Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “Casa dolce casa” di Enrico Strappetti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

“Ciao amore.”

Mentre parla al cellulare, seduto sotto la pensilina del tram l’uomo è ansioso e affannato. Intorno a lui è pieno di gente. Una goccia di sudore comincia a scendergli in un rivolo dalla fronte al naso; un’altra gli cola dalla nuca al collo. Non si capisce mai come ci si debba vestire, e oggi è davvero umido… Pensa. Accavalla le gambe, poi le distende. Accende una sigaretta, tira qualche boccata e poi la butta in una piccola pozzanghera. Non riesce a star fermo.

“Sarò di rientro tra mezz’ora amore. Sempre che il tram si sbrighi ad arrivare”.

Accanto a lui c’è una vecchia impenetrabile, torva e immobile come fosse un monolite. Lo osserva con aria severa e sembra pensare: Cosa cavolo ti metti quella maglia che poi sudi imbecille? Non senti che caldo? Questo lo mette a disagio, e non regge il suo sguardo. Ma come farà a essere così calma!? Si chiede. Arriva il tram, che apre le fauci e sputa persone come avanzi di cibo indigesto e ne inghiotte altrettante. L’uomo, che è tra queste, si regge a una maniglia, mentre con l’altra mano tiene un vecchio Nokia incollato all’orecchio, uno di quelli preistorici, con il gioco del serpentello che gira a caccia di mele e finisce col mordersi la coda.

“Cosa mi hai fatto da mangiare amore? Ah la carbonara. Brava! Lo sai che ne vado pazzo.”

Il tram riparte lento, nella sua salita verso il capolinea, in mezzo al verde degli alberi, tra le cui fronde, i raggi di sole del tardo pomeriggio filtrano obliqui. Intanto, alla Stazione è sceso il grosso della truppa, e la pancia della fiera comincia a svuotarsi. Dai finestrini si vedono capannelli di barboni bere birra.

“Ecco. Siamo arrivati al capolinea, amore. Tra cinque minuti sono a casa. La bambina come sta? Ha fatto i compiti, a scuola tutto bene? Scusa non te l’ho chiesto… sai la stanchezza del lavoro, lo stress… ma lo sai che vi amo e che vi penso sempre. Lo sai che ho visto dei barboni bere birra prima? Si dal finestrino del tram. Per fortuna che io ho una bella casa e una bella famiglia che mi sta vicino, e non farò quella fine. Va bene amore. Adesso chiudo che sto aprendo il portone.”

“Mah scusi…Ragioniere dove va? Lei non abita più qui. Tutte le sere la stessa storia!” Gli inveisce contro una portiera grassa e minacciosa. Lo fissa severa, impugnando una scopa a guisa di randello, neanche fosse un ratto fastidioso da cacciare.

“Vada, vada via…altrimenti chiamo la polizia. E lasci in pace la Signora che non la vuole più.”

“Ma io veramente…” Abbozza appena l’uomo in un sussurro, e fa per uscire, richiudendosi lentamente il portone alle spalle, come si svegliasse improvvisamente da un sogno e afferrasse solo in quel momento la realtà. Si fruga nella tasca interna della giacca, e scova la chiave di un automobile, della sua automobile parcheggiata proprio lì di fronte, tutta scassata, fuori i cancelli del parco. Attraversa la strada, apre il portabagagli e afferra una birra; richiude il portellone, quindi apre la portiera e si mette a sedere. La stappa e comincia a bere, a calmarsi, e a venir inghiottito dalla notte.

Da una finestra del palazzo di fronte una tenda si chiude come un sipario, e una figura di donna scarna e scura viene risucchiata all’interno.

 

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9 commenti »

  1. Enrico,

    il tuo racconto descrive con maestria il disincanto della solitudine.

    E’ incredibile come tu sia riuscito a sintetizzare in poche righe e con figure retoriche tanto azzeccate uno stato d’animo così complesso.

    Complimenti.

  2. Sei bravo Enrico a scegliere le parole adatte ad evocare le immagini. Uno spezzato di vita, una delle tante vite di cui spesso neppure ci accorgiamo, raccontata davvero bene e che ti lascia, alla fine, un gusto un pò amaro in bocca. Complimenti.

  3. Carissimi Lorenzo e Gloria,

    Vi ringrazio molto per i vostri commenti e dei complimenti che mi avete fatto. Mi hanno reso molto felice!!!

  4. Enrico, ci hai fatto “sentire” lo stato d’animo del tuo personaggio senza descriverlo. E’ quello che riesce ad un racconto ben scritto. Bravo.

  5. Grazie dei complimenti Giuseppe! Si…in effetti il personaggio non viene descritto

  6. Bellissimo questo groviglio di sentimenti descritti magistralmente in una sorta di trance tra sogno e realtà.
    Molto bravo!

  7. Grazie infinite Gianluca!

  8. Caspita! Non mi aspettavo il finale, per lo meno non “quel” finale. E così l’attualità del racconto fa pensare ” e se fossi io?”. Non è poco 🙂

  9. Grazie Ugo! Sono contento che il mio racconto ti sia piaciuto… Il tema affrontato è molto serio, doloroso… ma rispecchia una realtà che al giorno d’oggi purtroppo, incontriamo di sovente.

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