Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Il silenzio della chitarra” di Lorenzo Garzarelli

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Un guaito storpio di SI bemolle e poi il conforto del silenzio.

– Ti aspettavo.

– Credevi di avermi seminato?

Il tamburo della rivoltella frulla tra i polpastrelli ruvidi del Vecchio. Il palmo tremante ne blocca d’improvviso la corsa; il pollice inserisce una ad una le pallottole nei fori del caricatore; la mano scende a tarare la tacca di mira con l’aiuto di un cacciavite.

Il Chitarrista indugia a voltarsi, avvertendo l’occhio metallico dell’arma squadrargli impenitente la colonna vertebrale.

– Al contrario, penso che al fato non si sfugga. Mi concedi un ultimo assolo?

– Così sia. The Reaper dei Blue Oyster Cult, che ne dici?

Il Vecchio sfila l’impermeabile graffiato dalla pioggia una manica alla volta per mantenere a tiro l’interlocutore.

– The Reaper dei Blue Oyster Cult -, ricalca compiaciuto il giovane – Olivia aveva ragione, sei un intenditore.

Il Chitarrista brandisce la Gibson Les Paul e prende a pizzicarne le corde con il tatto del timido adolescente che azzarda una carezza sulla guancia dell’amata; un sinistro arpeggio affiora dal passato per irrompere con insistenza nel presente, imprevedibile e tentacolare come l’abbraccio della malinconia.

– Non girarti e continua a suonare. – La canna della pistola preme contro i boccoli corvini del Chitarrista, che si attorcigliano e contorcono sul bavero della giubba come serpi scure.

– A volte la musica è più perfida del destino -, mugugna il Vecchio accigliato. – Prendi il testo di questa canzone: non ti pare che racconti la storia di mia figlia? Immagina la camera di un motel fuori porta ed Olivia, la nostra Olivia, riversa sul pavimento. La stretta del laccio emostatico intorpidisce l’avambraccio; una siringa ancora tiepida poggia sugli scarabocchi di una carta da lettere che ostenta un frettoloso addio: Arte è ricerca e condanna. Devo seguire la musica, me ne vado. Senza rancore piccola.

Il Chitarrista scarica sulla sei corde pennate sonanti di estro che l’amplificatore mastica, ingurgita ed assimila nel suo stomaco elettrico, per poi risputare in lunghi filamenti di semicrome intrecciati nelle trame di virtuosismi barocchi. Lo strumento sembra dibattersi e dimenarsi, ondulare, far danzare le fiammelle intrappolate nelle lucerne ad olio che sonnecchiano sulla logora mobilia. Ed i corpi vibrano impazziti, salici nel libeccio, le menti si ottundono, lo Star Man attende nel cielo: nasce la Musica.

Parole del Vecchio e melodia si fondono con precisione, le une naturale evoluzione dell’altra:

– d’un tratto Olivia adocchia una gigantesca ombra di uomo lambirle le spalle, affilata e scheletrica come un veliero nero sul mare della pacchiana moquette. “Non temere il Mietitore – le sussurra il forestiero nell’orecchio -; il vento, il sole, la pioggia non lo fanno. Potremo essere come loro. Se vuoi ti insegnerò a volare. Andiamo Tesoro, tendimi la mano e non temere il Mietitore”.

Il pezzo cavalca il picco massimo del suo angosciante crescendo. Sottili dita affusolate balzellano come grilli sul prato legnoso della tastiera, mentre il plettro stilla con sapienza note vivide, aggrovigliate, gemelle siamesi, allineandole in complesse scale armoniche, addomesticandole in vertiginose variazioni di ritmo ed offrendole in pasto al distorsore, quasi a simulare un inconsolabile pianto.

Il tono di voce del Vecchio aumenta di volume per sovrastare il ruggito della chitarra: – Lei non teme il Mietitore: vuol smettere di soffrire; lei non teme il Mietitore: sogna di rincorrere vento, sole e pioggia; lei non teme il Mietitore: pretende di volare. Frastornata nel baleno di un sospiro, Olivia si ritrova a cavalcioni del parapetto, balza dal terrazzo, fissa la sagoma dello sconosciuto planarle vicino e piomba nelle spire di un abisso che non può far male.

Cala di colpo il buio pesto dell’ineluttabile, sia dentro che fuori la stamberga cadente. Il motivo si interrompe bruscamente ed i suoni si volatilizzano svelti tra i cardini delle finestre, affidando la topaia alle avvolgenti braccia di una quiete spettrale. Sgarbato e senza invito, l’accecante saettare del lampo prelude al sordo boato del tuono, amplificato dalla rabbia del vento che divarica le cosce ai battenti anneriti e ne deflora a raffiche il putrido compensato.

– Dove l’avete seppellita?

– Riposa a Pittsburgh, nella cappella di famiglia.

– E tu sei venuto per pareggiare i conti con il marito, per punire la bestia che l’ha spinta giù da quel balcone. Un’anima in cambio di un’anima -, incalza il Chitarrista con i riccioli gonfi di corrente.

Il Vecchio, corrucciato e torbido in volto, non accenna a rispondere. Tergiversa e temporeggia trascinandosi in direzione dello sgabello della batteria, ormeggiato nella pozzanghera di luce con cui l’unico riflettore innaffia l’abbozzo di palcoscenico. Se non fosse per la Smith & Wesson che ammicca tra il bronzo dei piatti, chioma selvaggia e seduta impettita porterebbero alla mente un’attempata controfigura dello scavezzacollo di John Bonham, quello di Black Dog, capannelli di groupies eccitate e stadi gremiti da ipnotizzare con le bacchette.

– Facciamola finita e spara, ne hai tutte le ragioni -, rompe gli indugi il Chitarrista.

Il Vecchio si alza di soprassalto ed afferra il ragazzo per la collottola vomitandogli in faccia un grido baritonale, rauco da infiammare la faringe: – Sbagli idiota! Sono qui per dirti che ti perdono.

Il Chitarrista tace, attonito ed incredulo. Osservando l’altro che strizza gli occhi per arginare le lacrime, si domanda cosa spinga un padre ad un simile gesto di indulgenza. La fede? La coscienza? O semplicemente la pazzia? Forse la consapevolezza che talvolta risparmiare una vita equivale a costringerla nelle catene della dannazione. Già, deve trattarsi della vendetta: il peso del senso di colpa che gli soffoca il respiro ne fornisce prova tangibile.

– Ti devo un favore -, riprende.

– Non mi sei debitore.

– Posso fare qualcosa?

– Se proprio vuoi, non mi dispiacerebbe ascoltare Tears in Heaven. Slowhand compose il brano in occasione della scomparsa del figlio.

– Come preferisci.

Il Chitarrista ruba ad uno stipetto la nota torbata di un malto scozzese e ne versa un assaggio nella tazza che adopera per trinciare il tabacco. Inspira ed espira profondamente cercando di smorzare il batticuore, si siede a gambe accavallate e comincia a sorseggiare il whiskey a boccate piccole, simili a impercettibili pause che cadenzano la metrica di un brioso riff jazz. Il persistente retrogusto di cenere e catrame gli solletica piacevolmente il palato secco, restituendo l’illusione di una calma piatta prossima ad esplodere nel frastuono dell’inevitabile.

Intanto la burrasca ha rabbonito il suo impeto, ormai circoscritto nel girotondo di spartiti strappati e mozziconi che un isolato mulinello d’aria alimenta stancamente. Pare che assieme a quella lieve brezza i condotti di ventilazione aspirino anche l’ultimo pulviscolo di speranza che girovaga spaesato per la stanza.

– Forza figliolo, non perdiamo altro tempo -, biascica il Vecchio con lo sguardo che galleggia vuoto tra i petali di palpebre avvizzite; nella destra stringe la misericordia del piombo, nella sinistra la Polaroid ingiallita di una famiglia serena sullo sfondo del grano maturo.

Clack.

Dalla pancia di una custodia bislunga sbuca la chitarra acustica. Il Chitarrista rovista in uno spinoso cespuglio di fili e collega lo strumento a delle casse in betulla.

Click.

I versi di Eric Clapton grondano copiosi dagli altoparlanti, penetranti, sfumati e disinteressati come un quartetto di archi che si cimenta in un improvvisato Inno alla Gioia.

Would you know my name, if I saw you in Heaven?

La Polaroid scivola dalla mano callosa, svolazza inconsistente e libera, si posa sulle frange sporche di un tappeto dozzinale. Ha la grazia del mantello di rugiada che copre un campo ispido di ortica.

Would it be the same, if I saw you in Heaven?

Le labbra del revolver inumidiscono la tempia del Vecchio, nell’attesa che il grilletto le esorti a schioccare un ferale bacio di morte.

Beyond the door there’s peace I’m sure.

I primi, violacei palpiti dell’alba irradiano il largo sorriso sbocciato tra la lanugine della barba.

And I know there’ll be no more tears in heaven.

Un guaito storpio di SI bemolle e poi il conforto del silenzio.

BANG.

 

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89 commenti »

  1. Lorenzo, ancora una volta, confermi il tuo talento. E’ un racconto che scivola sul filo dell’irreale e del surreale. Si intravede, tra le righe, la tua conoscenza di musica
    e cultura musicale. Ciao

  2. Lorenzo…questo racconto è davvero una perla!!Mi ha fatto venire i brividi, giuro! C’è tanto qui dentro! C’è la musica, c’è l’ arte, c’è la tua parte maschile( che mette il lettore in posizione di sudditanza) che abbraccia quella femminile( che lo fa poi sciogliere nella poesia delle bellissime parole che utilizzi: Non ne hai sbagliata una! ), c’è il senso di colpa ed il perdono Freudiano. E poi c’è ” Tears in Heaven”, che ogni volta che l’ ascolto piango…e il bello è che mi sembrava proprio di sentirla mentre leggevo..e per un attimo ho visualizzato il ” Suonatore Jones ” con una mano appoggiata sulla mia spalla che mi ha dettto : ” Sai che ti dico? Che questo e’ uno di quei racconti che se lo leggesse Edgar Lee Masters si dispiacerebbe di non averlo scritto lui! “. Ed io gli ho dovuto dare ragione! :D.

  3. Meraviglioso, una storia densa ma descritta con poche straordinarie “note” quasi una canzone nella canzone con un “effetto Droste” che riprende una geometria studiata benissimo.
    Ancora una volta complimenti!!

  4. Caro Lorenzo, io non so dove tu sei nato e cresciuto, ma sono convinto, ora più che mai che “nemo propheta in patria”! Bisogna essere “apprezzati” da persone, come te,
    che capiscano il “valore” e la “bellezza” della Scrittura.Ciao

  5. Grazie Lorenzo, mi fa piacere che Tu abbia ben colto il mio sarcasmo.
    Il tuo racconto mi ha colpito profondamente, ho sentito il suono della chitarra che mi trasmetteva il dolore dei protagonisti

  6. Salvatore,

    la stima è assolutamente reciproca: magari un giorno mi insegnerai ad utilizzare il dialetto come fai tu, visto che io non ne sono proprio in grado! 🙂

    Grazie mille.

  7. Gloria,

    mi hai regalato un commento meraviglioso, che sinceramente non credo di meritare :-).

    Guarda, sono io ad avere i brividi al solo pensiero di aver suscitato in te così tante emozioni.

    Grazie davvero.

    E poi, da fan di Lee Masters e FAN SFEGATATO di De Andrè, con il richiamo del Suonatore Jones mi hai fatto quasi venire le lacrime agli occhi per la felicità.

    Troppo buona, veramente!

  8. Gianluca,

    grazie per aver letto anche questo racconto e per l’argutissimo commento che mi hai riservato.

    Il parallelismo con l’effetto Droste non mi era venuto in mente quando scrivevo ma, effettivamente, rende l’idea alla perfezione.

    Grazie di cuore.

  9. Francesca,

    sapere di essere riuscito ad evocare nella tua mente il suono di una chitarra mi rende oltremodo orgoglioso.

    Grazie mille!!!

  10. Complimenti per il tuo scritto, riesci benissimo a trasmettere il suono della chitarra.

  11. Gentilissima Stefania,

    grazie mille!!! 🙂

  12. Un’idea d’oro cesellata con consapevole perfezione!

  13. Giampaolo,

    grazie davvero per queste bellissime parole!

  14. Complimenti Lorenzo!
    Il tuo racconto è intensissimo e coinvolgente. Ho provato sensazioni forti, leggendolo. Tutti i sentimenti che provano i personaggi sono avvolti dalla musica, che li guida verso una redenzione.. e verso la dannazione. Bello!

  15. La chitarra evoca davvero tutto questo: la morte, la vita, la sospensione dal reale, le infinite possibilità. E soprattutto la riconsiderazione del senso delle cose: quando le sue corde vengono mosse, quando esce il suono, siamo ancora sicuri di quello che siamo? Sappiamo ancora distinguere il giusto dallo sbagliato?
    Il finale aperto protrae queste domande.

    Complimenti Lorenzo, per queste suggestioni.

  16. Grazissimissime Germana! 🙂

  17. Grande narrativa, ricca e incalzante. Ottimi riferimenti musicali. Una perla per intenditori.

  18. Ciao Lorenzo,
    il tuo racconto è un brivido per la mente del lettore. Le parole non diventano soltanto immagini (forti, cupe, che si fanno sfogliare con gusto e con una certa frenesia pur di vedere come andrà a finire la storia), ma soprattutto rumore, suono e soprattutto musica, creando una colonna sonora splendida e palpabile per una storia impeccabile. Grazie per la splendida sensazione!

  19. Bravissimo Lorenzo! Complimenti per questo tuo racconto che é un mix di poesia, musica e suspense ….e per la tua cultura musicale!

  20. Grazie a Costantino e Carola!

    @Costantino: il tuo apprezzamento ha un gran valore per me, sia per la tua indiscutibile competenza, sia perché, non ti nascondo, la tua “penna blu” incute sempre timore! 🙂 🙂 🙂

    @Carola: le tue parole sono meravigliose, grazie davvero. Chissà, magari un giorno Emilie si troverà a ballare su un arpeggio del Chitarrista!!! 🙂

  21. Caro Lorenzo, non ti avevo ancora fatto i complimenti per il tuo bellissimo racconto tragico-musicale .Tra l’altro ,tutte le volte che sento ‘If I saw You in the heaven’, sto male pensando a cosa ci fu dietro e perché fu composta.Ho scoperto che abbiamo in comune l’amore per la musica, così importante e condizionante nella nostra vita .Sapessi per me! IF I saw You somewhere, I’d tell You !Un consiglio…sempre se mi posso permettere…non temere i giudizi delle ‘ pennette blu o rosse che siano ‘.Sei grande.Ciao.

  22. Bellissimo racconto. Una scrittura coinvolgente e ricca di suggestioni. Ho apprezzato molto il linguaggio e le scelte stilistiche che secondo me sono importanti quanto il contenuto. In questo caso, poi, si sposano perfettamente a quanto racconti.

  23. Alessandra,

    condivido pienamente il tuo commento e la visione che dai alla musica: un universo astratto, impalpabile, che ci rende diversi e, probabilmente, un po’ più liberi; non migliori o peggiori, semplicemente diversi.

    La tua riflessione è bellissima.

    Grazie mille.

  24. Una scrittura ricercata e raffinata che ti sospende altrove…quasi musica, ma te l’hanno già detto. Condivido le sensazioni di chi ti ha commentato prima di me, bravissimo.

  25. Grazie a tutti!!!

    @Lucia: mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato il racconto ed i richiami musicali!

    @Laura: grazie!!! Con il “sei grande” mi hai fatto sciogliere :-). Sono onoratissimo, soprattutto perché sai quanto ti stimi come scrittrice. Quanto alla musica, effettivamente si tratta di una parte importante della mia vita, a cui mi sono appigliato spesso nei momenti un po’ più bui. E poi “Tears in Heaven”, beh, si commenta da sola: la considero una delle cento canzoni più belle di sempre. Grazie davvero per lo splendido commento.

    @Ivana: concordo pienamente con te sulla circostanza che in un racconto del genere il fattore “stile” debba essere importante quanto la “storia”. Sono felice tu abbia percepito questa, passami il termine, “equivalenza”. Grazie!

    @Lidia: grazie per aver letto e grazie per le belle parole che mi hai riservato.

  26. Grazie Lorenzo per i bei commenti espressi sul mio racconto.
    Ho appena letto il tuo lavoro, complimenti, sei riuscito a farmi sentire la musica tramite la scrittura e l’incalzare del susseguirsi della storia.

  27. Grazie mille Elvira!

    Felice di averti fatto passare qualche piacevole minuto.

  28. Difficile aggiungere altro dopo i commenti che ho appena letto. Posso solo dirti che il tuo racconto rinsalda in me la convinzione che l’arte è contaminazione e questo tu lo confermi magnificamente sovrapponendo musica a poesia, note a una trama che ti tiene sospesi. L’originalità è senz’altro una tua cifra stilistica, le suggestioni le corde, e non soltanto metaforiche, con le quali coinvolgi il lettore. Non ti conosco, ma ho la sensazione di avere appena letto il racconto di un artista “integrale”

  29. Lorenzo,
    intanto grazie per il tuo commento al mio racconto. E’ la prima volta che partecipo a qualcosa del genere e sto scoprendo un’umanità varia e ricca che fa bene al cuore. Confesso che ho faticato ad arrivare in fondo, non perché non mi piacesse il tuo lavoro, ma per la potenza icastica del tuo linguaggio che a volte mi ha fatto male. Sentire male e bene è però fondamentale quando si legge. In ogni caso, il riferimento a De Andrè non è peregrino, e te lo dice una a cui mancano soltanto gli altarini in casa, grazie anche a mio marito, suonatore di chitarra e altro e cultore del poeta e delle sue anime perse.

  30. Più che il contenuto è lo stile, il modo di scrivere spezzato, con ritorni e passi avanti. Intrigante, moderno contemporaneo com’è la vita oggi spesso complessa non perché più difficile ma perché deve tener conto di tanti fatti allo stesso tempo. Il vecchio appena accennato e così visibile, la donna che diventa una specie d’agnello sacrificale, il giovane impetuoso e istintivo protagonisti da cui partono e tornano sentimenti e passioni. E’ il “Bang” finale che ci riporta alla parola “silenzio” dell’inizio chiude il cerchio di una lettura che non passa inosservata e coinvolge.
    Complimenti

  31. Grazie mille Consuelo, Paola e Maddalena!

    @Consuelo: magari fossi un artista integrale! Per il momento mi accontento, ringraziandoti per le parole lusinghiere, di averti fatto passare qualche piacevole minuto in compagnia del mio racconto.

    @Paola: quando compri gli altarini per De Andrè fammi un fischio almeno magari strappiamo un po’ di sconto :-). Scherzi a parte, troppo buona. Tantissime grazie.

    @Maddalena: non ci crederai, ma anche io, scrivendo, avevo pensato al racconto come un cerchio narrativo che comincia nel silenzio e finisce facendoci ritorno, attraversando la “confusione” di sentimenti che possiede i protagonisti. Grazie per il tuo apprezzamento e per aver colto il mio messaggio.

  32. Il Vecchio e il Chitarrista, Tesoro e il Mietitore, coppie tragiche, personaggi o personificazioni, poco importa, è la Musica che ordisce la trama. E’ la musica che narra. Così a me pare da questo intenso e sublime racconto di duetti pervasi del medesimo strazio e strappo nell’esistenza.
    Il destino del Chitarrista sembra già segnato e incanalato in vie buie e povere, anche di sentimenti. La stamberga cadente, la topaia, il putrido compensato, il tappeto dozzinale, l’alcool, in quali meandri alberga il Chitarrista? Che ha abbandonato Olivia, unica nominata, al conforto delle siringhe? Ha avuto la sua condanna e in appello la clemenza del Vecchio ribadisce la sentenza, lui che nemmeno sa dove ora riposa la moglie, si unirà fino alla fine dei suoi giorni al senso di colpa e alle catene della dannazione.
    Un crescendo di pathos che si sublima nella bufera sugli o negli animi afflitti.
    E dopo il silenzio, l’applauso, il mio. Forte, fortissimo.
    Complimenti Lorenzo!

  33. Lorenzo,
    ci ho messo un po’ a trovare il tuo racconto nella rete, così ho realizzato quanti ne sono stati pubblicati.
    Il tuo è un racconto rock dalla scrittura ricercata. Gli amanti della musica possono scrivere con parole tanto efficaci, come hai descritto, la composizione di Tears in Heaven. Eric Clapton che, in una situazione tanto tragica, compone una ballata di pura poesia. Si presenta a lui il Vecchio Mietitore che punta l’arma e mantiene a tiro l’interlocutore. E poi spunta John Bonham, quello di Black Dog che con tanta energia ipnotizza gli stadi gremiti di folla urlante. Anche Robert Plant ha composto una canzone per ricordare il figlio morto prematuramente. L’arte è ricerca e condanna; ha davanti a se la morte?
    Complimenti!

  34. Grazie Marcella e Marisa!

    @Marcella: devo ammettere che hai analizzato il racconto con una competenza ed una capacità di coglierne fino all’ultima sfumatura che mi hanno lasciato di stucco. Mi prendo veramente volentieri il tuo applauso e ti ringrazio infinitamente.

    @Marisa: Marisa! Mi sa che mi sono imbattuto in qualcuno che si intende di musica molto più di me. Non sapevo che “all my love” dei Led Zeppelin fosse dedicata al figlio scomparso di Plant; già la reputavo una canzone meravigliosa, adesso la ritengo ancor più bella. Ti faccio tantissimi complimenti per la tua cultura musicale e ti ringrazio sia per la “dritta musicale”, che per il commento che mi hai dedicato.

  35. Lorenzo, in realtà avrei voluto scrivere ANTRI ma evidentemente nei MEANDRI della mia psiche si è generato il lapsus. E comunque… LITALIANO E’ PIENO DI TRAPOLE.

  36. Devo riconoscere in te qualità di narratore che io non ho; io non saprei avventurarmi in un racconto così intriso di “terrestre” e di “divino”, in uno scenario nel quale la musica è
    madre di ogni sentimento.
    Devi essere anche una persona molto sensibile, ben disposta a capire e a perdonare, come nel racconto.
    Buona fortuna, Lorenzo.

  37. Ciao carissimo Lorenzo, sono Salvatore Vitale. Intuisco che sei una persona con cui mi piacerebbe comunicare, soprattutto perché ho capìto che apprezzi quello che scrivo.
    Anche questo tuo racconto è degno di nota. E’ evidente che sei uno scrittore.
    Solo se ti va, fallo liberamente e senza nessun obbligo. Io ti do e-mail: salvatore59vitale@gmail.com
    Simpaticamente ciao

  38. Ho cercato il tuo racconto, dopo aver letto il commento che mi hai lasciato. Intanto grazie, perché per me espormi rendendo pubblico su internet qualcosa di mio non è stato facile e leggere parole di apprezzamento mi ha fatto letteralmente salire le lacrime agli occhi. Vedere con quale bravura scrivi mi fa sentire ulteriormente onorata delle tue parole: nel tuo racconto durezza e sentimento si intrecciano in maniera impeccabile e si rendono palpabili. Sembra di respirare l’aria di quella stanza e quando si percepisce il finale, come davanti a un film, viene voglia di dire “Non lo fare!”
    Bellissimo…

  39. Grazie!

    @Marcella: hai proprio ragione, LITALIANO E’ PIENO DI TRAPOLE :-). Il tuo messaggio, comunque, era arrivato forte e chiaro. Grazie di nuovo.

    @Tommaso: se parlassi con i miei colleghi di lavoro forse non sarebbero d’accordo sulla mia capacità di perdonare 🙂 🙂 :-). Scherzi a parte, grazie sia per il commento “tecnico”, che per considerarmi una persona ben disposta ed aperta al perdono. E’ un gran complimento quello che mi fai.

    @Salvatore: ti contatterò con piacere! Grazie!!!

    @Silvia: mi permetto di prendere in prestito il commento che mi hai fatto. Avendo visto con quale bravura scrivi tu, sono veramente onorato delle tue parole :-). Grazie davvero!

  40. Ho letto molti racconti, poche volte ho commentato ma in questo caso non posso farne a meno: la tua storia è stata per me magnetica, non riuscivo a staccarmene….dovevo leggere e scoprire e capire e sarei andata avanti ancora a leggerlo molto volentieri….emozionante, davvero.

  41. Lorenzo dopo aver letto – a dire il vero un solo senso è  riduttivo!- il tuo poliedrico racconto sono ancora piu onorata dell’apprezzamento che hai avuto per il  mio!l sei davvero grande!le tue parole danzano,  la tua musica parla,  emozioni intensissime e viscerali emergono, respirano, ansimano ed infine   si chetano nel ” bang”   finale. Per  continuanare  a risuonare nel cuore di chi ti ha letto.

  42. Grazie Cinzia ed Elisa!

    @Cinzia: sono davvero onorato del fatto che il mio racconto ti abbia appassionato tanto. Grazie davvero.

    @Elisa: come si risponde ad un commento così bello??? Secondo me è impossibile a parole. Lascio quindi che sia il “conforto del silenzio” a ringraziarti per me! :-). Scherzi a parte, sei generosissima. Grazie mille!

  43. Lorenzo, bel racconto: una musica di parole che vanno in crescendo e si trasformano in un destino preciso. Coinvolgente, davvero !

  44. Piera,

    ti sono grato per l’apprezzamento.

    Grazie mille!

  45. Bello! Una stanza come un cubo nero con tre storie senza scampo e musica che accende ma non conforta. L’arte come via d’uscita a prezzo intollerabile. Uno stile pieno di buie metafore con fiori imprevisti.Se non é noir questo…

  46. Grazie Marco!

    In effetti la tua riflessione è più che giusta: uno degli scopi del racconto era creare un’ambientazione surreale, sospesa, che favorisse il prender forma delle sensazioni dei personaggi.

    Sono contento che tu lo abbia percepito.

    Grazie per le belle parole.

  47. Complimenti Lorenzo, bellissimo racconto! Ho apprezzato moltissimo l’atmosfera fra il noir e il surreale (che evoca ricordi cinematografici, oltre che musicali), e la struttura ricercata della narrazione 🙂 bravo davvero.

  48. Grazie Giada,

    felicissimo che il racconto ti sia piaciuto e che tu gli abbia riconosciuto addirittura un “taglio” cinematografico! 🙂

  49. Fantastico Lorenzo, scrivi molto bene, il tuo brano ha catturato la mia attenzione da subito.
    Poi ad un certo punto, dato che è uno dei pezzi che preferisco, ho fatto partire “The Reaper” a buon volume… L’insieme merita davvero.

    Complimenti!

  50. Luigi!

    Sono tanto felice per le tue belle parole quanto per aver conosciuto un estimatore di The Reaper!

    Chissà, magari un giorno finiremo ad ascoltare la discografia dei Blue Oyster davanti a una birra! 🙂

    Grazie mille!!!

  51. Ciao Lorenzo! Ti ringrazio per il gentile quanto immeritato commento al mio racconto. Pensavo di dover ricambiare quasi forzatamente, dovendo cercare a fatica parole che magari sarebbero state false ma che perlomeno avrebbero ricalcato le tue considerazioni entusiaste. E invece no. Non dovrò fingere di essermi commosso per la bellezza della scrittura, per la capacità di tessere immagini così calzanti e perfette nella loro efficacia evocativa. Il tema è profondo, la musica aleggia tristemente su due anime raminghe che hai creato con tenerezza, immagino. C’è davvero di che rimanere basiti. Grazie per questi splendidi minuti di lettura, grazie davvero.

  52. Molto volentieri Lorenzo, sarà una birra molto lunga! 🙂

  53. Mamma mia, Lorenzo! Ma tu sei un vero scrittore! Confermo che hai una incredibile capacità di scegliere le parole, rendendo poetica una storia dall’atmosfera cupa di un racconto giallo o di certi film degli anni 50. Bravo!

  54. Grazie Marco e Annalisa!

    @Marco: sono contento che tu sia stato piacevolmente sorpreso dal racconto; inutile dire quanto piacere mi facciano le tue parole, visto che commenti sempre con cognizione di causa e professinoalità. Grazie!

    @Annalisa: Annalisa! Sei davvero troppo buona a darmi del “vero scrittore”, qualifica che non merito. Grazie per il commento, per il complimento e per aver apprezzato la scelta dei termini.

  55. Caro Lorenzo,
    non posso che accodarmi ai tanti complimenti che già ti sono stati rivolti. La tua è una scrittura poetica e ricercata, capace di evocare immagini e sentimenti dei personaggi. Il racconto inoltre rivela una conoscenza della musica impressionante, soprattutto per come l’hai descritta a parole! Stupendo!

  56. Lorenzo, poche parole: sei bravissimo!

  57. Grazie Nicole e Mirella!

    @Nicole: credo che pochi complimenti siano appaganti come il sentirsi dire che con le parole si riesce a descrivere la musica. Veramente grazie :-).

    @Mirella: provo a risponderti anche io con poche parole: troppo, troppo gentile!

  58. Lorenzo, trovo che tu sia molto bravo ad adeguare il tono del tuo raccontare al contenuto ed alla loro colonna sonora. La prima parte è densa di parole, quasi vorticosa, proprio come un assolo metal; la seconda parte si fa invece più rarefatta e malinconica, e diventa una ballad acustica.

  59. Riccardo,

    grazie per questo bellissimo commento.

    Mi fa molto piacere che tu abbia trovato una sintonia tra scrittura e “colonna sonora”.

  60. Un racconto, è il caso di dire, davvero ben ritmato ed evocativo. Complimenti!

  61. Grazie mille Daniela!

  62. Bello! Grande ritmo. Mi ricorda un racconto che ho sentito leggere un paio di mesi fa. Non per l’argomento, per lo stile: però questo mi piace di più. Non sarai mica lo stesso Lorenzo? In bocca al lupo.

  63. Errore, l’autore non si chiamava Lorenzo. E poi, ripeto, il tuo racconto è più compiuto e maturo, tutta un’altra cosa.

  64. Maurizio,

    come hai anticipato tu, nessuna lettura pubblica per questo racconto.

    Ti ringrazio per le gentili, apprezzatissime parole che mi hai riservato!

  65. Bel racconto, Lorenzo, scuro e sincopato! il confronto con le cose ultime declinato in ritmo musicale è estremamente efficace e coinvolgente. Concordo con chi ha scritto che il tuo stile è molto contemporaneo, proprio per ciò colgo un lievissimo inciampo alla lettura nella frequente anteposizione dell’aggettivo al sostantivo, se provi a invertire (come ho fatto io leggendo) noterai un effetto sintattico più duro e aderente alla tua intenzione stilistica. Almeno è così che la sento io. Comunque il racconto mi è davvero piaciuto molto. Bravo!

  66. Iaia,

    grazie mille per i complimenti e per il suggerimento di scrittura.

    La scelta di prediligere in certi passaggi del brano – soprattutto nei più statici – l’anteposizione dell’aggettivo in funzione descrittivo/soggettivante alla sua postposizione in chiave restrittivo/oggettivante deriva dalla volontà di favorire la – passami il termine – “percezione sensoriale” del lettore, con una sua conseguente, maggiore immedesimazione nell’atmosfera, nei toni cupi e nei suoni invadenti della stanza.

    Non avevo mai fatto caso ad un possibile rallentamento del ritmo e ti ringrazio per aver rilevato questo aspetto: seguirò immediatamente il tuo consiglio rileggendo il racconto “a termini invertiti”, per vedere di nascosto l’effetto che fa (per dirla alla Jannacci ????????????).

    Grazie ancora.

  67. I punti interrogativi, ovviamente, volevano essere sorrisi (:-)).

    Misteri incompresi dei T9 degli smartphone!

  68. Complimenti per questo racconto di tinte forti, scelte estreme e buona musica.

  69. Grazie Alberto!

  70. Sono molto contanta per te Lorenzo, per questo tuo bellissimo racconto e anche perché sei stato un eccellente accompagnatore di questo viaggio!

  71. Grazie Lorenzo e congratulazioni anche a te, meritatissime. Sei stato prezioso e infaticabile nella lettura, sempre precisa attenta e acuta, ma queste cose te le ho già dette.
    Tra i mie, io avrei scelto le peonie, ma sono felice lo stesso; vorrà dire che degli altri due farò altro uso, sempre letterario ma in altro loco magari!
    A Lucca, allora e grazie a te e a tutti gli altri partecipanti per aver fatto scoprire a me, neofita, un mondo … sano e colorato!

  72. LO!
    REN!
    ZO!

    Silenzio…

    Applausi!!!

  73. Lorenzo! Etchiu ! SHHHHHHH! Etchiu! Shhhhhhh! Zitto! Comincia lo spettacolo….

  74. Appena visti i risultati e, d’istinto, sei il primo a cui voglio fare i complimenti! Io per ora vinco grazie ai commenti come il tuo, che mi hanno fatto un gran piacere! Ti seguirò nei post che riguarderanno la premiazione di ottobre! Di nuovo complimenti per una vittoria meritata!

  75. Lorenzo ero, ovviamente, certa di trovarti tra i vincitori. Lo eravamo tutti, credo. Hai scritto un piccolo capolavoro e poi lo hai appoggiato in disparte per occuparti di trovare almeno una pagliuzza d’ oro in ognuno dei nostri scritti…quando il tuo e’ un gigantesco lingotto…che dire..sono davvero felice di poterti conoscere. A Presto!!

  76. Complimenti Lorenzo: hai vinto con il più folle e più lirico dei tuoi racconti. Non poteva essere diversamente.

  77. Come prevedevo. Dei tuoi racconti questo era indubbiamente il migliore, e sono contenta di vedere che il tuo talento è stato riconosciuto. Congratulazioni vivissime 🙂

  78. Congratulazioni!

  79. Con un po’ di ritardo, cerco di ringraziarvi tutti, uno per uno.

    @Ivana: la stima è assolutamente condivisa e reciproca, sia perché ritengo cristallina ed indiscutibile la tua qualità di scrittrice, sia poiché affrontare questo viaggio al tuo fianco è stato davvero stimolante e piacevole. Attendo con ansia di leggerti (e commentarti) di nuovo! Ti auguro il meglio.

    @Paola: grazie per le apprezzatissime congratulazioni. Sinceramente non avrei voluto essere nei panni della giuria perché scegliere uno tra tre racconti del livello dei tuoi sarebbe significato in ogni caso far un torto agli altri. Detto questo, ci vediamo a Lucca per godere di questo “mondo sano e colorato”! 🙂

    @Marcella: a differenza tua non scelgo il “silenzio”, voglio gridare che la tua esclusione è sicuramente quella che mi ha arrecato più dispiacere e stupore. Ti reputo una scrittrice “formidabile” (per dirla con Paola) e da quello che leggo nei tuoi commenti sono convinto che tu sia anche una donna estremamente intelligente, sensibile e benevola. PRETENDO di vedere uno, anzi tre, dei tuoi capolavori in concorso nella prossima edizione altrimenti giuro che ti faccio causa :-): uomo avvisato mezzo salvato! Grazie per le magnifiche parole che hai speso per me in tutti questi mesi.

    @Laura: mi trovi pienamente d’accordo: lo spettacolo sta per cominciare! Per rimanere sul musicale, ci buttiamo – da buoni Toscani – sul Pierone nazionale (“Lo spettacolo”) o ripieghiamo sull’intramontabile Vasco (“Lo show”). Grazie dei complimenti, ti aspetto a Lucca!

    @Silvia: ti ringrazio tantissimo per l’immensa considerazione che hai di me. Permettimi, però, un piccolo appunto amichevole: tu non “vinci” per commenti come il mio, ma semplicemente perché il tuo racconto è OBIETTIVAMENTE MAGISTRALE. Continua a scrivere come un ossesso e deliziaci con altri tuoi lavori nella prossima edizione. In caso contrario, come ho promesso anche a Marcella, farò causa pure a te :-). Sono onorato che tu mi segua. Davvero grazie. In bocca al lupo!

    @Gloria: SEI LA NUMERO UNO! Non aggiungo altro… Quando ho letto per la prima volta il tuo commento a questo racconto per poco non svenivo dalla contentezza. Oggi, leggendo le tue congratulazioni, sono a rischio di mettermi a piangere come un bimbo. GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE INFINITE! Non vedo l’ora di conoscerti a Lucca: sarà un onore!

  80. Dame e cavalieri,
    esiste tra noi un uomo, uno scrittore, che ha vinto due volte.
    Meritatamente la sua storia è stata premiata, il suo scrivere affascinate ci ha stregato,
    siamo rimasti senza parole o con parole inadeguate davanti a cotanta bravura.
    Abbiamo visto la realtà o almeno un suo squarcio con i suoi occhi, ci siamo emozionati e abbiamo percepito una grandezza limpida e senza ombre.
    Lorenzo ha vinto due volte, la sua gentilezza, la sua straordinaria capacità di porsi in ascolto attento di tutto quello che è stato scritto, merita un premio ancora maggiore.
    Lorenzo si è inchinato davanti a tutti noi, ha trovato il bello nelle nostre storie, non si è limitato a leggere, ha cercato di capire quanto alle volte nemmeno l’autore stesso aveva capito.

    Grazie messer Lorenzo per averci ricordato che le cose belle iniziano e finiscono con un inchino.

  81. Ehi Lorenzo, ancora io!
    Il mio silenzio – momentaneo – era solo nei riguardi di Giada, che mi sembrava di aver troppo invaso.
    Che ti credevi?!
    Tutto bene? Dopo le strabilianti parole di Gianluca (per non parlare di Gloria e tutti gli altri) volevo solo appurare che non fossi svenuto…

    Ma, in realtà, il vero motivo è che, conoscendo la tua gentilezza e siccome mi sembrava che da te fosse il posto ideale, vorrei chiederti di ospitarmi perché ho a cuore un ringraziamento speciale per il dott.Brandi, i suoi collaboratori e la giuria.
    Non è piaggeria ma, davvero, è solo merito loro se esiste questa magnifica agorà virtuale piena di talenti umani e letterari, grazie al loro immenso sforzo e impegno.
    Una riconoscenza particolarmente sentita al dott.Brandi che ci ha letti, pubblicati, riletti nei commenti e approvati (quasi sempre).
    Un lavoro ciclopico che non mi spiego come possa sostenere, e genera in me enorme stupore e immensa stima.
    Tutto qui.
    GRAZIE.

  82. Eccomi!

    Intanto nuovamente grazie a tutti.

    @Simona: mi piace moltissimo il binomio “folle/lirico” che hai riconosciuto al racconto. Tantissime grazie! Quanto a te, mi rammarica moltissimo non saperti tra i vincitori: trattare un argomento spinoso come quello della pedofilia con la tua delicatezza è di una difficoltà mostruosa. Insomma, ancora tantissimi complimenti per il tuo grande talento. Spero di poterti leggere di nuovo.

    @Giada: grazie infinite. Le tue congratulazioni hanno una grande importanza per me, data la tua indubbia competenza, che hai ampiamente dimostrato con commenti inappuntabili per qualità e senso critico. Sono lusingato. Per quel che riguarda il tuo racconto, ho già scritto che, a mio parere, solo un mero cavillo regolamentare può averne ostacolato la selezione. Mi unisco agli altri nel dirti di non demordere. Grazie ancora.

    @Gianluca: Messer Gianluca! A te, che con cotanta nobiltà d’animo e cavalleria rischiari il mio imbrunire, rivolgo il più sommesso e riconoscente degli inchini, con la servile promessa che, vedendoti nelle lande lucchesi, esso sfocerà in un sentito abbraccio di amicizia e riconoscenza. Grazie infinite.

    @Marcella: manco a dirlo, appena ti ho risposto nello spazio dedicato al tuo racconto hanno pubblicato il tuo post! Senza dilungarmi, di nuovo scusa ed un forte abbraccio!

  83. Lorenzo…

    Ora sono terribilmente dispiaciuta, non immagini quanto, perché non c’era proprio nulla di cui scusarti.
    Ma figurati!
    Sono io casomai che ho capito male pensando che ti riferissi al mio: “Ora mi silenzio”, e non ho pensato all’altro commento… sob!
    Ovviamente scherzavo sul fatto che qui in Racconti non riesco proprio a tacere (ti assicuro che invece sono perfettamente in grado di farlo e anche spesso).
    Scusami tu e farò più attenzione, promesso!

    Può invece esserti utile sapere (e anche a Paola) che ho scoperto che si può tranquillamente rispondere ai commenti in sospeso perché poi va tutto automaticamente a posto in base al giorno e all’orario.
    Miracoli della comunicazione virtuale!

  84. Marcella,

    ti rispondo subito, seguendo il tuo graditissimo “consiglio virtuale” :-).

    Ma scherzi?

    Sei talmente gentile ed educata che non avevo dubbi si trattasse di un semplice, banalissimo misunderstanding!

    Non ci sono rimasto assolutamente male, figuriamoci; a maggior ragione considerando che, effettivamente, il mio commento era criptico!

    Grazie per la tua cortesia :-).

  85. Grazie Ombretta!

    Congratulazioni a te!

  86. Lorenzo, anche se in ritardo, complimenti per essere tra i vincitori! Sinceramente eri anche nella mia personale classifica! Il prossimo anno non potrai scrivere ma mi auguro tu spenda ancora del tempo per commentare. Buoni festeggiamenti a Lucca e mi auguro di leggerti ancora da qualche parte!

  87. Lidia,

    mi fa molto piacere di essere nella tua top 25.

    Commenterò sicuramente anche il prossimo anno, visto che questo clima rilassato e di rispetto reciproco è una specie di droga!

    Spero di leggere a breve una tua nuova storia.

    Grazie mille’

  88. Davvero complimenti! Bellissimo racconto. Atmosfera da fratelli Cohen.

  89. Antonella,

    grazie mille!

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