Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “Conigli alla ligure” di Marzia Pietrelli

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Sulla piazzetta battuta dal maestrale, si sarebbe presto radunata una folla curiosa scendendo dai budelli del borgo.

I fornai si erano alzati prima del solito, quando Sirio era ancora nel cielo notturno, per impastare più focaccia. Si fregavano le mani nell’aria primaverile dell’alba pensando ai guadagni che ne avrebbero tratto.

Molti pescatori non erano neppure usciti per non mancare all’evento. Le massaie e i gatti avrebbero dovuto fare a meno del pesce per quel giorno. Molte donne avevano previsto di utilizzare gli avanzi del giorno prima, altre contarono le monete per comprare focaccia.

In tanti pensarono all’abito della domenica delle palme, pazienza se si fosse un po’ stropicciato in anticipo.

Il più orgoglioso quel giorno era senza dubbio Nunzio, che tirò fuori il suo costume di cuoio, ma decise di non mettere la maschera. Il suo antico mestiere era stato rivalutato e d’ora in poi sarebbe stato usato solo a buon fine. La sua bottega di fabbro e maniscalco sarebbe rimasta chiusa per la grande occasione. Sua moglie Pia non aveva chiuso occhio, dalla sera prima, in cucina a spellare conigli, insaporirli con bacche e alloro e a sorvegliare le grandi marmitte di ghisa sopra le braci incandescenti. Ciotole di olive taggiasche erano pronte coperte da tovaglioli di lino immacolati. Nessuno batteva Pia per il coniglio alla ligure nella contrada e in quelle vicine.

Nunzio raggiunse la piazzetta, incrociando i primi fornai che andavano a mettere le mani in pasta. Fischiettava come quando era bambino, era felice di essere dalla parte della giustizia. Lo era sempre stato, anche quando il suo operato era considerato meno nobile. Ora, il suo petto era gonfio di fierezza sopra il ventre arrotondato dagli anni e dai manicaretti di Pia.

Il palco era stato montato la notte prima. Non mancava che installare la vecchia gogna, che Nunzio aveva tirato a lucido per l’occasione. C’erano tre posti, per quel giorno. Un buco più grosso al centro, per l’uomo dal collo largo e corto; due più piccoli dalle parti, per le donne, la giovane e la vecchia. La vecchia era la madre dell’uomo, i suoi stessi figli la chiamavano strega. La più giovane, come Pia con almeno quaranta primavere, si era trovata nel mezzo come una pecora, ma la giustizia teneva in conto perfino questo. Nunzio aveva confidato a Pia una leggera esitazione in proposito, ma Pia aveva sentenziato che fare la pecora era una scelta visto che l’essere umano è senziente. Dunque, per lei non c’era sconto possibile. Nunzio provò ammirazione per sua moglie, perché in lei parola e azione erano la stessa cosa, viveva come parlava e a ciò non si poteva opporre nessun argomento altrettanto convincente.

Nunzio fece una pausa, guardò il cielo che si apriva alle luci dell’alba e si girò verso il mare alle sue spalle. Il maestrale si era placato e l’acqua si stava stirando per accogliere il sole. I primi uccelli cantavano, i galli si erano svegliati da un pezzo. L’aria sapeva di salsedine.

Le autorità avrebbero preso posto di fronte al palco. Tutti sarebbero rimasti in piedi. I muretti avrebbero accolto curiosi e bambini. Le finestre affacciate sulla piazzetta erano addobbate con leggere ghirlande di margherite e violette.

La gente cominciava ad affluire. Nunzio andò a prelevare il triste carico con un carretto tirato da due asini che ragliavano a più non posso. La folla mormorava pacatamente. Quei tre, che pare dormissero su sacchi di talleri e dobloni nascosti sotto i materassi, si erano macchiati dell’etichetta infame riservata agli scrocconi e agli avari. L’uomo aveva lo sguardo perduto nel vuoto, ma pare non fosse una novità. Si diceva che il suo collo fosse più grande del suo cervello e del suo coraggio. La vecchia aveva gli occhi fuori dalle orbite, ma neanche quella era una novità. Portava braghe da uomo così lise che lasciavano intravedere i mutandoni. Aveva i capelli come stoppa e indifferenza nello sguardo. Le donne presenti fecero schioccare la lingua tutte all’unisono in segno di disapprovazione. La più giovane aveva lo sguardo da pecora tosata. Molte donne presenti sputarono per terra al suo passaggio.

Era sceso il silenzio sulla piazzetta mentre i tre figuranti venivano messi alla gogna. Il giovane borgomastro, rappresentante delle Forze Nuove, aveva deciso di re-instaurare l’uso della gogna per tutte le offese al buon senso, all’onestà, alla gentilezza, e qualità connesse. Aveva vietato urla, schiamazzi e insulti, ma aveva permesso il tiro di generi alimentari deperiti, in quantità modica, con pulizia finale a carico degli aventi diritto.

Il panciotto di cuoio di Nunzio brillava sotto il sole delle undici. Il borgomastro pronunciò un discorso solenne e asciutto, senza girare intorno all’offesa.

Per rispetto del borgomastro, furono scelti i migliori tiratori e arcieri. Alcuni si posizionarono alle finestre dalle ghirlande fiorite, altri rimasero sulla piazzetta, davanti e dietro la gogna. I bambini misero in posizione accanto ai tiratori scelti dei piccoli cesti contenenti uova marce, arance muffite e teste di pesce putride. Nunzio lanciò un fischio lungo e prolungato. I tiratori si prepararono. Nunzio emise un fischio secco e corto. Partirono i generi alimentari deperiti scelti con cura e finirono sui musi inebetiti dei tre figuranti. Alla vecchia furono anche presi di mira braghe e mutandoni nell’ilarità generale.

Le mogli e le figlie dei fornai passavano tra la folla vendendo focaccia calda e profumata. I pescatori ridevano cucendo le reti. I bambini salivano e scendevano dal palco come fosse una giostra. Gli asini si erano calmati.

Pia, nel suo bellissimo vestito fiorito con un elegante grembiule inamidato, chiese la parola, che le fu amabilmente concessa dal borgomastro. Salì sul palco e disse rivolta alla folla, dopo aver dato una lunga e studiata occhiata ai figuranti alla gogna: Conigli alla ligure per tutti!

A nessuno sfuggì la sua ironia e tutti esclamarono Urrà! Le marmitte di ghisa fumanti apparvero ai quattro angoli della piazzetta e si formarono subito code impazienti di gustare quella prelibatezza, che ridicolizzava a modo suo quei poveri mentecatti.

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