Premio Racconti nella Rete 2016 “Dolce, salato” di Giovanna Paoletti
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016Il profumo dell’elicriso, dolce e pungente insieme, le ricordò la fragranza di certe giornate.
Quando il tuo corpo ti sembra invulnerabile, il tempo dilatato , il cuore colmo.
L’acqua salmastra ti sfiora i piedi, il cielo nuvoloso incombe, come vorresti confonderti con l’acqua e la sabbia, portarti dietro quell’angolo di mare.
La Versilia stupisce sempre, ti coglie impreparata . Eppure è da bambina che la frequenti.
Quell’estati passate a correre sulla sabbia, a costruire improbabili vulcani e a giocare a guardie e ladri scappando sul selciato fatto di sassolini. A fare torte con la sabbia, a gareggiare a chi andava più veloce in altalena, che altro non era che una tavoletta di legno, con il vento che ti sfiorava e te andavi sempre più veloce fino a toccare il cielo.
Ricordi tua madre con i capelli acciuffati che ti abbracciava sapendo di salmastro e te che l’abbracciavi come se fosse un’ancora in mezzo al mare.
Ricordi quando orgogliosa ti mostrava le arzelle che aveva preso con un aggeggio tipo rastrello.
Il tempo passato a aspettare a fare il bagno , le fatidiche tre ore che bisognava assolutamente rispettare.
Il patino avanzava al largo fino alle boe, ti lasciavi trasportare assaporando il vento, facendo a gara a chi vedeva più meduse che si intravedevano dall’acqua verdastra.
Infine dopo il bagno, lo zucchero della schiacciatina si confondeva con la salsedine delle gocce d’acqua che avevi sulla pelle, creando un contrasto indimenticabile.
Il pasticcere avanzava con il suo cesto di vimini coperto con un cencio bianco, lo sollevava e dentro c’erano una miriade di leccornie. E ancora il mercato lì vicino, con le bancarelle con quei salvadanai di ceramica a gattino, a maialino, dai mille colori. Con la vasca con le paperine che dovevi pescare con una specie di canna, i tentativi di prendere i numeri più alti, nascosti sotto, per prendere i premi più belli.
Infine il rientro a casa con la millecento blu che frecciava sulla strada, tua madre alla guida con il foulard in testa, il finestrino sempre aperto, l’ennesima sigaretta tra le dita e te dietro con la sorella Silvia a fare boccacce alle auto, c’era complicità allora, una linguaccia, una smorfia e giù a ridere a crepapelle.
Tornare a casa e aspettare il rientro del babbo per raccontargli tutto, tutto era magnifico e perfetto, come solo in quel momento può essere.
Fino a quando tutto cambia improvvisamente in un vortice senza fine. I colori si spengono, i sorrisi si trasformano in smorfie, le parole in urli, vedi gli occhi spenti di tuo padre sul divano, quegli occhi spenti che ti porterai sempre nel tuo cuore, insieme al suo profumo e alle sue frasi fatte apposta per te.
Scritto bene. Manca però una storia. È un insieme molto ben assemblato di ricordi. Questo il mio parere.
La Versilia, ma sarebbe potuta essere una qualsiasi località balneare dello stivale, un ricordo, per la verità più di uno, raccontato con un senso di nostalgia diffuso, immagini che emergono vivide dalle nebbie di un tempo che fu e forse mai più tornerà… Brava… Davvero. Se vuoi e hai tempo passa da me per un commento. Mi piacerebbe conoscere il tuo parere.
grazie mi ha fatto molto piacere che le sia piaciuto
Uno scatto di vita, un tempo in cui tutto scorreva lentamente, l’ho vissuto anch’io e me l’hai fatto rivivere. Il contrasto dolce/salato, l’ho percepito maggiormente nelle ultime righe del racconto. Nostalgia!
Per Lupato Grazie si sono ricordi mi piace scrivere le cose che ho vissuto
Brava! Bel racconto..viene dal cuore, da te che l’hai vissuto1
Brava!
Più vicino alla poesia che alla narrazione. Molto bello soprattutto per chi ha vissuto le stesse cose, ma che come me non è mai riuscito a scriverne.
Nostalgia e ricordi si affastellano senza tregua. Evochi quei giorni quasi cercandoli, dannandoti. Si evidenzia questo aspetto quando alla fine il tempo verbale usato è al presente, dove i colori non hanno più quel sapore vivo del passato.
A parte qualche ripetizione, il racconto mi piace. Complimenti, Giovanna.
Se ti va di leggere il mio racconto, mi farebbe piacere.
Grazie Vincenza di aver letto il mio racconto e di aver colto ciò che rappresenta per me
Sei riuscita a descrivere in questa storia ( forse un po’ troppo corta ) un ricordo particolare, perché probabilmente altre persone si ritrovano nella struggente atmosfera che hai saputo ricreare. Non si capisce di preciso quale evento cambi l’allegria di quel ricordo… Se è solo e sempre il tempo che passa uccidendo il passato, si cade troppo nell’ovvietà.
Patrizia, grazie per aver letto il racconto e per il commento. No, non solo il tempo il cambiamento é collegato a un evento tragico riguardante mio padre in un giorno d’estate al rientro dal mare. In quel momento tutto é cambiato per me.L’ho appena accennato per tanti motivi.