Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Sogno d’amore” di Giampaolo Menelao

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Dovunque guardassi, quel sorriso colmava ormai il mio orizzonte. In cerca di approdo, era come scorgere improvvisa la maestosità delle bianche scogliere di Dover.

Guardare quegli occhi era da una riva ammirare l’azzurro.

E quel viso dalla pelle di latte, con biondi capelli di luce ad esaltare ancor più la luminosità dello sguardo! Vederla passare lasciando di profumo una scia  era affacciarsi  da un treno in corsa d’estate.

Le spalle larghe emanavano forza, temperata dalla dolcezza gestuale di dita affusolate come rami delicati. Quasi sempre qualcosa legato in vita, sembrava di vedere l’eleganza di un mantello d’altri tempi che lasciava scoperto soltanto il pudore.

Dalle vesti i seni spuntavano delicati come una carezza, ma con il vigore e la simmetria di forme scolpite nella durezza del marmo.

I rapidi incontri lungo i corridoi dove lavoravamo, erano contornati da altrettanti sorrisi rapidi come bagliori, ed un foglio nella sua mano sembrava il messaggio portato dall’ambasciata di un angelo.

Entrare nel suo ufficio e non trovarla, era vedere solo un vuoto  con intorno ogni cosa priva d’importanza, inutile bordo a una mancanza.

Quando poi seppi nella sua vita di quel brutale abbandono, ogni parola ogni gesto divenne gentile,  come una mano che porge del cibo.

Avevamo parlato senza capirci,  alla fine discusso senza chiarirci, allontanandoci poi senza incontrarci, restando con  quell’improvviso disagio negli occhi che da lontano spesso di nascosto fissano ed ogni tanto quasi per sbaglio s’incrociano, ma subito dall’altra parte  si girano  come, accecanti di luce, da luce  accecati.

Stanco di quel continuo scrutarci, decisi alla fine di chiamare, ma non come le altre volte, questa volta sarebbe stato diverso,  avrei detto chiaramente ciò che provavo. Quando composi il suo numero, quei numeri sembrarono note iniziali di un’armonia da comporre. Quando risuonarono  al mio orecchio gli squilli, questi parvero rintocchi  di una campana al mattino.  Poi improvvisa la sua voce.

«Pronto!».

«Ciao!».

«Ciao! Da quanto tempo!».

“Da quanto tempo!“ mi ripetei nella mente, “Allora è felice di sentirmi!” pensai subito dopo.

«Ti disturbo?».

«No non ti preoccupare».

«Come stai? ».

«Bene, come al solito, e tu come stai? ».

«Al solito, anch’io, nessuna novità».

«Sono contenta di sentirti».

«Ed io di chiamarti».

«Allora siamo felici tutti e due!».

«Già siamo felici tutti e due! Che fai di bello quest’estate?».

«Il mio ragazzo mi ha organizzato a sorpresa un viaggio in…».

A quelle parole immaginai il ragazzo un mitico Adone e quel luogo un inaccessibile Eden.

«Come ragazzo? Ma che ti sei rimessa col tuo ex?».

«Con chi sto se permetti sono affari miei!» rispose improvvisamente stizzita.

Non resistetti, vuotai il sacco.

«Scusa ma tu hai un comportamento ambiguo nei miei confronti!» esordii.

«Come ambiguo?».

«Hai capito benissimo!».

«No non ho capito proprio niente!».

«Scusami ma secondo me invece hai capito benissimo!».

«Ancora con questa storia! Te l’ho già detto per me sei soltanto un buon amico!».

«Mi sembra che il tuo comportamento dimostri il contrario!».

«Ma se non ci parliamo mai!».

«Non sempre servono le parole! E poi una  volta hai detto che avremmo parlato!».

«Non me lo ricordo!».

«Come non te lo ricordi? Ogni volta che mi allontanavo non facevi altro che cercarmi  e quando hai visto che mi stavo allontanando sul serio hai iniziato a trattarmi male dicendo poi improvvisamente di volermi parlare!!!».

«Ma come fai a dire queste cose? Ma se stiamo pensando di sposarci con il mio ragazzo!».

«Come sposarci?!».

«Sì sposarci!».

«Come sposarci?! Ma chi è?».

«Non sono affari tuoi!».

«Ti sei rimessa col tuo ex vero?».

«E se anche fosse?! Comunque te lo ripeto: con chi sto sono affari miei!».

«Tu non puoi dire che mi sono fatto tutto un film! Non puoi dire che mi sono inventato tutto quanto! Forse adesso ti è passata ma non puoi dirmi che mi sono inventato tutto quanto! Tu anche se adesso forse non  provi più nulla  qualcosa lo hai provato per me!!».

«E se anche fosse che cosa cambierebbe?!».

«Come cosa cambierebbe?  Se fino a due giorni…».

«Senti mi sto stancando! Mi sono stufata di questa storia!».

«Stufata! Ma se sei tu che mi vieni dietro!».

«Io non vado dietro a nessuno! Sei matto!».

«Io sarò matto ma tu sei una bugiarda!».

«Adesso mi sono proprio stancata! Non lo capisci poi che mi stai mettendo in imbarazzo!».

«Imbarazzo?».

«Il mio ragazzo che è una persona gentilissima e tranquillissima…».

«Spacco tutto porca troia!» una voce in sottofondo.

«Allora mi stai dicendo che mi sono inventato tutto?».

«Tu sogni! ».

Click! Tu Tu Tu Tu Tu Tu Tu

Pausa di riflessione di un’ora come di un giorno simile ad un anno.

A pensarci bene: bianche scogliere di Dover??!! Con quei dentoni sembra più un cavallo! Pelle di latte? Sì, come quella di un fantasma anemico! Capelli di luce? Certamente, di luce, ma artificiale come un neon! Occhi azzurri!? Belli! Ma con la falsità di bigiotteria! Spalle larghe?! Sembra abbia ingoiato una stampella, e poi con quelle dita!!! Affusolate? Ossute! Come rami secchi! Un foglio bianco in mano come l’ambasciata di un angelo? Dove cazzo andrà sempre con quel foglio?! Secondo me è il passaporto per non fare un cazzo!! Prendi un foglio qualsiasi e poi basta girare per gli uffici! O meglio sfilare! Con quel profumo delicato come un lacrimogeno! E con sempre qualcosa legato in vita! Grazie con quel culone! E’ secca ma ha un culone su cui l’unica cosa che vorrei fare è assestare un calcio! Anzi no due! Tanto c’è posto! Una mano che dona del cibo!? Sì ma è sempre stata la mia! Mi avesse mai offerto un caffè!! Quando poi ti fissa in quel modo! Senza parlare! Sembra matta quando ti fissa in quel modo! Senza una parola! Abbandonata??!! E’ pure tornato quell’altro matto!!! E poi..seni timidamente sporgenti come una carezza ma con il vigore e la simmetria di forme scolpite nella durezza del marmo?? Sìì!! Sporgono timidi simmetrici e duri come scolpiti nel marmo… ma piatti come un bassorilievo!

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6 commenti »

  1. Originale, gustoso, divertente. La volpe e l’uva da un’altra prospettiva.

  2. Grazie di cuore Giorgio!
    Sono contento che ti sia divertito.

  3. Complimenti davvero. Fresco e piacevole il tempo narrativo, molto fine la scrittura!

  4. Ti ringrazio tanto Giada!
    Quando scrivo cerco di farlo da “lettore”.

  5. Diverte la goffaggine dell’aspirante seduttore ma in modo bonario, senza infierire. Ed è questa la forza del racconto.
    In effetti la favola di Esopo è la chiave che apre la porta al divertimento. Ma non solo… che tenerezza mi ha fatto questo volpacchiotto spelacchiato? Quanta poca furbizia con le donne! Però ha trovato il modo perfetto per difendere la sua autostima e chissà… speriamo che abbia imparato qualcosa e la prossima volta vada meglio. Auguri a lui ma soprattutto complimenti a te, Giampaolo, per come ci hai offerto questa bella storia. Bravo bravo!

  6. Ti ringrazio Marcella!
    Credo comunque che di volpe nel racconto ce ne sia più di una!
    Ciao!

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