Premio Racconti per Corti 2017 “La lettrice” di Lidia Bianchini
Categoria: Premio Racconti per Corti 2017Sera. Biblioteca del centro città. Un gruppo di donne si riunisce per sperimentare le tecniche di lettura ad alta voce. Sono delle appassionate lettrici guidate da una vecchia insegnante.
“Liberate la voce” – incita l’insegnante mentre dà brevi istruzioni.
Vocalizzi. Piccole torsioni del collo. A occhi chiusi, tra desiderio e vergogna, le donne scoprono di custodire suoni che possono narrare.
“Sento qualcosa” – spiega l’insegnante. Gli sguardi sfuggono ogni giudizio – “Sentite anche voi?”
Le lettrici afferrano i racconti. Entusiasmo. Timore. Complicità. Occhi che si incontrano e che scorrono veloci sulle righe. In un impeto tutte provano a lasciar andare il tempo in cui sono per andare dove le parole le portano.
Momento d’incanto, l’ora pare fermarsi. Parole e voci nell’aria. Saluti affettuosi prima di andare.
All’ultimo incontro, la lettrice più giovane estrae dalla tasca un taccuino. Sotto gli occhi curiosi delle compagne si porta al leggio.
“Sono sola – disse la ragazza che viveva nella storia” – mentre legge posa lento lo sguardo su ogni compagna.
La stanza è avvolta dal silenzio e circondata dal buio della sera. La porta chiusa sospende le lettrici in un’altra dimensione.
“Voglio che veniate insieme a me” – riprende. Il tono supplichevole desta la curiosità delle altre, disposte in semicerchio davanti a lei.
“Venite nella storia” – incalza eccitata.
Durante la pausa che segue, due lettrici si interrogano con lo sguardo.
Riprende. “Sono in balia dei suoi pensieri, ma voi … voi potete liberarmi dalla sua trappola? Non sempre si è d’accordo con l’autore, vero?”.
Curiosità. Silenzio.
“Venite a cambiare il mio destino. Ama le storie violente, che danno i brividi. Vorrebbe viverne una. Una dove muoia un gruppo di donne per finire dentro a un racconto”.
Stupore. Confusione. Occhi si interrogano dubbiosi.
“Quale autore leggi, tesoro?” – interrompe l’insegnante.
Brusio di sottofondo. Occhi sulla lettrice.
“L’autore?” – chiede stupita la ragazza.
Silenzio. La biblioteca la sera non è frequentata e la stanza è tra le più isolate del vecchio palazzo. Non giunge alcun rumore.
“La ragazza che vive nella storia è l’autore. È la voce delle vite che immaginiamo” – risponde nervosa la giovane.
Brusio di sottofondo.
“Questa non è una delle vite che immagino io” ribatte secca una lettrice.
Quasi tutte accondiscendono.
“Ma sei finita dentro la mia storia” – risponde scocciata la ragazza al leggio – “si finisce continuamente dentro le storie degli altri” – sorride maliziosa e lancia un rapido sguardo a tutte le presenti. Fa un respiro profondo. “Posso continuare?” – chiede gentile verso l’insegnante che, confusa, annuisce con un cenno. “Sono nel labirinto della sua mente e mi perdo in luoghi oscuri. Ho paura – disse la ragazza che viveva nella storia. Se una storia si può immaginare, si può anche vivere, basta fare in modo che accada”.
“Scusami, ma … questa storia, con quello che si sente in giro … magari leggiamo qualcos’altro stasera …” – interviene l’insegnante.
“Sono d’accordo, leggere di qualcuno che vuole ammazzare qualcun altro in una situazione molto simile alla nostra è, come dire, davvero inquietante” – si aggiungono altre concordi.
“Oh, siete qui. Siete venute! Grazie per essere venute nella storia. C’è sempre qualcuno che non accetta la propria sorte” – risponde la lettrice guardando riconoscente le altre.
“Cosa vuol dire che siamo nella storia?” – chiede qualcuno.
“Tante storie non hanno voce e tante voci non hanno storie da raccontare. Noi abbiamo una storia e una voce, quale perfezione!” – delira trasognata.
“Si vivono sempre delle storie!” – ribatte l’insegnante.
“Ma non lo sappiamo fino a che non le raccontiamo. Oggi, invece, voi lo sapete!” – risponde spostando il leggio. La minaccia è malcelata dall’entusiasmo.
Una ragazza non vuole sentire il proseguo, si alza e se ne va. Esce chiudendosi la porta alle spalle. Le donne all’interno restano immobili.
La ragazza al leggio si porta presso la porta. Nessuno si muove. Da fuori si sente un grido e poi un tonfo.
La lettrice ride sguaiatamente. “Si può solo immaginare di cambiare la storia, ma la fine, la fine è già stata scritta!” – ride sadica, tra lo stupore e la paura delle altre.
“Chi c’è là fuori?” – chiede alzandosi l’insegnante, angosciata.
“Sarà il buio a dirlo alla tua fantasia” – la lettrice ride e spegne la luce.
Rumori e grida si sovrastano.
Lidia,
ricordo di te dallo scorso anno, dei tuoi scritti che avevo apprezzato e (se non ricordo male) della tua preoccupazione di risultare prolissa nell’esposizione.
Beh, per quanto ne posso capire, voglio rassicurarti e farti tantissimi complimenti, perché balza immediatamente all’occhio quanto tu abbia lavorato sulla struttura narrativa.
Ribadisco che ammiravo molto anche la “Lidia versione 1.0 :-)”, ma oggi, ad un anno di distanza, scorgo una penna consapevole dei propri mezzi, mai leziosa, che con poche stoccate riesce a tratteggiare una trama lineare ma densa, piacevole, dal finale effervescente, che suscita curiosità e stupore.
Insomma, mi è piaciuto tanto!!!
Ciao Lidia,
il tuo racconto mi è piaciuto tantissimo! Accattivante, intrigante e inquietante il giusto, All’inizio descrivi una situazione tranquilla, quasi da invidiare mentre tra i personaggi si crea quella magica complicità che sorge da una lettura comune. Ci si immagina parte del gruppo. Ma poi gradualmente l’atmosfera cambia, la si sente farsi brivido e tensione sulla pelle. Ben riuscito! Complimenti!
Bellissimo Lidia, narrazione a scatole cinesi che si aprono su realtà parallele, non personaggi in cerca d’autore ma storie che inghiottono personaggi.
Bravissima a reggere la narrazione attraverso dialoghi, esercizio non facile, svolto magistralmente.
… e poi lo stile elaborato per essere essenziale.
Complimenti!
Brava Lidia, riesci perfettamente a rendere le parole in immagini.
Da pelle d’oca! Bellissima, invidiabile idea! 🙂
Certo che è un corto particolarmente…corto questo, Lidia. Però l’ idea è davvero bella e sei stata bravissima a saper dare l’ idea dell’ atmosfera che vorresti si respirasse dentro a quella stanza e sembra già di vedere le espressioni parecchio teatrali delle lettrici mentre esprimono lo stupore, il dissenso, il cicaleggio ed, infine, la paura. Uno stile alla Sir Alfred Hitchock con qualche scorcio Pirandelliano. Mi è piaciuto molto
Grazie di cuore a tutti per aver letto e commentato la storia! Temevo un po’ a far uscire il mio lato più inquietante ma i vostri commenti mi incoraggiano. E ora…teniamoci lontani dai gruppi di lettura! 😉
Che ansia! sei stata brava a mantenere alto il livello di attenzione per tutto, anche se breve, racconto.
poi io i finali lasciati a metà li adoro. ci puoi costruire la continuazione che vuoi tu! 🙂
sai che non so per quale motivo ma questa tua storia mi ricorda il film “fight club” ..magari il dualismo sadica/vittima..non saprei
brava ancora!
Non sono un esperto, ma ritengo che, con la giusta regia, le giuste inquadrature e luci, questo corto funzionerebbe alla grande.
Grazie Granit e Costantino, i vostri commenti, come i precedenti, sono molto lusinghieri (e io mi imbarazzo e resto senza parole…)
Un metaracconto, anzi un metacorto vero e proprio. La finzione che prende possesso della realtà nella finzione e che coinvolge anche chi sta leggendo. Bello anche perché breve e diretto.
Mi è venuta l’ansia! Bravissima!
Grazie Ivana e Dominique, per me rappresenta un po’ la paura claustrofobica della contemporaneità oltre che il desiderio di essere protagonisti per poi venir raccontati. Mi piace molto il gioco relatà/finzione, prende in prestito molto dalla vita quotidiana e offre molti spunti su cui fantasticare. Grazie ancora per aver letto la storia!
Un gruppo di lettrici che finisce nella storia della più sadica… idea fantastica! Ho sempre pensato che gli scrittori vampirizzino il destino degli altri e che ne preconizzino pure gli epiloghi, e tu l’hai messo nero su bianco limpidamente. Bello davvero.
Grazie Consuelo! Sono felice ti sia piaciuto
Mi è piaciuto, ho atteso sino alla fine del racconto che qualcosa si chiarisse, ma non è successo…però la “storia” è lì, fuori la porta! La STORIA o la storia?
E le parole scivolano l’una dopo l’altra con indovinata tensione.
Sei stata proprio brava, Lidia.
Lidia, che ansia! Già mi inquietavano i gruppi di lettura a cui non ho mai voluto partecipare, ma ora ho un motivo in più per non farlo! ????Grazie per questo racconto!
Grazie Tommaso e Paola per i vostri commenti. Le storie e la Storia si intrecciano e sono le une parti dell’altra, impossibile separarle! O forse lo è? Adesso ci penso… 😉
Fichissimo! Te l’hanno già detto così? Ora vado a mangiarmi gli altri tuoi racconti. Grande Lidia
Ah, grazie Nina, no, così non era mai stato commentato! Non poteva essere nient’altro che la tua verve a commentarlo così! Grazie ancora
Mi piacerebbe molto vederlo interpretato, perché leggendo ho visualizzato le espressioni di tutte le protagoniste e “sentito” le voci, i toni, le pause che creano la tensione! Complimenti!
fai venir voglia di scappare… Mi hai fatto pensare ad un racconto pirandelliano; tutto sta nella fantasia di chi legge; molto particolare.
Grazie Silvia e Maria Cristina per aver letto il racconto e per le vostre belle parole di commento. Pirandelliano, sì, sicuramente, realistico, anche… soprattutto in quella che io trovo essere la vena marcia degli ultimi tempi…l’essere disposti a tutto per diventare personaggi…
Lidia, purtroppo non mi intendo regia, ma ho l’impressione che questo tuo racconto funzionerebbe perfettamente. Sei bravissima nel comunicare l’intensissima tensione che scorre fra i personaggi, mi sembra di vederli! Molto sofisticata la costruzione dell’intreccio. Insomma, concordo in pieno con tutti gli altri! E aggiungo che scrivi in maniera efficacissima; sono curiosa di leggere qualche altro tuo racconto, anche non destinato alla rappresentazione.
Complimenti!
Lidia, per fortuna sono arrivata qui perché sarebbe stato imperdonabile non commentare… poi chissà cosa mi sarebbe successo… sarei incorsa nella vendetta, tremenda vendetta della lettrice!
Ora… “per davvero”… imperdonabile perché è un corto scritto molto bene e che coinvolge tantissimo. Vabbè che con me non era difficile ma mi hai messo paura!
Comunque, nulla di truce e violento ma tutto molto psicologico e davvero ben calibrato. Si comprende perfettamente anche il messaggio insito nel testo.
Bravissima!
Bello spunto, Lidia! Lo vedo bene non solo come soggetto per un cortometraggio: penso che questo testo potrebbe funzionare anche in un reading.
Marcella e Riccardo grazie per aver letto il racconto! Marcella, mi fai venir voglia di scrivere La vendicatrice! In effetti nulla di esplicitamente truce, infatti a me piacciono tanto i thriller psicologici dove credo di farmela sotto più per le fantasie che mi faccio che per quello che succede!