Premio Racconti nella Rete 2017 “A’ Staciuni” di Salvatore Vitale
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017L’Estate, a’ staciuni, finalmente irrompeva, col suo caldissimo sole di Sicilia.
Di quei tempi, sempre con una delle tante “Seicento” Fiat, comprate rigorosamente di seconda mano da mio padre, andavamo al mare più vicino a Caltagirone, Manfria, vicina e abbastanza lontana da Gela, che, col suo petrolchimico, sbuffava, a tutta carica, fumo per tutta la Sicilia.
Il mare, per noi Calatini e muntagnisi, rimaneva, pur sempre un misterioso miraggio.
La nostra famiglia, a partire da mio papà, non aveva mai avuto un buon rapporto con l’acqua del mare: ci si buddàva appena, vicino alla battigia, perché u’ mari è tradimentùsu.
Qualche stagione più avanti, non andando di moda il litorale gelese, c’eravamo spostati verso il ragusano-
Scoglitti, Punta Secca, Caucana, Casuzze– ed, infine Punta Braccetto che diventò, per antonomasia, il luogo di villeggiatura marina dei Caltagironesi.
Fù lì che cominciai a migliorare la relazione col mare.
Riuscii a galleggiare e a dare delle bracciate, senza, però, raggiungere il traguardo dell’acqua alta che rimaneva, ancora, taboo.
Che bei ricordi quell’estati!
Si partiva da casa attrezzati, si fa per dire, di tutto punto: pane imbottito con le cotolette fritte, di carne, frutta, dolce,e, soprattutto, anguria, rosso scarlatto, u’ muluni, che veniva seppellito sotto la battigia, perché rimanesse, il più possibile, fresco.
Di solito andavamo insieme con zii e cugini, viaggiavamo in fila indiana, con le macchine, Prinz e Seicento, senonchè, di tanto in tanto, qualcuno si smarriva, perdeva la “bussola” ed erano guai!
A quell’epoca gli ” Scienziati” non avevano ancora inventato il Cellulare,, chè, sarebbe stato tutto più facile e non avremmo perso a rincorrerci e ad imprecare.
Ma, alla fine, dopo tanta attesa, c’era la “Giunta“, l’incontro, e tutti felici e contenti!
Ma la vera tragedia si consumava la sera, al rientro: come lavarsi e levare la salsedine marina, perché, in casa, non avevamo né acqua calda né doccia.
Bisognava industriarsi e spanniri l’acqua, riscaldata sul gas, sul corpo ancora zuppo di sabbia e di sale del mare.
Ecco cos’erano i giorni di Staciuni trascorsi lontano dalla nebbiosa e grigia, d’inverno, Caltagirone.
Ciao, Salvatore, leggendo il tuo racconto ho pensato all’attimo salino d’un ricordo che liberà la mente, che sa convergere il passato nel presente e nello stesso tempo immaginando il futuro.
Ciao, Liliana, sono contento del tuo commento. Probabilmente anche tu ti rivedi in questo piccolo racconto. Essendo siciliano, mi è sembrato
naturale inserire parole dialettali, per dare colore e sapore. Grazie per le tue parole in cui anch’io mi riconosco. Ciao
Un racconto carico di ricordi espressi attraverso le meravigliose parole di una “lingua” vicina al cuore e all’ infanzia.
breve ma denso di sentimenti primordiali che nascono da bambini e che legano i suoi delle espressioni dialettali all’ anima,
riproducendone anche dopo anni sapori , sensazioni e una velata nostalgia. Bravo!
Grazie Gianluca. Mi lusinga il tuo commento. Probabilmente hai ragione quando dici che c’è, nel racconto, una certa nostalgia. In fondo non è una cosa detestabile.
Il mio intento era quello di rileggerla con gli occhi dell’oggi e dell’ironia. Grazie ciao
Salvatore,
non sono nè un nativo, nè un abitante della tua stupenda terra, ciononostante queste righe così ben congegnate hanno suscitato in me bellissimi ricordi di tempi andati.
Ho parenti del sud e ti assicuro che, da bambino, il “rito” della stagione era veramente molto simile a quello che hai descritto, condito dai profumi, i sapori ed il calore (atmosferico e non :-)) che solo le meravigliose terre del Mezzogiorno possono donare.
Giustissimo il tuo ultimo commento: le pagine odorano di una “nostalgia positiva”, riletta dopo anni da chi rielabora un ricordo di vita con gli occhi dell’esperienza e dell’ironia.
Complimenti.
Ciao Salvatore. Anch’io ritrovo nel Tuo racconto la particolarità del rapporto con il mare dei Siciliani di montagna
Caro Lorenzo Garzarelli, sono lusingato del tuo commento alla “Staciùni”. Hai colto nel segno. Questo mio “pezzo” vuole descrivere e raccontare una “stagione” della
vita trascorsa, ma di cui non c’è rimpianto. Ciao
Molto bello, sia per l’uso del dialetto sia per le immagini. Complimenti !
Ho sentito forte il profumo di anni lontani, i ricordi sono carburante per le parole più belle. Ciao!
Grazie Lavinia per le tue lusinghiere e simpatiche parole a commento del mio racconto. Ciao
Ciao Salvatore, complimenti per il tuo racconto! Sei riuscito, con parole semplici ed evocative, a farmi rivivere i giorni di un’infanzia ormai lontana…