Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “Bevomangiofumo” di Michela Tognotti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Questa ve la devo proprio raccontare. A voi, sì, a voi che state leggendo.
Mi presento, sono George. Nessun cognome, un George come tanti.
Bene, dicevo… Ah, scusate, mi accendo una sigaretta, in questo bar ci sono solo amici, chiudono un occhio.
Ahhhh! Che meraviglia! Era da un po’ che non ne fumavo una. Esattamente da un’ora, da prima che arrivasse qui mia madre. Sì, avete capito bene: quella santa donna di mia madre.
Non l’avete vista? Ma come? Era qui, fino a dieci minuti fa, se n’è appena andata…
E allora vi siete persi uno spettacolo di donna. E’ già vecchiotta, sui cinquantacinque, ma si tiene bene.
Ve l’avevo detto che ho trent’anni? No, mi sa che non ve l’avevo detto.
Comunque, mia madre, dicevo, non approva che beva e che fumi, quindi mi sono dovuto trattenere fino a che è stata qui. Mica che abbia paura di lei, no, però mi dispiace se pensa male di me. E’ una salutista, è sempre stata fissata con l’igiene. Per lei sono astemio e non fumo.
E’ chiaro che fa finta di non sapere.
Pensavo che non mi avrebbe mai trovato in questo bar un po’ nascosto, da pokerino, ecco, non da happy hour come quelli che è abituata a frequentare lei con le sue amiche. Sono rimasto a bocca spalancata quando me la sono vista arrivare qui dentro. Una come lei qui, in questo, diciamocelo, letamaio! Non dovrebbe neanche passarci davanti.
Lì per lì ho pensato che ci fosse arrivata tramite una delle sue associazioni benefiche. E’ fissata, quella santa donna, fissata! Ha la mania di voler salvare tutti, soprattutto quelli che non conosce. Però la gente non sempre vuol essere salvata. C’è chi vuole sprofondare nella melma per scelta, non per sfortuna. E lei, no, si sente tanto angelo custode.
Ma così mi sto allontanando dalla storia che vi volevo raccontare.
Ho bisogno però di bere qualcosa: vi dispiace se ordino un bicchiere di vino rosso?
Insomma, dicevo, mia madre piomba qui, a colpo sicuro. Sapeva di trovarmi qui. E sapeva che mi avrebbe trovato in compagnia.
Come dite? Non l’avete vista la persona che era con me? E’ andata via cinque minuti prima che se ne andasse mia madre. Possibile? Oh, ma non avete visto niente, allora! Ok, finisco il racconto, manca poco, ormai. Prima sarà meglio che mi faccia portare due stuzzichini e l’intera bottiglia di questo miele rosso.
Vedete, io sono un attore. Sissignori, un attore di teatro. Off. Molto off. Però me la cavo, ho di che vivere, ho di che mangiare, ho di che bere. E mi diverto. Anzi, me la godo proprio. Ho un buco al Greenwich, un buco che più buco non si può, ma chissenefrega! Non ci sto mai. Mangio fuori, e spesso dormo fuori. Serve solo per cambiarmi la biancheria intima, quando salto tra un letto e l’altro.
Dicevo, dunque: mia madre. E’ venuta qui per dirmi che disapprovava. Oh, beh, detto da lei, non è una novità: disapprova tutto, a prescindere. Voleva che facessi l’avvocato. Ma ci pensate? L’avvocato io, come il mio imbalsamato padre! Da scompisciarsi dalle risate… No, non fa per me. Comunque sia, quella santa donna, senza neanche salutarmi ha cominciato tutta una sequela di rimproveri: e il tuo lavoro, e il tuo appartamento, e le tue relazioni sentimentali, bla bla bla…
Ha battuto soprattutto su quel punto. E naturalmente ne ha avute da dire anche per la persona al tavolo con me. Ora, l’amico in mia compagnia, di cui mi sfugge il nome, Michael? Gabriel? Raphael?, un Arcangelo, insomma, è un amico, ma con moderazione. No di certo fino al punto di sorbirsi le fisime di mia madre. Abbiamo passato la notte insieme, e basta. Di sicuro non lo rivedrò domani.
Insomma, lei pensava che fosse una specie di fidanzato, e intendeva fargli capire che non sarebbe mai stata la remissiva suocera di un gay, come si vedono nelle fiction in tv. Così se n’è andato velocemente.
In realtà di Michael o come si chiama non me ne frega niente. E’ carino, abbiamo fatto sesso.
Chiuso.
Ho dunque cercato di farlo capire a mia madre, che non ho un fidanzato fisso, e che li cambio tutte le sere, o quasi.
Pensavo svenisse, stecchita, qui, su questo pavimento. Il suo Chanel si sarebbe sciolto, al contatto del suolo lercio.
Se n’è andata senza salutarmi, come era venuta.
Starà già pensando a quale Associazione rivolgersi per salvarmi.
Beh, che volete che vi dica, lei è fatta così.
Io sono fatto così. E non voglio essere salvato.
Dovrà farsene una ragione.
E meno male che non avevo ancora ordinato il vino.

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17 commenti »

  1. Brava Michela! Sei diretta, e ironica, espressiva e sorprendente. Il tutto in poche righe. Complimenti davvero.

  2. Grazie, Patrizia! Ben felice!

  3. Ironico, ben scritto. Sarebbe un ottimo sketch in cui l’attore si rivolge alla platea.

  4. Mentre leggevo mi dicevo..vuoi vedere che Lui è ..e la Madre e ‘ (per via del Michael… Ma sarebbe stato blasfemo, credo! ) invece..ho pensato poi a Huck Finn , che non vuole andare in Paradiso non vuole essere salvato ! (Si annoierebbe in paradiso, dice )..carino, carino, il tuo raccontino ! e di mamme meno male ce n’è una sola! passi da me? Dove sono? Quinto girone, subito a destra…

  5. grazie a tutti! scusate la lentezza nel rispondere, ma il tempo a disposizione è quello che è: POCO!

  6. Complimenti!!!

  7. Grazie Patrizia, mi fa molto piacere!

  8. Divertente e molto ben scritto. Parole, parole, tante parole, sputate una dietro l’altra. Flusso di pensieri e di coscienza. Una confessione? Qualcosa del genere, ma non di quelle da fare a un prete che finge di ascoltarti e di dispiacersi per i tuoi peccati. No. Più il genere di confessioni che si fanno al barista che ti conosce da una vita e che di te non sa un benemerito e forse non gliene frega un benemerito ma che almeno ti riempie il bicchiere ogni volta che lo chiedi, senza rompere le palle… Siamo chi siamo! Anche per quelli che si ostinano a non riconoscerlo. A volerci diversi. A sperare per noi cose che farebbero solo la loro felicità. E che ci condannerebbero solo a essere per sempre infelici… Brava davvero. Ci vediamo presto a Lucca. Se ti va passa a dare un’occhiata al mio “La Maledizione di Famiglia”, anch’esso tra i vincitori di questa edizione

  9. Complimenti Michela!!!! Scritto benissimo. Ci vediamo a Lucca!!!

  10. Complimenti! P.s.: scriverai anche il monologo della madre? George stasera le porterà a cena Michael (non l’arcangelo, un altro…). Pare che finalmente voglia mettere la testa a posto. Ma stasera Mamma una sigaretta se la fumerà anche lei, coi due ragazzi…

  11. Bel racconto. Schietto e mordace. Intrigante anche la prospettiva: il protagonista che si racconta in diretta mentre se ne sta seduto al bar.
    Brava. Spero che tu abbia continuato a scrivere.

  12. Brava, Michela, complimenti. Mi sono molto divertita!

  13. Michela, gran bel ritmo scandisce il tuo racconto e questo figlio incarna un po’ tutti i figli che tentano di salvarsi da madri a volte smemorate e dimentiche di essere state a loro volta figlie.

  14. Brava Michela, un racconto diverso dal solito, ironico, spiritoso e ben scritto! Mi è piaciuto davvero moltissimo. In bocca al lupo!

  15. Grazie a tutti! Mi fanno molto piacere questi rinnovati complimenti, significa che il mio racconto continua a destare l’attenzione del lettore, nonostante abbia partecipato lo scorso anno, con enorme soddisfazione visto che ‘bevomangiofumo’ è entrato a far parte dei 25 selezionati per l’antologia 2016. In bocca al lupo a tutti i nuovi partecipanti! grazie ancora

  16. Bel racconto!
    sopratutto la forma in cui è scritto, mi immaginavo tutto come se fosse un film, in cui ogni tanto lui si gira verso la telecamera e parla al pubblico.

  17. Il personaggio del figlio sciroccato è interessantissimo, così come quello della madre borghese e perbenista (ha ragione chi ti dice che si potrebbe proseguire nel racconto). Le immagini sono nitide, la lettura scorre veloce. Brava, la scena mi ha ricordato “Opinioni di un clown”.

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