Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2016 “Click” di Eleonora e Laura Massa

Categoria: Premio Racconti per Corti 2016

14 Luglio 2015, la stanza di una redazione sportiva.

Sullo sfondo delle note dell’inno di Mameli, rischiarati in volto dalle luci al neon, in piedi attorno a un grosso tavolo, Redazione 1, Redazione 2 e Redazione 3 si tengono per mano: e giurano che – anche oggi – non “bucheranno” nessuna notizia, giurano che anche oggi saranno i primi su ogni notizia. Rompono il giro di mani, ognuno prende posto davanti al proprio PC – lo sguardo fisso sul monitor.

Segue il fischio d’inizio della finale dei Mondiali di calcio.

Segue l’attuazione del piano: Red. 1 sorveglia in tempo reale lo svolgimento del match, nel frattempo stila la classifica de “gli scarpini più originali in campo”; contemporaneamente Red. 2 monitora l’operato dei siti rivali, nel frattempo lancia il sondaggio su “la miglior cresta in campo”; contemporaneamente Red. 3 confeziona la news sulle coreografie degli spalti, nel frattempo annota “l’ultimo silicone delle wags in tribuna”; contemporaneamente Red. 1, Red. 2 e Red. 3 rispondono alle sollecitazioni del gruppo “Redazione Centrale” su WhatsApp.

Tutto procede secondo i piani; il motore del condizionatore cadenza lo scorrere dei minuti: è il 45’.

Mentre continuano a cliccare sul mouse, ad aprire e chiudere pagine, i tre si stropicciano ciondolanti gli occhi.

Ma l’intervallo scorre via veloce e il gioco riprende: e riprendono a digitare, a salvare, a pubblicare – digitano, salvano, pubblicano.

All’80’ il gol che cambia il corso della partita: Red. 1 radiografa l’azione della rete, salva e pubblica; Red. 2 immortala l’esultanza dei compagni, salva e pubblica, Red. 3 cattura lo sconforto degli avversari, salva e pubblica.

La voce del telecronista accompagna lo scorrere degli ultimi minuti di gioco e poi il countdown: dieci, nove, otto, poi tre, due, uno … Fino a quando non c’è più tempo: i nuovi campioni del mondo sono decretati.

Echi di clacson, cori e grida di esultanza provengono dalle strade.

Richiamati dai suoni percepiti in lontananza, i Redattori distolgono per un istante lo sguardo dagli schermi.

Ma il post-partita incombe: le dichiarazioni dei vincitori e degli sconfitti, degli allenatori, dei tifosi, la premiazione … Tornano a digitare, a salvare, a pubblicare.

Tutto continua a procedere secondo i piani: la distanza che li separa dalla fine del turno si assottiglia, un sorriso deformato disegna i loro volti.

Ma improvvisamente l’icona della navigazione inizia a ruotare su se stessa.

Danno il click dell’aggiornamento: una, due, tre volte: ma l’icona continua a ruotare.

Cliccano ancora, cliccano a ripetizione, cliccano a oltranza: niente. Fino a quando l’icona addirittura sparisce: sullo schermo non altro che caratteri neri su una pagina bianca: GATEWAY TIMEOUT.

Il server non risponde più.

Una smorfia di terrore si impadronisce dei loro volti.

Spengono. Riaccendono. Riavviano – alla disperata ricerca delle parole prodotte; senza risultato si abbandonano inermi sulla sedia.

I secondi trascorrono ovattati, tra le quattro mura regna un silenzio assordante, fino a quando un ritornello, prima confuso, poi sempre più nitido, irrompe nella stanza a rianimarli. È ignota la sua provenienza – ma lo sentono – è ormai inequivocabile: si tratta di Brigitte Bardot.

Redazione 1 ha bisogno d’aria.

Si alza e va alla finestra, la apre, e il motivo musicale si perde nei suoni e nelle luci della città in festa, che inondano l’interno.

Redazione 2 e Redazione 3 lo raggiungono.

E restano lì, in silenzio, a osservare il mondo davanti ai loro occhi: ma non lo riconoscono più.

Chiudono la finestra, tornano ai computer: e il sistema è ripartito.

Così riprendono a lavorare.

Click, click, click …

 

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