Premio Racconti nella Rete 2017 “Leggera come la morte” di Gloria Fontanive
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017” Prendila così’ “. Era la filosofia di vita della madre di mia madre.
Nonna Maria, del resto, la sua vita l’ aveva trascorsa a farsi scivolare le cose addosso, anche le più ingiuste e le più dolorose, quasi fossero gocce di pioggia sopra ad un impermeabile. Aveva chiuso gli occhi davanti ai ripetuti tradimenti del nonno Augusto che, con le sue doti da funambolo, si diceva riuscisse ad intrattenere relazioni con più donne contemporaneamente. Aveva riaperto la porta di casa ad ognuno dei suoi tre figli ogni volta che la vita aveva urlato loro che avevano perso una partita importante, incoraggiandoli a gareggiare ancora, ma sempre con il sorriso sulle labbra e la luce accesa negli occhi, scommettendo tutto ciò che aveva su di loro. Aveva amato con l’ enfasi e la passione di un’ attrice sul palcoscenico, schivando i pomodori e le uova marce di chi non ne gradiva la recitazione.
La trama della sua vita, in effetti, fu per lungo tempo intessuta dalla lunga malattia della madre,la mia bisnonna Pacifica, che pacifica non era affatto ed era sempre pronta ad inveire contro nonna Maria e ad attribuirle epiteti offensivi che le scagliava addosso con quella sua bocca piccola e sdentata. Gli episodi si assomigliavano tutti: Pacifica insultava ed inveiva sputacchiando con espressione soddisfatta e Maria incassava, prendeva dalla tasca del suo grembiule un fazzoletto di lino ed anziché arrabbiarsi con lei, le asciugava amorevolmente la bava dal mento sporgente, fino a quando la serpe non ritraeva la lingua tagliente in cerca di nuova saliva. Mia madre si innervosiva molto per il comportamento ingrato della vecchia e spronava la nonna affinché si difendesse da quella cattiveria gratuita, ma lei alzava le spalle e sorrideva, determinata come un soldato predisposto all’accudimento, come una geisha, come una martire felice ed appagata da quella sua missione d’ amore. Ah, nonna… avevi proprio l’ indole della perpetua. Ma mamma non capiva e anche io facevo fatica. Me ne restavo in disparte. Muta. Invisibile. Avvertivo la tensione di mia madre e restavo immobile, fino a quando nonna Maria non si accorgeva del mio disagio e mi liberava con un occhiolino ed un sorriso complice.
E immediatamente mi sentivo leggera. E ridevo. E tornavo a giocare.
Il giorno del mio sesto compleanno la bisnonna Pacifica mi regalò l’ odore funebre della sua morte, costringendomi così, per tutta la vita, ad associare il mio giorno di festa con il suo evento luttuoso. Contrariamente alle mie aspettative, la mamma pianse moltissimo e singhiozzò tutto il giorno per quella perfida strega che aveva sempre maledetta. Io, invece, non provai troppo dispiacere. E me ne vergognai. Nel mezzo di tutte quelle lacrime non mie, quando mi sentivo addosso gli occhi dei parenti, ostentavo una buffa espressione contrita di falso dolore.E fu solo quando incrociai lo sguardo della nonna e scorsi le sue mascelle tremanti nel tentativo di trattenere una risata che mi rilassai.
E fu l’ atteso sbattere delle sue ciglia che mi liberò dal quel peso .
Fu poi la volta di nonno Amedeo e, siccome avevo già compiuto dodici anni, la mamma mi ritenne sufficientemente grande da confidarmi che erano presenti al funerale due donne che avevano intrattenuto una relazione col nonno. Ne era certa, le aveva riconosciute. ” Che coraggio a presentarsi qui oggi “ ripeteva mia madre, visibilmente agitata, mentre cercava nervosamente di indicarmele con la coda dell’ occhio. Per facilitarmi il compito del riconoscimento le descriveva grugnendo con disprezzo, senza quasi usare la voce e articolando le parole con un labiale bovino reso ancor più teatrale dalla sua bocca carnosa. Nonna Maria, da sempre sorda come una campana, evidentemente intercettò quelle parole poiché di colpo si voltò e, con passo svelto , avanzò in direzione delle due svergognate con il braccio destro alzato. Don Alfonso si interruppe con i labbroni semiaperti che gli conferivano un’ espressione ebete.Tutti si voltarono. L’ incedere di ogni passo della nonna era accompagnato ora da un brusio, ora da un ridere che si perdeva in risonanza. Le due amanti sbarrarono gli occhi, avevano le labbra tremanti e le gambe che facevano giacomo giacomo. Fu allora a quel punto che la nonna sollevò anche l’ altro braccio e si unì a loro in un cerchio fatto di complicità e tenerezza.
Ah! Quanto ci sei mancata nonna! Quanto eri buona, paziente e cara. Una santa donna! Lo ripetevano tutti quel giorno in chiesa, quando arrivò anche la tua ora. E tutti si volevano chinare su di te e baciarti e accarezzare il tuo viso con la pelle rosa che sembrava quella di una bambina. Ricordo che la chiesa era così affollata che al prete mancò l’ aria e svenne pronunciando il tuo nome.Qualcuno diceva: “ guardatela! Sembra che sorrida” “ . Ed era vero. Ma non avevi stampato in faccia il sorriso della serenità, nonna. Avevi, piuttosto, il sorriso beffardo di chi ha appena messo in atto uno scherzo ed è in attesa della reazione della vittima.
Alla mamma, invece, gli scherzi non erano mai piaciuti e quando la morte la colse troppo giovane e di sorpresa, le lasciò stampata sulla faccia l’ espressione di chi si sente ancora in credito con la vita.
Toccò ancora a Don Alfonso celebrare il tuo funerale, mamma. Ma era un don Alfonso invecchiato e stanco. Un Don Alfonso che tra una frase e l’ altra si fermava per raccogliere le idee , abbassava lo sguardo e perdeva la voce. Un Don Alfonso più umano del solito però, malinconico e dolce. Fu lui, infatti, a starmi accanto quando chiusero la tua bara, mamma , quando la ricoprirono di terra. Fu lui ad abbracciarmi, a tenermi le mani, ad accarezzarmi il viso, ad asciugare le mie lacrime. Fu lui: nonno Alfonso! Mannaggia. Si, nonno Alfonso. Già… nonno Alfonso. Lo capii quando mi congedo’ , alla fine, dicendomi: “ prendila cosi’ “. E lo disse con le stesse labbra carnose che avevi tu, mamma. E di colpo iniziò a piovere sul mio impermeabile scuro ed io guardavo le gocce scivolarci sopra e spaccarsi sulla terra bagnata che sprigionava odori che aprivano lucidi ricordi. Allora guardai in alto, nonna, e piansi dal ridere e le lacrime del riso si mescolavano a quelle del pianto e alla pioggia e mi piegavo dal mal di pancia e la gente mi sosteneva reggendomi per le braccia.
E poi ho guardato la tua foto, nonna, accanto a quella della mamma.
Ti ho vista farmi l’ occhiolino.
E mi sono sentita leggera.
Gloria, che tenerezza! Non voglio aggiungere altro…A noi donne, nei secoli QUESTO è stato dato come nostra vendetta :il silenzio, il segreto beffardo…certo questa nonna…proprio un bel segreto!
Grazie per averlo letto Laura…e per ben due volte! 😉
Delicato e arguto. Complimenti!
Grazie Valeria!
Bravissima Gloria, una saga familiare tutta al femminile con un finale inaspettato. Potresti farne un romanzo
Complimenti Gloria…. come si racconta un momento delicato della vita con eleganza e senza stereotipi? Ascoltando le sensazioni che si attaccano sulla pelle e solleticando le parole con maestria, ci sei riuscita perfettamente!
In risposta a Ottavio Mirra: grazie Ottavio, sei sempre troppo gentile :). Per quanto riguarda l’ idea del romanzo…meglio di no…ho già fatto una strage di famiglia qui.. , ;))
In risposta a Stefano Coppi: grazie Stefano. Grazie per averlo letto e per il tuo gradito commento. Bello quel ” solletico alle parole “…quasi quasi me lo rivendo :))
Grazie Gloria per questo delicato e intenso racconto, proprio bello, leggerezza e sapiente stile. Mi è piaciuto moltissimo
In risposta a Gianluca Zuccheri : Grazie a te Gianluca per averlo letto e ancora grazie per il tuo bel commento!
Gloria,
sai già quanto ti apprezzi, quindi cerco di non dilungarmi (cosa che non mi riesce facile :-))
Prendo in prestito un commento che mi pare di aver letto sotto un altro tuo raccondo: sei veramente una scrittrice poliedrica.
Ogni tuo scritto presenta forma, stile, ritmo e piglio diversi dai precedenti, senza che il prodotto finale ne risenta.
Stavolta è toccato alla “leggera morte” fare i conti con la tua penna: il risultato è stato veramente, veramente considerevole.
Per di più, le trame familiari che hai intessuto tra i protagonisti (Don Alfonso è il mio preferito) rendono la storia appetibile e molto avvincente, da bere tutta d’un sorso.
Bravissima.
Ri-grazie Vincenzo! Grazie per aver letto anche questo e grazie per i tuoi apprezzamenti sempre carichi di entusiamso e di fiducia. 😀
Opss..Ri-grazie era per LORENZO Garzarelli.. mi sono confusa( e si che ti chiami pure come mio figlio! 😀 )
Gloria
ho apprezzato molto la leggerezza con la quale hai saputo raccontare una intricata storia familiare, e la crescente suspense che ha ben preparato il finale.
Grazie a te Gloria,
avevo supposto che stessi rispondendo a me.
Semmai un giorno dovessi conoscere tuo figlio gli dirò:
1) che ha un nome meraviglioso :-);
2) e che deve imparare a scrivere come la mamma! 🙂 🙂
Un grazie a FRANCESCA MESSINA ed un ri-ri grazie a LORENZO GARZARELLI 🙂
Proprio un bel racconto. Leggero leggero.
Brava.
Grazie per averlo letto Cosrantino. Renderlo ” leggero ” era l’ intento e il fatto che tu li scriva per ben due volte mi riempie di gioia! 🙂
Molto delicato, leggero, ironico. Molto “italiano” nel senso migliore del termine. Veramente piacevole!
Hahaha Ugo..” Italiano ” non me lo aspettavo proprio..però. .si, lo apprezzo molto.Grazie. E grazie per averlo letto
Leggero ma denso di emozioni ed evocativo. Sei stata davvero abile nel descrivere emozioni senza nemmeno nominarle. Ci ho ritrovato una complicità nonna-nipote che mi è molto cara e che mi ha aperto tanti ricordi. Grazie di cuore.
Grazie a te per averlo letto. Nel tuo, come in tanti altri commenti precedenti vedo riproporsi l’ aggettivo ” leggero “. E sono felice di questo. Perché significa che nell’ immaginario del lettore lo spirito di questa ” nonna Maria” si avverte ed eleva i pensieri verso l’ alto ” evocando”, come tu scrivi, Lidia, ricordi piacevoli ed allontanando dal pensiero della morte come perenne zavorra. Il corpo pesa, l’ anima è leggera.
Un racconto tenerissimo nel quale emerge questo ritratto di nonna Maria davvero indimenticabile. La pazienza, il dono supremo del perdono, la capacità di ridere sono solo alcuni degli aspetti che tu metti in risalto agganciando il lettore a un personaggio che si vorrebbe conoscere e avere come maestro di vita. Anch’io sono affetta da “nonnite” cronica e non ho potuto fare a meno di rievocare la mia, i suoi insegnamenti, la sua furbizia dolce che ci indicavano le strade da percorrere. Molto efficace l’intercalare delle parti in corsivo che tracciano senza titubanze il percorso maturativo della voce narrante. Difficile che un racconto possa risultare “di formazione”, ma questo lo fa.
Grazie del bellissimo commento Consuelo
Che bello Gloria, intenso ma lieve e traboccante di pensieri comunicati da sguardi che parlano a chi li sa leggere. Qui, un commento ci stava.
Bel racconto! Quanta densità di esistenza/e in questo sentirsi leggera. “La gravità senza peso…è quella speciale connessione tra melanconia e umorismo” diceva Italo Calvino. Nel tuo racconto trovo questa speciale connessione. Brava!
Che bel racconto Gloria! È sorprendente come tu sia riuscita a narrare la morte con tale leggerezza, come se le persone care possano guidarci da lassù con un sorriso. Mi sorprende anche la brevità del testo, che dice tutto e riesce a farlo in poche righe. Se posso aggiungere qualcosa ai commenti precedenti, direi che nonostante l’ambientazione sia squisitamente italiana, si sente una certa atmosfera magica tipica della letteratura ispano-americana, dove realtà e soprannaturale, riso e pianto convivono senza apparire come opposti. Complimenti!
Ciao Gloria, veramente forte! All’inizio ho scalpitato un po’, pensando alla santa pazienza di alcune donne/nonne di una volta. Poi il finale inatteso e riuscitissimo. Una svolta degna di una gran donna come la nonna Maria! Brava davvero!
Paola, Piera, Ivana, Ester…grazie per averlo letto e commentato
Che svolta inaspettata questa! Complimenti davvero, anche per lo stile pulito e scorrevole!
Grazie Nicole!! 🙂
Il titolo mi ha incuriosito,
l’incipit mi ha stimolato,
l’intreccio mi ha coinvolto,
il finale mi ha sorpreso
e sono ancora qui a pensarci.
Complimenti.
Roberto, grazie per il tuo bel commento!!
Molto bello e molto brava;difficile trattare un argomento così complesso con leggerezza e ironia,tu ci sei riuscita complimenti ancora
È innegabile che le donne siano più lievi nel raccontare vicende fedifraghe: questo è un bell’esempio di scrittura leggera che leggera non è. E’ bello trovarsi spiazzati nel nostro obsoleto orgoglio maschile: succede quando si legge qualcosa di interessante. Brave
Grazie a MICHELE FACEN e A CORRADO FALCONE per le belle parole
Un complimento sentito anche a te Gloria! Un altro dei miei preferiti!
Gloria, ‘sorella ‘ elettiva ( la penso così ) sono stata la prima a commentare il tuo racconto ! ( per ben due volte, !) che è il mio preferito tra i tuoi di quest’anno.Ci conosceremo, ci stringeremo le mani, (piedi ,no) ci saluteremo….rideremo? Chissà.
Gloria!
Non ho commentato questo racconto ma era nella lista “Devo assolutamente commentare!”
E comunque ho sbagliato racconto ma il tuo nome lo avevo visto tra i vincitori da mo’…
Attenta Laura! Anch’io vedo, prevedo, e…stravedo! Per voi, che coppia!
Sono felicissima!
Gloria, capisco che elogiarti a questo punto possa apparire un po’ come mettersi “sul carro del vincitore” , ma l’unica ragione per cui non l’ho fatto prima è che questo racconto mi era proprio sfuggito! Brava, vittoria meritatissima, come del resto tutti gli altri:)
Congratulazioni Gloria, vittoria meritata e (confesso) da me pronosticata.
Ci si vede a Lucca allora! 🙂
Gloria,
qui la giuria non doveva sbagliare e per fortuna non lo ha fatto: vittoria strasupermeritatissima.
Aspetto di conoscerti a Lucca!
Grazie a tutti. Ma proprio a tutti. Grazie per la compagnia che mi avete fatto in questi mesi, grazie per gli incoraggiamemti e per aver lasciato, ognuno con il proprio racconto, una parte di sé che ho, avidamente, raccolto e che conservero’ come un dono prezioso. Ho letto qui sopra cose meravigliose che, anche se non saranno pubblicate, sarebbe uno spreco andassero disperse. Riprovateci. Ancora.E ancora. Non per la vittoria ma per il solo gusto di farlo. Ringrazio la giuria che mi ha fatto questo regalo, tanto emozionante quanto inaspettato. Adesso farò una confessione. Ho partecipato lo scorso anno con la speranza di vincere e non ho vimto.Ho partecipato anche quest’ anno perché avevo, semplicemente, voglia di rivivere lo splendido clima che si respira qua dentro, avevo voglia di leggervi.Punto.E come potrei mon considerare un regalo questa vittoria? Un qualcosain più rispetto a ciò che già mi avevate offerto? Grazie
Che dolce! Alla fine ho avuto i brividi!
Complimenti e congratulazioni!
Gloria, ero certo che il tuo bellissimo racconto sarebbe stato premiato, sono felice di avere l’onore di incontrarti a Lucca
bravissima!
Gloria, questo racconto parla di morti, ma a me ha fatto ridere tanto. Avverto anche il “tuo” occhiolino strizzato a noi lettori, o sbaglio? Dal punto di vista della costruzione del racconto, ho apprezzato l’attenzione ad un dettaglio rivelatore: le bocche dei personaggi. I sorrisi, i labbroni, le parole bisbigliate, gli sputacchiamenti, i menti tremolanti… Complimenti.
Molto brava. L’ironia si intreccia con la gravità dei momenti narrati e in ogni momento solenne c’è sempre un risvolto sarcastico che ne smorza i toni invitando al sorriso. La rivelazione finale è poi molto suggestiva, in sordina quasi, ma pian piano fa percepire al lettore tutto ciò che era stato tratteggiato. Complimenti.
Gloria, ma questo racconto è fenomenale! Sono veramente felice di essere riuscita a recuperarlo e sono altrettanto felice che la giuria lo abbia premiato!
Soprattutto emerge questa complicità eterna tra nonna e nipote, questa arguzia della donna più anziana che arriva diretta alla nipote e al lettore.
Per quanto riguarda la struttura del racconto, come dice Riccardo qualche commento più su, anche io ho notato e apprezzato molto i dettagli che poi portano allo scioglimento finale. Davvero una vittoria meritatissima!
Complimenti, ci vediamo a Lucca 🙂
Ciao Gloria, intanto complimenti per la meritatissima vittoria (ora posso dirlo perché ho appena finito di leggere il tuo racconto). Un ritratto che riesce a essere insieme intenso, ironico e malinconico. Con una chiusa che lascia a bocca aperta (nonostante qualche indizio disseminato ad arte tra le righe) e che strappa una lacrima e un sorriso.
Quante belle immagini in queste righe così impregnate di emozioni. Mi sono commossa e ho sorriso in un lasso di tempo breve come un racconto.
Margherita…era da tempo che non entravo più qui…ed era da tanto che lo volevo fare, per toccare con..gli occhi.., la qualità dei nuovi racconti di questo nuovo anno di Racconti nella Rete e…sorpresa..ho visto il tuo commento! Grazie! Sei tu che hai fatto commuovere me mi sa…e comunque, questo lo dico a tutti, è un posto magico qui…ve ne accorgerete…Vi abbraccio tutti di cuore..Gloria