Premio Racconti nella Rete 2017 “Un racconto tutto da scrivere” di Silvia Buda
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017
L’ultimo dell’anno si stava avvicinando e M. era convinto che niente sarebbe potuto mai essere uguale a prima.
Lui, non era un ragazzo come tutti gli altri. Non si interessava né di calcio, né di ragazze, né di nessunissimo altro sport, né di musica, né di programmi alla televisione. Camminava lentamente in una gelida mattina d’inverno, le sue scarpe preferite ai piedi, il bavero del suo cappotto sollevato e la sua sciarpa di un rosso così acceso da sembrare di fuoco.
Camminava nel parco della sua grande città, quasi metropoli, che ogni giorno si ripopolava di gente intenta solo ad andare al lavoro e a vincere le battaglie che ogni giorno la vita ci pone davanti.
Ma lui non era come gli altri, il suo pensiero fisso era rappresentato dalla lettura, dai suoi libri preferiti e da come riuscire ad emergere nel difficile mondo degli scrittori esordienti, ricco di fantasia ma anche pieno di volta faccia, come in un qualsiasi mondo in cui il commercio la fa da padrone. Come riuscire a farcela? Come riuscire a sbarcare il lunario?
Queste e molte altre erano le domande che gli frullavano per la testa come tanti pesci in un acquario.
Ma c’era una domanda che più delle altre catturava la sua attenzione ed era…Perché?
Perché non riusciva a far sì che il suo racconto venisse pubblicato. Spesso si fermava a riposare su una panchina ed osservando il cielo grigio e l’aria gelida che gli entrava nel naso e dal naso percorreva la gola, fino a raggiungere i suoi polmoni. Per quanto si sforzasse, non riusciva a capire il motivo dell’ultimo rifiuto ricevuto. Perché il suo racconto non piaceva, che cosa non interessava, ma soprattutto, era lui a non interessare la mondo oppure era il mondo a non essere in grado di interessarsi a lui, ai suoi pensieri più intimo, la suo io?
Le domande da un po’ di tempo erano sempre le stesse, o quasi, prima o poi avrebbe trovato il modo di riuscire nel complicato e intricato mondo degli scrittori ma per ora, l’unica cosa che gli importava veramente era trovare un luogo decente dove vivere da solo e per farlo avrebbe avuto davanti a sé, due soluzioni molto semplice, trovare un lavoretto che gli consentisse di pagare un affitto modesto, oppure prendere in considerazione di tornare a vivere per un po’ di tempo con il fratello, più giovane di lui di qualche anno, eppure già sposato e con due bambini.
Non sapeva proprio quale delle due soluzioni sarebbe stata la più corretta per lui, quale gli avrebbe dato più chances di riuscire nella vita da romanziere errante in cui si era immerso già da due anni a questa parte.
E mentre aveva ripreso a camminare nella mattinata nebbiosa di Dublino, un rumore colpì nel profondo il suo orecchio, dapprima quello fisico e poi, subito dopo, quello interiore. Forse si trattava di uno sparo, oppure era stata semplicemente la sua immaginazione. Fatto sta che lui era davvero sicuro di avere sentito quello scoppio…quel BANG chiaro e netto.
Forse era solo un sogno? Oppure, cosa più certa, era la sua anima che gli diceva FERMATI, non continuare a camminare e a fare finta che nella tua vita vada tutto bene, quando così non è. Probabilmente, sì, tutto era un BANG, anzi un Big Bang, uno scoppio che voleva essere l’inizio dell’universo, della sua nuova vita da scrittore e da lì a qualche minuto si sarebbe acceso l’ultima sigaretta della sua vita e poi… E poi, chissà, la sua vita, come il suo racconto, erano ancora tutti da scrivere.
Dopotutto, l’ultimo giorno dell’anno non era la fine ma soltanto un inizio. L’inizio di qualcosa di nuovo.