Premio Racconti nella Rete 2016 “Sono io a scegliere” di Claudia Pirro
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016Odio affidarmi alla fortuna. Perché so che prima o poi mi tradirà. Del resto lo ha già fatto. Per tante, troppe volte. Il suo è un gioco dove non ci sono regole. Un gioco che non ha confini, un gioco durante il quale è impossibile tornare indietro. La fortuna è stata sempre vigliacca, bugiarda e ipocrita, con me. Non si è mai rivelata sincera o fedele e si è divertita a deridermi, per tutti questi anni. Si è presa gioco di me, sorridendo davanti alle mie lacrime.
Ricordo i suoi occhi muti e beffardi, le sue pupille di plastica, davanti al mio sguardo. Rideva. Continuamente. Ma ora voglio combattere. Anche se farà male. Anche se questo, lo so, comporta inevitabilmente soffrire. Ogni cosa dipende da me. Ma io lo voglio. Quasi non vedo l’ora. Sono io finalmente, a fare la differenza. Il coraggio adesso sembra esaltarmi. Sembra infondermi più forza, quasi più vita. Sembra essere parte del mio sangue.
E ora più che mai sento di essere perdutamente innamorata del coraggio. E non importa se la mia pelle mostrerà al sole i miei lividi, le ferite e le profonde cicatrici che mi porto nel cuore, perché se questo mi riporterà indietro, lo farò. E non perché non abbia scelta, perché non è la verità. Sono io questa volta, a scegliere. E io scelgo di bruciarmi. Io scelgo di guardare in faccia il dolore, perché so che questo è l’unico modo per sconfiggerlo. Io scelgo di cadere perché so che la mia testa sarà la prima a rialzarsi e allora non conteranno più nulla le gambe o quanto io sia davvero veloce ma solo l’anima e il cuore. Scappare è inutile, sarà l’istinto il mio sentiero.
Lo so anch’io che questa volta potrei non farcela. Sono vulnerabile.
Eppure sarebbe così facile arrendersi, ammettere che tutto sia finito. Indietreggiare, per nascondersi dal dispiacere e dalla delusione. Affogare nel buio come un gabbiano che, accecato dal sole, annega nell’acqua sotto di lui. Ma io non sono nata per temere la paura, semplicemente non è nella mia natura. Io sono pronta a sfidarla. Io sono nata per combatterla.
La paura non mi spaventa, perché so di avere dentro di me la determinazione per batterla. Perché la paura sarà la forza con cui lotterò contro i miei incubi. La mia tenacia diventerà il mio scudo, con il quale proteggerò il mio sorriso dalle sconfitte. Gli errori che ho fatto fino ad ora sono i graffi che hanno tagliato i miei pensieri, che hanno congelato la mia mente ma che mi hanno ricordato che c’è sempre una possibilità per rimediare, una possibilità per essere me stessa.
Perché la verità è che la tua vita non è e non sarà mai nelle mani di un paio di dadi. Non è la fortuna a decidere per te. La fortuna non è la padrona delle tue scelte. Sei tu a decidere.
Io lo so anche troppo bene.
Avere fiducia, avere speranza. Come se fosse un gioco da ragazzi fidarsi del destino. Fidarsi del futuro, di un cuore che potrebbe smettere di battere da un momento all’altro, credere in un sogno che potrebbe non realizzarsi mai. Fidarsi di un respiro ormai affannato, di un battito così lento, così silenzioso, che è sul punto di rompersi, come il fuoco quando tramonta in un pugno di cenere.
Se non fosse che io credo in me. Io credo in ciò che sono. E forse la vita vuole solo vedere fino a che punto riesco a spingermi e fino a che punto sono determinata ad oltrepassare i miei limiti. Lo scopo non è vincere, ma resistere. Ed io resisterò. Fino in fondo.
Ci sono cose a cui non mi abituerò mai. Non mi abituerò mai a questo vuoto perché sono stanca di dormire nel silenzio. Perché non fa per me dormire. Non fa per me restare a guardare. Non mi abituerò mai al dolore. Perché anche se lo si volesse con tutto il cuore, una ferita non può mai essere dimenticata veramente. Non mi abituerò mai all’idea di avere cinquanta per cento di poter morire. Perché la mia energia, così intensa quanto fragile, conta su quel cinquanta per cento che ho di vivere. Io la conosco più di chiunque altro, la realtà. Io la comprendo bene. Ma perché io, con la realtà, faccio i conti ogni giorno. La realtà sa essere dura, spietata.
Sa essere la chiave dell’imprevedibilità ma sa essere anche la serratura di un mondo che aspetta solo di essere scoperto. Solamente se tu sei disposto a vederlo. Io non so niente di cosa mi aspetti. So solo di avere un sogno e di volerlo inseguire. Sogno di rivedere la luce, e non quella del paradiso, ma quella della terra, che so mi sta aspettando con ansia, forse chiedendosi dove io sia finita.
Io voglio solo ricominciare a sorridere. E in fondo so anche di non essere disposta ad arrendermi. Io sono solo come tanti altri. Non sono e non sarò probabilmente mai speciale. Non sono diversa. Non sono più coraggiosa, non sono più forte. Io non sono nessuno. La pelle è la mia corazza e le mie iridi sono le fessure con le quali intravedo il mondo splendere attraverso di me. Il mio corpo è il mio specchio, riflette le labbra dorate delle stelle che sussurrano nel cielo e la voce del mare che ora canta, ora urla, liberandosi nel vento. Adesso il mare rincorre sfacciato gli scogli, senza timore. E le rocce con una dolce amara carezza sciolgono le onde in bianca spuma argentea. Potrei farcela, potrei non farcela. Solo questa volta. Solo questa maledetta volta.
Sono certa che il mio coraggio non sia nella forza, ma nella speranza. E se le mie guance sono cosparse di lividi, i miei occhi sono riempiti fino all’orlo di quella voglia di futuro che mai nessuno riuscirà a togliermi. Anche se potrei perdere. Anche se potrei perdermi. Potrei perdermi come una foglia sotto la pioggia e come sabbia tra le dita del tramonto. Potrei perdermi come la luna che quando viene nascosta dalle nuvole sembra scomparire. Ma c’è. C’è ancora. Perché c’è ancora un cielo in cui essa può sorgere. Perdere i ricordi, i sorrisi e gli abbracci. Perdere la memoria di ciò che sono e perdere il desiderio di chi voglio essere. I miei sogni, lo so, non mi abbandoneranno mai.
Ho scelto di essere una ragazza che ama, che vive della musica dei tuoni e del concerto dei grilli che preferiscono la notte al giorno, forse perché quando è buio ciò che regna è solo silenzio e si è soli, faccia a faccia con se stessi. E perché nella notte è quasi eccitante trovare le stelle sopra di noi. Sapere che in qualsiasi momento e in qualunque punto della terra le troveremo sopra di noi ci fa stare bene. È come se una parte del cielo ci entrasse nella mente, per poi scordarsi di uscire. A me fa sentire libera. Ho qualcosa su cui contare, qualcosa per cui vivere. E per ora mi basta, credo mi basterà per sempre. Perché non avere più accanto il cuore che ho scelto sarebbe come perdere la mia anima.
È un testo bellissimo. Scritto molto bene. Di una profondità e di una onestà rare. Ma, ti prego di perdonarmi: il mio intento è quello di capire ed essere utile, non è un racconto. Per come la vedo io. Poi, se in un altro livello c’è una storia nascosta o una trama interiore che io non ho notato, ti prego ancora di perdonarmi. Non è nemmeno un viaggio intimo che racconti una evoluzione personale. È una forte presa di posizione di fronte alla vita. Ribadisco che l’ho trovato molto bello. Da far innamorare. Un abbraccio.