Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Una stanza tutta per sé” di Maddalena Frangioni

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

La stanza vuota a pian terreno è senza dubbio la più grande di tutta la casa. L’appartamento acquistato recentemente dopo indagini e visite è perfetto.
Dopo aver firmato le carte Giovanna si sente la padrona. Sulla porta continua ad osservare il locale vuoto, pulito e luminoso. Ha un brivido di fronte a quel vuoto e prova un’insolita sensazione di libertà. Si immagina libera di sguazzare in tutto quello spazio che si spande dal centro della stanza fino alla porta e viceversa. Per anni Giovanna ha vissuto in una piccola casa piena di oggetti e ora quella stanza vuota le dà un’euforia insolita. Pensa alla sua nuova vita in quella casa e a come vorrebbe arredare quella stanza. Non ha fretta. Ora che è sola e non lavora più ha tutto il tempo che vuole.
Il suo sguardo si posa nell’angolo più lontano, poi ripiega dietro la porta e si allunga oltre la grande finestra. Giovanna e la stanza sono una cosa sola.
Si sente felice e nello stesso tempo perduta. Ha quasi paura di affogare in quel vuoto. Ha sempre vissuto aggrappandosi a qualcuno o a qualcosa, senza un appiglio pensa di non farcela. La libertà le piace ma non c’è abituata, si angoscia, è troppo vecchia. Decide di mantenere vivo almeno qualche ricordo su cui appoggiarsi per non cadere miseramente nel vuoto.
E’ tardi, stanno per arrivare gli uomini del trasloco e deve decidere come sistemare i mobili.
Per il momento però Giovanna vuol godersi la stanza così come è, avrà tempo di riempirla, perché alla memoria non si sfugge e i ricordi pian piano occuperanno tutto quel vuoto.
Farà di tutto però pur di lasciare vuota una parte della stanza per rifugiarsi quando si sentirà soffocare, sicura che lo spazio vuoto la calmerà e sarà felice.

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1 commento »

  1. Maddalena,

    trovo che questo breve – e riuscitissimo – racconto si caratterizzi per una forte interconnessione tra stile narravivo e contenuto.

    La scelta di descrivere il “vuoto” e la “paura di libertà” con poche, pochissime battute mi sembra azzeccatissima, visto che consente al lettore di navigare a braccio tra le mura di quella stanza, percependo il peso della solitudine, la collocazione quasi sospesa in un universo parallelo e la volontà della protagonista di riempire l’area di ricordi passati con cauta parsimonia; un viaggio mentale che sarebbe stato appensantito laddove tu avessi scelto una prosa più corposa ed articolata.

    Una decisione coraggiosa che, però, ha fruttato risultati ottimi.

    Veramente brava.

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