Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2016 “Il Mago” di Valacchi Morelli

Categoria: Premio Racconti per Corti 2016

Lucca, fine giugno. Giovanni, quarantenne, guarda il televisore sbracato sul divano, la barba incolta, pantaloni corti, canottiera unta e ciabatte. Lucia, sua moglie, rientra a casa con una borsa della spesa semivuota.

“Tutto lì?” fa lui.

“Non sai che vergogna!” ribatte lei, e toglie un po’ trafelata la carta di credito dalla borsetta, la butta sul tavolino. “Alla cassa mi hanno detto che è bloccata.”

“Tutta colpa della crisi!” Giovanni si lamenta, aver perso il lavoro in fabbrica e non riuscire a trovarne un altro, è un destino ingrato. “Ma vedrai che qualcosa prima o poi trovo.”

Lucia lo guarda e poi scuote la testa, sospira prima di andare a sistemare la spesa in cucina. “Ci vorrebbe un mago, ecco che ci vorrebbe.”

Giovanni rimane seduto sul divano pensieroso.

 

Qualche giorno dopo, in un pomeriggio pieno di sole, siamo in una piazza di Lucca, ci sono persone che passeggiano, altre sedute. Un bambino gioca con il pallone. Si avvicina a una panchina dove sono sedute due persone e rimane a palleggiare lì accanto, poi lancia il pallone vicino a un albero, al tronco del quale è appoggiato un uomo che parla al cellulare, e palleggia anche davanti a lui. Poi il bambino va a sedersi sulla panchina dall’altra parte della piazza. Su quella panchina è seduto Giovanni, che smanetta col suo cellulare.

Il giorno dopo accade la stessa cosa. Nella piazza persone che passeggiano, degli anziani seduti su una panchina, una coppia di fidanzati distesa sul prato, un uomo con un abito di lino blu che legge Il Sole 24 Ore.

Il bambino gioca col pallone vicino a dove sono sedute due donne, che gli sorridono gentili, poi va a sedersi sulla panchina dov’è seduto ancora una volta Giovanni.

“Allora, babbo, la signora con i capelli bianchi e la maglietta a fiori ha una zia a Milano che sta male, molto male. Si è quasi messa a piangere mentre lo raccontava.”

“Ottimo, Andrea, ottimo, continua così.”

Il bambino si alza e riparte col suo pallone.

Giovanni di nascosto, col suo cellulare, scatta una foto alla signora.

Stessa piazza, una settimana dopo. Arriva una station wagon bianca dalla quale scende Giovanni che tira fuori dal bagagliaio un piccolo banchetto e lo monta. Ci attacca uno striscione, c’è scritto: “Conosci il tuo futuro?” A quanto pare in città è arrivato un mago.

La gente è diffidente. “Sì, la meglio. Il futuro? A me mi basta il presente, guarda te!”. Giovanni è dietro al banchetto col suo cellulare. Una coppia di cinquantenni curiosi si avvicina.

“Cosa predice?” chiede la donna.

“Per 50 euro lei saprà tutto” risponde Giovanni.

“50? E la miseria, troppo!”protesta il marito della signora.

“Poco. Con il problema che ha sua figlia Luisa col marito, io dico me ne darebbe anche 100” ribatte Giovanni.

I due si fermano di botto. E che ne sa lui di Luisa? Ma che questo sia vero? e si siedono al banchetto davanti a Giovanni.

Le persone intorno al banchetto li guardano mentre il mago e i suoi primi clienti cominciano a confabulare.

È sera, quando Giovanni smonta il banchetto e lo mette nel portabagagli. Infila la chiave nell’accensione ma, prima di mettere in moto, tira fuori dalla tasca un rotolo di soldi: “50 – 100 – 150 – 200 – 250…” Li guarda, quei soldi, e sorride incredulo.

 

Oggi Giovanni è a casa, seduto sul divano. Indossa una camicia bianca e pantaloni di lino. Si gode una partita su un bel 50 pollici. Fischietta, ha la faccia pulita, la barba rasata: “Domani ricomincio il giro” dice rivolto alla moglie.

Lei lo guarda indecisa: “Ma non sarà il momento di smettere con questo “lavoro”?”

“Senti Lucia, le persone vogliono solo sentirsi dire quello che sanno già e mi fanno fare un sacco di soldi. Ti fa schifo?”

Lei apre un libro seduta sul divano scrollando il capo, senza dire nulla.

 

Giovanni è di nuovo con il suo banchetto magico nella piazza dove tutto è cominciato. Il figlio gioca a palla nella piazza. Un uomo sulla cinquantina, con un abito di lino blu e Il Sole 24 Ore sotto il braccio (che abbiamo già visto) si avvicina al mago e chiede un consulto.

“Mi dispiace ma oggi non riesco a sentire la sua energia… Non sono collegato” dice Giovanni.

“La collego io” risponde il signore con calma, “ma con la Questura! Il suo problema è che lei non ha informazioni su di me.”

Giovanni lo guarda stupito, impallidisce.

“Io la denuncio, imbroglione, altro che mago. Lei si approfitta delle persone indifese!”

Alcuni passanti si avvicinano. Mago Giovanni è sempre più pallido.

“Mi ha insospettito il bambino che gioca a palla e si avvicina alle persone. Si è mai visto un bambino che gioca cercare i grandi? Io l’ho osservato… si vede bene che ascolta i loro discorsi. Quando gli è scappato il pallone ha aspettato prima di andare a riprenderlo.”

Giovanni è scoperto. Farfuglia, prega l’uomo di non denunciarlo, mentre alcune persone commentano l’accaduto e si danno di gomito. Si sa che i maghi non esistono, solo cialtroni. Arriva anche Andrea in lacrime che abbraccia Giovanni.

L’uomo promette di non denunciare Giovanni, solo per “codesto suo figliolo, che purtroppo gli è toccato un padre disgraziato, smetta immediatamente questo indegno raggiro”. Giovanni mogio smonta il banchetto, arrotola lo striscione e lo ficca nel cassonetto. Poi sale sulla sua auto col figlio e se ne va. L’uomo resta a guardarlo andarsene, alcuni si congratulano, lui dice figuriamoci.

Alla fine anche lui se ne va, con la calma di un cittadino che ha fatto il suo dovere. Attraversa la piazza e imbocca una via. Cammina per un breve tratto, fino alla porta della Banca delle Vallate toscane ed entra.

Una donna in tailleur grigio si avvicina all’uomo e dice: “Oh, Dottor Cenami, è arrivato… c’è il Signor Guidi. Gli ho consigliato di aspettarla…” poi gli sussurra: “Quest’anno il raccolto gli è andato molto bene…”

“Signor Guidi, che piacere rivederla. Mi lasci indovinare, lei vuole fare un investimento!”

Il Signor Guidi, settantenne di campagna ripulito per l’occasione, sorride impacciato e lo segue nel suo ufficio.

Il dottor Cenami, con grande cura, espone i pregi del prodotto sopraffino.

“Ma queste obbligazioni sono buone?”

“Buone? Ma scherza! Oggi non c’è niente di più buono. E i tassi… può girare mezzo mondo, ma così alti non glieli offre nessuno!”

Guidi sorride. “Allora va bene, mi ha convinto, tornerò all’inizio della prossima settimana per firmare i documenti. Fortuna che al mondo ci sono persone come lei.”

“Non lo dica nemmeno… mi sembra ieri che venivo al suo podere con mio padre a prendere le mele!”

Il signor Guidi si alza, gli stringe la mano togliendosi il cappello, esce. Il Dottor Cenami chiama la segretaria. Gli consegna la pratica del Signor Guidi. Possono dargli soltanto 60.000 euro di obbligazioni, limite massimo per il suo titolo di studio.

“E che cos’ha?”

“La quinta elementare, cosa vuole che abbia, quel contadino. Ma noi siamo buoni, noi gli facciamo fare un bel salto in avanti con l’istruzione, senza prendere un libro in mano, perché questo ha i quattrini.”

“Certo, col diploma di scuola superiore arriviamo tranquillamente a centomila” sorride la segretaria.

“Lo facciamo ragioniere, così la prossima volta che torna gli dirò: “Buongiorno, ragionier Guidi.” Che ne dice, signorina Carla?”

La segretaria lo guarda ammirata: “Signor Cenami, io l’ho sempre detto, lei sì che è un vero mago!”.

 

 

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