Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2010 “Anna va in Paradiso?” di Brunella Monti

Categoria: Premio Racconti per Corti 2010

Quando scese dalla metropolitana celeste Anna per un attimo non vide proprio nulla, il chiarore era accecante. Inoltre si era attardata un po’ troppo, avviandosi senza  molta convinzione, e così era rimasta proprio per ultima.  Non aveva poi questa gran fretta di andare davanti al tribunale divino. Sapeva di avere qualche peccatuccio, niente di che, ma comunque…E così si ritrovò da sola in tutto quel bianco, il treno vuoto si allontava nel nulla, tornando da dove era venuto, la fila delle anime rimpiccioliva lenta verso la direzione opposta, e lei…. Lei virò a sinistra e si incamminò leggera verso il nulla. Man mano che camminava sentiva una gran gioia, l’aria profumava di buono e non avvertiva nessun peso e nessuna stanchezza. “Ecco ” pensò “questo è il bello del Paradiso: questa leggerezza felice…”

Camminare era un tal piacere che camminò per sedici giorni terrestri e avrebbe camminato ancora, se in quel luogo che pareva infinito non avesse incrociato una bambina. Sedeva  nel bianco totale e piangeva disperatamente. “Ma dai, che fai, piangi? Non farai sul serio! Non senti quanta gioia e pace c’è in questo posto?” “Piango” rispose la bimba “perchè devo andare via di qui. ” ” E perché mai?” “Perché c’è un’anima in più, e quando c’è un’anima in più se ne va la più giovane!” Anna inorridì : la sua superficialità stava per costare la felicità di quella dolcissima creatura. Non ci pensò un’attimo e si mise a gridare “Io sono l’anima in più. Io devo andarmene” Il buon Pietro la sentì subito perchè lì non gridava mai nessuno e la sua voce potente tuonò  “Ah ecco, adesso  sì che il conto torna. Via, subito al Purgatorio quell’anima persa.”

Con un lampo azzurrino Anna sparì e ricomparve subito in un ambiente diverso. L’aria era nebbiosa, il colore dominante era un grigio pallido e il terreno era sassoso e arido. Anna senti di nuovo e di colpo parte del peso del corpo, così si sedette su un grande masso e pensò di riposarsi un po’. Mentre se ne stava lì tranquilla passò un ometto che spingeva un biroccino. “Ali, ali di prima scelta” Anna un po’ incuriosita si alzò e vide ammucchiate disordinatamente sul carretto molte paia di bellissime ali “Ohi buon uomo  quanto costano le vostre ali?” ” E voi anima bella cosa avete da darmi?” Anna non aveva nulla con sè e così disse “Vi pagherò in natura” “Affare fatto” Rispose l’uomo, lasciò il carretto e le comunicò “Io sono libero e prendo il mio paio d’ali, voi potrete avere il vostro quando incontrerete qualcuno disposto a pagare con il suo corpo, prendendo il vostro posto” “Anna rimase allibita, non era esattamente quello che aveva pensato! Ma cosa fatta capo ha e così iniziò a spingere il biroccino, pesantissimo e colmo di quelle meravigliose ali che lei desiderava tantissimo.

Un giorno incontrò un bellissimo giovane che piangeva appoggiato contro una parete ripida e rocciosa. Anna si deterse la fronte con l’avambraccio, divenuto snello e muscoloso, gli si avvicinò e gli chiese: “Che cosa fa soffrire così tanto un bel giovane come voi?”  Lui non sollevò nemmeno il volto ” La morte mi ha separato dalla mia anima gemella ed ora io non posso fare a meno di soffrire per ogni secondo di questa eternità che ci separa! Se solo potessi raggiungerla e parlarle per l’ultima volta…” Anna non ci pensò due volte e gli disse “Prendete un paio di queste ali e volate dal vostro perduto amore”. Il giovane scoloriva, rimpicciolendo piano  nel grigio piatto di quel cielo, quando si sentì la voce tonante di Pietro. Era un tantino alterata: “Chi è quello scriteriato che ha sperperato così un vero paio d’ali d’angelo? Subito all’inferno” Anna vide con orrore che le si apriva una voragine sotto ai piedi e ci scivolò dentro senza potersi opporre. Scivolò per un tempo infinito dentro un budello che diveniva più caldo man mano che continuava. Quando alla fine finì si ritrovò ansante, completamente nuda e  sudata a ridosso di un muro sbrecciato di quella che sembrava una periferia urbana. Allungò una mano a rubare dei panni stesi provvidenzialmente ad asciugare sotto a una finestra e si incamminò  sull’asfalto scuro verso una seconda opportunità di vita. Un’inferno, appunto.

 

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2 commenti »

  1. Anche qui mi pare sia di difficile resa come corto

  2. Effettivamente richiederebbe una certa scenografia …

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