Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Un granchio grande così” di Paolo Battaglino

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Attento a non rovesciare il secchiello, a non bruciarsi i piedini sulla sabbia, ma prima di tutto a non dimenticare, Said tornava agli scogli, ripetendo a fior di labbra la frase della moglie di Carlo.

C’era da superare i signori e le signore che non facevano niente, sdraiati sulla sabbia bagnata. C’era da far attenzione ai bambini cattivi che, vedendo il tesoro nel secchiello, quello che il pescatore Carlo aveva preso, avrebbero voluto toccarlo. C’era da fare in fretta per non scordare le parole esatte della moglie di Carlo, da dire a Carlo.

Un granchio grande così

Erano una bella famiglia, pensò Said. Lui dal mattino prestissimo si piazzava sullo scoglio migliore, apriva la scatola da pescatore con mille cassetti, con l’amo della canna a mulinello infilzava un vermone, buttava a mare e ci tirava su scorfani, tracine attento a non pungerti, saraghi, orate. A volte rimaneva impigliato un tesoro come quel granchio, grande come la sua mano aperta, rosso brillante e con le braccia forti a fare cla-cla.

Lei, la moglie di Carlo, con il loro figlio Stefanino arrivavano dopo alla spiaggia. Stefanino strattonava la mamma per fare in fretta e lei, la moglie di Carlo, ciabattava con la borsa di tela, il canotto già gonfio, la borsa frigo, i braccioli, le palette e le formine di Stefanino.

Devi dirgli che un granchio grande così, aveva detto la moglie di Carlo, non l’ho preso…

Con Carlo il pescatore quel giorno li avevano visti arrivare. “Tardi come solo le donne” gli aveva detto Carlo, strizzandogli l’occhio da sotto il cappello bianco, per tornare serio a guardare il galleggiante. Questo era il difficile, non perdere mai di vista il galleggiante che con la parte sotto, bianca, sprofondava in acqua e con la parte rossa, in alto e a punta, avvertiva se qualcosa abboccava. Il difficile era capire quando veniva strattonato fra le onde, mai uguali.

Carlo li aveva visti arrivare alla spiaggia, aveva sorriso scuotendo il capo e gli aveva chiesto: mi faresti un favore?

Said, attento come i bambini che imparano a pescare, avrebbe fatto tutto.

Vai giù alla spiaggia e chiedi della moglie di Carlo. Quando la trovi, laggiù, falle vedere il granchio, a lei e a Stefanino.

Said, un po’ geloso di Stefanino, aveva preso il secchiello blu, lasciando il retino sugli scogli.

A sentirsi sollevato il granchio s’era dimenato, cla-cla, non riuscendo neppure a girarsi.

Con una mano sul manico e l’altra a reggere il bordo Said s’era mosso sugli scogli, sapendoli a memoria, ma attento a non scivolare per il tesoro che portava. Sulla sabbia aveva accelerato il passo, non più di tanto per l’intralcio di tutti quei signori che non facevano niente a riva.

Dallo scoglio del pescatore Said vedeva bene la moglie di Carlo, ma così dalla spiaggia piena non sapeva più se era andato oltre.

C’è la moglie di Carlo? Aveva chiesto e ancora, C’è la moglie di Carlo?

Per l’importanza di quel compito che il pescatore gli aveva affidato la voce di Said s’era fatta implorante, qualcuno ci aveva letto preoccupazione.

C’È LA MOGLIE DI CARLO? Ora gridavano tutti.

La signora era comparsa, scostando gli altri costumi.

Sì, sono io la moglie di Carlo, aveva detto con un filo di voce, tenendo Stefanino per la mano, stretto.

Carlo mi ha detto di farvi vedere questo.

La moglie di Carlo aveva guardato il secchiello blu, i suoi occhi e poi di nuovo il secchiello del granchio. Cla-cla.

Carlo però dice di riportarlo subito per farlo andare libero.

Devi dire a Carlo, gli aveva poi detto la signora che aveva ripreso colore, che un granchio grande così non l’ho preso nemmeno il giorno che l’ho sposato.

Said tornava allo scoglio del pescatore attento a non rovesciare il secchiello, a non bruciarsi i piedi scalzi, a non colpire tutti quei signori e quelle signore che non  facevano niente, ma soprattutto a non dimenticare la frase della moglie di Carlo.

 

 

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5 commenti »

  1. Racconto bello e ben costruito nei tempi e nello sviluppo
    Il linguaggio del bambino (i suoi pensieri) è assai credibile

  2. La trama è originale, il linguaggio, basato su periodi brevi, risulta efficace e coinvolgente. Nel complesso si legge piacevolmente.

  3. Grazie Giorgio.

  4. Paolo,

    bello questo racconto, che unisce un’ambientazione fresca e credibile ad una storia convincente, per nulla banale; la scelta stilistica, poi, è di quelle “toste”, ma tu sei riuscito egregiamente, con un linguaggio solo apparentemente semplice, a parlare con gli occhi di un bambino.

    Ed è un compito difficilissimo.

    Bravissimo.

  5. Grazie Lorenzo per il tuo tempo e per il bel commento.
    Paolo

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