Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2010 “Un prato di pane” (sezione racconti per bambini) di Lina Maria Ugolini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010

A tutti i bambini di questo Mondo di fame.

Chi scrive.

In un luogo triste del Mondo, lontano e vicino, il sole tardava a far spuntare il mattino. Il cielo non era ancora azzurrino ma tutto rosato poiché la dolce luce dell’aurora lo rendeva incantato. L’aurora, pennello gentile, in quel giorno ancora da fare, aspettava che la Fata Erbina, fornaia dell’ erba farina, facesse la magia del suo pane.

Questa Erbina curava da sempre un prato fatato, un prato volante che all’occasione atterrava dove c’era fame e disperazione. La fame vera, la fame nera che morte sicura promette a chi niente mette mai sotto i denti tremanti di stenti. Fame crudele che a grandi e piccini nulla porta, perché nulla possiede, nulla cucina.

Ma la Fata Erbina per fortuna può cogliere dal prato la rugiada della notte e far lievitare con quella delle segrete pagnotte…

Eccola Erbina… le sue mani toccano l’erba farina, intanto che inventa una canzoncina:

Raggio rosa dell’aurora

pensa al prato mio di pane:

un prato nuovo e fragrante

un prato caldo e croccante

un pasto e un sogno di bontà.

Pensa tu al prato di pane

luce dolce dell’aurora lieve:

un prato nuovo e fragrante

un prato caldo e croccante

un pasto e un dono di bontà.

Canta all’erba dunque la Fata Erbina. Canta e intanto pensa al fenicottero africano, al bambino nudo che piange invano. Pensa alla scimmia di Calcutta, alle strade indiane dove passano grasse mucche ignare della fame. Pensa alla panchina della Città brillante dove afflitto langue il mendicante. Pensa la Fata come li può aiutare, a come un buon pane può preparare. Lei pensa ed alta voce poi dice:

– Io sono Erbina… fornaia dell’erba farina, i miei anni sono quelli della speranza, la speranza è verde come il mio prato d’abbondanza. Scendo dal cielo con una pioggia di sesamo, una pioggerella fine fine che picchetta ridarella. Pioggerella pioggerella… accompagna la magia che ti è sorella… Uno… due… tre… Uno… due… tre… La rugiada mattutina gioverà all’impasto di Erbina. Uno… due… tre… tre gocce… tre … tre lacrime dalla notte abbandonate… tre fiducie addormentate… Che faccio? Lo so bene! Ecco… metto tutto qui sotto il grembiule, al sicuro… vicino all’ombellico: il buio sarà un buon amico… Uno… due… tre… tre gocce di rugiada tre pagnotte pargolette, nella pancia della mamma strette… strette. Lievitate pupe di pane… lievitate… non disperate… Io intanto aspetto il mattino. Chiudo appena gli occhi per un riposino.

 

Un pochino ora si appisola Erbina la Fata. Si appisola in quel luogo triste del Mondo lontano e vicino, intanto che poco più in là da dove lei sta (cioè sul prato dal cielo arrivato) ecco che si trova Languorino mascherato. Questo tipetto è un gran sognatore ed è il protettore di due bambini affamati. Sognare gli serve per sopravvivere con l’arma della fantasia. La maschera è necessaria a superare i disagi con allegria. Guai se questa non ci fosse! I bambini fratelli che tiene chiusi nei sacchi, potrebbero scoprire che di fame si può morire. Ma attenzione… i sacchi non son certo punizioni, sono dei rifugi belli e buoni.

Langurino è un tipo divertente, parla in modo strano, malamente. Sovente sbaglia la grammatica ma lo fa appositamente per fare ridere Annì e Mariò, per fargli fare un sacco di risate dato che nei sacchi loro stanno e non hanno nulla da inghiottire, hanno invece tanto da soffrire. No… Non ci devono pensare… i bambini devono sempre giocare.

Anche Languorino sta in un sacchettino che lo veste, un sacchettino che sullo stomaco è bucato dato che anche lui da giorni non ha mangiato. Sentiamo… sentiamo cosa dice Languorino al suo pancino:

– Frittelle e frattaglie… triglie… tre teglie… Lo spezzatino… un pezzettino…

Ma guarda… guarda…: Languorino morde l’aria!

Dice ancora:

– Noci… non ci provare martelletto nel camino io ti metto! Le rompo io le noci con il calcagno di Calcagnotto… Le rompetti le uova… nel paniere… uova sodereccie… S’odè… odè… la pancia che rodè…

Languorino a forza di cibarsi durante il suo sognare, si sveglia veramente! Reazione naturale essendo il pasto immaginato… Cosa farà adesso il povero affamato? Troverà qualcosa usando la fantasia, dato che la maschera (come sappiamo) gli giova all’allegria. È proprio buffo nel parlare come adesso si appresta a fare:

– Capicollo a Capocollo scapicollando… capicollò! Ohibò è buon mattino! Premettuto che premessi col mio nome mi nomassi, con la fame poi crescessi senza avuti mai concessi bocconi da ghiottoni, premato fui premiato: Languorino ebbi chiamato!

Annì e Mariò, poveri e magretti, dentro ai sacchi ridono come matti. «Languorino è proprio buffo…» pensano i fratellini ai quali scappa uno sbuffo.

Replica Langurino nel vederli sussultare:

– I sacchi si stanno facianno un sacco di risate! Bisognerette sempre ridere… per non piangere… Questo buco che ho nello stomaco, questo languorino sa bene che vuol dire non mangiare mai un pochino!

– Languorino quando parli così… – dice Annì affacciandosi dal sacco.

– Quando dici queste cose così strane… – aggiunge Mariò le nostre bocche si aprono come quelle delle rane!

 

AH! CRA! AH! AH! CRA! AH! AH! AH!

 

Questo Languorino è proprio un mattacchione! Senza aver nulla sotto i denti si comporta da ghiottone. Sapete adesso cosa sta per inventare? Delle pietre bianche ai bambini vuol fare assaggiare. Non si tratta di magia… È ancora un gioco di fantasia.

Parla così il gran burlone:

– Bambini… voi voletirebbe mangiare?

– Noi voletiremmo… – risponde Annì sperando.

– Noi voletiremmo… – ripete Mariò sospirando.

– Voletirebbe? Benone! Guardate bambini… Adesso cerco nel mio saccone e vi faccio un gran cenone!

Fruga Languorino dentro il buco del suo pancino…

– Ecco… ho trovato: pietre da stufato! E poi ancora… creme dolci e salate… pietre nel burro saltate! Panne montate… morbidi canditi appena farciti. Teneri filetti… pietre da manicaretti!

– Grazie Languorino! – Apre la bocca Annì per un morsettino.

– Languirono tu sai sempre cosa preparare! – La sua pietra Mariò vorrebbe masticare. Crede il piccolino di mangiare ma quella è dura e non si può ingoiare.

– Io non voglio più giocare! – decide Annì con fermezza. Intanto la pancina si rode di tristezza…

 

In quel luogo triste del Mondo, lontano e vicino picchiano le pietre i bambini che non hanno da mangiare. Dal prato la Fata Erbina li sente protestare:

– Che succede laggiù? Chi batte così forte da riempir di botte la Terra?

Risponde Languorino:

– Sono i piccoli Annì e Mariò che non mangiano da un po’…

E tu chi sei? ­– domanda la fatina.

– Sono il loro protettore. Come vedi ho una maschera da vero attore. Devo farli sentire felici perchè sono i miei più cari amici. Il mio nome è Languorino… Tu invece come ti chiami? E cosa fai qui, in questo disperato mattino?

Risponde serena la Fata:

– Mi chiamo Erbina, sono la fornaia dell’erba farina. Nell’erba farina io posso seminare il pane e aspettare che il sole lo possa cucinare. Guardate tutti… qui dentro il mio grembiule tengo a lievitare tre pagnotte. Sono pronte per essere fatte ghiotte dall’erba mia incantata. Uno… due… tre… adesso le metto dove piace a me! Così… tra l’erba alta. Voi dovete sapere che io sono una fata e con il mio prato volando arrivo dove c’è chi sta piangendo. Arrivo per salvare chi non ha nulla da mangiare come voi. Presto Languorino, bambini venite dove sono. Il mio pane tra poco sarà un ricco dono.

– Evviva! – Salta di gioia Languorino e nei loro sacchettini saltano euforici pure i due bambini. Cominciano così verso Erbina a camminare. Vorrebbero subito arrivare nel suo prato ma qualcosa di terribile non li lascia passare… All’improvviso davanti al loro viso è apparsa una gigante Pietra Nera. È la Pietra Strega della Fame che non vuol permettere ad Erbina la magia dell’erba farina! È una Pietra terribile che possiede di zanne una bocca pronta ad inghiottire chi la tocca!

Cosa fare? Come possono raggiungere salvi il prato prima che sia mattino Annì, Mariò e Languorino? La strada dove c’è la Strega è asfaltata di pianto. La fame è una catena, la fame è un fiume in piena. La fame è oscura, la fame è infinita, la fame è tutta in quella Pietra Nera: è la morte… dura e vera!

La buona Erbina si mette con l’arguzia a ragionare. Suggerisce a Languorino un gioco che li potrà salvare.

– Venite amici… non lasciatevi scoraggiare. Vi confesso un segreto: quella Strega che conosco bene, non ha orecchie per sentire. La Pietra Nera può essere vinta dalle vostre Pietre Bianche poste come un TRIS a schiera!

Capisce al volo Languorino quello che Erbina suggerisce. Con le pietre che ha usato per pensare di mangiare, inventa un percorso per camminare. Esorta quindi i bambini:

– Dammi la mano Annì, e anche tu Mariò…

– Ho paura Languorino – dice tremando il bambino.

– La Pietra Nera è bruttissima ! – piange Annì disperatissima.

– State tranquilli fratellini. Adesso con un saltino scalza la Stregaccia Languorino!

Altro che saltino! Languorino ha fatto un saltone! Le sue pietre bianche messe in fila sono palle lanciate da un cannone. Palle che scalzano con lesta acrobazia la Stregaccia Nera da quella via.

 

In quel luogo triste del Mondo, lontano e vicino giungono sul prato Annì, Mariò e Languorino. Saltano contenti come tre cavallette, ziette di tre cavalline e cugine di un cavallone! A parte gli scherzi… sono veramente felici.

Non hanno neppure il tempo di salutare Erbina che un raggio di sole fa chiara la mattina. Un raggio di sole caldo di pace. Un raggio di sole che è tiepida brace.

Ecco spuntare dall’erba il pane! Quanto ce ne! E che odorino!

Parla Erbina la Fata:

– Questo prato… questo prato è vostro Languorino!

Commenta il mascherato l’annuncio appena dato:

– Avete sentuto bambini? Il prato è nostro! Pancia mia bucata… non sarai mai più affamata! Pane per i nostri denti! Non vivremo più di stenti! Pane! Pane! Pane e risate! Appena sfornate! Ridete bambini… ridete al prato piccini… ridete al prato buono… ridete come un tuono! Ridete… che ride anche il buco di Languorino, il buco dello stomaco bucato…

 

AH! AH! AH! AH! AH! AH!

 

– Il buco ride… Sapete cosa dice bambini miei? Dice che non ne può più di fare il buco… dice che vuole cambiare vita… vuole l’avventura … vuole fare il bucaniere!

AH! AH! AH! AH! AH! AH!

Questa è proprio buona! Languorino mascherato vuole essere pirata? Niente male come ultima trovata… La maschera basta trasformare in una benda monoculare!

 

In quel luogo non più triste del Mondo, lontano e vicino, la fame svanisce grazie a Languorino. Il verde prato di pane si è fatto dorato, un sogno impossibile si è dunque avverato. Mariò ed Annì mai più soffriranno ma viaggeranno nel mare del cielo con Erbina per seminare con lei l’erba farina. Le aurore del Mondo afflitto sono ancora tante e di un prato di pane c’è sempre bisogno. Bisogna poi sempre scacciare la malinconia con la festa generosa della fantasia.

Canta adesso la Fata con i bimbi in girotondo, canta con Languorino intorno al Mondo:

 

Erbina

 

Vai prato… prendi il vento e spera!

Prendi il giorno, prendi la sera

prendi un sacco per il cielo

prendi il mare in uno stelo

prendi una ciurma volenterosa

e una polena laboriosa.

Languorino

 

Prendi il cielo… prendi il mare

prendi il fumo del focolare

predi l’odor della farina.

Prendi prato ogni mattina

la tua Erbina benedetta

e una mollica di gioia perfetta.

 

 

 

Erbina

 

Vai prato… prendi il vento e spera!

Prendi il giorno, prendi la sera

prendi Languorino capitano

prendi i bambini per la mano…

Erbina fornaia benedetta

e una mollica di gioia perfetta.

Piano lontano…

… e una mollica di gioia perfetta

solo una… per il Mondo.

 


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