Premio Racconti nella Rete 2017 “La meraviglia di un incontro” di Lidia Mancuso (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017“Allegrandia” è un posto magico, si trova sulle rive del mare e l’odore della salsedine si espande nell’aria. “Allegrandia” durante le mete estive è meta di bambini, bambine, famiglie, ragazzi, ragazze, comitive numerose che passano felici le loro vacanze. Il rumore, la confusione e la folla di gente dei mesi tra giugno e agosto, nei mesi d’inverno sembra svanita, dispersa e quasi invisibile.
Fiorella, invece, aspetta con tanta gioia la quiete di questi mesi per avvicinarsi in riva al mare e godere un po’ della pace della battigia. Nella confusione dei vacanzieri tra le innumerevoli schiere di ombrelloni, i tuffi dei bambini, Fiorella, si avvicina ben poco alla riva del mare, ma preferisce essere nella pace della profondità delle acque più blu. Raramente, si sposta vicino la riva e si abbraccia agli scogli per osservare i bambini e le loro famiglie. Fiorella, è una tenera stella marina, che vive nelle acque di “Allegrandia” da circa un bel po’ di tempo, da quando ha perso i suoi genitori e tutta la sua famiglia a causa di una mareggiata molto violenta, che l’ha portata fin qui. Da allora, non passa giorno che Fiorella non pensi al calore dei suoi cari, alle sue zie e ai suoi cugini, e un tenero sorriso si cela sul suo cuore. Fiorella, è una delle stelle marine più belle, e i suoi raggi sembrano abbracciare l’infinità del mare. Fiorella, ha un bel colore rosso, vivo, intenso ed acceso, che spicca nelle acque azzurre e non passa inosservato.
È il mese di febbraio, tira forte il vento ad “Allegrandia” le acque sono agitate, il letto del mare sembra ingrandirsi, gonfiarsi e toccare quasi le estremità del cielo, Fiorella, quando vede il suo mare cosi, a tratti si spaventa e proprio in questi momenti vorrebbe accanto la sua mamma per abbracciarla e sentirsi sicura tra le sue braccia. È sola, Fiorella, ed è troppo timida per chiedere ad una famiglia di granchi che vede passare vicino a lei di andare con loro in un posto sicuro. Si fa coraggio, Fiorella, alza gli occhi ci sono solo nuvoloni neri, grigi e cupi, il cielo non promette nulla di buono e si ricorda delle parole di suo papà, di affrettarsi a prendere le decisioni senza pensarci troppo e a lungo. Saranno più o meno le 17:00 del pomeriggio, inizia a far buio, a vedere in penombra e per Fiorella è il caso di avvicinarsi in riva al mare e trovare riparo:il suo mare, questa domenica di febbraio, è troppo arrabbiato per poterlo calmare. Fiorella, è stanca, troppo, non si ricorda più da quando è in viaggio verso la riva, si era spinta troppo al largo in questi giorni. Ora, è stanca ed anche affamata, ma sa che deve farcela e stringe ancora una volta i denti. Finalmente, i suoi occhi sembrano vedere un miraggio, arriva e tocca terra, si sente al sicuro ora, e si abbandona ad un sonno profondo, lungo ed intenso. Fiorella, ora, è al sicuro e i suoi sogni sono felici; rivive i momenti della sua infanzia in famiglia e il momento è cosi vivo, che Fiorella sembra di riviverlo proprio in questo preciso istante.
Si risveglia Fiorella da questo sogno cosi pieno che le ha riempito il cuore e quasi sembra incredula, non riesce a trovare la sottile differenza tra sogno e realtà; è frastornata, è confusa, non riesce a capire lo scorrere del tempo, che mese, che giorno e che ora sono. Fiorella, fa fatica ad aprire gli occhi, ma ecco che viene portata alla realtà da una piccola vocina: “Ehi, ciao, come ti chiami?”.
Fiorella, non riesce a capire da dove proviene questa vocina, cosi leggera, anzi è troppo tempo che vive da sola, che quasi il suo orecchio non è più allenato a sentire il suono delle parole. Fiorella, ancora, non risponde, non riesce a realizzare.
E la vocina, si fa più insistente, quasi incalza con il tono e il volume delle parole: “Ehi, dico a te, stella dal rosso corallo”. Ora, si che le parole arrivano al cuore e alle orecchie di Fiorella, corallo era il colore che il suo papà usava per indicare le sfumature del suo rosso, e per Fiorella questa parola rappresenta quasi un segno.
Ed ecco, la voce di Fiorella: “Ehi, ciao, scusami, sono Fiorella, mi sono appena svegliata e sono frastornata”.
E dall’altra parte: “Io sono Iris,il mare stanotte era troppo furioso, chissà chi l’ho ha reso cosi funesto, io e la mia famiglia siamo arrivati fin qui.”
Fiorella, si guarda intorno ora, e vede come il mare ha “portato a galla”, ha “restituito”ciò che aveva negli abissi, ci sono palloni, braccioli, tronchi di albero, bottiglie di plastica, maschere, canne da pesca.
Fiorella, è immersa nei suoi pensieri, nuovamente, ed Iris la fa tornare alla realtà: “Questa notte il mare era forza 9, io e la mia famiglia siamo riusciti ad arrivare fin qui, ma vedi sono ferita”.
Fiorella, infatti, vede il dorso di Iris, è ferita ed è sanguinante.
Iris, è una conchiglia, dal candido colore bianco, bianco come il latte, bianco come la candida neve e sembra quasi una stella con le due cinque estremità. Durante la mareggiata Iris ha urtato in maniera burrascosa contro lo spigolo puntiglioso di uno scoglio e si è fatta male.
Ecco che Fiorella, si avvicina ad Iris. Iris è più piccola di lei, avrà circa cinque anni e nel pieno dell’infanzia e quasi come una sorella maggiore l’aiuta; le medica le ferite e la cura amorevolmente. Iris, la ringrazia, ora non avverte più quel fastidio e quel dolore cosi presente e Fiorella, non si sente più cosi sola.
Infatti, Iris, ringrazia affettuosamente Fiorella. Iris, le dice: “Grazie Fiorella per avermi aiutato in questo momento di difficoltà, e di avermi prestato le cure”. Fiorella, invece, le risponde:” non ho fatto nulla, ho solo aiutato, chi aveva bisogno di me”.
Iris, continua: “Ora devo andare, i miei genitori, mi staranno cercando, sono qui sulla battigia anche loro”.
E in Fiorella, cala un velo di tristezza, ora che era uscita dalla solitudine e dal guscio che l’aveva catturata in questo tempo, si sente di nuovo sola.
Ma le emozioni non hanno parole per farsi ascoltare, si impongono prepotentemente e parlano direttamente al cuore, aldilà dell’età e delle parole. Iris, legge, anzi il suo cuore legge quel bisogno che Fiorella urla, non lasciarmi, non andare via, restami accanto. Iris, non le chiede nulla, ha capito quel bisogno e le dice:”Fiorella, vieni con me, andiamo a raggiungere la mia famiglia”.
In quel giorno di febbraio, in quel mare d’inverno Fiorella ha trovato una nuova famiglia: bisogna sempre credere in qualcosa, perché la vita non finisce mai di stupirci.
Una favola che parla di accoglienza, di aiuto, di accoglienza. Tenera e profonda.
Giusto che si debba sempre credere in qualcosa, credo che sia un insegnamento veramente prezioso per i nostri piccoli. E giusto che questa fiaba venga premiata perché parla con grazia e poesia dei sentimenti più importanti che si possano provare, dalla solitudine alla solidarietà alla gratitudine. Bravissima Lidia !