Premio Racconti nella Rete 2017 “Otto Orizzontale” di Jolanda Di Virgilio
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017Rosellina ha settantasei anni, due figli e quattro nipoti.
Nessun marito, non più.
Ama trascorrere giornate sempre uguali, e c’è una cosa che non deve assolutamente mancare: le parole crociate.
Tutti i giovedì mattina Rosellina esce presto di casa e compra la settimana enigmistica da Italo, l’edicolante all’angolo tra via Dante e via Manzoni.
Ogni giorno Rosellina dedica le ore più belle a ricercare le parole giuste.
Si siede sotto la finestra velata da tendine rosse, protegge il suo sguardo con un paio di occhiali tartarugati, si accosta al tavolo di marmo, prende una matita ben appuntita e inizia a pensare.
Otto orizzontale. Rosellina completa le parole crociate a modo suo. Risponde sempre a una domanda, sempre la stessa: otto orizzontale.
Il suo armadio di ciliegio, nella verandina al piano di sopra, è pieno di numeri della settimana enigmistica, dal 21 luglio 2005 fino al 26 ottobre 2015, che sarebbe oggi.
Fino a oggi, quindi, cinquecentotrentacinque numeri.
Ma solo una domanda ha risposta: otto orizzontale.
Quando qualcuno le chiede il senso di quella misteriosa pratica, Rosellina resta in silenzio. Vuole tenerselo per sé, questo segreto.
Ma se potesse rispondere, racconterebbe che in quelle caselle è custodito l’amore che non può essere disperso nello spazio.
E non c’è altro luogo che lo possa contenere. Non un cuore, non un corpo, mai una poesia, meno ancora una canzone, a volte, forse, un fiore.
No: il luogo dell’amore per Rosellina è l’otto orizzontale, che le ricorda quando Aurelio le chiese di sposarla.
Glielo domandò una mattina di dicembre in cucina, poco prima di pranzo, mentre Rosellina friggeva le melanzane per la sua parmigiana.
Aurelio stava giocando con un cruciverba, e leggeva e pensava ad alta voce.
Otto orizzontale, cinque lettere: forza creatrice dell’universo.
«Rosellì, senti qua. Forza creatrice dell’universo. Cinque lettere».
«Dio».
«Ma no Rosellì, cinque lettere!»
«…il Cristo Signore?»
«So’ troppe!»
«E togli Signore. Metti solo Cristo».
«So’ comunque sei lettere, Rosellì».
«Mannaggia, c’hai ragione».
«La forza Rosellì, la forza più potente che c’è. Qual è?»
«Eh, che ne so io! Qual è?»
«In cinque lettere».
«Se fosse la forza più potente del mondo non ci starebbe mica in cinque lettere!»
«E invece sì. La forza più potente del mondo la possono contenere soltanto cinque caselline bianche, piccole così!»
Rosellina rise a crepapelle, ma poi, vedendolo serio e in attesa di una risposta, si concentrò. Portò sotto al naso di Aurelio la mano e prese a contare lasciando uscire ad una ad una le dita lunghe di femmina, scandendo lentamente le lettere.
«AMORE».
Disse. E scoppiò a ridere di nuovo, coprendo con il braccio i denti.
«Brava Rosellì», rispose Aurelio dolce e compiaciuto. «Ce l’abbiamo fatta!»
Poi continuò.
«C’è bisogno di uno luogo che contenga l’amore, perché altrimenti si perde nello spazio».
La trascinò gentilmente sotto la finestra velata da tendine rosse, vicino al tavolo di marmo, e la fece accomodare su una sedia.
«Ho pensato… Dov’è che l’amore mio e di Rosellina può stare al sicuro?»
«Sotto al cuscino!», scherzò Rosellina con la leggerezza di chi cerca di non prendere mai le cose troppo sul serio.
«Sotto al cuscino Rosellì c’abbiamo già messo troppe cose. Ce ne serve uno nuovo. Un luogo che stringe forte, che non permette all’amore nostro di disperdersi».
«E non lo conosco io un posto così!»
«Io invece l’ho trovato».
Aurelio infilò le mani tremanti di cuore nella tasca del pantalone e tirò fuori un cerchietto dorato. Subito si rannicchiò sotto le ginocchia di Rosellina.
«Questo è».
Lo spazio ideale: tondo, stretto e prezioso.
Ma quando Aurelio morì, Rosellina capì che in quel luogo, un tempo perfetto, l’amore non sarebbe più stato al sicuro. Così andò a cercarne un altro.
Un otto orizzontale di parole, forse, l’unico spazio dove continuare ad amare chi non c’è più.
Questa è una bellissima storia d’amore capace di dire molto con poco. Molto brava!
Jolanda,
per me in questo racconto c’è tutto: stile, trama, originalità.
Il modo in cui tratti dell’amore per figure retoriche (senza banalizzarlo) è sorprendente; su tutte, il parallelismo tra la fugacità del “rifugio anello” e l’eternità del “rifugio otto orizzontale” è di un’arguzia disarmante.
Bravissima.
Che bello questo racconto! Sei riuscita in pochissime righe a condensare tantissimo. Trovo bellissima l’immagine dell’8 orizzontale. In fondo se prendiamo il numero 8 e lo mettiamo in orizzontale diventa il simbolo dell’infinito, come l’amore dei die coniugi. Hai creato una sorta di rebus, si chiama così mi pare, che il lettore deve risolvere, come nella settimana enigmistica. Complimenti davvero!
Questo racconto è proprio bello, breve, lieve, intimo…malinconico.
Jolanda
ho apprezzato veramente il tuo racconto, una dolcissima storia d’amore. Con scrittura sintetica, con stile sei riuscita a comporre una dolcissima e lieve storia d’amore e di ricordi.
Bravissima!
Jolanda, il tuo racconto è meraviglioso. Emana dolcezza, malinconia, commuove e intenerisce. Non posso che essere d’accordo con Lorenzo quando dice che hai adoperato delle immagini originali e che vanno dritto al cuore della questione: la potenza di un amore che va oltre la morte. Grazie per la splendida lettura!
Si respira l’aria leggera e sincera di un amore pulito e infinito. Un racconto che è balsamo e ristoro per lo spirito. Grazie e complimenti, tanti.