Premio Racconti nella Rete 2016 “Dall’altra parte” di Annarosa Fanucchi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016Maria era una donna semplice e pratica: quando doveva fare una qualsiasi cosa capiva subito quanto ci avrebbe messo e, conseguentemente si organizzava.
Nel paesino di montagna dove era nata e continuava a vivere si conoscevano tutti ..giovani quasi non ce n’erano, figuriamoci le nascite, quelle erano praticamente scomparse; gli ultimi nati erano i suoi due gemelli.
Maria ne era fierissima!
Erano due..ma ci rendiamo conto??!!
Quando erano nati nel paese c’era stata festa grande ..e tutti, ma proprio tutti, anche dai paesi vicini, erano andati a trovarla!!
Perchè lei, Maria, aveva una storia un po’ singolare..figlia di madre nubile, suo padre non sapeva chi fosse, sua madre, donna ardimentosa e coraggiosa, le raccontava la sera, a veglia, che suo padre era stato un coraggioso soldato, morto in guerra, ma a lei questo ragionamento non tornava..sì, perché, benché fosse una donna di ragionamenti semplici e pratici, si chiedeva chi erano i suoi nonni paterni..zii e via dicendo, ma, di fronte a queste domande, la mamma cominciava a stufarsi ..e brontolava fra sé cose incomprensibili..
Ed anche dal paese non aveva mai saputo nulla…la liquidavano dicendo che sua madre per un periodo, aveva vissuto al piano, a fare la serva da grandi signori..ed era tornata con la bambina in fasce che, aveva detto lei, ora non poteva più fare la serva, ed il padre era morto in guerra…
Maria, però, che aveva ormai superato la giovinezza da diversi anni, era tranquilla così..ormai non ci pensava quasi più a questo fantomatico padre..
Allevata in modo energico dalla madre, Zita, che le aveva fatto da padre, madre, amica..ecc.ecc…era bravissima nell’andare a funghi..camminava in posti impervi e se c’era qualche fungo..di sicuro lei lo trovava..per non parlare poi delle erbe di campo e delle loro proprietà..sapeva dove nascevano, le coglieva, faceva infusi, decotti, “curava” il mal di schiena, lo zaiolo, il fuoco di S. Antonio, mandava via porri, verruche e via dicendo..da lei veniva sia tutto il paese che dai paesi vicini, che la voce aveva fatto presto a spargersi…
E guai a dirle quanto voleva..che di soldi non ne voleva..ne aveva anche troppi lei!
Invece gradiva una maglia, uno shampoo, una crema, che in città non scendeva quasi mai..che proprio non ci si trovava fra le macchine, semafori, motori, luci..no, non era vita per lei!
Aveva anche altri doti..per esempio aveva il “pollice verde”, tutto ciò che piantava cresceva, lei ci “parlava” con gli alberi, a volte i paesani la vedevano abbracciata ad una quercia e scuotevano la testa, ma per lei era un toccasana!
Gli animali, poi, non avevano segreti e tutte le mattine portava al pascolo le sue nove pecore, ognuna aveva un nome, e non ne aveva mai persa una, né mai i lupi (che erano il terrore dei montanari) gliene avevano mangiate..
E perché..si chiedevano i paesani..
Ma era semplice, diceva lei, io i lupi li conosco, e d’inverno, quando hanno tanta fame, è logico che si avvicinino alle case, ma è contro natura, non lo farebbero mai se non rischiassero di morire di fame con i loro cuccioli, quindi lei, lasciava da mangiare un po’ distante dalla stalla e i lupi mangiavano e se ne andavano…
E la gente continuava a scuotere la testa…chiedendosi che c’avesse al posto del cervello…
Sui trent’anni poi, Zita le aveva trovato marito, era un giovane boscaiolo, anche lui semplice, ma bravo che voleva moglie e così Maria si era sposata..
Però, aveva posto un’unica condizione: rimanere in casa con la madre, se no non se ne faceva di nulla!
E così era stato..
Dopo cinque anni, quando ormai credeva che figli non ne sarebbero venuti, contro ogni aspettativa ..era rimasta incinta!!
E l’emozione più grande che serbava nel cuore era la prima volta che era andata, accompagnata da Zita e dal marito, dal ginecologo.
Aveva molta paura perché non c’era mai stata, non era mai stata visitata e si immaginava che non fosse così gradevole, però andava fatto.. anche la madre era stata risolutiva..
Così, dopo la visita, (che non le era per niente piaciuta) il ginecologo le aveva messo sulla pancia una specie di microfono collegato ad un apparecchio e..miracolo..aveva sentito il battito del cuore..cioè il battito di due cuori..
”Sono due!”
E qui successe il finimondo!
Zita disse che non era possibile, che nella casata non c’erano mai stati gemelli da che mondo è mondo, il marito, che era in piedi cascò a sedere sulla sedia con le mani nei capelli, l’unica tranquilla e contenta era lei..ma che problema c’era..meglio se erano due, che figlio unico non lo voleva, così si levava subito il pensiero..ma perché si preoccupavano tanto!?
E la mamma e il marito scuotevano la testa e le dicevano che lei non capiva..tirarne su uno era già difficile, ma due..
La gravidanza andò avanti benissimo…tra lei e i due bambini c’era già sintonia, il marito tornava la sera, stanco, beveva anche qualche bicchiere di troppo e andava a letto, ma Maria tutto il giorno ascoltava e parlava con i due nella pancia ..avevano visto che erano due maschietti e lei aveva subito scelto i nomi: Giocondo e Felice, che loro sarebbero stati felici come lo era lei ed anche dai nomi dovevano sprizzare felicità!
A tempo dovuto nacquero (col cesareo, che era stato programmato) ed erano belli, forti e sani: Giocondo (il primo) Kg.2.500, Felice Kg 2.300..
E qui Maria conobbe una grande felicità: stava coi suoi bambini tutto il giorno, li allattava, cullava, era instancabile, ed i suoi figli erano i suoi due tesori inestimabili: Giocondo, moro, tranquillo, si faceva sentire pochissimo, Felice, biondo, vivace, curioso..e Zita diceva, guardandoli che uno era tutto la madre, Maria, e l’altro era tutto il nonno, cioè il padre di Maria..e sospirava incupendosi leggermente…
Ora in tutto questo c’era comunque un però..perchè si sa..tutto tutto bene non va mai..
I bambini crescevano sani, robusti, mangiavano..ma ..in Giocondo c’era qualcosa di strano..e si vedeva bene perché si paragonava al gemello, che prima sgambettava, poi camminava, poi le prime paroline e così via..
Mentre l’altro era più “tardo” (dicevano i paesani), quasi non rideva, non diceva paroline, camminava con difficoltà..era un po’ troppo buono..via…
Passarono i primi anni e venne il momento della Scuola Materna, che era in un paese vicino, ma Maria non ne voleva sapere..e che ci andavano a fare??
Già cominciava a portarli con sé, con le pecore al pascolo, certo la Scuola Elementare, quella sì era importante, ma ora erano piccini..voleva tenerli accanto che non si stancava mai di guardarli..
Ma, quando avevano quattro anni, tanto dissero e fecero Zita e il marito di Maria, che i gemelli andarono alla Scuola Materna..
E così, questo primo ingresso in società cominciò a portare i primi problemi..
Dopo qualche mese le maestre chiamarono i genitori ed andarono Maria e Zita e qui iniziarono una filippica con Giocondo..che c’erano problemi..che non comunicava, che andava fatto vedere…mentre Felice era svelto, acuto, furbo e magari era meglio dividerli, in due scuole diverse…insomma…il mondo d’improvviso cascò addosso a Maria…che Zita era più preparata ed aveva capito da un pezzo che qualcosa non andava..
Maria tornò arrabbiata..lo sapeva, lei, che i figli dovevano stare a casa, che gli insegnava lei e che Giocondo, anche lei lo vedeva sì, che era più tranquillo, ma loro si capivano benissimo, quasi meglio che con Felice, che non stava mai fermo, e gli si insegnava poco..mentre Giocondo, a quattro anni, già voleva bene alle pecore, ed anche qualche erba cominciava a conoscere.. ma gli altri o che capivano di queste cose…??!!
Ma tanto dissero e fecero Zita e il marito che il bambino fu portato da un dottorone, a pagamento, che il pediatra della Usl l’avevano visto poco..del resto..stavano bene, crescevano…e che ci faceva il dottore??
Il dottorone era un Neuropsichiatra Infantile, un nome che a Maria non piaceva, ma proprio per nulla!
Fu gentile, accogliente, parlò con loro e rimase anche una mezz’oretta col bambino…aveva tirato fuori dei giochi, ma Maria lo sapeva che a lui piacevano i prati, le pecore, gli alberi..e coi giochi ci sapeva fare poco..
Poi la porta si riaprì e il dottore volle parlare coi genitori, mentre Zita (che moriva dalla voglia di ascoltare) rimase fuori col bambino..
E questo fu uno degli incontri spartiacque, di quelli che ti cambiano la vita, dove c’è un prima e un dopo e prima era un mondo e dopo un altro mondo e prima era meglio e dopo era peggio e via e via…
Del resto..alzi la mano chi di noi non ha avuto nella vita un prima e un dopo..
Zita fece loro mille domande, il padre rispose qualcosa, confuso, un po’ si spiegò..il dottore aveva parlato di sindrome autistica..o spettro autistico, e poi accertamenti, analisi, ricovero in un Centro per un periodo…Maria, invece, non proferì parola, rimase zitta, che lei (loro non lo sapevano) aveva già deciso tutto: Giocondo sarebbe rimasto con lei, l’unica che lo capiva e quel dottore non l’avrebbe mai più rivisto…nessuno al mondo l’avrebbe convinta diversamente!
E così fu!!
Ci si misero in molti a cercare di convincerla, a partire da Zita, il marito, le maestre, i paesani, ma Maria fu irremovibile e nessuno ci riuscì!
E forse, chissà, aveva davvero ragione!
Sì perché Giocondo, che ora è adulto vive ancora coi genitori..Maria che è anziana, non si dà per vinta e va ancora con le pecore e sta sempre con il figlio e vanno su per i sentieri e spesso si fermano sul torrentello a fare uno spuntino di pane e formaggio, ma non dove si fermano i paesani, stanno dall’altra parte, quella più sassosa, impervia, difficile, nascosta agli occhi di tutti, ma molto più bella, con i caprioli che li conoscono e si avvicinano e da lontano guardano gli altri, i turisti, il ristobar allestito negli ultimi anni, pieno di gente…che non li capisce e non li capirà mai…
Prologo: Zita è morta vecchia a più di novant’anni, si è spenta così..la sera è andata a letto e la mattina non s’è più risvegliata e il cruccio di Giocondo se l’è portato dietro tutta la vita.
Il padre di Giocondo ha smesso di fare il boscaiolo che su per i boschi non gliela fa più, però tiene i conigli, polli e vive la sua vita con l’unica soddisfazione di qualche bicchiere la sera, ma per lui, uomo semplice, va bene così.
Felice se n’è andato dal paesello, ma solo l’inverno, perché d’estate gestisce il ristobar lì al torrente, dove vanno i turisti e lui ce la sa fare (lo diceva Zita che era tutto suo nonno!), bello, cordiale, sa anche un po’ d’inglese..il giusto, quello che serve, d’inverno sta vicino alla città con una compagna che ha già una bambina, ma lui si è affezionato e non ci fa caso che non è sua figlia..
I suoi li vede, soprattutto l’estate, sta con loro, si adatta a sua madre e al gemello, che sono strani, ma bravi, anche la bambina, prima schiva, poi s’è affezionata…
Maria e Giocondo hanno la loro vita, in simbiosi, ed ora i paesani vanno anche da lui a farsi togliere verruche..ecc..ecc..che è strano sì, ma ci sa fare e anche se non ha mai detto una parola capisce tutto e si fa capire benissimo..i paesani dicono che parla solo con gli animali del bosco!
Ma questa è leggenda!
E’ già da tanto che accanto a lui cammina sempre un lupo, che i paesani hanno battezzato Lupo, che, racconta Maria, l’hanno trovato accanto alla mamma, uccisa dagli uomini, ed è Lupo che proteggerà Giocondo quando non ci sarò più, che non sono mica eterna!
Prima i paesani ne avevano paura, ora no, che Lupo che sta sempre con il padrone è buono, tranquillo, anche i turisti ora si avvicinano, anzi è diventata un’attrazione..un lupo addomesticato!
..E Maria, che in cuor suo (anche se non sembra) ricorda tutto, ripensa tutti i giorni a quei due momenti: quando sentì il primo battito del cuore dei suoi figli e quando il dottorone parlò a loro e lei decise che di suo figlio si sarebbe occupata lei e ….sì…,pensò, con un forte sospiro ed appoggiando la testa alla quercia, aveva fatto la scelta giusta!!
Il tuo racconto sembra una dolce fiaba moderna, scritta con semplicità e scorrevolezza. Con qualche ritocco qua e là io l’avrei proposto nella sezione dei bambini, perché tra le tue righe spicca imperioso un importante messaggio d’amore: quello tra una madre e il suo figliolo ” diverso”. Brava.
Cara Patrizia..ti ringrazio del commento..troppo buona!
Ne ho pubblicati altri due..se li leggi e mi fai sapere che ne pensi mi fa piacere..
I titoli sono:
Leo e Lina e Con l’aiuto del cuore
Te hai pubblicato qualcosa??