Premio Racconti nella Rete 2017 “Balloon” di Gloria Fontanive
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017TIN…TIN…TIN…
La lentezza delle goccioline che cadevano dentro al bicchiere di cristallo contrastava con la smania di Emma Fregola. Dopo aver accelerato la sua conta con un “ diciot.. dicianno..vent “, la bella signora portò il capo all’ indietro e …FRUSH… distribuendo la folta chioma rossa sulle spalle ossute, GLUB…ingoiò l’ ansiolitico. Era in forte ritardo per il consueto appuntamento con il Dr. Farfuglia, il suo analista. “ HASH “ , pensava a voce alta mentre si infilava un paio di sling backs tacco dieci marchiate Chanel, “ proprio oggi che inizia la terapia di gruppo! “. Il Dr. Farfuglia era inflessibile …UFF… non regalava proroghe ed ogni minuto di ritardo sulla sveglia che teneva sulla scrivania…TIC TAC…TIC TAC…era tempo sottratto ai suoi bisogni…SIC. E lei di parlare aveva necessità. Si, ma non di un BLA BLA BLA fine a se stesso, intendiamoci. Emma aveva urgenza di essere compresa realmente per mettere fine a quegli imbarazzanti parossismi isterici.
SLAM. DRUM. TRIK-TRAK.
La porta fu chiusa in un lampo ed i capelli di Miss Fregola, lanciata a scendere le scale…FFIUMM…la facevano sembrare una fiamma incandescente. E, si sa, dove c’è una fiamma, c’è sempre una combustione in atto.
TIC TIC TIC…TIC TIC TIC…TIC TIC TIC…
L’ incedere dei tacchi di Emma avanzava nella via, fino a lasciare posto ad un sonoro ed isterico FIUUUUU. Le gomme del taxi giallo stridettero in un fragoroso GNEEC ed un signore brizzolato e svelto fece accomodare quel vulcano di donna sul sedile posteriore. SLAM. Poi, WROOM e, poi, ancora, WRAM: dritti verso la meta. Ma, proprio a metà del percorso…HASH…la signora si accorse di aver scordato il cellulare a casa…GRR…pazienza…non c’era tempo per tornare indietro e bastò uno schiocco di dita…PAT PAT…per fare premere sull’ acceleratore lo svelto.
PANT…PANT…PANT…
In quegli stessi istanti, un ragazzone riccioluto e pallido correva a ZIG-ZAG sul ciglio della strada: in una tasca il cellulare e, nell’ altra, l’ ultimo numero di Dylan Dog. Non si capì con chiarezza se fu a causa di quella corsa sgangherata oppure di una svista del taxista, forse esasperato dai discorsi fonosillabici della rossa, fatto sta che…PACK…l’ automobile prese il ragazzo di striscio facendolo cadere. AUCK…e…PATA-CRASH, il cellulare nella tasca si ruppe. SCKREEECH…il taxi frenò bruscamente. YAUK…Emma tirò la maniglia per scendere in fretta ed accertarsi che il giovane stesse bene ma, non fece in tempo ad appoggiare sull’ asfalto la punta della Chanel, che…ROOM…ROAAR…l’ autista sfrecciò via suonando il clacson per farsi largo…BEEP…BEEP.
“ HEI “, fu il commento della donna, accompagnato da uno “ TSK “. Intanto, le gambe sinuose di quella meraviglia avanzavano in una danza nevrotica di TIC TIC…TOC…TIC TIC…TOC…fino a giungergli accanto: TOC.
KRA-KOOM
Fu un colpo di fulmine. Il ragazzo non seppe trattenere uno: “ WOW “ e, con un inaspettato gesto atletico…ZOMP…si rimise in piedi. Ma…CIAK…OPS…sentì di aver schiacciato qualcosa di soffice e molliccio…HASH. Sul viso della donna si disegnò una specie di “ BLEEEE “ ma fu, subito, accompagnata da un isterico e civettuolo “ HI HI HI “, tanto che il giovane pensò che, tutto sommato, era stato fortunato.
DLEN…DLEN…DLEN…DLEN…DLEN…
Lo scocco delle campane, che battevano le cinque di pomeriggio, riportò quei due alla realtà o, perlomeno, a qualcosa che le somigliasse. “ GULP! “ disse la donna. “ GARAGULP! “ RIibattè L’ uomo.Entrambi sapevano di essere, irrimediabilmente, in ritardo ai rispettivi appuntamenti. “ EMM “, disse improvvisamente lei, stupendo se stessa, “ ti andrebbe di…GLU GLU…andare a bere qualcosa per alleggerire questa giornata ? “. Il riccioluto finse di pensarci su e, atteggiandosi come un galletto , chiuse la punta del mento tra pollice ed indice…MUMBLE MUMBLE…poi, sorridendo, offrì la propria apertura alare alla bella rossa e, insieme, saltellarono verso il vicino pub…ZUMP….ZUMP…ZUMP.
BLA BLA BLA…BLA BLA BLA…
E’ inspiegabile il feeling che nasce tra alcune persone. Eppure…PATAPUM…accade! PFOP…come una pallina che ti piomba, all’ improvviso, sul naso. PII BOM…come un petardo che scoppia. E…POP…ti ritrovi a stappare una bottiglia dopo l’ altra con uno sconosciuto o una sconosciuta al quale o alla quale ti dimentichi di chiedere persino il nome…eppure…ZASH…ti ha appena afferrato l’ anima.
Ed è quello che accadde tra la rossa signora ed il riccioluto giovanotto, i quali si salutarono per sempre quella sera senza neppure chiedersi chi fossero realmente…SIGH…e fu un po’ come un qualcosa spezzato a metà…STAK.
TIC…TAC…TIC…TAC…TICCHETE TAC…
Miss Fregola infilò le scarpe con i tacchi a stiletto. Voleva sentirsi stabile per correre all’ appuntamento con il Dr. Farfuglia senza tentennamenti ne nuovi ritardi: questa volta non se lo poteva permettere. Aveva troppi BLA BLA BLA nella testa da condividere con il gruppo, troppi GRR da sfogare e troppe AH da esorcizzare.
Le sedie erano già state predisposte a semicerchio nella stanza. Alcuni pazienti si erano già assestati, mentre altri dovevano ancora arrivare. Per i successivi dieci minuti fu un continuo TOC TOC – SLAM-PACK-KLACK, fino a quando non entrò l’ analista che fece un CLAP con le mani ed, improvvisamente, un SHHH calò nella stanza. Il Dr. Farfuglia salutò i presenti con un timido sorriso di circostanza e chiese loro di presentarsi agli altri. Ognuno pronunciò il proprio nome descrivendo la personale patologia. Il primo fu un certo Carlo, affetto da ludopatia, che raccontò, tra un SOB e l’ altro, di aver perso tutto per colpa del suo vizio e che per tenere in piedi la famiglia aveva dovuto vendere persino le sedie. Ci fu anche chi sostenne di trovarsi lì perché, pare, glielo avesse chiesto un parente…HAHAHA…ma era certo di non averne bisogno…HEHEHE…; chi raccontava, poi, con un rigolo di saliva che scendeva ai lati della bocca, di non riuscire a smettere di pensare al cibo ed intercalava le frasi con con un GNAM GNAM e qualche SLURP ogni tanto.
Quando fu il suo turno, Emma parlò della propria ansia, dei parossismi che ne seguivano e di quella teatralità che accompagnava ogni suo gesto, rendendola più simile ad un personaggio che ad una vera donna. Il monologo si fece sempre più concitato e la voce stridula della donna salì gracchiando in un crescendo che la portò a singhiozzare nervosamente…HIP HIP HIP…HIP HIP HIP…
GULP!
Fu uno SNOK sulla porta a rompere l’ imbarazzo. YAUK…la maniglia si abbassò e…DAN…sulla soglia comparve il giovane riccioluto.
SHOCK! TIC TAC…TIC TAC…TIC TAC…il cuore di Emma rischiò di esplodere per l’ emozione e…BRR…brividi freddi le percorsero la schiena.
“ Buongiorno Dylan “- bofonchiò il Dr. Farfuglia. Il ragazzo salutò tutti con un gesto del capo, ma senza focalizzare nessuno in particolare e si andò a sedere sull’ unica sedia rimasta libera…PONF. “ Raccontaci qualcosa di te “- lo esortò nuovamente Farfuglia costringendolo a rialzarsi di scatto, lasciandosi alle spalle il rumore sordo di qualcosa che cade…TUMP. Dylan si voltò e, indicando il giornalino a fumetti che si trovava, ora, a terra iniziò un SIGH SIGH ininterrotto. Era un fumettore accanito, un lettore compulsivo di fumetti. Non riusciva a smettere…HASH…leggeva fumetti in ogni momento della giornata, spesso anche la notte, tra uno ZZZ ed un RONF RONF. Li leggeva ovunque e con chiunque si trovasse. Non riusciva più a distinguere il falso dal vero. Raccontò, poi, non senza far trapelare emozione, di avere conosciuto una donna meravigliosa, dai lineamenti fieri e stilizzati ed un corpo sinuoso, una donna senza età e senza nome, ma aggiunse, infine, di non essere certo della sua reale esistenza tanto gli era parsa perfetta. Concluse con un SOB e abbassò il capo.
Fu a quel punto che…DAM…la mano affusolata di Emma si materializzò nella propria e…GULP…GARAGULP…dopo un’ iniziale sorpresa…VAMP… le gote di Dylan presero fuoco. Furono fuochi e furono scintille. Dylan sollevò con estrema grazia la mano di lei per avvicinarla a sé e le chiese quale fosse il suo nome. “ EMMA “ – rispose la donna – – “ Un nome squisitamente onomatopeico!” – ribadì lui con fare compiaciuto -. Un forte SMACK echeggiò nella stanza e tutti i presenti reagirono con un incontenibile CLAP CLAP CLAP.
Voglio essere la prima:ROY LICHTENSTEIN , ed ho detto tutto! ROAR, SMASH, I LOVE YOU.Adoro!!! BRAVISSSSSS! ..Ma!
Grazie Laura! Ma magari questo modesto ” SMACK ” potesse essere paragonato al bacio di Liechtenstein:))
WOW ! che dire di più, originale e molto bello, stile unico. doppio WOW!
HEI…grazie, davvero.
complimenti! originale e scritto bene!
Grazie. E grazie per averlo letto.
Racconto molto onomatopeico e divertente proprio per l’utilizzo di cotale figura retorica. Brava!
Caro GIAN LUCA GUILLAME mi era sfuggito il tuo gentile commento. Grazie per aver letto il racconto.
Originalissimo e molto ben scritto. Brava davvero Gloria
Grazie davvero Ottavio 😀
Divertentissimo e scritto molto bene!
In risposta a Maria LR Beretta: Grazie!
Originale? Già detto… Divertente? Appurato anche con superlativi… Brava? Anche qui non dico nulla di nuovo… Beh, diciamo che i nomi dei personaggi sono troppo azzeccati, che lo scorrere del racconto ti prende e ti trascina in un vortice di capelli rossi, bisbigli e esplosioni. Delicatissimo il passaggio in cui Dylan racconta al gruppo l’apparizione di Emma. Ti ringrazio per avermi fatto divertire.
Grazie Roberto, l’ idea mi è venuta sistemando la stanza di mio figlio e ” curiosando ” tra i suoi fumetti ” Manga ” , un mondo a me sconosciuto e, temo, difficile da comprendere. Ma le passioni sono passioni. D’ altra parte, se siamo qui, significa che lettori ( compulsivi? ) li siamo anche noi. Per quanto mi riguarda io sto leggendo a zig zag i racconti di quest’ anno ( alcuni sono favolosi )…e tra poco arriverò anche al tuo.Grazie!
Bello!
Nell’immaginazione del racconto sembra quasi sentirli davvero tutti quei suoni.
Brava Gloria.
Grazie Rosario per averlo letto e per il gentile commento 😀
Originale e coraggioso, poteva funzionare solo se scritto molto bene. E infatti 😉
Grazie Lavinia per averlo letto. E’ venuto di getto, senza troppo pensarci…per cui direi incosciente piu che coraggioso! 😀
Gloria,
posso solo farti tantissimi complimenti.
Già lo scorso anno avevo apprezzato la tua inventiva e la tua prosa ne “l’uovo arcobaleno” ed adesso non posso che confermarti le ottime impressioni che mi avevi fatto.
Anzi, ti dirò, “Baloon” lo preferisco.
Sarà perché è particolarissimo, scritto con una penna scorrevole e mai scontata e caratterizzato da una storia incalzante, ma mi piace da morire.
E poi, il sapiente uso delle onomatopee (mai pesante, cosa non semplice da fare) lo rende veramente una piccola perla.
Bravissima.
Domani leggerò anche l’altro tuo racconto: sono davvero curioso 🙂
Lorenzo, che piacere ritrovarti qui!! Grazie di cuore per le belle parole e per il tuo entusiasmo contagioso! Leggo ora il titolo del tuo racconto: ” Ichtu’ “…e come faccio a non esserne incuriosita? A presto 😀
Grandioso! Complimenti per il ritmo, sembra scandito da un metronomo!!! Non mi è sembrato di leggere un racconto ma di essere dentro un fumetto.
Questo è uno di quei racconti che PATAPUM, ti entrano in testa e non ti si scollano più!
In effetti, Vincenzo, il ritmo, la sequenza ed il suono sono le cose che ho curato di più nel racconto, per avvucinarlo il piu possibile ad un fumetto.Grazie!! 😀
Gloria, queste continue “incursioni” fumettistiche nel testo rendono la lettura particolarmente piacevole e leggera. Si ha l’impressione di vedere le scene che descrivi.
Davvero originale, complimenti!
Grazie Leone. Grazie per averlo letto, innanzitutto, ma grazie anche per il commento generoso. 🙂
Mi hai fatto sorridere tutto il tempo della lettura: bravissima!
Clap,clap, clap.
Mariangela
Grazie Mariangela…VAMP….mi hai fatta arrossire 🙂
Leggendo il tuo racconto ho pensato ad Aldo Palazzeschi ed alle sue onomatopee. Ma il tuo modo di scrivere è molto attuale,
moderno, divertente ed , al tempo stesso, realistico, anche perché l’amore vero, imperscrutabile, alla fine della fiera, trionfa.
Bravissima e complimenti. Ciao
Grazie Salvatore! Questo richiamo al Maestro Palazzeschi mi intimidisce ed inorgoglisce al tempo stesso.Grazie per averlo letto. Ciao 🙂
Che bella intuizione!
La frenesia schizzata dei protagonisti ( e dei nostri tempi ) è resa alla perfezione. Complimenti!
Grazie Ugo. Confido che l’ amore riesca a placarla questa ” frenesia schizzata” ;D
Il mio è un no comment ma in senso buono, anzi ottimo, se si può dire… non sono in grado di aggiungere nulla ai meritatissimi complimenti e sicuramente nessuna mia parola potrebbe rendere la piacevole sensazione che si prova leggendo il tuo racconto. Per cui il mio è un consiglio a chi ama la buona scrittura e non lo ha ancora letto: DA LEGGERE! Bravissima!
In risposta a MARCELLA CASSISI.
Grazie di cuore, cara Marcella per averlo letto. Grazie per il tuo bel commento. Grazie per aver definito quello che hai letto ” buona scrittura “. Si, perché il rischio di sentirmi dire altro da questo c’ era, c’è e me lo sono preso e me lo prendo :). Pensare che, soltanto un anno fa, proprio qui sopra, io stessa ho bacchettato qualcuno perché non aveva messo nel suo racconto ( molto bello, tra l’ altro ) le virgole seguendo i canoni della Crusca..bé…questa persona, con garbo, mi ha spiegato le sue intenzioni ed, effettivamente, mi ha fatto riflettere. La scrittura è sorprendente. Personalmente l’ ho sempre usata per riordinare le idee e per ” buttare fuori ” sentimenti intrappolati prima di farli implodere. Oggi, alla mia veneranda età, scopro che con la scrittura ci si può divertire, e molto anche. (eh si…ho messo la ” e ” dopo la virgola 😉 ).
Gloria
Trovo il tuo racconto uno spasso pur nella sua tragicità, poiché tra un gulp ed un tic tac rappresenti un problema molto diffuso: ansia, depressione, disagio sociale, insomma il quotidiano! Brava complimenti
Grazie Lucia!!
Davvero orginale. Mi piace molto.
Brava!
Grazie Raffaella per averlo letto e commentato ( credevo di averti già ringraziata, invece ho ringraziato Giada 2 volte…senza occhiali si fanno certe figuracce :0 ). Allora un doppio grazie pure a te. Ecco. 🙂
Originalissima ed efficacissima narrazione. Brava, Gloria!
Grazie per averlo letto 🙂
Grazie di cuore Giada!
Gloria,
Complimenti, il racconto è incisivo.
Il linguaggio moderno e fumettistico, lo rende diretto a chi legge, e in questo modo rappresenti l’ansia e le difficoltà di relazione, problemi oggi alquanto diffusi.
Anche il colpo di fulmine è un KRA -KOOM e il gesto atletico per raggiungere l’oggetto del desiderio, uno ZOMP.
La narrazione è originale.
La comunicazione propria del fumetto, lo rende molto divertente e nello stesso tempo immediato.
Bravissima.
Grazie per il commento approfondito, cara Marisa. Una famosa frase, attribuita a Basaglia , dice: ” Visto da vicino, nessuno è normale “. C’ è chi sostiene, però, che il primo a scriverla sia stato lo Spagnolo Caetano Veloso nella sua canzone ” Vaca profana ” ( il senso, sintetizzando, è che ogni donna ha 2 mammelle dalle quali sgorga un latte buono ed un latte cattivo, che dispensa a seconda di chi si trova davanti).La sua canzone, tradotta, inizia così: ” Io rispetto le mie lacrime, ma anche la mia risata.”Ecco. E quello che ho cercato di fare
CLAP, CLAP, CLAP…e già basterebbe come commento ma aggiungo brava Gloria questo racconto si legge e si “sente”.
In bocca al lupo!!!!! 🙂
Grazie 1000 cara Barbara e grazie per averlo letto e ” ascoltato ” 😀
… Inevitabile immaginarsi le varie strisce, lo dico da ex lettrice di fumetti, in particolare di Dylan Dog 🙂 Originalissima l’idea, complimenti! Anzi no, scusa… CLAP CLAP CLAP!
È un onore avere un’ ex fumettrice tra i commenti!! Grazie Silvia
È fantastico questo racconto e mette di buon umore! Molto divertente. Si è dentro ad un fumetto e si sente tutto con molta chiarezza : i tacchi, le gomme del tassi’, … Complimenti di cuore!
Tic tac Tic tac…no non sono i tacchi…è il cuore che si emoziona!Grazie Dominique 😉
Originale, incalzante, ironico, divertente! Non avevo mai letto niente di simile e mi è davvero piaciuto! Complimenti Gloria!
Grazie Giada!! ; D
Mi unisco al coro clap clap clap per un racconto dal sapore di un fumetto! Brava
Grazie Laura!! 😀
Gloria, io credo di essere una purista e anche molto intransigente rispetto alla correttezza, non nel senso però di consapevole sperimentazione linguistica che riconosco al tuo lavoro. Se non trovo motivi per commentare, non lo faccio, ma nel tuo caso mi sono imbattuta in un testo controverso, che ho trovato divertente e ansiogeno nello stesso tempo; il fatto è che non sono riuscita a fermarmi e sono arrivata fino in fondo, ammirando la tua abilità.
Ciao Paola, grazie per averlo letto e ” tollerato ” 😀
Lo ammetto: sono una purista anch’ io…ma, talvolta, mi attraversa la pazzia…e non ci posso fare nulla ; D
GULP !! Sperimentazione audace e ben riuscita… FIIUHH!!! 😉
Grazie VINCENZA ALBA ELIA, fischi benissimo 😉
Bella idea di contaminazione, un po’ letteratura, un po’ fumetto, un po’ futurismo, un po’ pop art, un po’ il Batman della tv 60’s, e un po’ Gulp della tv anni ’70.
Divertente e scorrevole. Ottimo.
Grazie Massimiliano Michetti