Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2016 “Il caos dell’ingiustizia” di Giampaolo Menelao

Categoria: Premio Racconti per Corti 2016

Arrivò di corsa uno senza fiato.

«Cos’è successo?» chiede chi era in attesa insieme ad altri vedendolo in quel modo.

«Uno di noi per terra un colpo di pistola» risponde quello confuso e spaventato.

«Dove?» chiede un altro.

«Qui vicino due tre isolati non ricordo dove esattamente è accaduto tutto così in fretta»  risponde come già senza memoria.

«E’ morto?» chiede un altro ancora.

«Non lo so un lago di sangue per terra da per tutto vicino alla testa».

«Ma chi  è?» chiede uno di prima.

«Non lo so il corpo era lontano sdraiato a terra non l’ho visto in faccia».

«Ma com’è successo?» domanda un altro ancora.

«Non lo so sono passato di lì per caso forze dell’ordine dovunque e…».

«Forse  un agguato» ipotizza qualcuno interrompendolo.

«Magari gli avranno sparato alle spalle quei maiali» grida un altro ancora.

«Sì è vero sono dei vigliacchi di merda» afferma più forte uno di prima.

«Li ammazzo quei maiali!» esplode uno guardandosi intorno in cerca di qualcosa che potesse diventare un’arma.

«Sì prima che lo facciano loro» rincara un altro.

«Non gli bastava più malmenarci, hanno deciso di ammazzarci, bastardi!!!!» esplode uno di prima.

«Ma sei sicuro di quello che è successo?» chiede improvvisamente una voce fino a quel momento taciturna.

«Certo che è sicuro non può mica esserselo inventato» risponde per lui un altro.

«Sì sono sicuro» risponde allora il testimone sentendosi quasi circondato dagli sguardi.

«Ma chi c’è di noi lì?» chiede uno rivolto a tutti gli altri.

«Lì dove? Io non ho capito ancora dove cazzo è successo!» risponde uno per tutti.

«Chi cazzo se ne frega chi c’è e dov’è!!!! Se è contro di loro è uno di noi» conclude un altro.

«Va bene ma adesso che cazzo si fa?» chiede uno perplesso.

«E’ vero che cazzo facciamo?» chiede allora un altro con lo stesso dubbio.

«Come che si fa?» risponde il più sicuro con rimprovero.

Più di un  vetro viene infranto, un cassonetto un’automobile ogni cosa è rovesciata e l’inizio di una fiamma divampa, con la gioia di una festa, in un incendio.

«Brutti porci!» urla qualcuno.

«Fottuti bastardi!» sembrano urlare tutti.

Qualcuno si affaccia ad una finestra.

«Che cazzo ti guardi stronzo?» urla uno di loro.

«Scendi stronzo se hai il coraggio!» aggiunge un altro.

Poi improvviso da lontano il corteo le cui agitate insegne simili a spumose creste di un fiume in profonda agitazione pronto ad esondare per il desiderio ormai in piena di un grande cambiamento.

Dal corteo qualcuno di corsa s’avvicina.

«Che cos’è successo?» chiede più d’uno verso loro.

«Hanno ammazzato uno di noi!» rispondono di fila in due o tre.

Più di uno allora parte, ma c’è chi si ferma, guarda indietro.

«Beh!? Allora!? Che cazzo state aspettando? Andiamo forza!» grida uno facendo il gesto di seguirlo.

Una voce consiglia di aspettare ma soffoca nella confusione.

Qualcuno allora si convince, poi  un altro un altro ed un altro ancora, poi altri a gruppi di due tre quattro cinque sei sette otto…

«Andiamo! Forza! Dai! Ahhhhhhhhh!!!!» grida uno.

«Ahhhhhhhh!!!!» gridano così tanti da sembrare tutti.

Inizia la corsa e poi d’improvviso in fondo a quella strada caschi e manganelli compatti come un muro che non lascia via d’uscita

Qualcuno dei manifestanti intravede dietro quell’immobili divise il corpo a terra del compagno. E’ coperto, si vedono spuntare solo scarponi militari simili a quegli degli agenti.

«Hai visto lo hanno coperto!?» esclama uno pensando ad un gesto pietoso.

«Coperto un cazzo! Lo hanno nascosto quegli assassini! Bastardi! Vigliacchi! Assassini! E’ inutile che lo nascondete, lo sanno tutti ormai che siete degli assassini! Figli di puttana!» urla invece un altro.

«Voi siete degli assassini, voi lo avete ucciso! Con i vostri sassi! Bastardi!!!!» esplode in risposta una voce dalle fila in uniforme.

«Ma che è un poliziotto quello morto?!» chiede qualcuno sorpreso da quell’affermazione inaspettata.

«Eh?! Ma che cazzo dici?! Sei scemo?» risponde un altro.

Esplodono le grida dei manifestanti.

Alcuni accendono fumogeni.

Come grandine piomba una sassaiola sulle teste degli agenti che alzano i propri scudi per proteggersi  per poi sparare in risposta lacrimogeni, subito raccolti appena a terra dai manifestanti e rilanciati, tracciando in aria brevi arcobaleni di fumo subito in accecante nebbia sparso.

A viso coperto alcuni intrepidi sembrano accennare contro gli agenti un assalto solitario con un bastone, per poi invece fermarsi, scagliarlo, ed indietreggiare subito dopo, mentre le forze dell’ordine, sparando nel contempo lacrimogeni per disorientare, iniziano un’avanzata lenta, che si trasforma in un istante in una carica.

Esplode lo scontro e poi uno sparo.

«Chi ha sparato?» urla una voce  in quella nebbia.

«Bastardi!» urla un’altra tra le grida delle altre.

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