Premio Racconti nella Rete 2017 “Punto e a capo” di Maria Antonietta Ferro
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017L’aveva perso già da un po’ di tempo ma continuava a cercarlo con la determinazione e la tenacia che la contraddistinguevano da sempre. Non si arrendeva mai di fronte a nulla. Tutti le dicevano che era forte, che ammiravano molto il suo modo di affrontare le cose, il suo senso dell’umorismo, la sua capacità di vedere il lato positivo in ogni situazione, anche la peggiore.
Lei sapeva che questa era la sua corazza, il suo giubbotto di salvataggio, ma che in fondo anche lei aveva le sue debolezze, i suoi smarrimenti, come tutti. E questa perdita la sconcertava. Non si rassegnava a non trovare più quello che era stato una parte di sé e che l’aveva resa orgogliosa per anni.
Continuava a cercarlo ogni giorno nel riflesso dello specchio e delle vetrine, nella sala attrezzi della palestra dove andava di malavoglia, nel salone di estetica dove invece si trovava molto bene perché, almeno lì, qualcuno si prendeva cura di lei. Non lo cercava nei cassetti del comò o negli angoli più nascosti dell’armadio; non poteva essere lì. Di certo lo aveva perso per strada, per quella strada che aveva percorso quasi sempre di corsa. L’aveva perso senza accorgersene e non sapeva se l’avrebbe ritrovato, anche se era quasi sicura di no. Provava a consolarsi pensando che forse non era la sola a soffrire per questa perdita, che chissà a quante altre era capitato. Ma poco le importava delle altre, anche se si chiedeva come reagivano, le altre, a quello che per lei era proprio un lutto difficile da elaborare.
Più il tempo passava, più si convinceva che sarebbe stato oltremodo improbabile riavere quello che non aveva più. E più cercava di non pensarci, più la sua mente finiva sempre lì, senza scampo.
La mattina del suo compleanno le successe una cosa che non le capitava da molto: si svegliò contenta. Si passò una mano sul viso, si disse: “Pazienza se ho perso il punto-vita” e sorrise all’idea di averne fatto per così tanto tempo il punto della sua vita.
Ben scritto nel trattare un piccolo-grande argomento. Lasciare l’incognita alla fine permette di focalizzare l’importanza su un punto che qualcuno potrebbe giudicare secondario. Brava
Mi piace l’idea di punto nella traiettoria esistenziale..il punto è un segno dei nostri riflessi, lì dove gli specchi si appannano e poi cominciano a liberare l’anima delle cose, della luce e delle nostre ombre.
Ma che brava! Divertente e sorprendente questa lente ironica su un piccolo grande problema che a molti avvelena… la vita 🙂 E c’è una morale credo: accettarsi fa crescere. Grazie!
Grazie Ugo, Liliana e Lavinia per i vostri commenti. Quella con il punto-vita è una battaglia persa. Ma tant’è. L’importante è vincere la guerra 🙂
Cara Maria Antonietta il tuo racconto é molto bello, colpisce per la sua immancabile ironia e sono sicura che dietro quel punto vita si nasconda qualcosa in più del classico sicuramente ricorrente problema delle donne! Lucia