Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “Coinquilini” di Viola Carrodano

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Che noia, questo pomeriggio è infinito. Marta, la mia amica nonché compagna di casa, è uscita da ormai qualche ora ed io mi ritrovo qui sulla mia poltrona senza sapere bene cosa fare. Non rimango volentieri in questa casa se non c’è qualcuno a tenermi compagnia, il tempo sembra passare più lento quando me ne sto qui da solo e mi assale una sensazione poco piacevole.

Marta dice che è normale, perché sono troppo legato alle abitudini. E’da poco che ci siamo trasferiti in questo appartamento, che a lei è piaciuto da subito e a me sembra ancora dannatamente grande, e che è solo questione di tempo; a poco a poco costruiremo anche qui dei rituali tutti nostri, e questo posto mi piacerà esattamente come quello in cui stavamo prima.

Ed io mi fido di quello che dice Marta, sempre. Innanzitutto perché lei mi conosce bene, a volte intuisce quello di cui ho bisogno prima di me, e poi perché è abituata ad aiutare e consigliare gli altri. Lo fa per mestiere.

Ci ha messo anni prima di esser capace; l’ho vista coi miei occhi studiare fino a tardi la sera e scoraggiarsi davanti a quei libri, che spesso sono sembrati troppi anche a lei, che ha sempre amato leggere. Dal canto mio, non sono mai stato in grado di aiutarla ad imparare, ma le sono stato vicino, pronto a strapparle un sorriso in quelle ore faticose.

Adesso è diventata brava però. O almeno, è quello che a volte le dicono le persone quando ci incontrano per strada. Ci fermano con la scusa di scambiare qualche chiacchiera e poi finiscono sempre per ringraziarla per i progressi che hanno fatto grazie alle sue parole. Ed io non posso che essere orgoglioso di quello che è diventata, e contento per le soddisfazioni che riceve, anche perché so che le cose non sono sempre state facili.

 

Tempo fa, Marta non è stata bene. Per un periodo, non saprei dire quanto lungo,  non è stata bene per niente ed io me ne sono accorto subito che c’era qualcosa che non andava. Era come se si fosse arresa.

Sentivo che era triste, ma soprattutto spaventata. Non so per quale motivo, forse c’entrava il fatto che quel tizio con il quale stava da un po’ l’aveva lasciata. Da parte mia, non riesco proprio a capire come si possa abbandonare una donna come Marta; io la vedo bellissima, e mi viene difficile non sentire la sua voce acuta anche per un solo giorno. Forse i suoi sapevano la ragione per cui, all’improvviso, aveva reagito in quel modo così strano ai miei occhi e venivano spesso a casa per farla distrarre un po’:

“ Perché non vieni a fare due passi che ormai le giornate si sono allungate e fuori si sta benissimo?!”

Non c’era verso, era come bloccata, trattenuta a casa da delle angosce che nemmeno lei riusciva a definire. E finiva sempre che a fare un giro con i suoi ci andavo io; così erano almeno un po’ contenti di esser venuti.

Col tempo ce l’ha fatta a riconquistare la sua vita; è riuscita a scavalcare quel muro invisibile che l’aveva allontanata da tutti e la costringeva tra le mura domestiche. Adesso quando parla al telefono con le amiche di quei momenti, la sento dire che è anche un po’merito mio se ha trovato l’energia per riprendere in mano i suoi giorni, perché spesso l’ho obbligata ad uscire e le sono sempre rimasto accanto, senza risultare invadente. Lei ha ricominciato piano piano a vedere gli amici, a lavorare con passione ed io ho ricominciato a rivedere  sempre più spesso il suo sorriso. Quanto mi era mancato.

Marta sorride di continuo; non se ne accorge ma lo fa anche mentre fa finta di esser imbronciata. Alla mattina, per esempio, quando  le sto intorno mentre si prepara e, con tono severo, mi dice:

“ Fammi passare che non mi sono ancora truccata, e se mi fai fare tardi, mi incazzo ”. Lo dice, ma poi non si incazza mai sul serio.

Nemmeno io riesco mai ad avercela con lei, ed è strana questa cosa  perché in tanti sarebbero pronti a definirmi un irascibile; le perdono facilmente anche quel suo viziaccio di lasciare le scarpe sparpagliate sul pavimento.

Eppure lo sa che rischia di farmi inciampare perchè ultimamente ci vedo meno, la scema.

Da un po’ abbiamo anche ricominciato a sentire la musica, dopo mesi in cui non voleva che dalle casse uscisse nemmeno una nota; diceva che la musica ha come unico difetto quello di dare troppa libertà ai pensieri. Non sono mai riuscito a condividere la sua passione per i cantautori italiani, specie quelli degli anni Settanta; mi annoiano quelle canzoni, ma lascio pazientemente che le ascolti, perché tanto lo so che prima o poi le viene voglia di mettere sul piatto un vinile dei Ramones o degli Who, e allora ci scateniamo insieme.

 

Eccola, sta arrivando…finalmente.

La sento nelle scale, e per ogni scalino che sale, sento di esser più contento.

La noia era qui fino ad un momento fa, eppure me la sono già scordata.

 

“Ehi sono a casa, dove sei?”

Sono qui, penso, impaziente di rivederti. E intanto scodinzolo entusiasta.

 

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6 commenti »

  1. Molto carino Viola!!

  2. Ma che delizia! Come dovrebbe essere ogni racconto breve: In poche righe attirare l’attenzione, incuriosire, farsi seguire e andare diritto al sorprendente finale. E questa piccola storia lascia il lettore con un sorriso. Brava.

  3. A tre quarti ho avuto il sospetto sul finale. Sospetto confermato. Devo dire che è carino, ben scritto e per nulla noioso. Neppure troppo melenso come si rischia sempre di essere parlando di sentimenti. Brava!

  4. Brava! Loro sono proprio così! Complimenti

  5. Complimenti per aver scritto questo racconto che, in poche righe, è riuscito ad emozionarmi in una maniera delicata e sottile… Brava.

  6. La svolta decisiva è nel finale quando tutto prende una visione differente, carina l’idea di rapportare come Marta e il protagonista possano sentire in modo affine alcune sensazioni.

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