Premio Racconti nella Rete 2017 “La musica è finita” di Antonella Proietti
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017Da quell’angolo lo sguardo poteva attraversare tutta la sala. Amedeo aveva scelto un posto da vedetta, la sua curiosità gli imponeva di tenere tutto sotto controllo.
Era una bella festa, molto intima e con sapore famigliare.
Tenere tutto sotto controllo? Si, avrebbe voluto, ma non sempre gli riusciva.
Infatti ora stava festeggiando il suo divorzio.
Osservò i suoi amici e parenti con attenzione e si stupì della loro contentezza.
Sua madre, una donna alta e robusta, il suo chignon enorme di capelli giallo paglia sembrava tenerla appesa ad un invisibile filo, tanto da darle una postura troppo rigida. Il vestito verde smeraldo con il consueto e rassicurante filo di perle le permetteva di muoversi tra gli ospiti con fare accattivante. Emergeva tra di loro, sia per la sua mole ingombrante, che per l’esagerata vivacità. Non aveva mai smesso di ridere. Quel sorriso statico ed eccessivo era il palese segno della sua vittoria: finalmente si era tolta di mezzo una nuora difficile da digerire.
Poi passò al setaccio i suoi amici, già divorziati da tempo, e scoprì che involontariamente confermavano il proverbio: mal comune mezzo gaudio. Dire che fossero invidiosi del suo matrimonio è troppo, ma quell’insano pensiero che li accompagnò tutti, fin dal primo momento in cui avevano conosciuto la sua dolcissima Sandra, prese la forma di un tarlo nelle loro teste: “perché non ha scelto me?”.
Divertito, osservò la sua compagna d’infanzia, l’amica del cuore, che non riusciva, pur sforzandosi energicamente, a celare l’abbozzo di una timida allegria. Non gli aveva mai tolto gli occhi di dosso. Forse poteva tornare a sperare? Il suo antico amore era di nuovo disponibile e, senza alcuna autorizzazione, il cuore della donna tornò a vibrare.
Infine si girò di scatto ed afferrò lo sguardo dell’unica donna malinconica: sua figlia. Nei suoi occhi lucidi c’erano tracce di un dolore sbiadito. Aveva assistito inerme allo spettacolo di una famiglia liquefatta, che si era sciolta lentamente come un grosso cubo di ghiaccio, al cui posto, ora, c’era una profonda pozza d’acqua in cui tutti stavano annegando.
Amedeo si continuava a chiedere come tutto fosse precipitato senza la sua partecipazione consenziente.
Che idea bizzarra quella di festeggiare un divorzio! In verità era stata organizzata una cena per non farlo stare solo in quel giorno maledetto, in cui, suo malgrado, aveva dovuto mettere un punto e capo nella sua vita.
Lui non aveva nessuna voglia di andare a capo, no, voleva fermarsi lì.
Gli ultimi anni del suo matrimonio con Sandra erano stati scialbi, piatti, senza alcuna emozione, ma allo stesso tempo rassicuranti. Tutto si svolgeva tranquillamente, ad ognuno il suo ruolo, un giorno dopo l’altro. Quel “per sempre” stava prendendo forma. Sempre e per sempre, tanti giorni insieme, uguali, identici. Nessun inciampo, nessun imprevisto, nessuna emozione. Da questa sensazione era nata la certezza di avere una vita stabile. Stabile come un enorme masso di pietra che nessuno avrebbe potuto rimuovere. Marmo freddo ed inespressivo, come solo un matrimonio può diventare.
Amedeo avrebbe voluto scacciare dalla mente il ricordo del giorno più funesto della sua esistenza, quando Sandra si presentò in cucina e con un fare troppo serio disse:
– Ti devo parlare.
Incredulo per un avvenimento insolito, Amedeo si preoccupò. Parlare, si, ma di cosa?
– Amedeo, fino ad oggi ti ho nascosto che avevo chiesto un trasferimento. Non era certo che la mia domanda fosse accolta. Ecco . . . ti volevo dire che . . . uhm, da lunedì sarò trasferita a Perugia.
– Ma, che cavolo dici? Perugia? Ma . . . perché?
– Noia, semplice noia. Avevo bisogno di cambiare qualcosa.
– E a me, non hai pensato? Siamo sposati o no? Dov’è la condivisione? Una decisione simile presa per cazzi tuoi?
– Appunto, mi chiedo anch’io, dov’è finito il nostro matrimonio? Comunque basta, ho deciso.
Amedeo si sentì come di fronte ad un plotone di esecuzione, le spalle al muro, lo sguardo nel vuoto e pronto a morire. Quell’inaspettato e maledetto giorno della sua vita era giunto senza preannuncio. Lui non era pronto, ma, in verità, di avvisi ne aveva avuti e molti.
Aveva preferito guardare altrove, non coglierli, far finta di nulla. La sua comoda vita e l’impeccabile routine, avevano preso il posto dell’antica esistenza ormai dimenticata, volutamente cancellata dai ricordi.
Ed ora, con quella assurda decisione, era tornata a galla la sua vecchia vita, fatta di giorni felici, di leggerezza, d’amore.
Quanti anni era durata? Amedeo cercò di fare uno sforzo per ricordarlo ma gli sembrò un tempo remoto e ormai finito.
Forse una decina d’anni. Si, erano sposati già da dieci anni quando per l’ultima volta si svegliarono insieme facendo l’amore. Quando ancora ridevano e si divertivano a fare i matti. Dieci anni non sono pochi, ci si potrebbe accontentare. C’è chi l’amore non lo ha mai incontrato nella propria strada. E allora cos’era successo? Era sicuro che non fosse accaduto nulla di grave. Nulla.
Mentre i suoi occhi iniziavano ad inumidirsi di sciocche lacrime, gli venne in mente il giorno in cui si videro per la prima volta.
Era a casa di Andrea e si stavano preparando per gli esami quando il campanello suonò.
– Amedeo vai aprire tu?
– Ok, vado.
Aprì la porta ed il tempo si fermò. Apparve lei. Paralizzato dalla sua bellezza, restò immobile come un povero allocco. La ragazza emanava una luce che immediatamente lo rapì senza riuscire ad opporre resistenza.
Alta quanto lui, due occhi neri petrolio, capelli lunghissimi e corvini, il sorriso fresco e ammiccante. Profumava di camomilla e talco.
Lei, consapevole della sua bellezza, sorrideva sorniona.
– Allora che vogliamo fare? Vogliamo giocare alle belle statuine?
– Come? Ah, no . . . scusa, dai entra.
Si fece da parte come un umile lacchè ; spalancando la porta, la fece passare e a fatica si trattenne dal fare un inchino, come è d’obbligo di fronte ad una creatura nobile.
Con la falcata di una gazzella, lei sparì in un attimo lungo il corridoio e il rumore dei suoi passi gli restò in mente come un’eco incessante per intere settimane.
– Amedeo, questa è Sandra mia cugina.
– Amedeo, piacere.
Mai aveva provato un tale imbarazzo, né si era sentito così goffo e stupido come in quel giorno indimenticabile. Sandra si tratteneva a forza per non sbottare a ridere, ed era divertita da quell’uomo che le aveva sbattuto in faccia il potere della sua femminilità.
Da quel giorno Amedeo non fece che pensare a lei. Immerso nel sogno proibito di riuscire a baciarla, in preda all’irrefrenabile desiderio di starle accanto ogni istante, forse per ricomporre quella metà mancante di cui non conosceva l’esistenza. Ci mancò poco che non fosse bocciato agli esami perché non riuscì più a studiare per almeno dieci minuti consecutivi. Aveva un’unica immagine in mente: lei, soltanto lei.
Seguirono giorni di goffi tentativi di corteggio, in cui lei, dominante ed altezzosa seduttrice, si divertiva a tenere a bada il povero ragazzo.
Sandra non voleva ammetterlo ma Amedeo le piaceva. Era attratta sia dalla bellezza che dalla comicità. Aveva sempre desiderato incontrare un uomo che la facesse ridere.
Lui era un gran bel ragazzo. Capelli gialli come una spiga di grano, occhi verdi come il muschio ed un fisico da olimpionico greco. Il suo sguardo sorridente l’aveva presa in ostaggio fin dal momento in cui la porta si aprì.
Come tutte le storie d’amore del mondo iniziò con un bacio. Il più soave e magico bacio dell’universo. Il sigillo tra due bocche unite da un estatico fremito.
In quel bacio si estinse ogni elemento intorno a loro, non c’era più spazio e tempo, terra e cielo, acqua o fuoco. Una fusione di anime e corpi che mise in ridicolo ogni legge fisica o chimica. Un solo e divino bacio riuscì ad annullare tutte le inutili parole esistenti al mondo.
Dopo, una cascata di baci rotolò nelle loro vite come una valanga inarrestabile, travolgendo ogni barriera ed ostacolo al loro amore.
Trascorsi gli anni dell’università si ritrovarono di fronte al Sindaco del paese, per pronunciare il loro “si” con determinazione.
Non sprecarono un attimo della loro felicità, intrisi di quella immunità al dolore che solo l’amore può iniettarti.
Un giorno dopo l’altro senza preoccuparsi del domani, convinti che quella fosse l’eternità, e no, non sarebbe accaduto a loro, come a tutti gli altri, che l’incantesimo svanisse.
Ed ora, lui era lì, in quel punto della sua vita, in quell’angolo della sala ad osservare l’orizzonte. Un panorama deserto, un’assenza insostituibile, una vita sgretolata, senza più uno scheletro che la tenesse in piedi.
Era accaduto anche a loro, senza un preavviso. Avevano dovuto restituire tutto, per non aver saputo amministrare la loro ricchezza.
Amedeo senti il calore di un respiro alle sue spalle, si girò di scatto e trovò la sua amica immobile dietro di lui. Lei lo guardò intensamente calandosi nella profondità della sua malinconia, poi chiese: – Balliamo?
Mi è piaciuta la parabola che porta dall’immagine iniziale in cui lui guarda da fuori le persone incontrate nella sua vita per poi arrivare all’immagine finale di una potenziale nuova vita che lo vuole trascinare altrove. L’amore dà sempre buoni spunti, per quanto finito sia.
Racconto divertente e allo stesso tempo profondo. Con una penna leggera e sofisticata, l’autrice sembra proprio accompagnarci tra i personaggi della festa, facendoci sentire un po’ Sandra o Amedeo…bellissimo!
Magistrale racconto interpretativo della personalita dell’invisibile”. In nostro prof ne sarebbe entusiasta. Un bacio
Leggere questo breve racconto è come immergersi nel racconto stesso, trovarsi a fianco del protagonista Amedeo e assaporare le atmosfere. Sembra di vedere come in un film i personaggi illustrati e descritti dall’autrice.
Un racconto che ti induce a pensare, riflettere e capire cosa significa perdere un amore ma subito dopo poter ricominciare con nuovi sentimenti ed emozioni. E’ forse questa la magia della vita?
Complimenti Antonella, “c’è chi l’amore non lo ha mai incontrato nella propria strada” e chi lo ha incontrato deve lottare per non perderlo… un saluto Giovanni
Belle descrizioni dei personaggi sullo sfondo. Tutto evoca un’atmosfera nostalgica e molto reale. di sicuro impatto emotivo
Congratulazioni Antonella, bellissimo racconto. Mi hanno colpito le metafore, che, dal mio punto di vista, definiscono la grandezza dell’autore/scrittore. Inoltre i personaggi e le situazioni sono raccontate in maniera limpida… per chi legge non è difficile provare empatia per Amedeo che in questo fotogramma della sua vita vive il trauma dell’abbandono. C’è un “continua….”?
Complimenti!sei riuscita a raccontare l’essenza di una storia d’amore dall’inizio alla fine in poche righe…
Indissolubile come il legame che imprigiona i protagonisti, il racconto vola impetuosamente verso un finale inaspettato e morbido. L’autrice ha saputo regalare emozioni, una moderna Virginia Woolf con l’animo di un giovane Werther. Brava Antonella.
quante volte ci siamo messi da una parte in un angolo ad osservare;da li si notano i dettagli che quando sei immerso nella festa non contano…e in questo racconto c’è si il fallimento delle coppie di oggi ma c’è anche,e per fortuna sempre ci sarà,l’Amore.
Fotografare con le parole non è semplice ma qui le immagini sono nitide,non sgranate,bensì arricchite dalla poetica maestria dell’autore
È un racconto avvincente e delicato, un brillante spaccato delle nuove relazioni di questa società. Complimenti
Si scrive per condividere emozioni comuni ad ognuno di noi. Cosa piú dell’amore ci avvicina? Grazie!
Scritto bene e con un buon ritmo. Quello che mi colpisce (quasi un déjà vu) è che in questi casi la più contenta è sempre la suocera…
Ottimo racconto, divertente me anche profondo….bello anche il finale inatteso, complimenti all’autrice.
Sono un appassionato di racconti e questo Mi è proprio piaciuto! Brava
L’amore di coppia in tutte le sue declinazioni è un tema difficile da trattare, perché il rischio di scivolare nel melenso è sempre prossimo, e Antonella lo ha corso senza cadervi. Il linguaggio è originale e semplice nel contempo, evocativo, aderente all’esperienza, capace di traghettare il lettore in essa, accompagnandolo lungo il climax emotivo che scende per poi risalire a sorpresa.
Complimenti!!
Mi è piaciuto lo stile narrativo avvolgente che cattura il lettore, portandolo attraverso l’immaginazione dentro il racconto.
Mai dare tutto per scontato specialmente nel matrimonio bisogna tenere la fiamma sempre accesa sennò si rischia che quella Fiamma si spegne e la favola finisce.
Complimenti Antonella un bel racconto che serve a farci riflettere!!
Con la sua solita raffinata semplicità l”autrice ha saputo narrarci una storia d’amore delicata e coinvolgente una frase in particolare…”Avevano dovuto restituire tutto per non aver saputo amministrate la loro ricchezza”…ma forse alla fine ritrovano un po’ di spiccioli nascosti nel fondo del loro cuore. Brava brava!!
Ciao Antonella! mi vorrei unire anche io al coro per dirti che ho trovato il racconto molto delicato e intimo. C’è un che di raffinato nella tua scrittura. Ma a questo punto mi duole però aggiungere che ho avuto l’impressione che il racconto fosse troppo artefatto. Mi spiego meglio: non credo che nella vita reale possa avvenire uno scambio simile tra marito e moglie per quanto logoro sia il loro rapporto. La voce del narratore a tratti è fin troppo raffinata e colta, dimentica della semplicità che credo dovrebbe essere propria della scrittura in ogni forma, una sorta di rasoio di Occam della narrazione. Detto ciò complimenti. Mi son sentito trasportare su una delle sedie della feste. Se stessi ridendo insieme agli amici o fossi abbattuto come la figlia questo non te dirò, tiè 😉
Anche a me è piaciuto questo racconto. A tutte le considerazioni già fatte, che condivido completamente, vorrei aggiungere questa: c’è un risvolto etico nella storia ed è riassunto nella frase “Avevano dovuto restituire tutto, per non aver saputo amministrare la loro ricchezza.” Come a dire che l’amore dobbiamo meritarcelo. Una verità.
Nella sua brevità, il racconto riesce a creare il respiro e la suspence del romanzo. Interessante come lo sguardo diventi il protagonista di tutta la storia. Uno sguardo che introduce con particolari scelti e precisi gli altri personaggi. Uno sguardo, lo sguardo di Amedeo, la cui narratività si fa racconto e azione nello stesso tempo. Dallo spazio ristretto di un angolo, questo sguardo si allarga come una serie di cerchi nell’acqua per catturare e ricostruire quell’attimo che ha cambiato tutto, ha distrutto o forse ha costruito uno sguardo finalmente consapevole. Un bellissimo racconto che apre alla capacità di autoanalisi e a un’apertura al cambiamento. Carmela Mantegna
Complimenti, storia molto coinvolgente nella sua semplicità. Mi ha catturato 🙂 brava!
Bellissimo, mi hai portato in quella stanza, e mi hai fatto venire voglia di scrivere!
Brava Antonella! originale e malinconica l’idea della “festa di divorzio”
Bello e spiazzante. Ironico, sghembo, malinconico. Tutte caratteristiche degne della migliore narrativa.
brava Antonella… Iniziare dalla fine per tornare all’inizio è avvincente e comunque segno di ottimismo….
Vi ringrazio, sono felice di avervi trasportato in quell’atmosfera!
In un racconto cosi’ breve sei riuscita a mettere un mondo di emozioni.
Bello l’inizio del racconto con il protagonista che si pone come spettatore, la parte centrale che lo vede protagonista e il finale che ci fa immaginare la possibilita’ di un nuovo inizio.
Mi e’ piaciuto molto, complimenti Antonella
Antonella,
al di là di ciò che è stato già detto e scritto, che condivido pienamente, mi sento di spendere due parole sulla tua capacità di “costruire” i personaggi: la disillusa astrazione di Amedeo, lo sfuggente ed irresistibile fascino di Sandra, l’incombente e pressante presenza della suocera, la speranza di una seconda opportunità per l'”amica del cuore” che, con pochissime parole, sei riuscita a far trasudare dalla pagina.
Pedine azzecatissime che si incrociano in un gioco di amori, persi e forse ritrovati, dall’epilogo ineccepibile.
Bravissima.
Amadeo sits there in a daze like a character in a Camus novel. But in Antonella Proietti’s storia da camera there is hope. For all four protagonists. Amadeo will be a wiser man – he’s learnt you catch butterflies but you can’t pin them to the wall … Sandra will move on and l’amica del cuore will have her second chance. Even Amadeo’s mother is uplifted. A divorce party with a happy ending for everybody. Well done!
Di questo racconto mi piacciono la limpidezza, l’essenzialità, la delicata partecipazione e l’accoglienza del divenire. Grazie Antonella.
“Aveva preferito guardare altrove…far finta di nulla”. Un copione conosciuto da molti descritto con precisione e distacco.Brava Antonella, stile raffinato e diretto.
Bellissimo racconto! Coinvolgente ,capace di catturare l’attenzione del lettore. Brava Antonella.
Cara Antonella,
l’intensità dei tuoi racconti è direttamente proporzionale alla tua bellezza interiore.
Le storie che racconti arrivano al cuore del lettore catturandolo e conquistandolo.
La tua scrittura è semplice ma mai banale, lineare ma raffinata.
I personaggi che crei potrebbero far parte della vita di tutti noi perché sono reali pur essendo frutto della tua fantasia.
È questo il tuo segreto, riuscire a dar voce ad ognuno dei tuoi lettori.
Complimenti, io aspetto un libro che racchiuda i tuoi meravigliosi racconti.
Ciao Antonella! L’idea della festa del divorzio è splendida. Una festa che pare voluta più dagli altri che da Amedeo, il quale si discosta dai festeggiamenti rifugiandosi nei ricordi del passato. Un passato che forse potrebbe avere già un nuovo inizio: chissà se Amedeo accetterà di ballare? Complimenti.
Molto bello questo racconto che permette al lettore di entrare in contatto con i personaggi ed i luoghi, attraverso la puntuale narrazione della scrittrice. Un racconto in cui raffiora prepotentemente l’emozione della nostalgia.
Una storia di vita vera, magistralmente impostata e raccontata da Antonella Proietti, che ha riguardato, riguarda e, speriamo di no, riguarderà, prima o poi, molti di noi! Una novella che introduce, l’immancabile sentimento del distacco, quello della solitudine e del rammarico di non avere più quello a cui tenevamo di più: l’amore!
Silenzio! La musica è finita, l’armonia che ci inebriava non c’è più. L’abbiamo fatta scivolare via come sabbia tra le dita, si è spenta, ammutolita lasciando dentro di noi solo il rumore della disperazione. La sofferenza ci fa credere che quei momenti di felicità siano qualcosa di molto lontano che non ci meritiamo più, che non appartengono più al nostro mondo. È proprio questo che Amedeo ci fa vivere: l’incontro con il dolore gli fa conoscere il turbamento e la paura della solitudine.
Ma nel racconto si narra anche di una riconciliazione con sé stessi che insegna a non dimenticare di prendersi cura con amore dei fiori che crescono nel proprio giardino. Un grande insegnamento di saggezza, che puntualmente sfugge presi da così tante cose da fare, forse un auspicio per una nuova opportunità.
Pace dopo il tormento; la speranza emerge, entra nel cuore e abbatte tutte le paure. Si espande un senso di quiete, di gioia, di via ritrovata; un dono incredibile l’amore, lo cerchiamo in continuazione, anche nei momenti più impensati e lui non smette mai di chiamarci. E possiamo, se vogliamo, incontrarlo anche il giorno più inaspettato: quello del divorzio!
Nessuna certezza. Nessuna verità per Amedeo, solo la nuda realtà, non piacevole anzi, fastidiosa… ma poi, da qualche parte, l’amore sconvolge anche le più assurde rappresentazioni: quella del festeggiamento del suo divorzio! Questo è un racconto avvolgente e curioso, l’interprete non è con te, li dentro a vivere lo sgomento, no, ti fissa da fuori e tu non capisci se sei tu o lui o nessuno dei due. Troppo reali questi ricordi, che io o qualcuno vicino a me li ha forse già vissuti! Ma poi la musica è tornata, e poco importa da dove provenga. L’ha sentita, è quello è l’essenziale.
Ciò che mi colpisce del racconto di Proietti è la descrizione con cui riesce a far emergere il sapore delle relazioni di Amedeo. Siano esse interpersonali, che all’interno della sua persona.
Amedeo “per caso” andò ad aprire quella porta dove avrebbe avuto una visione, la “sua” visione: Sandra! Fu un’intesa di sguardi e, “…non sprecarono un attimo della loro felicità…”. Potrebbe essere il racconto di una bellissima favola e invece è l’epilogo di una tragedia raccontata con maestria da Antonella proietti, l’autrice di: “La musica è finita”.
Coinvolgente storia sull’amore, sulla perdita, sul destino, sulle scelte individuali e sul rimpianto di non aver capito cosa stava accadendo in quel momento della “sua” vita.
Una prosa elegante e coinvolgente narra l’amore tra Amedeo e Sandra rievocata in un momento particolare: il giorno del loro divorzio. L’autrice, Narnese, per la redazione del racconto si è ispirata, forse, ad una storia vera, tanto che chiunque, leggendola può riconoscere il sapore amaro della separazione, della perdita di qualcosa che amava con tutta l’anima! Ma anche in un momento di sofferenza e disperazione come questo, si può sperare in una vita diversa, perché si può imprigionare un corpo ma non lo spirito e qualcosa di bello potrebbe anche accadere se in quel momento, distratti da tutto e da tutti, sentiamo una mano che ci tocca e un semplice: “balliamo?”
Il tuo racconto mi ha fatto riflettere molto sulle tematiche che hai affrontato. L’ho trovato davvero profondo e narrato in modo chiaro, senza sentimentalismi scontati.
Nulla è per sempre, grazie per avercelo ricordato con la leggerezza e l’intimità delle tue pennellate:parole che formano un quadro, delineano personaggi in movimento, descrivono le ombre e i dubbi dell’animo per dare ancora più luce ai momenti di colore vissuti…la felicità, l’amore, le passioni. L’invito finale “Balliamo?” è dolce come una carezza quando ne abbiamo bisogno e anche uno splendido modo per finire il racconto con un’apertura.
Antonella,
ho letto con interesse il tuo racconto. La scrittura prende e trasporta il lettore nel fulcro della storia, dove è già successo tutto e non si può far altro che accostarsi al personaggio e girare a vuoto con lui.
A mio avviso la noia in un rapporto è un sintomo e non il problema reale, questo per dirti che ci trasporti nel bailamme della fine, nonostante tu non riveli il vero motivo della separazione.
Nella tua storia, però, questa esclusione non è importante perché ti soffermi sulle conseguente che la fine ha sul protagonista e non sul perché.
Lo sviluppo è avvincente e la lettura gradevole.
Complimenti.
Bellissimo racconto! Sono rimasta veramente colpita dallo stile narrativo fresco e denso insieme, e soprattutto dalle immagini che evoca. I miei più sinceri complimenti!
Quello che mi colpisce del tuo racconto e’ la delicatezza e l’intimità con cui riesci a comunicare le tue emozioni !!!! Bellissimo!!?????