Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “Un bacio fresco” di Piera Giordano

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

L’aria è spessa. Dà un senso di soffocamento come di sabbia che ti entra negli occhi, nelle narici, nella gola, una sabbia che intasa i bronchi. Poi arriva la gente che si accalca nell’ufficio. Arrabbiata, ringhiosa. Ognuno ti spiattella che ha perso la coincidenza o non c’è il treno. Come farà a tornare a casa? Lavoratori, ragazzi sfaccendati, studenti, turisti. Non è giusto scioperare così, senza informare. Fa caldo. Perché non so rispondere? Sono pagato per stare allo sportello di assistenza e fornire le spiegazioni ai viaggiatori. Sono un incompetente, un fannullone. Sono le dieci di notte, dove andranno a dormire? Chi li risarcirà dei danni? E domani? Ci saranno i treni? A che ora il primo? Mi scriva la dichiarazione che arriverò in ritardo al lavoro per l’inefficienza dei trasporti pubblici, che pubblici non sono più e l’azienda fa proprio schifo.

Opprimente quest’aria inquinata da respiri umidi e labbra assetate.

È l’inizio dell’estate: in campagna ci sono le lucciole, il fieno ondeggia mosso dalla brezza fresca. Io sono incatenato a questa sedia. Non posso svignarmela fino alle dieci, ancora mezz’ora prima di smontare.

Dopo? L’appartamento è vuoto e impolverato. Al quarto piano si concentra il caldo della città, una patina che si appiccica a ogni cosa. Teresa se n’è andata. Mi ha mollato. Si è trasferita a Torino insieme a un altro. È finita, mi ha detto, ti voglio bene ma sei noioso, sempre stanco, chiuso nel tuo mondo. Sei gentile, paziente, comprensivo, ma ho bisogno di passione, di un amore che mi faccia sudare ogni giorno.

So che Teresa non tornerà e niente potrà essere come prima. Mi alzo, vado in bagno, mangio, raggiungo l’ufficio, un po’ di tele sdraiato sul sofà, un bicchiere di vino, qualche ora di sonno.

Alzo gli occhi per ricevere una nuova lamentela e incontro un sorriso simpatico, uno sguardo chiaro, una camicetta leggera bianca, capelli vaporosi e lucenti, una fata che mi chiede con tono cordiale:

Saprebbe indicarmi un hotel pulito, che non costi troppo? Non sono di Milano e non avevo messo in conto di fermarmi una notte.”

Mi passo una mano tra i capelli per sistemare la frangia, drizzo la spina dorsale e le sorrido.

Il suo lavoro è proprio stressante!” commenta.

Sì,” le rispondo “soprattutto quando ci sono gli scioperi.”

Lei mi sembra adatto per questo compito. È così paziente.”

Le sorrido. “Ho finito il turno. Se mi permette l’accompagno ad un hotel qui vicino. Conosco i proprietari e magari le faranno un piccolo sconto.”

La ragazza resta un momento in silenzio, esitante, poi decide: “Va bene.”

Scendiamo dallo scalone principale. Lei porta una borsa rossa. Fuori l’aria continua a essere calda, io continuo a sudare. Ma ora, mentre attraverso la piazza con questa ragazza dolce al mio fianco, anche il sudore è diverso, di emozione che mi prende il corpo, il cuore e lo stomaco. Parliamo dello sciopero e del caldo. Poi lei mi spiega che rientrerà la mattina. È venuta a Milano per un corso di aggiornamento sulle tecniche di marketing nei media. La sua voce è uno sciacquio di mare calmo nella notte. Sento un desiderio di bacio fresco.

Siamo davanti all’hotel.

Che le pare?”

Per una notte è perfetto.” Entra decisa, la seguo. Va dritta alla reception, s’informa della stanza. Dico che l’ho accompagnata, se fosse possibile uno sconto. Compila la scheda dei dati, paga subito con la carta. Ed è tutto fatto. Mi sorride, mi porge la mano: “Allora grazie, buonanotte. Veramente gentile e premuroso.”

Esco. L’estate è calda e continua a essere afosa.

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