Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2017 “La perfezione non esiste” di Nina Quarenghi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

– Pronto? Sì siamo in coda al check-in. No non va bene niente. (Luca zitto, sto parlando con papà). La piccola piange, Luca è una peste. Scusa amore la fila va avanti, devo chiudere.
Nicoletta mise il cellulare nella borsa, spinse con un piede la valigia, con una mano il passeggino e con l’altra afferrò il suo primogenito, cinque anni di turbolenza.
– Luca quando parlo al telefono devi stare zitto, capito? e poi…
– Mamma, Marta piange.
– Lo so che piange, ora la prendo.
Nicoletta si chinò sul passeggino, prese in braccio la secondogenita, diciotto mesi per quindici chili, e sentì una stilettata in zona lombare. La piccola piangeva a gola spiegata. La gente intorno guardava male Nicoletta, come se lei per divertimento stesse torturando la figlia. Cominciò a dondolarla su e giù con il risultato che la bambina raggiunse gli ultrasuoni.
– Luca passami il ciuccio, presto, è lì nel passeggino.
Ma Luca era ipnotizzato da qualcosa più indietro nella fila. Nicoletta raccolse il ciuccio e tappò la bocca alla piccola; quella prese a succhiare spasmodicamente con il volto rosso contratto in una smorfia.
– Mamma cos’ha quello in testa?
– Non indicare con il dito – fece lei voltandosi. Incrociò lo sguardo assonnato di un ragazzo con una cascata di capelli rasta. – Niente, tesoro, sono i suoi capelli.
– Ah. Li posso toccare?
– No!
– Mi dai il cellulare?
Nicoletta cedette e il bambino si mise seduto sul passeggino della sorella, immerso nel rettangolo colorato di un videogioco.
Un attimo di tregua. Nicoletta sospirò e si guardò intorno; la coda era immensa, arrotolata su se stessa, ma per fortuna mancava poco al loro turno. Al check-in ora c’era una madre che colpì l’attenzione di Nicoletta: era snella, elegante, con un neonato stretto al petto in una fascia, e due gemelli, più o meno dell’età di Luca, uno a destra e uno a sinistra, fermi come soldatini. La donna sbrigò le pratiche per l’imbarco e lasciò il desk seguita dai figli.
Sarà svizzera, o svedese, pensò Nicoletta che, come in uno specchio dei contrari, si vide sfatta, i capelli aggrovigliati nel mollettone, la maglietta prenatal che nascondeva i jeans sbottonati sul girovita; una bambina al collo sul punto di strillare e l’altro figlio intrattenuto dal cellulare.
Toccava a loro.
– Luca alzati ché devo mettere Marta sul passeggino.
Il bambino non si mosse. Nicoletta gli strappò il telefonino e lui scattò in piedi pronto a esplodere.
– Fa’ il bravo ché poi andiamo al bar. Lega tua sorella, su.
– Prendiamo la bomba alla nutella?
Nicoletta non rispose e cercò i documenti.
– Buongiorno, siamo io e i due bambini.
Un grido spaventoso squarciò l’aria; Nicoletta si voltò inorridita e vide Luca che, nel tentativo di legare la sorella, si era chiuso un dito nella fibbia del passeggino. La bambina spaventata cominciò a menargli colpi all’impazzata sulla testa. L’addetta al check-in guardò in alto, poi si affrettò a sbrigare la pratica di volo, mentre Nicoletta si avventava sui figli per salvarli dalla distruzione.
– Mi scusi – disse Nicoletta appoggiando Marta sul banco e massaggiando il dito di Luca.
– Non si preoccupi – disse quella senza togliere lo sguardo dal computer e tamburellando freneticamente sulla tastiera – ho quasi fatto. Ecco, Gate 4, imbarco alle 17 e 30.
– Come scusi? Non ho sentito. Zitti bambini!
La signorina sillabò l’informazione mimando i numeri con le dita.
In quel momento dal pannolino di Marta si sentì distintamente un brontolio sordo e si levò un tanfo, che parve colorare l’aria di verde.
La signorina spinse i biglietti verso la madre con sguardo implorante.
Nicoletta se ne andò dal banco stravolta e tutti intorno tirarono un sospiro di sollievo.
– Mamma, mi fa male il dito, voglio il cerottino.
– Tesoro, su, non può fare male, non c’è il sangue.
– Ma a me fa male e poi ho fame. Ecco il bar.
– Ora basta, dobbiamo cercare un bagno per cambiare Marta.
– E la bomba alla nutella?
Nicoletta non rispose. Trovarono la toilette, ma il fasciatoio era occupato: la Mamma Perfetta del check-in
stava cambiando il suo pargolo mentre i gemelli la aiutavano.
Nicoletta si apprestò a cambiare Marta sul passeggino in un angolo del bagno, mentre Luca si arrampicava
sul piano dei lavandini.
– Luca scendi di lì! Vieni, aiutami.
– Però io ho sete.
– Vieni qua sennò niente merenda.
– La bomba alla nutella?
– Sì – rispose lei esasperata – la bomba alla nutella. Sta’ qua immobile adesso, non vedi quei due bambini
che bravi?
Aprì il pannolino e restò impietrita.
– Amore mio, hai il sedere in fiamme. Ecco perché piangevi. Cazzo, ho lasciato la crema nella valigia.
– Mamma le parole.
– Scusa, mi è scappata.
Nicoletta pensò velocemente a una soluzione e bloccò la Supermamma che stava uscendo dal bagno con
il suo seguito.
– Mi scusi signora, mi presta un po’ di crema protettiva? – chissà se capiva l’italiano.
– No – rispose quella guardandola dall’alto in basso – io uso il borotalco – la signora era italianissima, e
insopportabile.
Marta piangeva.
– Il borotalco va bene, grazie.
La donna aprì la borsa, estrasse un barattolino e glielo porse; Nicoletta intravide molti altri piccoli
contenitori e giocattoli: quella madre doveva avere una soluzione per ogni evenienza. Nicoletta si affrettò a usare
il borotalco, salutò l’antipatica benefattrice, riacciuffò Luca e si diresse verso il controllo di sicurezza.
Nuova coda, ma stavolta la affrontò più serenamente: Marta si era addormentata nel passeggino e Luca
affondava i denti nella bomba alla nutella. Poco più avanti i gemelli mangiavano una carota ciascuno; Nicoletta
smise di fare paragoni con quel modello inarrivabile. Anzi decise di cambiare fila e ne scelse una laterale, lontana
dalla Supermamma e dal cane antidroga dei finanzieri, che per quanto tranquillo la inquietava un po’. Finirono
in coda dietro al ragazzo dai capelli rasta.
– Glieli posso toccare mamma?
– Ho detto no! – chissà poi che sporcizia, pensò Nicoletta.
Poi accadde tutto velocemente. Il ragazzo rasta passò il varco senza emettere suono. Il cane antidroga alzò
di scatto il muso e cominciò a guaire. Il finanziere si diresse a colpo sicuro verso il ragazzo trascinando il cane.
– Tu, vieni da questa parte.
– Chi, io?
Il finanziere rispose con un grugnito e lui lo seguì. Lo perquisì, gli strappò di mano lo zainetto e ne rovesciò
il contenuto su un tavolino: portafoglio, telefonino, un libro di Stephen King, cuffiette per la musica, fazzoletti di
carta, briciole.
Il cane intanto tirava dalla parte opposta, in direzione della Supermamma, che stava recuperando la sua
borsa dopo il varco. Il finanziere si decise a dare retta all’animale e lo lasciò arrivare vicino alla signora; a quel
punto il cane era come impazzito.
Miss Perfezione non riusciva a riprendere il suo bagaglio:
– Ma insomma, questo cane, cosa vuole?
– Signora, la borsa la prendiamo noi – disse un po’ timidamente il finanziere – lei ci deve seguire da questa
parte.
– Ma scherziamo? Io ho un aereo da prendere. E poi tenga lontana questa bestiaccia, non vede che i miei bambini si spaventano?
Nicoletta non seguì più la scena perché era occupata a fare passare figli e passeggino al di là dello
sbarramento. Sentiva solo un grande trambusto: Mamma Perfetta infatti gridava, mentre il cane tuffava il muso nella sua borsa.
– Ma che fate! Tenetelo fermo! Le mie cose! Voglio un avvocato! Voi non sapete chi è mio marito!
Nel frattempo anche i gemelli erano diventati due belve: strillavano davanti alle guardie, che impassibili, lasciavano fare al pastore tedesco la sua ricognizione.
Il barattolo di borotalco fu sventrato e mostrò di avere un doppio fondo. Il cane si avventò su un sonaglio a forma di marakas, ma il finanziere lo allontanò, mentre un collega infilava ogni cosa in buste di plastica
trasparente.
Nicoletta non si accorse di tutto questo; era impegnata a mettere in ordine dall’altra parte del varco.
– Le è caduto questo.
Una voce gentile la fece voltare; era il ragazzo rasta che le porgeva il ciuccio.
– Grazie.
– Di niente.
– Ma cos’è successo a quella signora?
– Mi sa che hanno trovato della droga dentro ai giocattoli dei figli, pazzesco vero?
– Oddio, ma come è possibile, sembrava così perfetta…
– Mah, secondo me – disse lui chinandosi per farsi accarezzare i capelli da Luca – la perfezione non esiste.
Nicoletta fece per togliere la mano di Luca dalla chioma rasta, ma si fermò. I capelli del ragazzo profumavano di shampoo alle mandorle.

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25 commenti »

  1. Non si può non sorridere alla fine di questo piacevolissimo racconto.

  2. Realistico, buon equilibrio tra i dialoghi e le descrizioni: sembra di essere presenti mentre accade. La vecchia morale ” l’ abito non fa il monaco ” riadattata in chiave moderna. Molro carino.Brava

  3. Ritmo, ritmo e poi ritmo. Montaggio quasi cinematografico per un racconto che, dietro l’antica morale, nasconde un sano, cinico senso di vendetta verso certe mamme perfettine che si vedono in giro. Ben fatto! C’è giustizia a questo mondo!

  4. Nina, un racconto molto bello che sottolinea l’assurdità degli stereotipi. L’efficacia della semplicità.

  5. Che lettura piacevole e godibile, dalla prima all’ultima riga! Un po’ di commedia, un pizzico di thrilling e un doppio lieto fine che parte dalla massima “le apparenze ingannano”.
    Molto ben costruito e ritmato. Complimenti!

  6. Grazie Paola e Ugo, i vostri commenti sono preziosi!

  7. Non so bene che odore abbia sentito esattamente Nicoletta. Io leggendo, ho sentito l’odore dell’aeroporto, quello delle lacrime della bimba, dei capelli arruffati della protagonista, della bomba alla Nutella, della popò, del boratalco. Quello della fatica di Nicoletta. Ecco. Questo ho sentito insieme al calore del sorriso che si sono scambiati il ragazzo rasta con mamma Nicoletta. Sentire leggendo…è cosa rara. E con il tuo racconto è successo.

  8. Bello Nina, molto divertente e liberatorio! La perfezione non esiste, per fortuna… sempre una gioia leggerti!

  9. Silvia, il tuo commento al racconto è nettamente più bello del racconto stesso! Grazie!!

  10. svelto, scorrevole, assolutamente realistico, ironico e umoristico…BELLO.
    con una conclusione poetica che rivela l’animo sensibile e delicato di Nina.
    brava.

  11. Wow! Che grande donna questa scapigliata mamma: è super!
    Delle apparenze e pregiudizi è già stato detto… ma che dire del fatto che è sola in aeroporto con due bambini, alle prese con moderne e antiche difficoltà?! L’hai descritta con un’andatura incalzante e un passo spassoso. Bravissima Nina!

  12. Grazie delle belle parole!!

  13. Mi unisco agli altri: divertente, realistico e… come non essere solidali sia con Nicoletta, che con il nostro profumato ragazzo rasta? Bravissima!

  14. Dal contenuto forte scritto con delicatezza ed ironia come solo Nina sa fare.

  15. Brava Nina! Evviva le mamme autenticamente imperfette

  16. Ecco il racconto che vorrei leggere alla mattina se dovessi prendere la metro o il pullman o il treno… lungo al punto giusto, quadretto simpatico, ritmo, un po’ di autoimmedesimazione (nell’imperfetta, s’intende!) e dal finale spassoso. Bello, Nina! Brava! Gradevole come sempre!

  17. Grazie e un bacione enorme a tutte le meravigliose donne perfettamente imperfette che hanno scritto qua sopra!

  18. Ieri sera ho letto questo racconto ai miei figli di 11 e 13 anni. Sono stati fermi come statue fino alla fine, senza distrarsi un secondo. E avevano la bocca aperta dallo stupore per il finale che non si aspettavano per niente. “Che bel racconto, mamma! ce ne leggi un altro?”. Brava Nina, complimenti soprattutto per la leggerezza, quella di cui parla Calvino nelle LA.

  19. Nina, al di là della piacevole sensazione di sollievo di non essere l’unica mamma sclerata negli aeroporti, questo racconto mi ha regalato anche dei bellssimi momenti di lettura. Scorre leggero fino alla fine e poi regala quel ribaltamento di situazione che rivela l’inesattezza degli stereotipi. Davvero brava.

  20. Grazie alegallo e con il mio grazie ricevi tanti tantissimi bacioni per te e i tuoi ragazzi!

  21. E Lidia, grazie anche a te per le belle parole; in effetti mi sono ispirata a ricordi di viaggi da incubo da sola con i miei pargoli.

  22. Nina, mi era scappato questo tuo fantastico racconto, sei bravissima! un ritmo pazzesco, un divertimento continuo per un racconto godibilissimo.
    lo vedrei bene anche come corto, hai un senso innato per i tempi della commedia brillante, e poi la delicatezza e il cambio di prospettiva del finale.
    Davvero grandissima!!

  23. Nina, hai fatto benissimo ad ispirarti ai tuoi viaggi da incubo. È venuto fuori un racconto molto divertente, molto piacevole, veramente avvincente. Non mi aspettavo che finisse così male per la mamma perfetta. Quanto influenzano l’apparenza ed i pregiudizi, ahimè. Una bella lezione. Grazie, ho passato un momento bellissimo leggendoti!

  24. Nina, i tuoi racconti sono originali e narrati con eccezionale brio. Bravissima, mi hai divertito davvero!

  25. Grazie, accipicchia siete tutti gentilissimi, ogni parola è un’iniezione di fiducia!

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