Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2010 “Il sogno di Dio” di Giacomo Sensolini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010

“Una notte, Zhuangzi, sognò di essere una farfalla che volava leggera e spensierata. Dopo essersi svegliato era confuso, si domandò come potesse determinare se era veramente Zhuangzi quando aveva appena finito di sognare di essere una farfalla o una farfalla che aveva appena iniziato a sognare di essere Zhuangzi”. (Zhuangzi)

Parafrasando Zhuangzi, o la farfalla …

 

Qualche tempo fa, girovagando senza meta in luoghi che ora non ricordo esistere, incontrai una bellissima farfalla. Rimasi colpito dalla bellezza delle sue ali, sembravano dipinte dal più sublime degli artisti. Le grandi ali di quella farfalla parevano scrutarmi. Avevo come l’impressione che in esse fossero incastonati gli occhi di un uomo saggio ed antico come il mondo. Avevo come l’impressione di aver già visto quello sguardo, anche se non riuscivo ancora a ricordare dove.

Fu allora che decisi di seguirla. Seguii quella farfalla meravigliosa per un tempo che allora mi parve interminabile, ma che ora ricordo come un singolo battito di ciglia, come un solo battito d’ali di farfalla.

Eravamo li, uno di fronte all’altra, io seduto a terra, con la schiena appoggiata ad un arbusto, lei sospesa a mezz’aria, sorretta dall’ipnotico battito delle sue ali, in attesa di un segno che ancora nessuna dei due riusciva a decifrare.

Rimanemmo lì forse per anni, secoli, millenni, forse solamente per qualche istante, non posso dirlo con esattezza. Fatto sta che, ad un certo momento, chiusi gli occhi e mi addormentai, oppure, cosa che allora mi parve opposta ma che oggi intendo come simile, aprii gli occhi per la prima volta. Neanche questo posso dirlo con certezza.

Sognai di essere una bellissima farfalla, con gli occhi di un uomo saggio ed antico come il mondo dipinti sulle mie ali. Sognai di incontrare un uomo che girovagava senza meta in luoghi di cui si sarebbe dimenticato l’esistenza, un uomo i cui occhi erano dipinti sulle mie ali.

Ci guardammo per un po’, non so dire per quanto, in attesa di un segno che nessuno dei due riusciva ancora a decifrare, poi decisi che era il momento di andare. L’uomo mi seguì senza parlare.

Mi fermai all’ombra di un giovane arbusto, sulle rive di un piccolo ruscello. L’uomo si fermò con me. Poco dopo l’uomo chiuse gli occhi.

Fu in quel momento che smisi di sognare di essere una farfalla e mi svegliai come uomo, oppure, non lo so ancora, mi addormentai da farfalla e ripresi a sognare di essere un uomo.

Il fatto curioso è che al mio risveglio la farfalla dalle ali indagatrici era ancora lì, proprio davanti a me, ma l’arbusto sotto il quale mi ero appisolato era diventato un albero gigantesco, ed il piccolo ruscello che cullava i miei respiri un mare che attorniava l’intero albero.

Fu allora che la farfalla mi parlò e mi disse:

“Una volta un uomo si addormentò sulle rive di un mare che un tempo era ruscello, sotto le fronde di un antico albero che era stato arbusto. Quell’uomo fece un sogno lunghissimo. Sognò di essere un dio, in tutta la sua potenza e magnificenza, creatore di un mondo e padre degli uomini che lo abitarono. Fece tutte quelle cose che un dio dovrebbe fare. Al suo risveglio, l’uomo era confuso, non seppe più distinguere se egli fosse un dio che aveva appena iniziato a sognare di essere un uomo, o un uomo che aveva appena finito di sognare di essere un dio”.

Udite le parole della farfalla mi addormentai. Sognai di essere un dio, in tutta la sua potenza e magnificenza. Creai un mondo e gli uomini che lo abitarono. Feci tutte quelle cose che un dio dovrebbe fare. Feci talmente tante cose che ora non ricordo nemmeno quali siano.

Al mio risveglio non fui mai più lo stesso.

Finalmente ricordai ogni cosa. Capii di essere l’uomo e la farfalla. Ricordai che gli occhi dipinti sulle ali della farfalla erano miei. Capii di essere l’arbusto ed il ruscello, l’albero ed il mare. Ricordai di essere un mondo, gli uomini che lo abitarono ed il loro creatore.

Ancora oggi attendo un sogno ed un risveglio, un risveglio e di nuovo un sogno. L’ordine, oramai, non ha più importanza.

 

 

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1 commento »

  1. Davvero bello Giacomo, io ho provato spesso a scrivere qualcosa del genere ma non ci sono mai riuscita. Ha qualcosa di olistico e panpsichistico che rende il racconto profondo senza essere banale. La tua scrittura eegante ed essenziale ha dato giustizia a ciò che volevi esprimere, non sconfinando nelle selve terminologiche della metafisica. Grazie per questa perla, spero che il tuo racconto possa trovare la via della pubblicazione, te la meriti. PS:L’ambiguità del titolo era voluta?

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