Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2010 “Canyon” di Lia Sacchini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010

Spinse lo sguardo fino al punto ultimo ed esclamò con voce fioca: “Questo spazio bello ed immenso mi invade, mi sento grande”.

Giuliano, immobile al suo fianco, rispose in tono sommesso, ammirato: “Questa immensità mi invade l’animo, quasi mi spaura…”.

Affascinati dallo spettacolo di quell’immenso angolo di terra tortuosa, scalfita a fondo dagli eventi della natura, che si perdeva a vista d’occhio in quel cielo azzurro e terzo; così lontani dai luoghi intimamente conosciuti in ogni aspetto e nei quali l’occhio trovava limiti al suo scrutare.

Erano lì dove avevano voluto essere; erano lì nell’immensità di quello spazio, di quello stupore, di quel silenzio che non osavano infrangere.

Lasciò scivolare lo sguardo in quello spazio, l’orecchio sempre attento a quel silenzio, toccò con la mano quella terra rossa assaporandone il calore; il sole riscaldava il suo corpo illuminando quello splendore di paesaggio, di situazione…magica, irreale.

Si abbandonò a quella sensazione; la mente vagante in quell’immenso correndo, sostando, danzando.

Le sofferenze della vita giunsero al suo animo ma non ebbero tempo di fermarvisi; le ignorò, per una volta le percepì troppo piccole rispetto all’immenso da cui si sentiva avvolta.

Strano, si ricordava ogni attimo dei suoi dolori ed ogni volta che giungevano riuscivano a rinverdire le sensazioni, le emozioni, i sentimenti che avevano suscitato in una rivisitazione continua, senza sosta; adesso no, tutto scorreva velocemente per non “turbare” lo stupore del momento.

Giunsero anche le situazioni serene, forse felici, del suo vivere; l’amore ricevuto e donato, l’amicizia continuamente trovata ed a volte perduta, gli attimi di gioia immensa immortalati e fissi nel suo essere, suo padre che la guardava con il suo sorriso radioso, sua madre che la osservava sorridendo ma che… “non riusciva a capire”!

Respirò profondamente, si sentiva leggera e, per una volta, al posto giusto nel momento giusto; l’aria entrando nei polmoni le inviò un’altra sensazione, molto forte.

Era come se, insieme all’aria, fosse entrata dentro di lei tutta l’umanità che aveva vissuto nei secoli in quegli spazi.

Si era sempre vissuta appartenente ad una umanità che non aveva inizio e che non avrebbe avuto fine; sentiva di essere il frutto di quella umanità che l’aveva preceduta nel tempo e, allo stesso tempo, origine di quella che sarebbe vissuta dopo di lei.

“Sentiva l’energia” di quelli che l’avevano preceduta, la respirava, se ne saziava ed apriva il suo essere per accoglierla, senza paura.

Voltò lo sguardo verso il suo compagno di vita, incontro il suo; sicura, in quella leggerezza d’essere spiccò il volo, si alzò sullo spettacolo immenso della natura.

Solcò fino infondo con ali ampie quei canaloni avanzando con volo greve, lento per non perdersi nulla di quello che vedeva, che provava, che viveva; si alzò sempre più in alto per gioire della mappa affascinante di quei solchi, dell’aria limpida, pura, profumata di terra, del sole caldo, luminoso.

Era grande per quanto tutto ciò che l’attorniava era “grande”.

Planò lentamente, serena accanto a Giuliano…lo sguardo azzurro perso in quel tutto, il sorriso sereno sulle labbra, la fronte rilassato nel pensare, il corpo poggiato su un fianco, il volto verso l’immenso.

“Cosa stai sentendo?”

“Il tutto che mi penetra mi spinge a ripensare molta parte della mia vita…mi sento piccolo ma…forte.”

Allungò una mano che accolse; si amarono in quel tutto…

Lui si alzò continuando a guardare avanti e pronunciò quelle parole completamente avulse da quello che stavano vivendo ma necessarie per potersene staccare: “Ci stanno aspettando”.

Voltarono le spalle e si avviarono verso l’auto; le ombre si erano allungate…da quanto tempo?

Salì sulla vettura, Giuliano chiuse la sua carrozzina ortopedica, la mise nella bauliera, si mise alla guida; tutto con calma per non interrompere ciò che aveva intimamente “vissuto”.

Nessuno parlò, l’animo sereno e sazio; lui ormai “forte” per continuare insieme, lei…“grande” nel suo vivere.

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5 commenti »

  1. un racconto scritto da un poeta, o una poesia raccontata, questa la prima impressione che ho
    ricevuto .tanto riesce a trasmettere.
    la lettura ti attrae, scorre veloce
    E nello stesso tempo è capace di
    Trasportarti in quel canyon,
    ti sembra di vederlo quel paesaggio ,quegli stati d’animo
    “Gli attimi di gioia immensa” sono mirabilmente descritti.
    Certamente Una bella pagina d’amore : Amore per il compagno per la natura, per la vita.
    Brava. Ti faccio i miei complimenti.

  2. la velocità, la chiarezza, ed il sentimento presente in questo racconto facilitano l’immedesimazione di qualsiasi lettore che con animo sereno si presta alla sua lettura,brava Lia, complimenti.

  3. complimenti! la chiarezza di espressione, la forza delle sensazioni espresse, porta a condividere sensazioni scaturenti da un luogo che non ho visto.
    La ricchezza d’animmo ed il sentimento di amore verso l’universo, l’umanità ed il proprio compagno si respirano.
    La forza vitale traspare chiara, netta e forte.

  4. Tra emozioni e tenera passione, un dolce racconto con finale per me veramente a sorpresa

  5. Un racconto, una poesia, un paesaggio, un insieme di sentimenti, sensazioni, emozioni che si fondono nell’immensità dell’amore universale.
    Complimenti Lia.

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