Premio Racconti nella Rete 2017 “Nessuno” di Maria Antonia Iannantuoni
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017Ero ragazzina, quando, sfogliando l’ Odissea di Omero, lessi il nome “ Nessuno” escogitato da Ulisse per salvarsi da Polifemo .Fui colpita dalla furbizia dell’ eroe, mi piacque, perché nel subconscio conteneva una verità imprescindibile .Noi nasciamo e moriamo, in un breve spazio di tempo percorriamo le strade del nostro pianeta che è un piccolo corpo celeste rispetto all’ Universo,, dove il tempo è relativo e noi siamo Nessuno, crediamo di lasciare qualche orma del nostro passaggio, ma poco conto, ci salviamo solo se crediamo nella bontà del Creatore, unico principio di tutto .Non sono mai riuscita a capire la grettezza dei miei simili, che, formiche, si sbranano a vicenda, si uccidono per avidità, odiano per stupidità: assurdo! L’ uomo è davvero Nessuno , è un vento che corre incessantemente senza ragione.
Prima non esiste e poi da un seme, a poco a poco nasce , possiede intelligenza , sviluppa i cinque sensi e s’ incammina verso la sua breve strada che lo conduce ad unica meta: l’ Infinito . Si, quel viaggio terreno subito si dimostra impervio, intricato da fitti arbusti, non è facile in quel lago circondato da pareti scivolose, irte, nato dal piacere più esaltante che profuma di mirto e rose e di immortalità. E’ sempre così? No , spesso è solo un attimo di voluttà! Ma in quel momento tutto è inebriante, le pareti non più pareti, gli ostacoli inesistenti, solo il battito convulso del proprio cuore, deciso , si sente padrone del mondo, dimentico del passato che è lieve, un vento di primavera che vaga tra l’etere. A volte, quest’ esaltazione del proprio corpo si perde nel buio del cammino e rimane solo quell’ esserino unicellulare che vaga con la sua codina trasparente nel liquido amniotico, ignaro del suo destino
.Ecco ,all’ improvviso così dal nulla, anche io , sono proiettata giù nel buio più oscuro, avvolta dalla placenta, un involucro sottilissimo. Non capisco, non odo, mi sento sconcertata, vuota, una trottola in quel buio assoluto < Perché mi trovo qui? Che cosa sono? Chi mi ha creato? Chi sono? Questo nero mi spaventa ,un filo mi trattiene, legata, vago nel nulla. Vorrei fuggire, ma non posso, sono solo un qualcosa senza peso, senza volontà, dipendo da esseri misteriosi, che decidono per me. Non posso nulla, non conosco nulla, debbo solo rassegnarmi per conoscere me stessa>. Vorrei gridare, contorcermi per strappare questo cordone che mi alimenta, questo velo che mi avvolge; non voglio stare qui, voglio ritornare lì nell’ essenza del nulla tra quello che non c’ è, dove tutto è nulla, dove si decide e non ci si può sottrarre. Capisco che la mia paura, il mio disappunto sono insensati, abbasso la mia coda, perduta in questo assurdo mondo, di cui non capisco lo scopo della mia presenza .Forse è solo questione di tempo, forse lo scoprirò. Tutto Là ha una ragione, un ordine, stabilito da non so da chi, poveri noi, generati , dapprima, come esseri unicellulari, che , prigionieri, dobbiamo ubbidire , si, ci ribelliamo, lottiamo per la libertà , ma poi abbassiamo il capo, vinti .Ecco dal tubicino fuoriesce un nettare che mi alimenta, mi piace, mi appaga, mi sento confortata, il terrore, a poco a poco, non blocca più i movimenti, mi rilasso nel torpore caldo di quel lago oscuro, profondo ; questo cordone mi protegge, è mio amico , non sono sola .
Ho superato la prova più impervia, la solitudine, che schiavizza l’ essere , rendendolo inerme. Ecco uno strano strappo, mi sento male, sono confusa, sto per perdere conoscenza. Aiuto! E’ assurdo, non voglio, sparire così nel momento in cui finalmente ho preso coscienza di me, anche il mio amico si dibatte, terribile! Si sta strappando dalla mia apertura ,non può essere che la mia avventura debba finire così, ritornerò lassù sconfitta, lacerata dalla non essenza. Guarderò quaggiù non come sostanza, ma un nulla, fuggevole, aria e mi chiederanno gli altri nulla il perché della mia sconfitta, conforto alla loro sorte. No, non voglio! Non mi arrendo, è mio questo mondo così ovattato, prima così estraneo, odiato, ora amato con il suo buio, con il suo liquido fluttuante nel quale ballo e mi sazio < Ti prego, fammi vivere, non puoi! >.Che strano in questo silenzio un rumore impercettibile, confuso, un pianto fievole, un sospiro, Lassù forse si lotta, per la mia sorte, vi scongiuro , voglio conoscere, voglio esplorare quel mondo così strano, così diverso da questo lago silenzioso, dalle pareti scivolose che diventano sempre più strette. Il mio destino è nelle mani di qualcuno che mi ha chiamato dall’ etere ed ora mi annulla? Non è giusto, è assurdo, crudele! Non sono stata io ad volerlo! Poi così, forse, per la mia disperazione, per il mio grido , giunto fin lassù, per i miei sogni, per l’ invocazione alla vita, tutto si placa .
Il mio compagno mi offre il nettare profumato e tutto ritorna come prima. Ora lassù già , sono certa, qualcuno mi ama, ha deciso il mio destino .E’ la mia più grande vittoria, ho imparato una grande verità, non bisogna mai arrendersi senza aver lottato per le proprie idee, i propri sentimenti, anche a costo di grandi rinunce, è l’ essenza dell’ esistenza , la grandezza della natura . Ho imparato che lassù c’è il male, c’è il bene, non è quel mondo senza tempo che si trasforma in cellule infinitesimali che vagano nel nulla guidate da una forza superiore che gestisce tutto, dove l’ impossibile è possibile. E’ vero Là non si percepisce nessuna sostanza, si ruota in mezzo all’ Infinito senza una meta, senza un sentimento. E’ comodo ,ma tutto è nulla. All’ inizio, è vero, mi sono ribellata di essere stata proiettata quaggiù in questo calmo lago che ha una dimensione finita, prima avrei voluto rimanere nulla, ma sciocca ,voglio conoscere quel lassù che stavo perdendo< Ti sogno , ti amo, chiamami>- .Mi sento forte, si è strano, provo una sensazione particolare , non so come spiegare ; un gonfiore sta trasformando la parte superiore del mio essere, è una testa ,provo , è vero, gioia , mi crogiolo , faccio capriole e una mano lieve mi fa compagnia e mi canta dolci parole,. mi racconta favole meravigliose, chissà se riuscirò a ricordarle. Corro per questo luogo leggera, sicura; proprio per questo contatto la mia vita sarà straordinaria . Ogni tanto sono cullata da questo liquido che si agita e mi fa addormentare , sogno quella mano certa che qualcuno mi aspetta.
Sarò pronta ad amarla? Immagino il suo volto che mi chiama che canta ed io le rispondo beata < Chi sei? Non mi parli? Sei grande? Lasciami crescere , correrò con te, mangerò con te , non ti lascerò mai, sarò come tu mi vuoi. Questo cordone ci legherà per sempre. Parlami, grazie di aver scelto me Sei bellissima , suona per me ed io ballerò per te. > Mi risponde da lassù, tutto è fluttuante. Mi parla del suo amore, che mi ha generato ed io lo sogno come una meteora lucente ,ora sono proprio ansiosa di correre in quel mondo sconosciuto. Sono voluta e questo mi basta, dopo la tempesta è ritornato il sereno. Sempre è così, come un pescatore, mentre pesca, è assalito da un improvviso vortice, cirri neri avvolgono la sua barca, la canna cade nelle acque impazzite, un sudore freddo bagna il suo grinzoso volto, si afferra alla vela, prega, sembra che la tempesta non abbia mai termine, crede di affogare, annaspa disperato, prega con terrore, ma poi, per incanto, il cielo si rasserena, le onde non ruggiscono e, ancora tremante , naviga verso il porto, grida di gioia , canta , non importa che ritorni a casa senza canna, senza pesci, può abbracciare i piccoli , domani è un altro giorno e ringrazia il Signore . Anche io ho voglia di cantare, di rivoltarmi a destra, a sinistra, capriole di contentezza, sento quel tocco che mi accarezza rassicurante, mi canta , ride. Ascolto un’ altra voce dal timbro più forte, c’ è festa finalmente. Sono allegra, eppure nel tempo imprecisato ero terrorizzata, avevo paura di perdere la libertà e di essere schiacciata da un qualcosa che mi avrebbe sottomessa alla volontà di altri.
Sciocca, non avrei esplorato quel mondo ,si, oscuro, ma affascinante , solo per una sensazione ancestrale, mi sarei ritrovata senza un’ essenza . Ora so che dà gioia e dolore, ma che dona la vita ,fiore irrepetibile, che ti innalza lassù in tutta la sua luce. . L’ ho capito quando stavo per perderla. Sono un affarino così minuscolo e dovevo essere coinvolto per capire la mia fortuna, la capacità di vivere . Perbacco non mi sono accorta che la mia codina è più lunga, si sta gonfiando da ogni lato. Che meraviglia! Sto nuotando, a volte affogo in questo liquido, ma c’ è il mio amico che mi aiuta a risalire, una forza misteriosa mi rialza e nuoto sempre con più vigore, con più volontà .
Certo intorno a me un silenzio profondo, solo uno sciabordio che mi culla , mi protegge, sono ancora un embrione, ancora informe, ma ora ascolto un suono dentro di me che pulsa con un ritmo costante, è il battito del mio cuore , voglioso di esistere, unico rumore in questo silente luogo, ovattato, fatto di estasi e di suoni fantastici. E’ vero , non farnetico, incomincio ad ascoltare delle voci, che mi sembrano vicinissime, che mi rassicurano con il tocco premuroso sull’ esterno del mio mondo, il suono di musiche mi cullano e il mio amico mi offre il suo nutrimento ed io rispondo, muovendomi in continuazione, voglio partecipare a tutto. In alcuni momenti mi sento confusa, malconcia, mi muovo stordita , percepisco rumori assordanti: < Cosa succede carissima? Sei stanca del mio peso? Cosa stai facendo?> Subito la sua mano mi rassicura.. Quanti scossoni mi fanno cadere, ma mi rialzo serena, con la certezza di farcela, cresco, sono io, nessuno ormai può ostacolare la vita che è in me , ho rischiato molto, ma il destino ha vinto ecco sto imparando ad amare la mia nuova esistenza.
A volte affogo in quell’ umido , rosso, ma una forza, strana, misteriosa, mi rialza e ,nuotando con più forza, risalgo , sono legata sempre a quel lungo cordone, mio caro amico. Stupore! Ora odo voci lontane, scossoni indecifrabili, ma ,poi ritorna la calma , sono felice senza conoscere nulla e mi addormento. Mi accorgo che il lago diventa sempre più stretto ,ricalcitro, ma che pace ! Meraviglia cresco, strano quei tentacoli prendono forma, non sono tutta testa, sono sospesa , si il sesso è sicuro. Poi le gambe le muovo, le braccia, le mani, le tendo verso di te < Come ti chiami? > Un improvviso colpo, mi stordisce, , il cordone vacilla, mi aggrappo alle umide pareti ,non può essere che la mia storia finisca così !Mi raggomitolo, ho paura , affogo, scivolo giù, il mio amore è in pericolo? Sono impedita , non posso soccorrerla, eppure l’ amo, non mi importa di me, voglio che lei viva. < Devi farcela ti prego, non rinunciare, sono con te, cosa ti sta accadendo? Il cordone non mi alimenta. Accarezzami. Parlami.! Sei grande, io piccola! Che posso fare? Non mi lasciare. > Strano incomincio a provare sentimenti, ansie .P oi il flusso del cordone ritorna costante ed io, stordita, vacillante, ricomincio a nuotare e ringrazio il mio destino.. Lassù il pericolo è superato ; anch’ io salva, ritorno ad ascoltare il battito di quell’enorme muscolo. La voce ritorna a parlarmi fievolmente, poi un po’ per volta mi rassicura con la sua voce di sempre. Mi sembra di udire le sue parole che mi raccontano< Stavo correndo per mettermi in salvo. Da lontano avevo visto degli aerei che bombardavano un paese limitrofo, quando un vaso di fiori è precipitato da un balcone , colpendomi , sono caduta ed ho perso i sensi, mi hanno soccorso ed eccomi qua ad amarti. Quassù è un periodo terribile, non sai, c’ è ancora la guerra, gli uomini si uccidono a vicenda per potere, quanti morti, quante distruzioni quante carcasse, c’ è poco cibo, ma qui su questa collina , nascosta dai boschi, stiamo al sicuro. Fra poco ritornerà la luce e tu porterai la pace e ci sarà un futuro.>
Qui il tempo non è tempo, eppure cresco con tanta velocità, non capisco ,ho paura, strano, desidero, vorrei appunto che tutto non finisca , mi smarrisco, ma cos’è questa dolcissima musica, è stupenda, forse lassù è più rassicurante di questo lago buio sempre uguale, senza sbocchi, a stento mi muovo.< Ragazzina sei diventata così pesante, con fatica cammino. Fa caldo, respiro male e tu quando ti decidi? Ti voglio abbracciare. Deciditi, ti aspetto>.> Immediatamente mi afferra una strana sensazione, una spinta un desiderio di uscire . Ora basta! Non riesco più a nuotare mi sento prigioniera delle mie stesse gambe lei mi chiama, mi canta , ma è stanca ; questo involucro mi opprime, voglio uscire, è ora ! Una spinta, un’altra. Che dolore! Mi lacero, Che succede? Poi una forza improvvisa mi incunea in un tunnel stretto, sono stordita, non riesco a muovermi ad allargare , spingo con la testa, mi rigiro pe r tornare indietro, una forza mi tira, il cuore impazzisce, mi fermo, subito essa mi spinge , spinge , gli attimi sono eternità, forse in quella frazione di tempo percepisco il tempo , con le braccia, con le gambe mi inoltro in quel tubo che a mano a mano si allarga , la testa si allunga, guidata dal liquido, riesco ad allargare ancor di più le pareti, mi fermo senza forza, ma non mi arrendo.
Dolori incalzanti, sono esausta, devo farcela e poi un guizzo più forte e la testa prima e poi tutto il mio corpo dolorante fuoriesce, una mano mi afferra con forza, non respiro mi sento perduta, rimpiango il mondo lasciato, sicura di non farcela, poi un schiaffo e , un pianto, un vagito si sprigionano dalla mia bocca.. Sono nata ,mi divincolo, ho freddo, sto male, il cuore batte così forte che mi stordisce, mi lavano, mi vestono e sono finalmente tra le braccia di quella creatura bellissima , che mi ha cullato con la sua misteriosa voce . Finalmente la vedo, mi bacia, il suo viso è stanco, pallido, ma mi abbraccia con un sorriso dolce, allegro< Sembri una ranocchia con questi peli rossicci, ma sei bella come ti immaginavo. Evviva sei una femminuccia! Sarai la mia compagna, mi divertirò con te .> Tutto il tormento, l’ incubo per incanto sono annullati, mi porge il roseo e morbido seno ,istintivamente lo avvinghio, apro la bocca e succhio quel nettare caldo, gustoso, non più dal cordone ombelicale. E’ strano, dimentico improvvisamente quell’ umido mondo e mi tuffo in questa magica realtà.
Come è bello scorgere le cose, le persone care, anche se non chiaramente! Chi è questo uomo che mi abbraccia con timore , trema dall’ emozione, mi stringe? < E’ mia figlia , un tesoro fantastico, grazie Dio, sono un uomo completo , non desidero altro! Ti amo e ti amerò per sempre.>Riapro gli occhi , straordinario, vedo ancora un po’ annebbiato per il tanto tempo nel buio . E’ tutto colorato! Cosa è questo profumo, è piacevole, sento voci, tutte diverse, e mi avvolgo in questo profondo amore, sicura del mio mondo. Sono un esserino indifeso, dipendo ancora per poco dagli altri , ma la strada è tracciata. E’ il 28 giugno ,fa caldo ed io son qua, fasciata come un salame. Non mi posso muovere, ma che strane abitudini.