Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2016 “Ricorda di ascoltare i tuoi vermi” di Roberta Di Pietrantonio

Categoria: Premio Racconti per Corti 2016

Accade che lo sciagurato si trovi lo stomaco infestato da un mucchio di vermi iperattivi. Sono ben fatti, bianchi. Non provocano repulsione alla vista, tanto spicca sul resto la loro fisicità gradevole. Li si osserva mentre vorticano: seguendo ognuno la stessa traiettoria, scandiscono un ritmo schizoide e sempre identico. Per completezza, osservando fissi uno stesso punto, ritroverete il medesimo verme che passa da lì ogni due secondi circa.

Vi aspettate che il fluire dei vermi solletichi le pareti lisce dello stomaco e che pruda, pruda moltissimo. A volte è un ingombro che non dà prurito, altre volte i vermi prudono inenarrabilmente.  In entrambi i casi lo sciagurato, conscio degli ospiti nello stomaco, potrebbe porre rimedio. Ma non è un fatto semplice per lui perché sa che ha il dovere –non la facoltà– di rimediare. Però, da che mondo è mondo, le grandi responsabilità frenano decisioni e azioni dei più pavidi, dei più pigri e dei più autocritici… e gli aspiranti scrittori sono pavidi, pigri ed eccessivamente autocritici proprio come tantissima umanità.

Insomma, cosa decide di fare il nostro sciagurato nel 95 percento dei casi circa?

Lascia correre i vermi. Li ignora sia se pizzicano sia quando ingombrano, senza curarsi di espellerli nel secondo caso. Il risultato è che avrà comunque dei bei vermi in corpo. A chi possiede un alto senso del dovere può essere sufficiente il fatto che Sciagurato abbia schivato un impegno per stimarlo un perdente.

In realtà può capitare di peggio.

Salvo casi rari in cui il solletico è talmente insopportabile da far prudere anche le mani, ignorare i vermi al primo step è piuttosto semplice: si inizia facendo qualsiasi cosa, per esempio fumando una sigaretta, appendendo un quadro, girando su Youtube, inviando curriculum e molto altro. In alcuni casi Sciagurato vivrà sufficientemente soddisfatto a medio-lungo termine perché otterrà un lavoro vero, ben remunerato non di rado, quindi potrà visitare una capitale europea al mese senza chiedere prestiti a nessuno dei suoi congiunti. Terrà sotto controllo i vermi fino a dimenticarli quasi sempre.

La peggiore delle ipotesi invece è la seguente: Sciagurato si condanna alla frustrazione a breve-medio-lungo termine perché non riesce a tenere a bada i vermi, salvo decidere di sublimarli tirandoli fuori, ma di fatto se ne fa dominare dal momento in cui non compie il dovere “morale” di porre rimedio (di cui sopra). Farsi dominare da questi parassiti equivale a spiare se stessi ogni sera dalla finestra di un appartamento che definire spartano è un’iperbole, mentre si cena soli con una pietanza che in passato era una delle preferite, ma che adesso si ingurgita soltanto per sfamare l’insoddisfazione viscerale.

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4 commenti »

  1. Striscia magnificamente questa metafora, tra immagini eloquenti e gustose considerazioni. Complimenti, gran bei vermi davvero.
    Mi ha stupito la collocazione tra i corti, che sfida rendere il testo in una pellicola!

  2. Che bel pezzo, grazie. Vermi kantiani. Io appendo quadri e giro su YouTube, ogni tanto. Amo il tuo stile.

  3. Grazie dell’apprezzamento, Roberto! Sì, diciamo che inserire il racconto tra i corti è una sfida tanto quanto è una sfida (non) ignorare i vermi. A presto!

  4. Grazie a te, Michele! Beh, io devo ancora imparare ad appendere quadri!

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