Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2016 “Manuale d’astrologia” di Marzia Pietrelli

Categoria: Premio Racconti per Corti 2016

La cassiera si guardava le unghie e poi lanciava un’occhiata scocciata alla fila. Sbirciava l’orologio al polso dei clienti e non ne poteva più della polvere di tutti quei libri usati. Non mancava molto alla fine del suo turno. Poi doveva filare a casa a studiare, magari davanti ad un bicchiere di latte e dei biscotti. Teneva lo sguardo basso e svogliato sui tasti. Dei clienti vedeva a malapena l’orologio. I libri che compravano non la interessavano.

Ci fu un lungo momento di pausa che la costrinse ad alzare gli occhi. Si avvicinava una donna piccola con passo felpato. Era tonda, forse il leggero cappotto démodé scozzese su toni grigio-beige la faceva più grossa di quello che era. Il viso era incorniciato da capelli mossi grigio-castani. Faceva scivolare sul banco quello che sembrava un tascabile, con un gesto tenero, come se la sua mano fosse sulla testa di un bambino.

Aveva la pelle del dorso della mano che portava la sua età, un anello d’argento al dito e unghie affusolate con smalto trasparente non messo di fresco. Continuava a tenere il palmo della mano sul libro. La cassiera stava per mettere su un’espressione interdetta quando incrociò il suo sguardo. La donna aveva la pelle del viso piena, grandi occhi ovali, lunghe sopracciglia e una luce estatica nello sguardo perso nei suoi pensieri.

Finalmente sollevò il palmo dal libro, tirando un sospiro da innamorata, e lo posò all’altezza del cuore, come a trattenerlo quel sospiro, il tempo dell’operazione di cassa. La cassiera lesse “manuale d’astrologia”. La donna pagò e uscì. La cassiera rimase scossa. Sentì aprirsi un piccolo spazio in mezzo allo sterno e respirò, come se lo facesse per la prima volta da quando aveva preso il turno.

Fu riassorbita dalla fila, ma le venne improvvisa la curiosità di guardare in faccia i clienti e di fare attenzione a ciò che compravano. Il collega del turno successivo era già lì, a fianco a lei, che non se n’era neanche accorta. Afferrò borsa e giacca e corse via. Era un pomeriggio chiaro di fine inverno, con la primavera nell’aria e nella luce. Sentiva ancora in bocca la polvere dell’ammasso di libri usati. Si stava stringendo nelle spalle per rientrare in tutta fretta quando qualcosa attirò la sua attenzione.

La donna del manuale era seduta su una panchina, posato a fianco a lei il libricino, e si stava preparando una sigaretta, aveva appena tirato fuori il tabacco e una cartina.

A casa, davanti a latte, biscotti e un manuale di entomologia, la studentessa ripensò all’espressione della donna innamorata dell’astrologia e non poté fare a meno di sentirsi meglio.

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14 commenti »

  1. Cara Marzia, hai inflazionato il sito di tuoi racconti. Devo dire che scrivi bene, scorrevole, senza intoppi. La maggior parte delle volte che arrivo alla fine di uno dei tuoi scritti, dico: “Embeh?”. Se è voluto allora brava, altrimenti direi di concentrarti sulla stesura di una storia che abbia un inizio, una trama e un finale. In bocca al lupo.

  2. Caro Costantino, grazie di cuore per aver letto (mi apre di capire) i quattro racconti e per aver preso il tempo di scrivere un commento.
    L’embeh è voluto, è una delle ragioni per cui amo tanto il racconto breve, addirittura brevissimo. Proprio per cogliere un attimo, una cosa piccola, apparentemente banale. L’essenziale per me è nelle piccole cose, nelle emozioni “minuscole”. L’incompiuto in eraltà è parte di un qualcosa di più grande. Fa parte della mia visione della Vita.
    Crepi il lupo.

  3. Marzia, dopo aver letto la spiegazione che dai del tuo racconto, l’ho riletto con uno spirito diverso. L’incompiuto di cui parli mi ha fatto pensare all’inatteso, quindi a qualcosa che accadrà o che si spera possa accadere. Bello!

  4. Barbara, grazie pe aver tenuto la porta aperta a questo racconto e per avergli dato un’altra possibilità. Mi sembrava particolarmente adatto per un cortometraggio di 10 minuti, senza dialoghi, solo immagini, suoni e espressioni degli interpreti.

  5. Verissimo Marzia, sono d’accordo con te!

  6. Adorabile l’immagine della cassiera. La sua descrizione la rende memorabile. È’ un vero personaggio ! Veramente accattivante lo stile!

  7. Marzia,

    hai una dote che, onestamente, ti invidio : un’innata e naturale capacità di sintesi.

    Il racconto fotografa in pochissime battute un dettaglio apparentemente microscopico, arricchendolo di importanza ed attrattiva grazie ad un’accurata selezione di immagini ed un linguaggio diretto.

    Io non ne sarei mai stato capace.

    Brava!

  8. Caro Lorenzo, in generale intuisco che i racconti brevissimi possano lasciare interdetti i lettori, e anche forse deluderli.
    Poi arrivi tu che con queste parole essenziali metti a fuoco la brevità del mio stile. Non ho parole se non un misero grazie.

  9. Premesso che trovo che il tuo racconto sia in assoluto uno di quelli scritti meglio. Una sintassi semplice, descrizioni indovinate, personaggi ‘autentici’ e non stereotipati e anche un senso di leggerezza diffuso che mette di buon umore (almeno me).
    Fatta questa necessaria premessa ti dico subito che io ho un modo molto più classico (se vuoi antiquato) di approcciarmi alla scrittura.
    Per me un racconto dovrebbe, appunto, raccontare una storia, meglio ancora una bella storia, con una bella trama… che qui chiaramente non c’è.
    Quello che mi chiedo è che cosa accadrebbe se provassi a mettere le tue indubbie capacità al servizio di una storia? Io una mezza idea ce l’ho… Comunque, a parte tutto, complimenti. Veramente molto brava.

  10. Grazie di cuore, Luigi. Non ripetero’ quanto già scritto più sopra, ma ci tengo a difendere il senso di queste storie che al lettore/scrittore “purista” possono apparire senza trama.

  11. Complimenti Marzia scrivi molto bene,mi è piaciuto leggere il tuo breve racconto e credo che leggerò anche gli altri.In bocca al lupo

  12. Grazie di cuore, Noemi, di aver preso del tempo per leggere e per commentare il mio racconto.Se leggi anche gli altri non mi può che far piacere.

  13. Sono d’accordo con i commenti sopra. E’ scritto benissimo, le descrizioni sono fantastiche, e le parole sono ben bilanciate e usate con le sfumature giuste però manca una conclusione. I piccoli eventi della vita andrebbero sempre notati invece che sorpassarli senza imparare nulla, la maggior parte della mia scrittura si basa proprio sul tuo stesso principio, però ci vuole una conclusione, qualche ragionamento personale che completi il tutto.
    Questo ovviamente è il mio parere e onestamente non sono nessuno, è solo un’impressione.
    Anche a me piacerebbe leggere qualcosa scritto con questa scrittura ma più strutturato… credo che verrebbe bellissimo.

    Orsola

  14. Grazie, Orsola, per aver preso del tempo da dedicare alla lettura e al commento.
    Non porto io la storia, sono i personaggi, umani o oggetti che siano, che portano me, là dove vogliono loro.

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