Premio Racconti nella Rete 2017 “Buio nero” di Francesca Messina
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017Ti sfioro con dolcezza, ti sorveglio con tenerezza, ti stringo nella trepida attesa di comunicare, di sapere, illuminata dalla tua luce, ma ad un tratto… il buio, nessun segno, nessuna risposta, buio assoluto, senza alcun preavviso buio nero.
E l’ansia mi assale violenta, incontrollabile, e poi l’angoscia, la paura, il terrore di non averti mai più.
I miei ricordi, i miei desideri, le mie parole, il mio passato, tutto è scomparso nel buio del tuo silenzio.
Davanti a noi tanti giorni da trascorrere insieme, tante parole ancora non dette, i giochi, le sfide, la luce del tramonto sui visi amati, l’alba tra i tetti della città, triangoli di stelle nel cielo, la voce dell’amica lontana, la gioia di una buona notizia, il mormorio della risacca, i bicchieri semivuoti degli amici.
Ti tocco, ti scuoto… nessun segnale, impreco, ti prego… silenzio assoluto. Sono scomparse le nostre canzoni, i miei dubbi, le strane domande, chi mi risponderà adesso? Come mi sveglierò al mattino senza le tue dolci note? Resto qui inerme, sola con me stessa, chiusa nel mio bozzolo, segregata nella mia stanza, esclusa dagli amici, dalla città, dal mondo. Non puoi trattarmi così. Non dovevo fidarmi di te, del tutto arresa e dipendente.
Calma, cerco di ritrovare un po’ di calma, di logica, di razionalità: forse devo aspettare, forse sei solo stanco, confuso, forse ho preteso troppo da te: scusami. Attendo fiduciosa, senza scuoterti, forse hai solo bisogno di un po’ di tempo per ritrovare te stesso, per resettarti, e intanto il mondo continua a correre senza di me.
Buio nero. Di nuovo impaziente ti tocco, ti scuoto: buio nero.
Cosa farò adesso? E’ già notte e tu non illumini più il mio viso. Dovrò aspettare un nuovo giorno? Lasciarti andare, insieme ai ricordi della mia vita? Guardare avanti, cercare ancora? Imparare, adattarsi, abituarsi? No, non mi arrendo. Cerco qualcosa di appuntito, forse se ti faccio del male ti risvegli e mi rispondi. Chiuso, sigillato, non riesco a violarti, ma ecco, ho trovato il tuo punto debole. Ti esamino con rabbia, con timore, con speranza, tolgo quella piatta scatolina che ti tiene in vita, un attimo soltanto un attimo, e poi la rimetto, ti restituisco la tua integrità. Con mano tremante presso lì, in alto a destra, aspetto…
Oh dolci note di accensione! Ellissi blu che roteano nello schermo ancora nero! Sospesa non respiro, poi finalmente ti illumini, sei tornato, ci sei, non hai dimenticato nulla: ogni icona al suo posto, le foto, i messaggi, i miei appunti, torni a suonare.
- Pronto?!?
– Dov’eri? Che facevi? Perché avevi spento il cellulare?
Francesca,
ma lo sai che mi sono in parte rivisto nel tuo racconto?
Non mi reputo ai livelli della protagonista, per carità, ma talvolta mi domando se il mio “trabiccolo” non stia prendendo un po’ troppo possesso su di me.
Quello della “dipendenza sfrenata da tecnologia” è un tema attualissimo, da non sottovalutare nella nostra epoca, e tu sei riuscita a declinarlo con originalità e con la giusta dose di sarcasmo.
Molto brava!
Hahaha, mooolto carino Francesca. Un breve racconto, scritto bene, sulla dipendenza più diffusa.Bravissima
Grazie Gloria per la Tua risata. Era la reazione che speravo.
Proprio brava Francesca, ha mantenuto un finale a sorpresa giocando abilmente con le parole e le situazioni.
Scritto benissimo, leggero e intrigante,ironico e attuale si legge d’un fiato e con gran piacere.
Complimenti!
Francesca mi hai fatto venire in mente una frase che avevo letto qualche tempo fa, non ricordo più dove: “… aveva perso il cellulare e si ritrovò proiettato in un mondo parallelo chiamato realtà”.
Brava, hai descritto con ironia una delle più grandi paranoie dei nostri tempi.
P.s.: sono in treno e sono incollato al cellulare ????
Molto ben giocato, veramente sorprendente! Complimenti!
Cocaina digitale, dipendenza dal telefonino, che tristezza. Meno male che Francesca ha deciso di farci ridere di questa pesante nuova malattia. Complimenti!
Per dominique.henriet grazie per il tuo commento che ha colto l’ironia del racconto
Mi è piaciuto tantissimo il tuo racconto. Quanto vero assurdo e ridicolo è quello che racconti. E poi la domanda finale, quando torni “contattabile”, è terrificante e accusatoria! Chi non se l’è sentita fare senza provare un sottile senso di colpa quando ci si è isolati volontariamente? Bravissima, Francesca
Grazie a Marcella Casisi per l’esatta interpretazione della moderna schiavitù tecnologica
Originale e sorprendente. Ben costruito. Brava!
Per Silvia.Schiavo Un tema scottante, che hai saputo trattare con lucidità e fermezza, senza ipocrisia ed i soliti infingimenti. Complimenti.
Ci vuole intelligenza per scrivere un racconto così. Mi hai fatto ridere e riflettere, il tutto nello spazio delle due righe finali (quelle che precedono il botta e risposta della chiamata). Brava, bravissima Francesca. Costruito alla perfezione, in funzione di quel finale che dice tutto, e anche di più, sulle delle dipendenze tecnologiche e sull’imprescindibile necessità di rimanere connessi. Ma davvero non riusciamo più a starcene un po’ soli con noi stessi? Ci facciamo così tanta paura?
In risposta a luigi giampetraglia
Grazie per le tue parole, e per le tue riflessioni che sono anche le mie. Non riesco a trovare un tuo racconto del 2017. Partecipare a questo concorso,, leggere tanti racconti belli e coinvolgenti, e soprattutto partecipare al blog in questa atmosfera di amicizia e di cultura è stata per me una bella e stimolante esperienza.
Francesca, che racconto terribile! e che brutto rendersi conto di essere diventati come tu ci descrivi, perché ormai la nostra dipendenza è diventata patologica. Avrei riso, se non avessi quasi immediatamente trasformato, pirandellianamente parlando, l’avvertimento del contrario in sentimento del contrario, quello che ti stampa sulle labbra un sorriso amaro. Molto brava!
Davvero ben costruito! Impietoso nello smascherare la nostra comune dipendenza e ossessione per il feticcio.
“Cosa farò adesso? E’ già notte e tu non illumini più il mio viso” ,un ironico dramma dei nostri tempi. Brava
in risposta ad Anna Rosa Perrone e Daniela Pietragaglia
Grazie per i commenti
In risposta a Paola Dalla Valle
Grazie. Il tuo riferimento a Pirandello è molto interessante.
Un “apologo” attuale e scritto con molta intelligenza. Brava!
Non posso restare in “silenzio” come la chitarra di Lorenzo, uno dei racconti che mi ha emozionato di più.
Desidero fare i più sinceri auguri a tutti i vincitori: tanti racconti che avevo già commentato ed altri che mi riprometto di leggere, ma anche a tutti i partecipanti.
Fare parte di questa comunità di scrittori è stata, per me, un’occasione di profondo accrescimento umano e culturale.
Ciao Francesca, ti vorrei solo far sapere che il tuo originale racconto era nella mia top 52 (altro che 25!). E ti assicuro che era piazzato molto molto bene.
Complimenti ancora.