Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “Umanità” di Costantino Lupato

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Quando capiranno quello che hai fatto, si arrabbieranno e ti cercheranno ovunque: in casa, in cantina, in giardino. Ti troveranno e questa volta non avranno pietà.

Ti picchieranno e saranno botte di legno sulla testa e sulla schiena. Saranno anche calci in pancia e male parole. Ti massacreranno, ma ti lasceranno vivere.

Ti porteranno dove in gabbie uguali convivono individui di razze diverse. Sarai messo in isolamento, considerato pericoloso.

Sbarre alte fino al soffitto disegneranno il tuo spazio e sarà impossibile fuggire. Rimarrai là per giorni, settimane, forse mesi. Verrai nutrito e le tue ferite curate affinché possa rimetterti in salute.

Alla fine ti legheranno un cappio al collo e ti condurranno in una stanza in cui un giudice ascolterà le testimonianze degli uomini e delle donne. Neanche lui avrà pietà di te.

Non ti gioverà farti piccolo e piangere e nessuno racconterà la vita di soprusi, l’orgoglio svilito, l’esuberanza imprigionata in una minuscola abitazione al terzo piano. Non capiranno la rabbia covata in questi anni.

Non conosceranno la paura costante che paralizza fino a sbocciare in una totale sfiducia nelle persone, quell’ansia continua e la consapevolezza di una violenza latente, pronta a scatenarsi a ogni minimo rumore provocato.

Anche se qualcuno glielo farà notare, basterà che vedano le foto della bambina e subito ti odieranno: la carne lacerata, il sangue, gli occhi pieni di orrore.

Non potrai raccontare di come ti abbia stuzzicato, infastidito e infine provocato.

Ringhieranno rancore, lanceranno epiteti come coltelli ed emetteranno una sentenza a cui non ti potrai appellare.

Il giorno dell’esecuzione ci sarà anche la piccola, perché possa vedere e non avere più timore. Dovrà guardarti morire e così superare il trauma.

Forse imparerà dagli errori e proverà compassione vedendoti prostrato. Potrai osservare la pelle bianca su cui ti sei scagliato e la vedrai guarita.

Staranno col fiato sospeso mentre in due ti terranno fermo e quello col camice farà l’iniezione. Allora una sensazione di calore dietro le orecchie, da lieve si farà più intensa e divamperà in un incendio.

Per prime svaniranno le forme: gli spigoli degli oggetti, gli angoli della stanza e tutte le linee si contorceranno in spirali sempre più buie fino a cancellarsi del tutto.

Seguiranno gli odori: il cuoio delle scarpe, il dopobarba, il sapone. Si mischieranno e confonderanno in un sottile olezzo di morte.

Quindi si estingueranno i rumori: il chiacchierio delle persone, il loro ansito e il sommesso calpestio si fonderanno in vibrazioni indeterminate, sempre più lente e lontane.

Il tatto ti abbandonerà e ti sembrerà di non toccare più il grigio cemento sotto il tuo corpo.

Infine se ne andranno i ricordi: l’immagine di tua madre, l’odore del prato appena falciato, il calore del sole. Sbiadiranno fino a diventare impalpabili.

Poi sarà il nulla.

Lui non vedrà. Il tuo padrone sarà rimasto a casa a rinnegare il giorno in cui ti ha prelevato in un allevamento clandestino ai confini della città, dove il sentore d’asfalto diventa essenza di fango.

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16 commenti »

  1. Complimenti! Fino all’ultimo lasci il lettore nel dubbio e nell’incertezza, e rotoli giù, senza intralci verso un finale spiazzante che mi ha portato a rileggere il racconto di nuovo, sotto una luce diversa, facendo risaltare ancora di più la bellezza della tua storia. Bravo davvero!

  2. Ti ringrazio per il tuo lusinghiero racconto.

  3. Volevo scrivere commento.

  4. Anche questo mi è piaciuto, molto dal titolo alla fine.Tre racconti che sembrano scritti da tre persone diverse,essere una penna versatile è un dono raro,tanti complimenti Costantino.

  5. Ti ringrazio Noemi. È vero: mi piace sperimentare stili di scrittura differenti.

  6. Interessante il punto di vista, ma forse un po’ edulcorato dall’essere “cane”. Sarebbe stato molto potente dal punto di vista uomo. Una voce narrante interessante.

  7. Molto bello.

  8. Grazie sia a Michele che a Giacomo per i loro commenti.

  9. Che dire, Costantino? La semplicità del linguaggio è l’unica cosa che al giorno d’oggi può salvare l’arte del racconto, e tu ne sei pienamente consapevole. Ho visto che hai inviato altri due racconti ( io solo uno). Leggerò anche gli altri di qui a qualche giorno. Bravo.

  10. Bravo Costantino! Con il tipo di scrittura che hai scelto porti il lettore dove vuoi e lo ” inganni ” con eleganza.Complimenti

  11. Grazie di aver letto e commentato il mio racconto. E’ vero, la brevità imposta dal concorso, sacrosanta per altro, mi ha costretto a non mantenere il mistero troppo a lungo, rischiavo di farlo somigliare ad una barzelletta con battuta finale, e io volevo un racconto che sfiorasse la satira. Ma quanto è difficile!

  12. Grazie Gloria. Lieto che con te il racconto abbia funzionato.

  13. Grazie Alessio. Concordo con te sul fatto che la scrittura di narrativa debba essere semplice e comprensibile da tutti. Io almeno la penso così. Il tuo racconto non è per niente una barzelletta e riuscire a mantenere il mistero più a lungo non era facile. Ribadisco che mi è piaciuto.

  14. Ho letto due volte il racconto perché in fondo cerchiamo negli scritti degli altri anche molto di noi , delle nostre idee. Mi sembra un racconto perfetto contro la tortura e la pena di morte , la dinamica descritta quella tipica, applicata agli uomini, nel caso di sentenze capitali disumana anche nei confronti delle bestie. Bravo!

  15. Anna Rosa sei andata a ripescare un mio racconto dell’anno scorso. Mi fa piacere che ti sia piaciuto e ti ringrazio per il commento.

  16. me ne sono accorta solo dopo la tua risposta, comunque anche nel 2016 non eri “per niente male”!

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