Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Succede ogni notte” di Maria Cristina Benetti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Ho imparato un gioco nuovo, me lo ha insegnato il mio papà. Si chiama “tutti sotto la porta”.

Ma qui la porta non c’è. Ci sono tante tende. Mi piace il campeggio ma quando esco a giocare devo mettere la maglia pesante. Mamma ha il raffreddore, le gocciola il naso. Le ho chiesto “perché facciamo campeggio con questo freddo?”

La mia mamma non gioca più con me. Ci sono tante cose che non fa più. Mi piaceva quando metteva il rossetto, quello rosa era il mio preferito. A volte lo metteva anche a me. Cantava sempre preparando la cena. Sabato pomeriggio facevamo i biscotti.

Adesso i biscotti ce li regalano. Come mi manca il profumo di burro e di cose buone!

Forse le manca il mio papà. Mi hanno detto che se ne è andato ma non ho capito dove. Prima di partire papà mi dice sempre di fare la brava.

Forse questa volta non l’ha fatto perché come dice la mia mamma, brava lo sono già.

Forse è partito di notte mentre dormivo.

Forse è stato quando la terra ha cominciato a tremare e gli oggetti cadevano. Le case non stavano in piedi. C’era tanta polvere. Correvano tutti, urlavano. Si chiamavano per nome. Qualcuno rispondeva, altri no. Poi silenzio, solo pianti.

Io non ho pianto. Mamma sì. Tanto.

Certo che un campeggio così grande non l’avevo mai visto. La piscina non c’è ma ci sono tanti bambini. Anche le loro mamme e i loro papà hanno il raffreddore. Nascondono le facce dentro al fazzoletto. Parlano poco. Quando lo fanno gli occhi gli diventano rossi, proprio come alla mia mamma. C’erano anche loro quando è venuta tutta quella polvere. Cadeva dal cielo. C’era polvere ovunque quella notte che il mio papà se ne è andato. Ma quando torna il mio papà?

Alla mia mamma non lo chiedo più. Ogni volta che lo faccio mi stringe forte forte, ma non mi risponde. Devo fare la brava.

Se faccio la brava il mio papà tornerà.

Adesso ho tanti amici, anche tra i grandi. Hanno vestiti neri e gialli, e dei buffi cappelli. Mamma dice che sono qui per aiutarci visto che il papà non c’è. Mi sorridono sempre, mi danno le caramelle. Ne mangio tante di caramelle. Qualcuna la porto alla mia mamma. Così le passa presto il mal di gola.

Forse è per questo che parla poco.

Forse è per questo che piange. Non mi piace vedere la mamma che piange.

Ieri ho pianto anch’io. Non trovavo la mia gonna preferita. Quella che mi metto quando gioco alla ballerina. L’ho lasciata nella mia cameretta. Mamma dice che forse andremo a vivere in una casa nuova. E che mi comprerà un tutù, come le ballerine vere.

Non vedo l’ora di tornare a giocare alla ballerina, nella mia stanzetta.

Ma più di tutto voglio che torni il mio papà. Aspetto da tanto che ritorni. La mia mamma dice che lui è sempre con me. Lo cerco ovunque. Lo cerco tra le tende. Ma non riesco a vederlo.

Allora aspetto la sera, quando gli occhi mi si chiudono. E finalmente arriva il mio papà.

Mi accarezza i capelli, mi da il bacio della buonanotte. Mi racconta una favola, mi dice “dormi, fa la brava”.

La terra trema ancora, ma non ho paura: con me c’è il mio papà.

Succede, quando arriva, la notte.

 

maria cristina benetti

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17 commenti »

  1. Terremoto! Terremoto! Come si fa a parlare di questo argomento se non si è provato sulla propria pelle!
    Questo è uno scritto di pura fantasia… ma mi sono ispirata a epidodi della mia vita: il mio terremoto interiore. Io che riemergo da tutta quella polvere, a modo mio.

  2. Bel racconto Maria.
    Dolce, rispettoso e non banale.
    I miei complimenti.

  3. Grazie Martina. Questo era uno dei miei timori: mancare di rispetto a persone colpite da una tragedia così grande. In un attimo ti ritrovi ad aver perso tutto, e devi ricominciare da capo, reinventandoti. Ecco che visto con gli occhi di una bambina questo rischio, secondo me, è venuto meno. Grazie ancora.

  4. Maria Cristina,

    gli occhi di un bambino hanno il dono della sincerità e del candore.

    Tramite loro, sei riuscita a far parlare la voce del cuore di chi, boccheggiando nella disgrazia, si appiglia alla speranza per alzare la testa e ripartire.

    Un messaggio splendido.

    E non temere, non hai mancato di rispetto a persone colpite da una tragedia: a mio vedere, hai fatto loro un grandissimo omaggio.

    Complimenti.

  5. Il terremoto è un intelligente escamotage narrativo che dà più forza al racconto di sentimenti eterni e di tutti. Bel racconto, complimenti!

  6. Grazie di cuore. Questa è la cosa bella dello scrivere! Quando riesci a trasmettere esattamente quello che volevi dire.

    In bocca al lupo a tutti. 😀

  7. Bellissimo, ho le lacrime agli occhi. Questa bambina ha l’età della mia…e la mia la sua gonna per travestirsi l’ha sempre lì, disponibile nell’armadio. Il suo papà, anche se lavora tanto, la sera torna sempre. Il post terremoto visto con gli occhi di una bambina, a cui una madre cerca di raccontare le cose nel migliore modo possibile, mascherando lacrime con raffreddori e tristi verità con stretti abbracci.

  8. Gli occhi di un bambino vedono l’essenziale, come il tuo racconto di una semplicità alta e commuovente.
    Traspare una sorta di leggerezza educata e intima che dona commossa partecipazione.
    davvero Brava Maria

  9. Carissimi, vi ringrazio veramente tanto.
    Quando ho scritto questo racconto ho “chiuso gli occhi” pensandomi in mezzo alle macerie. Mi sono fatta prendere per mano da quella bambina, facendomi trasportare nel suo mondo.
    E’ stato difficile? Nella giusta misura, poiché ricordo gran poco della mia gioventù.
    Vi ringrazio per le vostre belle parole. 😀

  10. Penso di aver trattenuto una lacrima gonfia e lucida solo per grazia divina. Mi hai restituito per qualche minuto l’ingenuità assoluta dei bambini, gli unici ad essere in grado di sognare davvero e di sperare davvero. Le tue parole non limitano alla commozione, fanno pensare.
    Ho solo vent’anni, percepisco la perdita di ogni ottimismo rispetto a quando anche io ero solo una bambina;mi rendo conto adesso, anche grazie alle tue parole, di quanto si possa cambiare nel tempo, di come si trasformi l’esperienza del dolore e di quante versioni di noi stessi facciamo esperienza con l’avanzare degli anni.
    Complimenti di cuore.

  11. Carissima Anna Dattolo,
    grazie per le tue bellissime parole.
    In realtà penso di essere stata aiutata dagli eventi della vita. In questi ultimi anni ho vissuto sulla mia pelle dei veri e propri terremoti. Penso sia questo, nel mio caso, la scrittura: amo scrivere di emozioni. Con molta difficoltà le esprimo con la voce. Ma riesco, come con questo scritto, penso, a metterle sulla carta.
    Un abbraccio.

  12. La semplicità dell’innocenza che rende comprensibili le cose difficili. Delicato e rispettoso.

  13. Maria Cristina
    E’ significativo il parallelo tra l’evento esterno e il proprio terremoto interiore.
    E’ bella la descrizione della realtà vista dagli occhi di un bambino. Quando c’è stato il terremoto in Emilia, nelle nostre zone, nelle scuole si è lavorato molto con i bambini, anche quelli più piccoli per far emergere il loro vissuto e le forti emozioni legate a quei momenti.
    Anche la scrittura in questo senso è rielaborazione.
    Complimenti!

  14. Cara Marisa. Si, hai proprio azzeccato il mio punto focale: rielaborazione. Questo è ed è stato per me scrivere. Dover rielaborare quello che mi aveva scosso a tal punto da sentire la terra tremare sotto ai miei piedi. Da un anno mi sono avvicinata alla scrittura, racconti, piccole storie che partono sempre da un punto: scrivere di cose vere.
    Il racconto è sì di pura fantasia, ma rispecchia la realtà proprio per questo: mi sono riferita al terremoto interiore. E temendo di “offendere” chi realmente come te ha vissuto questo cataclisma sulla propria pelle, ho lasciato parlare la bambina che c’è in me… perché ai bambini si perdona tutto, o quasi.
    Grazie per aver colto.

  15. Grazie @Paola. Bisognerebbe dare voce ai bambini, perché loro, con la loro semplicità proprio perché bambini sono la verità.

  16. Bello, intenso e divertente. La voce della bambina allegerisce moltissimo, rendendo il tutto fluido e leggero senza perdere intensita. Arriva dritto.

  17. Grazie @Giacomo. Sono molto orgogliosa di questo testo perché è stato il passaggio da argomenti monotematici ad altro. Attualmente sto provando a cimentarmi sì nella biografia, ma vorrei staccarmi dal motivo per cui ho iniziato a scrivere. Garzie di cuore. 😀

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