualcosa al cellulare. In men che non si dica Sylvie era di nuovo in doccia felice sorridente com’era lei di suo, senza toppi sforzi. – Vedrai…vedrai ora…guardone puoi allenarti quanto vuoi…ne vedrai di belle stasera…vedrai come sarà mia… totalmente mia… Il telo salmone straparlava all’altro, e quello zitto muto…cos’aveva da perdere ormai…certo avrebbe guardato perché curioso era e poi il salmone come tutti i salmoni naviga sott’acqua, pensava, e dopo va in giro a raccontare quello che vuole. Syilvie aveva fatto una doccia rapida, aveva chiuso l’acqua, afferrato prima un telo e poi con foga tirato a sé l’altro. Il primo se l’era rapidamente passato sulla schiena avvolto sui seni, ma sentendolo umido aveva finito di bagnarlo avvolgendoci i capelli, con l’altro invece aveva asciugato il resto del corpo dalla vita in giù. L’azzurro, secco com’era, provò un gran piacere a bagnarsi con le gocce di Sylvie, le raccoglieva tutte, si donava a lei con un trasporto che la stessa Sylvie apprezzò molto e non riusciva a lasciarlo andar via, se l’era annodato intorno alla vita e continuava ad accarezzarsi pube e natiche con quella spugna azzurra, non sapeva neanche lei perché, non c’era un perché, anche se in cuor suo il telo azzurro sapeva di essere stato il telo usato dal tipo di Sylvie nell’unica notte d’amore di lei della stagione passata. L’azzurro dopo quella sera aveva continuato per giorni a prendere in giro il salmone, deciso a fargliela pagare cara per gli insulti ricevuti ma soprattutto quella sera aveva inalato e assaporato fino in fonfo il profumo di Sylvie, in ogni centimetro di vita e di tela a lui disponibile…chissà quando l’avrebbe rivista… Certo la gioia di stare con Sylvie ogni volta era rovinata dall’ insopportabile presenza e presunzione del salmone, solo per questo colore di cui tanto si vantava. Quando Sylvie partì lasciò un vuoto dietro di sé. Erano tutti dispiaciuti e le chiedevano di tornare la prossima stagione e le sorridevano e tutti volevano salutarla. Le cameriere poi andarono a sistemare la sua stanza chiedendosi cosa non avrebbero trovato, a cosa Sylvie si era così stranamente attaccata questa volta, da non poterne fare a meno e doverla portare con sé, una penna un blocchetto il nuovo segnacarte, una Venere di Milo in gesso, o cosa? Rovistarono dappertutto le cameriere ma non riuscirono a ritrovare né il telo salmone né l’azzurro, compressi pigiati nel bagaglio di Sylvie continuavano a rinfacciarsi e rivendicare l’appartenenza unica a Sylvie.

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5 commenti »

  1. Questo racconto può far compagnia ad altri racconti del sito in cui gli oggetti, inaspettatamente, prendono vita. Ne ho letto diversi e mi sono piaciuti tutti. Certo non avrei mai pensato ai tuoi simpatici protagonisti. Sicuramente non guarderò mai più allo stesso modo un asciugamano d’ora in poi. Complimenti per l’originalità! E per titolo, bellissimo, che mi ha attratta subito.

  2. Bellissimo racconto. Grande invenzione i due asciugamani che si contendono le attenzioni della stessa donna. Affronti un argomento difficile in modo ironoco, divertente ma più che mai intenso.

  3. Che coppia di asciugamani! Mi sono divertita perché, sono d’accordo con Giangiacomo, hai trattato un tema scottante con la morbidezza di una spugna pulita e profumata. Ottimo lavaggio… no scusa… racconto!

  4. Mettendo a posto l’armadio ho trovato due grandi teli da bagno colorati e, avendo letto il tuo racconto cara Gogosi, li ho trattati con riguardo e deferenza e sempre lo farò. Ma come fai ad essere così brava?!

  5. Si sentono gli odori, le sensazioni tattili, la freschezza. Ci si dimentica quasi subito che i protagonisti sono oggetti, ma forse non lo sono.
    Bravà! Bravà!

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