Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Il grande passo” di Massimo Pandolfi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

La decisione era presa: bisognava farla finita una volta per tutte. Ma in che modo? Uno non pensa mai agli aspetti pratici di queste cose, ma tutto richiede un minimo d’esperienza. Per fortuna oggigiorno le professionalità non mancano, avevo sentito parlare di una ditta specializzata. Afferrai subito le pagine gialle. Dunque, in che sezione, vediamo… sì: Circoli e Sette, dovrebbe essere qui. Loggia dei Grandi Evasori Irpef, Associazione Internazionale Contro Tutti, Federazione Giovanile Misantropi Italiani, Lega per l’abolizione dei detective gourmet, mmm… non ci siamo. Ah, ecco qua: Club dei Suicidi, via Kammamuri, 17.

Prendiamo lo stradario, eccola: è una traversa di via Sandokan, quasi quasi ci vado subito, o dovrei telefonare? Un momento, cos’è quest’altro? Club degli Immortali, via Ptah, 88. C’è un club degli immortali? E se lo fossi anch’io? Come faccio a saperlo? Certo che se lo fossi, come diavolo farei a suicidarmi? Sarebbe un bel problema, d’altra parte non sarebbe male, no? Sarei tentato… basta, ormai devo saperlo.

– Club Immortali, buongiorno.

– Buongiorno, sarei interessato all’iscrizione, vorrei qualche informazione.

– Deve prendere un appuntamento, signore, le va bene alle quattordici?

– Be’, sì, d’accordo.

– Allora l’aspettiamo, signore. Buona giornata, signore.

Era quasi l’una, mi avviai a piedi: il sole splendeva, che giornata! Sospeso tra il suicidio e l’immortalità! Questi eroici furori mi misero di buon umore, trottai di buon passo verso il Fato canticchiando un allegro motivetto.

– Toh, guarda, la sede della Federazione Giovanile Misantropi Italiani, vado a fare un saluto, gli farà piacere.

Mi presentai con studiata giovialità: – Ehilà, cari giovani misantropi, come va la vit… – mezzo secondo dopo atterravo sul marciapiede.

Due isolati dopo mi scaraventarono fuori dalla Associazione Internazionale Contro Tutti.

Senza altre deviazioni, alle quattordici ero in via Ptah, 88: primo piano, portineria; secondo piano, massaggi thailandesi; terzo, Club degli Immortali.

Premetti il pulsante senza esitare e salii al piano, dove c’era un’apparente segretaria a una specie di sportello.

– Benvenuto, signore, è venuto per l’affiliazione?

– Sì, mi piacerebbe entrare nel club.

– Non è difficile, deve solo superare un piccolo questionario. Poi oggi è fortunato: è in sede il presidente, il contrammiraglio Merlini.

– Un questionario, diceva? Di che genere?

– Non si preoccupi, domande semplicissime.

– Va bene, dove devo andare?

– Un attimo solo, c’è una piccola cauzione da versare.

– Cauzione?

– Una formalità, le verrà restituita all’uscita con la tessera d’iscrizione.

– Va be’, se è solo una formalità.

– Novantanove euro, prego. Grazie, signore, quella porta a destra, signore.

Bussai ed entrai in una stanza riempita quasi interamente da una scrivania circolare in marmo nero. Sul lato opposto alla porta sedeva chino su un mare di fogli un anziano gentiluomo dall’aspetto leonino; a congrua distanza lungo la circonferenza, tre distinti signori conversavano amabilmente a bassa voce.

– Il contrammiraglio Merlini?

L’uomo in fondo alla stanza sollevò il capo, pallido in volto più che un re sul trono. Si alzò, avvicinandosi lento come un galeone, mi serrò la mano in una morsa e mi piantò addosso due occhi d’acciaio, dicendo infine con altera cortesia:

– Lei è il nuovo aspirante?

– Sì.

– Ha versato la cauzione?

– Sì, una formalità, no?

– Purtroppo l’abbiamo dovuta introdurre per scoraggiare le persone poco serie, ma non è certo il suo caso. Posso presentarle tre dei nostri più stimati soci, il Dottor Galaddi, l’Ing. Galvano e il Rag. Lancellotti?

– Molto piacere. Mi hanno detto all’entrata che c’è un questionario da superare.

– Sì, ma sono cose elementari, lei mi sembra un giovane di spiccata intelligenza.

– Be’, non so, forse…

– Allora possiamo cominciare: cognome, nome, luogo e data di nascita?

Risposi con rapidità ed esattezza, dando false generalità.

– Benissimo. Precedenti penali?

– Nessuno.

– Glicemia, transaminasi, trigliceridi?

– Nella norma.

– Ottimo. Ha visto? E lei che si preoccupava. Può già segnarsi la nostra e-mail, per inoltrare la richiesta ufficiale di noviziato: Immortals quaglia forever.com.

– Quaglia?

– Quaglia.

– E dov’è la quaglia sulla tastiera?

– Deve premere una combinazione segreta di tasti, prenda nota: AltCtrl666#.

– E così esce la quaglia?

– Esatto, non la riveli a nessuno, nell’emisfero boreale siamo solo in 1024 a conoscerla.

– 1024? Perché proprio 1024?

– Perché è un quadrato perfetto.

– Ma quindi fino a pochi secondi fa eravate in 1023.

– Si sbaglia, il codice viene rivelato solo nel momento in cui un altro adepto perde la memoria.

– E questo è successo proprio ora?

– Sì.

– E lei come fa a saperlo?

– Mi è arrivato un sms.

– Ma io ero qui e non mi sono accorto niente.

– Sono sms subliminali. Bene, ora resta solo un’ultima domanda: lei è immortale?

– Ecco, io… non sono morto, no?

– Ahi, ahi, qui non siamo del tutto a posto. Sì, non essere morti è un buon punto di partenza, ma non basta. Da cosa deriva la sua convinzione di essere immortale?

– Non so come dire, è come una premonizione, sento di esserlo.

– Sì, non è male, non è male: spesso noi Immortali abbiamo di queste premonizioni, però ci serve qualche altro riscontro. Ha per caso ascendenti diretti, intendo dire, uno o più genitori, nonni, bisnonni, immortali?

– No, non che io sappia, ma come si fa a dirlo? I miei genitori sono ancora vivi e poi magari tra i miei antenati o parenti più lontani qualcuno c’è e io neanche lo conosco.

– Giustissimo, non mi sbagliavo, le sue parole rivelano un’acutezza di giudizio non comune. Sono praticamente certo che lei sia immortale, tuttavia poiché lo statuto del club esige la sicurezza assoluta la sottoporremo a un ultimo test, per mero scrupolo. Ing. Galvano, Dott. Galaddi, procediamo.

I due si alzarono con calma e mi afferrarono improvvisamente le braccia, immobilizzandomi.

– Ma… che succede? Che significa questo, contrammiraglio?

– Si rilassi, niente di allarmante. Rag. Lancellotti, il verificatore d’immortalità, prego.

– Quello ordinario?

– Ma no, quello d’argento, oggi è giorno prefestivo, mi meraviglio di lei.

– Mi scusi, Eccellenza, ero sovrappensiero.

Il terzo tipo gli porse una pistola lucente ed egli me la puntò sulla tempia destra.

– Ma è impazzito, che vuole fare?

– Be’, non è chiaro? Voglio bruciarle le cervella: se lei, come sostiene, è immortale, non le succederà niente. Allora, posso procedere?

– No, un momento! Ecco, contrammiraglio, per la verità non sono proprio certo di essere immortale, mi sono venuti dei dubbi, anzi, mi sa che non lo sono.

– Giovanotto, devo pensare che lei volesse spacciarsi fraudolentemente per un Immortale, ingannando la buona fede dei nostri soci?

– No, cosa dice, è solo che… sa come succede, certe volte uno è convinto di qualcosa e poi si accorge che si era sbagliato.

– Insomma, che facciamo? Deve decidersi, affronta il test oppure no?

– No, no, meglio di no, non per il test in sé, è che non avrei tempo per frequentare il club, mi sono ricordato che mi hanno appena assunto come lanciatore di uova a contratto negli scontri di piazza.

– Mi sento in dovere di dirle che se rifiuta perde la cauzione.

– La cauzione? Però non mi sembra giusto che… – il contrammiraglio appoggiò il dito sul grilletto.

– Va be’, in effetti forse è giusto, rifiuto.

Dovetti andarmene da quel covo di banditi lasciando novantanove euro sul terreno.

Mi diressi subito furibondo verso via Sandokan, più determinato che mai, non volevo perdere un istante. Presi la traversa Kammamuri, ecco il palazzo: primo piano, portineria; secondo piano, massaggi thailandesi; terzo, Club dei Suicidi.

Premetti il pulsante senza esitare e salii al piano: eccoci, infine, coraggio, ci siamo.

La porta si aprì lentamente, cigolando spettrale sui cardini:

– Prego, signore, si accomodi, un bel massaggio la rimetterà in forma.

– Un bel…? Ma a che piano siamo? Ehm, ecco, mi sa che ho sbagliato pulsan… va be’, forse ha ragione, è stata una giornataccia.

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4 commenti »

  1. C’è un sapore alla Achille Campanile che si sente di rado e che è molto piacevole a mio parere. Complimenti!

  2. Grazie, Ugo, pur non essendo anziano, sono un ammiratore di umoristi del passato come Campanile, Wodehouse, Jerome, etc.

  3. Bel racconto tragicomico 🙂
    Mi ha divertito molo leggerlo, grazie per questo!
    Devo ammettere che alla fine mi aspettavo che il malcapitato trovasse il suo club dei suicidi, e che decidesse di essere lui a premere il grilletto, come a voler avere l’illusione di poter prendere il controllo della tragedia.
    Bravo ancora!

  4. Simpatico e fantasioso 😉

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