Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Marisa” di Giorgio Castellari

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Il gruppo di ragazzi era impegnato quel pomeriggio d’estate nella consueta partita a boccette. Si conoscevano tutti da tempo, spesso erano stati compagni di scuola, erano cresciuti assieme fra partite di calcio su campi polverosi di periferia, lunghe chiacchierate sulle panchine dei giardinetti, film ormai vecchi nella sala parrocchiale, raggi all’oratorio.
Da un po’ di tempo, però, la loro vita era cambiata. Qualcuno aveva cominciato a farsi la ragazza, questo aveva creato una spaccatura al loro interno fra chi si considerava ormai maturo, uomo e chi era stato sorpreso da quel cambiamento inaspettato, repentino e si sentiva inferiore, scarsamente considerato dal gruppo.
Erano in quattro impegnati in quel gioco, tentavano di far trascorrere il tempo per arrivare all’ora di cena. Sino a pochi mesi prima sarebbero stati sicuramente di più, ma adesso molti trascorrevano la sera assieme alle loro fidanzatine, se ne andavano in giro passeggiando mano nella mano, scambiandosi casti baci, confidandosi segreti e promettendosi eterno amore. Uno di quelli arrivò, assieme a due ragazze. Era chiaro l’intento: voleva liberarsi di una presenza scomoda per restare solo con la sua dolce metà e forse, benevolmente, aveva pensato di prendere due piccioni con una fava e dare un’occasione a qualcuno degli amici. Infatti, con una scusa si allontanò assieme alla sua fidanzatina e lasciò l’altra, la sorella della sua fiamma, con gli altri, disperatamente intenti a intessere qualche discorso interessante con lei, alta, mora con forme alquanto prosperose e due splendidi occhi azzurri. Per darsi arie cominciarono a eseguire colpi mirabolanti per vincere una partita in realtà ormai priva di ogni interesse, soppiantata dalla nuova presenza femminile, di nome Marisa.
Giorni dopo uno di loro, Claudio, la stava aspettando in una piazza del quartiere. Non era stato difficile procurarsi quell’appuntamento, anzi a volere essere sincero con se stesso, gli era sembrato sin troppo facile. La ragazza arrivò puntuale e cominciarono a gironzolare parlando delle cose più varie: la scuola, le aspettative, le famiglie, lo sport preferito, persino la squadra per cui tifavano. Lui, però, fremeva, non riusciva ad affrontare l’argomento più importante. A un certo punto si buttò e, interrompendo un discorso a metà, disse tutto di un fiato con un tono serioso “Nella vita, credo, non si possa fare a meno dell’amore, un sentimento fondamentale, irrinunciabile, senza il quale non si può assolutamente vivere.”
La ragazza gli rispose “Sono d’accordo. L’amore universale e la fratellanza fra tutte le persone devono essere alla base della nostra vita, senza non potremmo chiamarci umani! Penso che la vera rivoluzione sia questa, non quelle fatte con le armi e la violenza!”
Claudio non era tanto d’accordo sul piano politico, ma in quel momento gli importava ben altro e non sapeva se interpretare quell’affermazione come un segno positivo o negativo e, imbarazzato, replicò “E’ assolutamente vero, penso si debba cominciare nella nostra vita quotidiana con un vero amore fra un uomo e una donna.” Si sentì fiero di avere pronunciato quelle parole altisonanti.
Lei, però, lo fissò con un aria sdegnata e replicò “Mi spiace, non fa per me, non credo assolutamente in queste cose. Piuttosto fra una ragazza ed un ragazzo si dovrebbe instaurare una franca amicizia, un rapporto sereno senza pensare ad altro” Colpito a morte cercò di glissare ma da quel momento in avanti quell’appuntamento, quel girovagare per le strade non aveva più senso e Claudio, pur sforzandosi di essere gentile, vi pose fine con una scusa banale e si avviò verso casa con la classica coda fra le gambe meditando sulla sua incapacità o sfortuna con le donne. Sperò che la ragazza non parlasse di quell’incontro con la sorella e la notizia di quell’ennesimo buco nell’acqua non si spargesse fra gli amici. Dopo averlo sbeffeggiato, si sarebbero sentiti in dovere di spiegargli con fare supponente per l’ennesima volta come si faceva con le donne.
Qualche giorno dopo un altro ragazzo del gruppo, Andrea, stava aspettando Marisa. Anche per lui non era stato difficile procurarsi quell’incontro, perciò era ottimista. Quando la ragazza arrivò, le cose si svolsero quasi allo stesso modo di qualche giorno prima, ma lui prese le cose un po’ più alla larga “Penso che sia essenziale avere una vera amicizia con qualcuno dell’altro sesso per potersi confrontare, parlare, prendere coscienza dei problemi.”
Subito Marisa rispose “Non credo sia assolutamente possibile un vero rapporto di amicizia fra un ragazzo ed una ragazza. Creerebbe dei fraintendimenti, uno dei due fatalmente spererebbe in qualcosa di più e soffrirebbe nel non vedere corrisposto questo sentimento!”
Andrea trasecolò “Era fatta!” Ma la ragazza aggiunse “Sto aspettando il grande amore, non posso accontentarmi di uno qualunque, di un bravo ragazzo ma incapace di vivere un grande sentimento.” Lui prese la palla al balzo “A volte basta sapersi guardare attorno.”
Allora lei lo guardò con un tenero sguardo, melanconico “Tu non hai idea del ragazzo di cui parlo, potrebbe non esistere, essere solo un pensiero, un ideale, un valore.”
Lui si sentì crollare il mondo addosso, cercò di reggere il colpo e di chiudere dignitosamente, ma il più in fretta possibile, quell’appuntamento. Aveva una gran voglia di tornare al tavolo di boccette e sfogare la rabbia contro le biglie. Quella sera disputò la partita migliore della sua vita e gli amici si meravigliarono per la mancanza di esultanza dopo una simile prestazione.
Una sera verso la fine dell’estate, seduti su una panchina, Claudio e Andrea stavano discutendo del più e del meno in attesa di altri amici. Vennero a parlare di donne. Da un po’ di tempo l’amicizia fra loro si era rinsaldata nonostante non molto li unisse; avevano, infatti, interessi del tutto diversi, uno studente al ginnasio si dava arie da intellettuale, l’altro poco incline agli studi, aveva abbandonato presto la scuola per un lavoro da artigiano e non amava pensieri troppo teorici. Tuttavia il fatto di essere rimasti fra i pochi della compagnia senza una ragazza li aveva ravvicinati e fra loro si era sviluppata un po’ di confidenza. Si raccontarono dell’ultimo tentativo andato a vuoto, l’uno per aver incontrato una disinteressata all’amore, l’altro per il motivo opposto, per averci provato con un’infatuata del principe azzurro ideale e non disposta ad accettare il minimo compromesso.
Nel mezzo del discorso Claudio domandò “ Era bella?” Andrea sospirò e si lasciò andare a una descrizione fisica struggente dell’amata. L’altro capì immediatamente, lo interruppe e gli chiese “Era Marisa?” Allora si raccontarono tutto e alla fine si lasciarono andare ad un riso sfrenato. Il primo amico in arrivo li trovò con le lacrime agli occhi per il troppo ridere e si domandò se non fossero improvvisamente impazziti.
L’anno era terminato e si era alla festa di capodanno. Claudio era al tavolo e osservava fumando gli amici ballare con le loro ragazze. Aveva frequentato la pista con danze di gruppo un po’ sfrenate ma ora la festa era entrata decisamente nel clima dei balli lenti riservati alle coppie e lui senza una ragazza da stringere aveva preferito ritirarsi in buon ordine. Vide Marisa avvicinarsi al suo tavolo e gli venne ancora da ridere pensando a quanto successo mesi prima mentre si domandava cosa volesse da lui dopo tutto quel tempo.
La ragazza si sedette senza aspettare l’invito e iniziò a parlare “Ciao, ti diverti?” Lui rispose “Sì abbastanza, anche se non amo le feste in cui bisogna divertirsi per forza.” Marisa sorrise “Che eri un tipo complicato l’avevo capito, e stasera me lo confermi. Comunque volevo scusarmi per come ti ho trattato all’appuntamento. Mi hanno riferito del tuo confronto con Andrea e della vostra meraviglia per l’opposto atteggiamento tenuto con voi due.”
Lui rifletté un attimo e poi replicò “Acqua passata, sono arrivato alla conclusione che voi donne siate gente complicata, comunque confidenza per confidenza me la vuoi spiegare questa contraddizione”. Marisa non si rifiutò “Sono uscita con voi per ingelosire un ragazzo che mi piaceva moltissimo, sperando venisse a sapere dei nostri appuntamenti, poi di fronte alle vostre proposte, da imbranati, scusami, ma è la verità, ho detto la prima cosa passatami per la testa. Non pensavo assolutamente vi confidaste fra voi. Comunque, non ci crederai ma mi è dispiaciuto darvi un dispiacere perché siete due bravi ragazzi. Non vedo Andrea questa sera ma glielo puoi dire tranquillamente.”
Claudio sorrise “Confermo che voi donne siete del tutto complicate, è meglio starvi alla larga. Però tanto per concludere il discorso mi puoi dire come è andata a finire con quel ragazzo di cui involontariamente sono diventato avversario in amore?” L’interlocutrice scosse il capo “Non so se abbia mai saputo dei nostri appuntamenti, in ogni caso non è servito a nulla. Non mi ha mai degnato di uno sguardo, non sa neanche se esisto.” Toccò a Claudio concludere “Vista la nostra reciproca sfortuna in amore brindiamo assieme alle reciproche sventure. Sono contento per Andrea, stasera si trova in dolce compagnia, beato lui. Sono rimasto l’unici celibe di tutto il gruppo e, purtroppo comincio ad affezionarmi a questo ruolo da specie protetta” Versò a entrambi un po’ di spumante e si toccarono i bicchieri augurandosi un buon anno nuovo.
Le loro strade non s’incrociarono mai più.

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3 commenti »

  1. Una commedia molto piacevole e molto credibile. L’ho letta sorridendo fra me e me, gustandomela fino alla fine. Grazie 🙂

  2. Una macchina del tempo! Mi ha ricatapultato nel passato con leggerezza a discorsi, attese, speranze e panchine lontane. Ho risentito precisa nel naso la polvere dei campetti e rivissuto tanto altro. Grazie!

  3. Grazie, Ugo e Marco, per questi commenti.

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