Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Bivi” di LauraBi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Bivi
L’ultimo bivio
Rapidamente si spogliò e rimase nuda. La pungente aria salmastra penetrava nelle sue narici e la faceva rabbrividire. Sola, sola come spesso si era sentita, immensamente piccola, sentiva la fredda sabbia sotto i suoi piedi che lentamente si avviavano verso l’acqua schiumosa. Un cielo terso, luminoso, debolmente spazzato da una fresca brezza che increspava le onde e la sua pelle. Lentamente si lasciò scivolare nell’acqua. Che strano … man mano che avanzava si sentiva più forte e decisa, non sapeva che si sarebbe ben presto trovata di fronte all’ennesimo bivio della sua vita.?Desiderava l’abbraccio di quel l’acqua che avrebbe definitivamente lavato la sua anima, desiderava respirarla quell’acqua in quell’ossimoro incredibile che trasforma l’elemento fondante della vita umana nel paradosso della sua fine.?Come api operose che danzano su fiori appena sbocciati i suoi pensieri si librarono nell’aria e lei li potè osservare come in trance, come se non le appartenessero, come se loro, i pensieri, avessero una vita propria.?Si era spesso detta che l’anima, se fosse realmente esistita, avrebbe alloggiato proprio nei pensieri. E quei pensieri dai quali si stava volontariamente distaccando, la guardavano stupiti, non potevano e non volevano essere testimoni della sua fine.
Uomini, uomini, uomini, quanti uomini aveva amato? Quanti l’avevano amata? ?Un attimo e si trovò in cucina. La stufa a legna ardeva e diffondeva nell’aria un tepore caldo e odoroso, i panni posti ad asciugare sulle stecche affisse al tubo caldo emanavano un profumo buono di pulito.
Il contrasto con gli occhi di suo padre, che sedeva accanto alla stufa e la guardava con uno sguardo inquisitorio di disapprovazione dicevano più di mille parole, era evidente. Il silenzio, a volte, è molto più tagliente delle parole.
Era stata educata così, a suon di buone regole e di sensi di colpa che si rafforzavano ogni volta che incontrava quello sguardo.
Così, a poco a poco, sentiva crescere un sentimento di odio, un senso di ingiustizia e un desiderio di ribellione. Sentiva maturare dentro di sè un senso di inevitabile frustrazione che derivava dalla sua incapacità di raccogliere quella forza che rimaneva confinata nel suo cuore e che la vedeva piegarsi all’altrui volontà.
Viveva così una intensa e ricca vita interiore e una vita non sua esclusivamente di facciata. La bella e brava bambina educata e ligia alle regole e al dovere, aveva un’anima ribelle, curiosa, desiderosa di volare, sperimentare, amare, che solo lei poteva conoscere.
Quel l’anima trovava rifugio nei suoi piccoli occhi ardenti che spesso si inondavano di pianto e che, nella sua vita, in qualche modo l’avrebbero tradita rivelando la sua natura a dispetto del suo aspetto e dei suoi comportamenti.?Al primo grande bivio aveva scelto di omologarsi all’immagine che altri volevano di lei e non a seguire la sua strada, quella che l’istinto e la natura avevano riservato per lei. Era come vivere la vita di un’altra persona. Perché?

Ci sono certe letture che assumono valori e significati diversi a seconda dell’età in cui le fai. Certi romanzi che aveva amato, letto e riletto, con la rilettura, avevano perso significato, altri ne avevano assunto pienamente altri. Un po’ come una bimba acerba che si fa donna, riempie i suoi spazi e assume una immagine più piena, diversa e che poche tracce lascia intuire della bambina originaria.
“Ho un amante, ho un amante!” Quelle parole che uscivano dalla bocca di Madame Bovary e che tanto l’avevano turbata in adolescenza, quando l’amore è visto come un sentimento eterno, magico e puro, riecheggiavano nella sua testa. L’ebbrezza della novità la colse di sorpresa.?Cosa ne era stato dei sensi di colpa che l’avevano nutrita per tanto tempo? Spazzati via dal l’euforia di un momento …
L’aria era pesante, pregna di quell’odore nauseante e “ferrigno”.?Era lì ,attonita, le mani sporche, i piedi quasi incollati a terra, la lama, prima grondante, ora era immobile nelle sue mani e già il sangue cominciava a rapprendersi. Come una mantide che si ciba del compagno dopo l’amore, distolse lo sguardo e a fatica ricacciò in gola il conato di vomito …?Un fremito le scosse il corpo e così, riacquistata la lucidità, ebbe cura di togliersi le scarpe e, aprendo la porta con i gomiti, lanciò un ultimo sguardo, quasi compassionevole, al corpo inerte che solo poche ore prima aveva amato con ogni poro della sua anima malata.
Le tempie le pulsavano vigorosamente e il respiro affannato faceva fatica a tenere il passo  del suo cuore lanciato al galoppo. Ancora pochi passi e sarebbe stata fuori pericolo. Un lento sguardo la rassicurò.?Nessuno … Uno sguardo allo specchietto della prima auto parcheggiata le rimandò l’immagine di una donna dagli occhi lucidi e taglienti. Si passò rapidamente la mano tra i capelli e un lieve tocco di lucidalabbra (quello non mancava mai nella sua borsetta). Assaporò il suo gusto di fragola come si gusta un dolce e così, sentendosi di nuovo padrona della sua immagine, si mise fieramente in cammino accompagnata dalla sorda eco dei suoi passi.?Le piaceva camminare nelle strade deserte illuminate solo dalle insegne colorate dei negozi. Le piaceva ammirarsi nelle vetrine …aveva la sensazione di trovarsi dentro un dipinto di Hopper. Quanto le piaceva quel senso di solitudine e melanconia e così, vagando sospesa tra il ricordo di una realtà insopportabile e la ricerca di una sensazione di purezza che solo nell’arte trovava conforto, si allontanava nel buio per rientrare nella sua dorata normalità.
Né si scosse quando al mattino i giornali locali titolavano,nei modi più accattivanti e bizzarri, di uno dei tanti omicidi che non avevano senso e che forse, non avrebbero mai avuto un colpevole.
Al bivio, aveva scelto di non lasciarsi amare.

Non sapeva cosa l’avesse colpita, forse quegli occhi scuri, profondi, guizzanti di intelligenza … forse quelle mani così belle, dalle dita lunghe e quei polsi. Trovava che il polso di un uomo fosse la sua parte più eccitante.?Aveva immaginato solo per un istante, di poter far parte del suo mondo. Le pareva un mondo irraggiungibile del quale mai avrebbe potuto far parte. Riservato a persone speciali.?Certo, l’aveva vista la sua donna, e speciale lo era davvero! Bella, ricca, disinibita e con una presenza da “dura”. Quel tipo di persona, non ti avrebbe mai potuto lasciare indifferente.  Così, il suo stupore fu enorme quando, nelle tasche del suo cappotto trovo un piccolo coniglietto che stringeva nelle sue zampette un foglietto con disegnato solo un “asterisco”.?Davvero non si capacitava di chi potesse averle lasciato un messaggio così sibillino. Una sorta di caccia al tesoro che ben presto fu capace di occuparle ogni pensiero. Curiosa e allo stesso tempo paurosa. Desiderava di sapere e allo stesso tempo di non sapere mai! Dopo queste altalene emotive che non trovava pace, ecco  … il tesoro: lo trovò nelle sue mani.
Quelle mani così speciali, quelle lunghe, meravigliose mani, le porsero un piccolo libro.
Dalla copertina consumata si capiva bene che era stato sfogliato infinite volte. Le pagine ingiallite tuttavia trasmettevano in maniera inequivocabile tutto l’amore per la sovente lettura che avevano avuto. Né il segno di una piega, né di una penna che ne evidenziasse un passo in particolare, insomma quel libro raccontava, anche senza averlo letto, ma solo osservandolo, di un rispetto profondo e della sete di conoscenza di chi lo aveva posseduto.
Solo una cosa notò proprio nell’ultima pagina, dietro alla copertina un piccolo asterisco seguito dalle parole “ti amo”.
Incapace di alzare lo sguardo, quasi come fosse un pugile che ha appena ricevuto un ko, sentiva una voce contare dentro di lei “dieci, nove, otto, sette, sei …” Lentamente riprese a respirare e con malcelata indifferenza, ringraziò per l’inaspettato dono e senza dire niente voltò le spalle e si incamminò.
Fine del match.
Più volte l’avrebbe incontrato e si sarebbe nutrita delle sue parole, ma mai,mai mai l’avrebbe fatto scendere da quell’altare ideale, un “dio” ,del resto, non può avere relazioni con i mortali.?Per quello la lucida lama che stringeva nelle mani e sulla quale poteva vedere il riflesso dei propri occhi freddi e distanti, diventò la sua compagna inseparabile. E quando, proprio quella lama sottile si posò sulla pelle di quei polsi facendo scorrere in breve tempo una calda vischiosa linfa, avvertì un senso di giustizia e di possesso.
Quei polsi, quelle mani, non avrebbero mai più desiderato di stringere un altra. Ed era giusto così.?Nessuno sapeva, nessuno immaginava, nessuno avrebbe mai creduto né potuto collegarla a quegli occhi scuri, a quelle mani.

Il cielo plumbeo minacciava pioggia. Le alte onde si infrangevano fragorosamente sugli scogli lasciando l’aria ricca di odore salmastro e di piccoli spruzzi salati. Si assaggiò voluttuosamente le labbra così dolcemente salate e si lasciò accarezzare dal vento che le scompigliava i capelli.
Adorava quel vento, adorava quell’odore di mare, profumo di terre lontane che non avrebbe mai calpestato. Immaginava di solcare silenziosamente le onde, con lo sguardo dritto verso un orizzonte irraggiungibile, persa nella sua eterna solitudine, immensamente grata alla natura che le sapeva offrire uno spettacolo selvaggio e ricco di vita, quella vita che lei, troppe volte ormai, aveva spezzato.?Col cuore ricolmo di intima malinconia, gli occhi gelidi ebbero un sussulto, e come da tempo non succedeva più,  si riempirono di lacrime.
Immediatamente riprese possesso della sua persona e tirando rumorosamente su col naso, cercò di ricacciarle giù in fondo al suo animo, giù nel buio senza speranza ma, una lacrima sfuggì al suo controllo e, come un prigioniero appena evaso, cominciò a correrle sul viso, prima di essere vigorosamente scacciata da una mano senza cuore.

L’amore l’aveva colta di sorpresa un giorno quando continuava a leggere e rileggere la stessa frase senza riuscire a capirne il contenuto.?Aveva in mente solo quei capelli ricci e biondi, da angelo, che contrastavano vistosamente con l’animo ribelle di chi li possedeva. Non ne era sicura del tutto, ma sì, quello per forza doveva essere amore. Niente di più distante da lei, niente di più irraggiungibile , eppure sentiva di essergli vicina, di comprendere ogni suo pensiero. Provava tenerezza, una tenerezza infinita senza che ci fosse un vero motivo.?Così quel giovane cuore in fiamme, tipico dell’adolescenza, fu ben presto rapito e non intendeva ragioni.
Nessuna logica, nessun calcolo, nessun buon senso, nessun pudore: quel giovane cuore, si librava libero sopra la sua testa e ne annullava ogni potere.
Avvenne proprio in quella sera in cui tutto avrebbe potuto succedere, quando la sua mano, pronta a bussare a quella bianca porta, fu trattenuta dal rumore inequivocabile che la trapassava.
Un suono che andò dritto al suo cuore e che lo avrebbe per sempre fermato.
Lei, l’assassina, fu la prima vittima e ad ucciderla non fu un’arma qualunque, bastò un sospiro.
L’aria era impregnata di un nauseabondo odore di disinfettante.?Un torpore innaturale le appesantiva gli arti e la mente.?Provò a gridare, ma dalla bocca non uscì un suono.?Provò a muoversi, ma nulla, nemmeno un muscolo le obbedì.?Provò allora ad alzare le palpebre, ma niente.?Sentiva il suo cuore pompare il sangue nelle vene, ma era la sola a poterlo ascoltare.?Sola con i suoi pensieri, i suoi incubi, le sue passioni. Nessuno con cui condividere emozioni, sentimenti, paure.?Nella mente continuavano ad affollarsi ricordi, o forse erano sogni? Era davvero accaduto, o i suoi incubi l’avevano incatenata con la loro invisibile ragnatela, a quel  letto, a quella stanza asettica dalla quale non sarebbe mai più uscita.
All’improvviso tornò ad appoggiare i piedi sulla sabbia fredda, sentì il brivido salato dell’acqua che pian piano raggiungeva ogni spazio della sua persona, e si lasciò riempire le narici.?La gola fu presto invasa dal liquido salato e,quando finalmente si sentì pronta, ad occhi aperti, affrontò con un respiro deciso, l’ultimo bivio.

 

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12 commenti »

  1. Brava, LauraBi! In poche pagine, con sapiente uso del flashback, sei riuscita a delineare un profilo psicologico in cui regnano l’inquietudine, l’insoddisfazione, il tormento e soprattutto la solitudine.

  2. Mi è piaciuto molto questo racconto, davvero denso di suggestioni, rimandi, contraddizioni (l’acqua come vita e morte), bivi, appunto. Bellissima l’immagine dei pensieri come api che si librano in aria e sede dell’anima e la voglia di unirsi al mare della protagonista.

  3. Grazie moltissime del suo commento.Recentemente ho avuto modo di frequentare un luogo solitario e li ho avuto possibilità di trarre ispirazione dall’osservazione della natura, in cui mi sono immersa.

  4. Mi piace molto! Mi fa tenerezza e compassione la protagonista. Mi piacciono le descrizioni e sensazioni attinenti al mare. Mi piace quello che dice sui libri che piacciono e poi non piacciono più o vice versa, mi è successo così tante volte. Uno cambia proprio molto durante il percorso della vita e dipende anche dello stato d’animo del periodo attraversato: un libro può servire in un momento di sconforto poi sembrare insignificante in un periodo di grande energia e entusiasmo. Mi piace l’accenno alla malattia (disturbi psichici?) nella stanza asettica. Un racconto che mi tocca.

  5. La ringrazio molto del commento. Pur trattandosi di una storia immaginaria, e’ stato inevitabile trarre alcuni spunti da esperienze vissute. Grazie della sua sensibilità

  6. Laura,

    un flusso di coscienza serrato ed appassionante che conduce il lettore tra i meandri del lato oscuro dell’amore, quello in cui fanno da padrone ossessione ed angoscia.

    Nel leggere mi è tornato in mente “Follia” di McGrath.

    Molto bello e ben scritto.

  7. La ringrazio tantissimo per il suo commento. Grazie anche per la citazione di un opera che non conosco ma che non mancherò di leggere.

  8. Questa è una storia che non lascia indifferenti. E’ forte, malinconica e volitiva allo stesso tempo. Molto affascinante !

  9. Grazie moltissimo. Questo commento mi ha veramente colpita per la lucida sintesi.

  10. Grazie Akenaton. In effetti hai, con grande sensibilità, compreso gli aspetti più profondi della storia.

  11. Racconto veramente intriso di significati, hai una bellissima capacità nell’utilizzare le metafore e sei in grado di rendere benissimo alcune idee.
    Mi piacerebbe leggere altro di te.

    Ps.: tutti quei punti di domanda mi hanno mandato in leggera confusione, ma poi ho capito hehe

  12. Eh sì, l’informatica non è il mio forte ! Grazie tante del tuo motivante e sensibile commento!

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