Premio Racconti nella Rete 2016 “Una crociera per ricominciare” di Cristina Ticci
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016“Devi dare tempo al tempo”, questo continuano a ripetermi le mie più care amiche, Cinzia e Luisa, che mi hanno convinta, per non dire costretta, a partecipare a questa crociera nel Mediterraneo, nel tentativo di farmi recuperare un po’ di energie e di autostima. Io però sono in preda alla disperazione più nera: Paolo, mio marito, un bel giorno, mi ha confessato di essersi innamorato di un’ altra donna e, senza darmi neppure il tempo di riprendermi dallo sgomento, è uscito dalla porta di casa e dalla mia vita. Certo, dopo trent’anni di matrimonio, non c’erano più le faville dei primi tempi, ma credevo che avessimo ancora un forte legame sentimentale, oltre ad un solido progetto di vita da continuare a condividere, soprattutto dopo che i figli erano cresciuti e avevano preso la loro strada. Ma mi sbagliavo…
“Devi reagire, devi reagire”, mi ripeto come un disco rotto, senza alcuna convinzione. Come si può reagire quando tutto il tuo mondo è andato in pezzi? Facendo violenza su me stessa, abbandono il ponte della nave, trascinandomi pesantemente verso la mia cabina, dove un sonno discontinuo e agitato mi accompagna fino alla luce dell’ alba, che dà il via ad un nuovo giorno di navigazione.
Le mie due splendide amiche fanno di tutto per cercare di tirarmi su di morale e per coinvolgermi nelle iniziative del personale di bordo: giochi, balli, spettacoli teatrali, escursioni, proiezione di film e tanto altro ancora. Devo riconoscere che, tutta quell’ allegria e quell’atmosfera magica, che si respiravano a bordo, iniziavano a scalfire la corazza che mi ero costruita e nella quale mi crogiolavo. Ma le ferite facevano ancora tanto male dietro la facciata di finta normalità. Ad un certo punto, un animatore armato di microfono si avvicinò a me, chiedendomi di indovinare la canzone che prepotentemente usciva dalle casse collegate ad un moderno computer. Riconobbi subito quel motivo, “Non so che darei” di Alan Sorrenti, e fu così che vinsi un bel beauty da viaggio, di colore rosso, con molte tasche e fu proprio all’interno di una di queste ultime che trovai uno strano biglietto, di carta decisamente costosa, recante le parole: “Sei il fiore più bello”. Rimasi stranita e pensai che qualcuno l’ avesse infilato lì dentro e poi dimenticato. Non diedi più di tanto peso all’ accaduto, mentre Cinzia e Luisa non smettevano di prendermi in giro, ipotizzando le spiegazioni più fantasiose, nonché alludendo ad un fantomatico ammiratore segreto!
Il giorno medesimo partecipammo ad una magnifica escursione nella città di Barcellona che mi lasciò decisamente senza fiato; da brava insegnante di Letteratura italiana, apprezzai molto i luoghi di interesse storico ed artistico, illustrati sapientemente dalla nostra guida. Visitai la Sagrada Familia, Parc Guell, il Museo Marittimo e passeggiai sulla Rambla, il viale situato tra il centro della città ed il porto antico dove si può ammirare la statua di Cristoforo Colombo con il dito puntato che indica metaforicamente la direzione del Nuovo Continente.
Non potevo certo immaginare che, al rientro a bordo, il fiato mi sarebbe mancato ancora di più. Infatti, un ufficiale mi consegnò un biglietto con scritto:”Sempre nei miei pensieri”. Le mie amiche lo presero come un gioco ma io cominciai a preoccuparmi:”Che fosse opera di un folle??”. Cercai di saperne di più, portando avanti piccole indagini, finchè mi convinsi che il responsabile fosse uno dei camerieri. Si chiamava Lucas ed era un bell’uomo di circa cinquant’anni, che si mostrava particolarmente gentile nei miei riguardi. Così mi misi ad osservarlo di sottecchi e, in maniera del tutto spontanea, mi mostrai maggiormente disponibile al dialogo, quando cercò di fare quattro chiacchiere con me. Di fatto, in precedenza, avevo risposto ai suoi tentativi di fare conversazione in maniera piuttosto laconica.
Ormai ne ero quasi certa. Doveva trattarsi per forza di lui tanto più che, durante la penultima cena di gala, mi aveva invitato a ballare e, sotto il tovagliolo, avevo trovato l’ennesimo bigliettino dal contenuto ancora più romantico dei precedenti.
Ovviamente, quando Lucas era in servizio, scambiavamo poche parole, per lo più convenevoli riguardanti il tempo atmosferico ed i miei programmi per la giornata. Tuttavia, un pomeriggio, ci incontrammo casualmente durante la sua ora di pausa e fu naturale bere un aperitivo insieme. Scoprii così quanto fosse piacevole e discreta la sua compagnia. Mi raccontò di essere stato, qualche anno prima, sul punto di dare una svolta alle sue abitudini per amore di una donna che purtroppo si era ben presto rivelata meschina ed approfittatrice. Aveva sofferto molto e si era talmente chiuso in se stesso da non riuscire più a donarsi completamente. Nessuno meglio di me poteva comprendere cosa si agitasse nel suo animo e quali sentimenti contrastanti lo dominassero; ad ogni modo, apprezzai molto il fatto che si fosse confidato: dalle sue parole emergevano una delicatezza ed una sensibilità difficili da trovare. Si creò un bel clima di complicità tra noi, tanto che gli raccontai di me e della mia vita che, al contrario della sua, aveva sempre ruotato intorno agli affetti ed alle responsabilità. Mi soffermai sulle origini della mia storia d’amore con Paolo quando, giovani e spensierati nonché colmi di illusioni e speranze per il futuro, ci eravamo giurati amore eterno in una meravigliosa giornata di primavera.
Quando, a fronte di quei ricordi, la malinconia si impossessò di me, Lucas non proferì parola e rispettò quel mio momento di forte vulnerabilità. Il nostro silenzio durò a lungo, ognuno immerso nei propri pensieri, ma l’empatia che ci univa era quasi palpabile. Ad un certo punto,tornai da Cinzia e Luisa che erano preoccupate per me, infatti mi avevano cercata a lungo ma senza successo. Raccontai loro della chiacchierata con Lucas e furono felici. Una cosa però
non riuscivo a spiegarmi: come mai non avesse approfittato di quei momenti di complicità per rivelarmi lo stratagemma dei bigliettini anonimi…
Di fatto, dovevo ammetterlo: la cosa ormai mi intrigava e incuriosiva sempre di più. Era da tanto tempo che non mi sentivo così lusingata e che non ricevevo complimenti. Certo non mi sarei mai buttata così presto in una nuova relazione e tantomeno in un’avventura con un altro uomo, io che nella vita avevo avuto solo Paolo; ciò nonostante, questi apprezzamenti mi facevano stare bene. Tutto ciò, unito all’incanto della vacanza e al contatto con la natura, stava placando la mia inquietudine, lasciando spazio ad un ritrovato senso di pace.
Il mio timore, a questo punto, era quello di ritornare alla vita di tutti i giorni e di ricadere in uno stato di depressione. Tuttavia, le mie amiche mi facevano coraggio e, sempre più “ discole”, l’ ultimo giorno di crociera, riuscirono a farsi dare da Lucas il suo indirizzo di posta elettronica, con la scusa che gli avremmo chiesto delle informazioni su altre eventuali crociere. Io non avrei mai avuto il coraggio di farlo e lui probabilmente era troppo timido per “buttarsi”. Lucas sembrò piacevolmente colpito e, con uno sguardo furbetto, fornì quanto richiesto, precisando che la sua prossima destinazione sarebbe stata il Nord Europa. Eravamo ormai convinte tutte e tre che avesse una speciale simpatia per me, anche se ero contenta che non si fosse dichiarato apertamente, poiché non avrei saputo come reagire!
Preparammo le valigie per rientrare nella nostra città e, durante il tragitto che conduceva alle nostre abitazioni, l’emozione di quel viaggio continuava a farmi segretamente sussultare. Varcai la soglia di casa e, per poco, non persi i sensi …
Sul tavolo del soggiorno, trovai un foglio di carta pregiata, la stessa della nave, recante le precise parole: “Sei la persona migliore che esista. Spero non sia troppo tardi. Perdonami. Paolo”. Non riuscivo a credere ai miei occhi! Tutta la storia dei biglietti anonimi era stata opera di Paolo che, come in seguito appresi, si era accordato per farmeli recapitare, approfittando della sua vecchia amicizia con un ufficiale che si trovava a bordo. Non capivo perché, ma ero inspiegabilmente delusa anziché contenta.
Provai ad analizzare la situazione e soprattutto i miei sentimenti. La ragione mi suggeriva di non buttare all’aria trent’ anni di vita insieme per un capriccio che avrei anche potuto perdonare però, c’era qualcosa che strideva, che stonava. In fondo Paolo non si era fatto scrupoli nell’ atto di farmi soffrire, non si era dato e non ci aveva dato la possibilità di aggiustare le cose, di analizzarle insieme. Potevo e soprattutto volevo avere un futuro con lui? Lasciai trascorrere qualche giorno, onde evitare di essere impulsiva e lasciai sedimentare le cose. I miei figli, al corrente della situazione, mi dissero con molta serenità che avrebbero accettato e rispettato qualsiasi decisione avessi preso. Poi telefonai a mio marito e gli dissi che “I cocci rotti non si riattaccano”, che mi aveva delusa e ferita profondamente. A nulla valsero le sue suppliche nel tentativo di riconciliarsi con me. Fui irremovibile. Riattaccai il telefono e scoppiai in un pianto liberatorio. Non era stata una decisione facile né tantomeno indolore, ma sapevo che era la cosa giusta da fare, la cosa giusta per me stessa.
Qualche tempo dopo,lo sguardo mi cadde sulle foto della crociera, riassaporai nel cuore quei momenti che sarebbero rimasti indelebili dentro di me. Senza rendermene conto sorrisi. Pensai che mi sarebbe piaciuto partecipare ad un’altra crociera; in fin dei conti non avevo mai visitato il Nord Europa! I suoi panorami carichi di suggestione, il Mar Baltico, la Norvegia e i suoi meravigliosi fiordi scavati dal ghiaccio e dalla pietra mi avrebbero sicuramente conquistata. Per non parlare poi dell’Islanda, la cui cultura e le cui tradizioni mi avevano sempre affascinata. Ora potevo affermare che si era realmente concluso un capitolo della mia vita ed era forse arrivato il momento di aprirne uno nuovo. Presi in mano l’ indirizzo di Lucas… Credo che gli invierò una mail…
Mentre leggevo mi sono immaginato varie situazioni: la prima che fosse proprio l’ex marito ha scrivere i biglietti, che fosse anche lui, di nascosto, a bordo; la seconda che fossero le amiche, che non ci fosse alcun ammiratore segreto e fosse tutto uno stratagemma per farle prendere coraggio; un’altra possibilità era che ci fosse davvero un ammiratore segreto, ma che non fosse il cameriere. Insomma, sei riuscita a incuriosirmi fino in fondo. Starò ora attento a quel che scrivo e ti prego fin d’ora di prendere i miei appunti come critiche costruttive. Avrei preferito, gusto personale, che ci fossero meno informazioni, soprattutto nella prima parte, magari un po’ più di “detto e non detto”, giusto per lasciare maggior spazio all’immaginazione. Avrei anche mischiato un po’ la linea temporale: invece che narrare in rigoroso ordine cronologico, qualche flashback avrebbe stuzzicato ancora di più la lettura. Ribadisco che sono mie idee personali e soprattutto sono dei tentativi che avrei fatto. Magari, vedendone i risultati, alla fine avrei lasciato il racconto così com’è. Perché funziona e incuriosisce. Ti prego ancora di scusarmi se mi sono permesso di esprimere le mie idee. Un caloroso saluto.
Scusate l’ortografia di alcune parole. Il t9 fa disastri.
Da eterna romantica, non posso che apprezzare questo racconto. Situazione che potrebbe capitare a chiunque, mi piace per la semplicità e la scorrevolezza nella narrazione.
Grazie Costantino Lupato per il tuo commento. È la prima volta che scrivo un racconto e partecipo ad un concorso .Mi sembra così strano che qualcuno possa esprimere dei pareri , degli apprezzamenti, delle critiche costruttive a riguardo. Sono davvero emozionata e felice!
Ho letto con attenzione le tue idee e le trovo molto interessanti. Sicuramente mi torneranno utili x la stesura di un altro racconto. Sai che nn avevo proprio pensato di concludere il racconto con una diversa soluzione;sin dal principio avevo chiaro il finale che avrei attuato. Non ho preso in esame alternative…..particolare come cosa, in effetti! Le tue parole mi hanno portata a riflettere.
Mi fa piacere che sia comunque riuscito ad incuriosirti…
Ti ringrazio nuovamente e ricambio il saluto
Per Barbara Cutrupi: grazie per aver speso un po’ del tuo tempo per la lettura del mio racconto. Le tue parole sono davvero gentili. Vedo che tra romantiche…..ci intendiamo!!!! Un caro saluto
È una storia lineare e pulita. È verissimo che incuriosisce molto e ho corso nella lettura per arrivare alla fine è vedere chi è che lascia i bigliettini! Molto coinvolgente! Mi è piaciuto!
Orsola
Ciao Orsola. Grazie per le tue parole! Sono felice che il mio racconto sia riuscito a coinvolgerti…Lo scopo era proprio quello di favorire una lettura scorrevole unita ad un pizzico di suspance. Grazie ancora per la tua gentilezza. Un caro saluto