Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Nessuno” di Maria Antonia Iannantuoni

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Ero ragazzina, quando, sfogliando l’ Odissea di Omero, lessi il nome “ Nessuno”   escogitato   da Ulisse per salvarsi da Polifemo .Fui colpita dalla furbizia dell’ eroe, mi  piacque, perché  nel subconscio  conteneva una verità imprescindibile .Noi nasciamo  e moriamo, in un breve spazio di tempo percorriamo le strade del nostro pianeta che è un piccolo corpo celeste rispetto all’ Universo,, dove il tempo è  relativo e noi siamo Nessuno, crediamo di lasciare qualche orma del nostro passaggio, ma poco conto, ci salviamo solo se crediamo nella bontà del Creatore, unico principio di tutto .Non sono mai riuscita a capire la grettezza dei miei simili, che, formiche, si sbranano a vicenda, si uccidono per avidità, odiano per stupidità: assurdo! L’ uomo è davvero Nessuno , è un vento che corre incessantemente senza ragione.

Prima non esiste  e poi da un seme, a poco a poco   nasce ,  possiede  intelligenza ,  sviluppa i cinque sensi e  s’ incammina verso la sua breve  strada che lo conduce  ad  unica meta: l’ Infinito . Si,  quel viaggio  terreno  subito si dimostra  impervio, intricato da fitti arbusti, non  è  facile  in quel lago circondato da pareti scivolose, irte, nato dal  piacere più esaltante  che   profuma  di mirto e rose e di immortalità.  E’ sempre così?  No , spesso è solo un attimo di voluttà! Ma in quel momento tutto è  inebriante,  le pareti non  più pareti, gli ostacoli  inesistenti, solo il battito convulso del proprio cuore, deciso , si sente  padrone  del mondo, dimentico  del  passato che  è lieve,  un vento di primavera che vaga tra l’etere. A volte, quest’ esaltazione del proprio corpo  si perde nel buio  del cammino  e rimane solo quell’ esserino unicellulare che vaga con la sua codina trasparente nel liquido amniotico, ignaro del suo destino

.Ecco ,all’ improvviso  così dal nulla, anche io ,   sono  proiettata giù nel buio più oscuro, avvolta dalla placenta,  un  involucro  sottilissimo. Non capisco, non  odo, mi sento  sconcertata, vuota, una trottola in quel buio assoluto  < Perché mi trovo qui? Che cosa sono? Chi mi ha creato? Chi sono? Questo   nero  mi spaventa ,un filo mi trattiene, legata,  vago nel nulla. Vorrei fuggire, ma non posso, sono solo un qualcosa  senza peso, senza volontà, dipendo da esseri misteriosi, che decidono  per me. Non posso nulla, non conosco nulla, debbo solo  rassegnarmi  per conoscere me stessa>. Vorrei gridare, contorcermi per strappare questo cordone che mi alimenta, questo velo che mi avvolge;  non voglio stare qui, voglio ritornare  lì nell’ essenza del nulla   tra quello che non c’ è, dove  tutto  è nulla, dove si decide  e non  ci si può sottrarre. Capisco che  la mia paura, il mio disappunto  sono  insensati, abbasso  la mia coda, perduta in questo assurdo mondo, di cui non capisco lo scopo  della mia presenza .Forse è solo questione di tempo, forse  lo scoprirò. Tutto Là ha una ragione, un ordine, stabilito da non  so da chi, poveri noi, generati , dapprima, come  esseri unicellulari, che , prigionieri, dobbiamo ubbidire , si, ci ribelliamo, lottiamo  per la libertà , ma poi   abbassiamo il capo, vinti .Ecco dal  tubicino  fuoriesce un   nettare che mi alimenta,  mi piace, mi appaga, mi sento confortata,  il terrore, a poco a poco, non blocca più  i movimenti,  mi rilasso  nel torpore caldo di quel  lago oscuro,  profondo  ;  questo cordone mi protegge, è mio amico , non sono sola .

Ho superato la prova più impervia, la solitudine, che schiavizza  l’ essere , rendendolo  inerme. Ecco uno strano strappo,  mi sento male, sono confusa, sto per perdere conoscenza.  Aiuto! E’ assurdo,  non voglio, sparire così nel momento in cui finalmente  ho  preso coscienza di me, anche  il mio amico si dibatte, terribile! Si sta strappando dalla mia apertura ,non può essere che la mia avventura debba finire così, ritornerò lassù sconfitta, lacerata  dalla non essenza.  Guarderò quaggiù non come  sostanza, ma un nulla,  fuggevole, aria e mi chiederanno  gli altri nulla il perché della mia sconfitta, conforto  alla loro sorte.  No, non voglio!  Non mi arrendo,  è mio  questo mondo così ovattato, prima così estraneo, odiato, ora amato con il suo buio, con il suo liquido fluttuante  nel quale ballo e mi  sazio < Ti prego, fammi vivere, non puoi! >.Che strano in  questo silenzio  un rumore impercettibile, confuso,   un pianto  fievole, un sospiro, Lassù forse  si lotta, per la mia sorte, vi scongiuro , voglio  conoscere, voglio esplorare quel mondo così strano, così diverso da questo lago silenzioso, dalle pareti scivolose che diventano sempre più strette.  Il mio destino è nelle mani di qualcuno che mi ha chiamato dall’ etere ed ora  mi annulla? Non è giusto, è assurdo, crudele!  Non sono stata io ad volerlo!  Poi così, forse, per la mia disperazione,  per il mio grido , giunto fin lassù, per i miei sogni, per l’ invocazione   alla vita, tutto si placa .

Il mio compagno mi offre il nettare profumato e tutto ritorna come prima.  Ora lassù già , sono certa, qualcuno  mi ama,  ha deciso il mio destino .E’ la mia più grande vittoria, ho imparato una grande verità,  non bisogna mai arrendersi senza aver lottato per le proprie idee, i propri sentimenti,  anche a costo di grandi  rinunce,  è l’ essenza  dell’ esistenza , la grandezza della natura . Ho imparato  che lassù c’è il male, c’è il bene, non è quel mondo senza tempo  che si trasforma in cellule infinitesimali  che vagano nel nulla guidate da una forza   superiore che gestisce tutto, dove l’ impossibile è possibile. E’ vero Là non si percepisce nessuna  sostanza, si ruota in mezzo all’ Infinito senza una meta, senza un sentimento. E’ comodo ,ma tutto è nulla.  All’ inizio, è vero,  mi sono ribellata di essere stata proiettata quaggiù  in questo calmo lago che ha una dimensione  finita, prima  avrei voluto rimanere nulla, ma sciocca ,voglio conoscere quel lassù che stavo  perdendo<  Ti sogno , ti amo, chiamami>- .Mi sento forte, si è strano,  provo una sensazione  particolare , non so come spiegare ; un gonfiore  sta trasformando la parte superiore del mio essere, è una testa  ,provo , è vero, gioia , mi crogiolo ,  faccio capriole e una mano  lieve  mi  fa compagnia  e mi canta dolci parole,. mi racconta favole  meravigliose, chissà se riuscirò a ricordarle. Corro per questo luogo  leggera, sicura;  proprio per questo contatto  la mia vita sarà straordinaria . Ogni tanto sono cullata da questo liquido che si agita e mi fa addormentare , sogno quella mano  certa che  qualcuno  mi aspetta.

Sarò pronta ad amarla? Immagino il suo volto che mi chiama che canta ed io le rispondo  beata < Chi sei? Non mi parli?  Sei grande? Lasciami crescere , correrò con te, mangerò con te , non ti lascerò mai, sarò come tu mi vuoi. Questo cordone ci legherà per sempre.  Parlami, grazie di aver scelto me  Sei bellissima , suona per me ed io ballerò per te. > Mi risponde   da  lassù, tutto è fluttuante. Mi  parla  del suo amore, che mi ha generato ed io lo sogno come una meteora lucente ,ora  sono proprio ansiosa di correre  in quel  mondo   sconosciuto. Sono voluta e questo mi basta, dopo la tempesta è ritornato  il sereno. Sempre è così, come un pescatore, mentre pesca, è assalito da un improvviso vortice, cirri neri avvolgono la sua barca, la canna cade nelle acque  impazzite,  un sudore freddo bagna il suo grinzoso volto, si afferra alla vela, prega, sembra che la tempesta  non  abbia mai termine, crede di affogare, annaspa disperato, prega con terrore, ma poi,  per incanto, il cielo si  rasserena, le onde non ruggiscono  e, ancora tremante , naviga verso il porto, grida di gioia , canta , non importa che ritorni a casa senza canna, senza pesci, può abbracciare i piccoli , domani è un altro giorno e  ringrazia il Signore .  Anche io ho voglia di cantare, di rivoltarmi a destra, a sinistra, capriole di contentezza, sento quel tocco che mi accarezza rassicurante, mi canta , ride. Ascolto un’ altra voce dal timbro più forte,  c’ è festa finalmente.  Sono   allegra,  eppure nel tempo imprecisato ero terrorizzata, avevo  paura di perdere la libertà e di essere schiacciata da un qualcosa che mi avrebbe sottomessa alla volontà di altri.

Sciocca, non avrei esplorato quel mondo ,si, oscuro, ma affascinante , solo per una   sensazione ancestrale, mi sarei  ritrovata senza un’ essenza .  Ora so che  dà gioia e dolore, ma che   dona la vita ,fiore irrepetibile, che ti innalza lassù in tutta la sua luce. . L’ ho capito    quando stavo per perderla. Sono un affarino così minuscolo e dovevo essere coinvolto per capire  la mia fortuna, la capacità di vivere  . Perbacco   non mi sono accorta che  la mia codina è più lunga, si sta gonfiando da ogni lato.  Che meraviglia! Sto nuotando, a volte affogo  in questo  liquido, ma c’ è il mio amico che mi aiuta a risalire, una forza misteriosa mi rialza e nuoto sempre con più  vigore, con più volontà .

Certo intorno a me un silenzio profondo, solo uno sciabordio  che mi culla , mi protegge, sono ancora un  embrione, ancora informe, ma ora ascolto  un suono dentro di me  che pulsa con un ritmo costante, è  il battito del mio cuore , voglioso di esistere, unico rumore in  questo silente   luogo, ovattato, fatto  di estasi  e di suoni fantastici. E’ vero , non farnetico, incomincio ad ascoltare delle voci, che mi sembrano  vicinissime, che mi rassicurano con il tocco premuroso sull’ esterno del mio mondo, il suono di musiche  mi cullano  e il mio amico   mi offre il suo nutrimento ed io rispondo,  muovendomi  in continuazione, voglio partecipare  a tutto.  In alcuni momenti mi sento confusa, malconcia, mi muovo stordita , percepisco rumori assordanti: < Cosa succede carissima? Sei stanca  del mio peso? Cosa stai facendo?>  Subito la sua mano mi rassicura.. Quanti scossoni mi fanno cadere, ma  mi rialzo serena, con la certezza di farcela, cresco, sono io, nessuno ormai può ostacolare la vita che è in me , ho rischiato molto, ma il destino ha vinto  ecco sto imparando ad amare  la mia nuova  esistenza.

A volte   affogo  in quell’ umido , rosso, ma una forza, strana, misteriosa, mi rialza  e ,nuotando  con più forza,  risalgo ,  sono legata sempre  a quel lungo cordone, mio caro amico.   Stupore! Ora odo   voci lontane,  scossoni indecifrabili, ma ,poi ritorna la calma , sono felice senza conoscere nulla e mi addormento. Mi accorgo che il  lago diventa sempre più  stretto ,ricalcitro,  ma che pace ! Meraviglia  cresco, strano quei tentacoli prendono forma, non sono tutta testa, sono sospesa   , si il sesso  è sicuro. Poi le gambe le muovo, le  braccia, le mani, le tendo verso di te  < Come ti chiami?  > Un improvviso colpo, mi stordisce, , il cordone vacilla, mi aggrappo alle umide pareti ,non può essere che la mia storia finisca così !Mi raggomitolo, ho paura , affogo, scivolo giù,  il mio amore  è in pericolo?   Sono impedita , non posso soccorrerla, eppure l’ amo, non mi importa di me, voglio che lei viva. < Devi farcela ti prego, non rinunciare, sono con te, cosa ti sta accadendo? Il cordone non mi alimenta. Accarezzami. Parlami.! Sei grande, io piccola! Che posso fare? Non mi lasciare.  >  Strano   incomincio  a provare sentimenti, ansie  .P oi il flusso del cordone ritorna  costante ed io,  stordita, vacillante,  ricomincio  a nuotare  e ringrazio il mio destino.. Lassù il pericolo   è  superato ; anch’ io salva,    ritorno ad ascoltare il battito di quell’enorme muscolo. La voce ritorna a parlarmi fievolmente, poi un po’ per volta mi  rassicura con la sua voce di sempre. Mi sembra di udire le sue parole che mi raccontano< Stavo correndo per mettermi in salvo.  Da lontano avevo visto degli aerei che bombardavano un paese limitrofo, quando un vaso di fiori è precipitato da un balcone , colpendomi , sono caduta ed ho perso i sensi, mi hanno soccorso ed eccomi qua ad amarti. Quassù è un periodo terribile, non sai, c’ è ancora la guerra, gli uomini si uccidono  a vicenda per potere, quanti morti, quante distruzioni quante carcasse, c’ è poco cibo, ma qui su questa collina , nascosta dai boschi, stiamo al sicuro. Fra poco ritornerà la luce e tu  porterai la pace e ci sarà un futuro.>

Qui  il  tempo non è tempo, eppure  cresco con tanta velocità, non capisco ,ho  paura, strano, desidero, vorrei appunto  che tutto non finisca , mi smarrisco, ma cos’è questa dolcissima musica,  è stupenda, forse lassù è più   rassicurante di questo lago buio sempre uguale, senza sbocchi, a stento mi muovo.< Ragazzina sei  diventata così pesante,  con fatica  cammino. Fa caldo, respiro  male e tu quando ti decidi? Ti voglio abbracciare. Deciditi, ti aspetto>.>  Immediatamente mi afferra  una strana sensazione, una spinta un  desiderio  di uscire  . Ora basta!  Non riesco più a nuotare mi sento prigioniera  delle mie stesse gambe  lei mi chiama,  mi canta , ma è stanca ; questo involucro  mi opprime,  voglio uscire, è ora !  Una spinta, un’altra. Che dolore!  Mi lacero, Che succede? Poi  una forza improvvisa mi incunea   in un tunnel stretto, sono stordita, non riesco a muovermi ad allargare , spingo  con la testa, mi rigiro pe r tornare indietro,  una forza mi tira,  il cuore impazzisce, mi fermo,  subito essa  mi spinge , spinge , gli attimi  sono eternità, forse in quella frazione di tempo percepisco il tempo ,  con le braccia, con le gambe mi inoltro  in quel tubo che a mano a mano si allarga , la testa si allunga,  guidata dal liquido, riesco  ad  allargare ancor di più  le pareti, mi fermo senza forza, ma non mi arrendo.

Dolori incalzanti, sono esausta, devo farcela  e poi un guizzo più forte e la testa  prima e poi tutto il mio corpo dolorante  fuoriesce, una mano mi afferra con forza,  non respiro  mi sento perduta, rimpiango  il mondo lasciato, sicura di non farcela,  poi un schiaffo e , un pianto, un vagito si sprigionano  dalla mia bocca.. Sono nata ,mi divincolo, ho freddo, sto male, il cuore batte così forte che mi stordisce,  mi lavano, mi vestono e sono finalmente tra le braccia di quella creatura bellissima , che mi ha cullato con la sua misteriosa  voce . Finalmente la vedo, mi bacia, il suo viso è stanco, pallido, ma mi abbraccia con un sorriso dolce, allegro< Sembri una ranocchia con questi peli rossicci, ma sei bella come ti immaginavo. Evviva sei una femminuccia! Sarai la mia compagna, mi divertirò con te .>  Tutto il tormento, l’ incubo  per incanto sono annullati, mi porge il  roseo  e morbido seno ,istintivamente  lo  avvinghio, apro la bocca  e succhio quel  nettare caldo, gustoso,  non più  dal cordone ombelicale. E’  strano, dimentico improvvisamente  quell’ umido mondo e mi tuffo in questa magica realtà.

Come è bello scorgere le cose, le persone care, anche se non chiaramente! Chi è questo uomo che mi abbraccia con  timore , trema dall’ emozione, mi stringe? < E’ mia figlia , un tesoro  fantastico, grazie Dio, sono  un  uomo  completo , non desidero altro! Ti amo e ti amerò per sempre.>Riapro gli occhi , straordinario, vedo ancora  un po’  annebbiato  per il tanto tempo nel buio . E’ tutto colorato! Cosa è questo profumo, è piacevole, sento  voci, tutte diverse, e mi avvolgo   in  questo profondo amore, sicura  del mio mondo. Sono un esserino indifeso, dipendo ancora per poco dagli altri , ma la strada è tracciata. E’ il 28 giugno ,fa caldo ed io  son qua, fasciata  come un salame. Non mi posso muovere, ma che strane abitudini.

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