Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Una voce nella notte” di Stefania Di Falco

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Sussulto.

Un breve colpo di tosse alle spalle mi avverte che è da troppo tempo che sono sulla stessa schermata. Devo procedere più velocemente.

Sembrerebbe facile: lista di numeri telefonici, un click, la linea libera e poi il solito inizio “Buongiorno. Sono Elisa della Famosa Società Telefonica, è Lei che si occupa delle bollette telef…?”.

Ma io non sono Elisa.

Ma io soprattutto sono stanca di essere insultata.

La maggior parte delle volte mi mandano a quel Paese, talvolta una bestemmia, raramente vengo ascoltata e ancor più raramente trovo una persona gentile che, sospirando, capisce il mio ruolo.

Sono stata fortunata. La mia voce è giovanile nonostante i miei 55 compleanni. Così mi ritrovo davanti ad una scrivania, piuttosto che saltellare a destra e manca come cameriera, lavapiatti, donna delle pulizie… nella speranza di ricevere un vaucher sicuramente inferiore rispetto alle ore lavorate.

Perchè c’è anche la possibilità che dopo il lavoro, quel vaucher non venga nemmeno dato. Ti guardano distrattamente e ti liquidano con un “Grazie della prova. Non siamo interessati. Cerchiamo ragazze giovani e di bella presenza.” Quella giornata di lavoro è lo scotto di chi elemosina un posto a tempo determinato, una settimana o semplicemente qualche ora di lavoro retribuito. Di chi si ritrova a 50 anni, esubero di qualche azienda, con diploma o laurea nascosti.

No. Non sono giovane. Ho esperienza.

No. Non sono fresca e riposata. Ho faccia tesa di chi fa fatica ad arrivare a fine mese, di conti che non tornano mai, di figli con mille esigenze e poca voglia di responsabilità.

Posso essere la tua vicina di casa, la mamma che incontri ai colloqui della scuola, la donna che fa la fila al supermercato….. la mia, una storia tra le tante.

Anche questa giornata è terminata.

Ad aspettarmi a casa i soliti brontolamenti: la scuola che non va, il lavoro sempre stressante, la cena da inventarsi e il gatto che ha lasciato una miriade di peli dappertutto.

Faccio fatica ad ascoltare le solite litanie familiari: sono vuota.

Da pochi mesi ho perso mia nonna. Se ne è andata silenziosamente, una notte.

La sua voce mi ha accompagnato per giorni interi: le sue continue richieste, i rimproveri, quei fastidiosi rumori mentre mangiava, lo spostarsi della dentiera mentre parlava.

Mi sono sentita i suoi occhi puntati addosso: io troppo poco casalinga, troppo poco attenta alle esigenze di mio marito.

Il suo girello che sbatteva contro porte e seggiole; il suo passo strascicato in pantofole.

Poi è diventato tutto silenzio.

E’ diventato tutto silenzio dentro.

Mi sono sentita soffocare: ho cercato un’ancora nello sguardo spento di mio marito, nella testa china sullo smartphone di mio figlio, nella nail art di mia figlia.

Ho capito di essere sola.

L’acqua calda ritempra il corpo e rilassa la mente.

Non cercavo ed ho trovato.

La tua voce è rimbalzata nell’angusto bagno.

Una voce nella notte.

Il tono profondo ha riscaldato la mia anima, le tue parole di mete lontane e persone e cibi e usanze hanno spalancato la mia fantasia e ho sorriso.

Ho lasciato che la musica frammentasse il desiderio di riascoltare la tua voce, di sentirmi protetta da quel tono caldo e rassicurante.

Ogni sera vi trovo rifugio. Il tempo di una doccia, la tua voce che lenisce le ferite di una vita.

Internet potrebbe rivelarmi chi tu sia. Non cerco. Non voglio sapere.

Sei il mio Lupo Solitario.

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7 commenti »

  1. Il racconto coglie un aspetto importante della vita di oggi legata alle nuove tecnologie. Proposizioni brevi, linguaggio senza tanti fronzoli, ma efficace.

  2. La ringrazio! È la prima volta che partecipo ad un concorso di racconti e mi ha emozionato molto ricevere una critica così positiva! Grazie grazie grazie

  3. Un lavoro di ripiego per una vita che non vuole piegarsi. E alla fine qualcosa ottiene. Resilienza & resistenza. Hai scritto uno specchio in cui è facile riflettersi. Brava.

  4. Molto bello questo racconto che ti emoziona, che ti colpisce, che vorresti che continuasse magari con altre sorprese. Finito peccato! Ora attendo un giorno un romanzo! Complimenti per il fraseggiare asciutto, concreto, ma che arriva al cuore!

  5. Stefania, secco, asciutto; a tratti aspro come la realtà. Efficace.

  6. “Mi sono sentita soffocare: ho cercato un’ancora nello sguardo spento di mio marito, nella testa china sullo smartphone di mio figlio, nella nail art di mia figlia.

    Ho capito di essere sola”. Il racconto raffigura in modo asciutto ed efficace il quadro psicologico della condizione di molte donne che a cinquant’anni vivono “l’ esubero” sia nell’ambito lavorativo che in quello familiare. Come dice Roger Ruggero attendo romanzo!

  7. “Mi sono sentita soffocare: ho cercato un’ancora nello sguardo spento di mio marito, nella testa china sullo smartphone di mio figlio, nella nail art di mia figlia.
    Ho capito di essere sola”. Il racconto raffigura in modo asciutto ed efficace il quadro psicologico della condizione di molte donne che a cinquant’anni vivono “l’ esubero” sia nell’ambito lavorativo che in quello familiare. Come dice Roger Ruggero attendo romanzo!

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