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24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2016 “Storia di Merda” di Michele Carosella

Categoria: Premio Racconti per Corti 2016

Tempo presente. Paesino in provincia di Varese.
Fabio è il figlio del preside delle medie. È un nanetto alto venti centimetri con l’alito che sa di letame. Per questo motivo è soprannominato Merda. Si sfonda di patatine fritte, salame, chinotto.
Il padre, Giovanni, lo costringe a chiamarlo signor preside. È un pedagogo “vittoriano“.
La madre, Rita, è una casalinga asociale immersa nei reality tutto il giorno. Ha stretto un patto col pedagogo: “tu non rompi i coglioni a me, io non li rompo a te”.
Merda è patologicamente introverso. Ha un mito: Mike Tyson
Ne subisce di ogni. A scuola e a casa. Giovanni lo riprende per ogni cazzata. Alza la voce e incombe sopra di lui terrorizzandolo. Merda fissa i labiali del padre ma non capisce nulla e non capisce nulla a scuola quando deve leggere davanti alla classe.
Ha un amico, Gennaro, meridionale, figlio di Rocco, un muratore alcolizzato. Il nonno aveva chiesto a Rocco ragazzo:”Vuoi lavorare o bere?”
Si ritrovano a casa di Gennaro a guardare Tyson su youtube. Ogni tanto è con loro anche Rocco. Tra Rocco e Merda si instaura un rapporto padre/figlio. Rocco non fa nessun caso a quelli che secondo Giovanni sono i difetti di Merda, al quale fa notare qualità che il ragazzo non si era accorto di avere.
Merda nelle situazioni difficili pensa: “cosa farebbe Mike Tyson?”, e fantastica di sistemare i problemi da duro. Ma è solo un sogno e viene sopraffatto dagli altri.
Un giorno Gianna, la più “figa” della scuola, deve bigiare perché non si è preparata per l‘interrogazione, ma è una cagasotto e ha bisogno di un complice. Sono già tutti entrati a scuola e l’unico che gli capita a tiro è Merda.
Merda questa volta da retta a Tyson e bigia.
Gianna ha freddo e lui le presta la giacca. Lei dice che non possono entrare in nessun posto a scaldarsi perchè la conoscono tutti (si vergogna di farsi vedere con lui). Così si nascondono in un angolo del paese, al freddo. Lui gela. Lei passa il tempo con l’i-phone in mano.
Giovanni viene a sapere che il figlio ha marinato la scuola. Per la prima volta in vita sua picchia Merda. (La madre urla di fare silenzio perchè non riesce a seguire “Uomini e donne“)
Merda cade in depressione.
Ma ogni giorno all’uscita da scuola c’è Rocco, che con la scusa di venire a prendere Gennaro (Gennaro di solito va a casa da solo) da un passaggio a Merda e cerca di rincuorarlo (Tra l’altro gli dice che ha smesso di bere).
Col passare dei giorni pare che Merda si riprenda. In realtà sta covando un mostro.
Un giorno Merda non ce la fa più, nella sua stanza sale su uno sgabello, infila la testa nel cappio, saluta Mike Tyson… ma sente un rumore. Qualcosa picchia contro la finestra.
Va a guardare e vede Gianna che lancia sassolini. Lei alza un foglio A2 con su scritto: ”Scusa Merda. Grazie per la giacca”

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9 commenti »

  1. Io non voglio essere duro. La storia c’è, è pure narrata bene, ma trovo il linguaggio forzatamente volgare. Ho capito che volevi stupire, ma ci sono modi di lasciare la gente a bocca aperta senza usare il turpiloquio.
    Se avessi usato un linguaggio, anche giovane e “volgare” con gusto ed equilibrio, avresti in mano un bel racconto. Così invece hai svilito una trama che aveva il suo perché e soprattutto dei personaggi che erano reali e vivi come pochi sono riusciti a rendere nei racconti che ho letto fin’ora. Lo trovo un’occasione sprecata. A mio modesto parere, s’intende.

  2. Molto bello. Mi piacerebbe vedere interperare Merda e Gennaro. Mi piacciono molto i personaggi. La storia è intensa. Io sono un’amante dei finali tristi quindi il tuo è un po’ troppo allegro per i miei gusti. . . a parte gli scherzi, complimenti, mi piace.

  3. Per Costantino.
    Grazie per la critica, è sempre un aiuto. Rileggendo il pezzo, mi sono accorto che avrei potuto evitare “cazzata” e “cagasotto”, non ce n’era bisogno. Per il resto, non era mia intenzione stupire, mi sembra che certe particolarità siano parte dei personaggi e che come le ho scritte sia un buon modo di renderle.
    Ciao.

  4. Devo dire che relativamente alla scelta del linguaggio sono abbastanza d’accordo con Costantino. Trattandosi di un racconto per corti però credo si possa soprassedere. I personaggi sono bene delineati e ben inseriti nel contesto. La trama è semplice ma funziona. Il dramma interno del tuo protagonista, a mio giudizio, avrebbe meritato un maggiore approfondimento, anche per giustificare una scelta radicale come quella del suicidio… In definitiva mi pare si tratti di una buonissima prova. Complimenti.

  5. Si, l’autore può sapere cos’hanno in testa i suoi personaggi. Ma non trovi che si possa decidere di puntare sul mistero? Per me, a parte casi estremi, il suicidio è un mistero. Riportare solo i fatti da la possibilità al lettore di farsi una sua idea.

  6. Io lo trovo geniale.
    Scorrevole e diretto, senza fronzoli e paroloni ad effetto!
    L’ho letto e riletto con piacere e lo rileggerò tra le amiche.

  7. Grazie! Sarà la prima volta che mi dedicano un reading.

  8. Bello. Spassoso e terribilmente serio allo stesso tempo. Il linguaggio, almeno secondo me, è appropriato alla situazione e non ha niente che non va. Complimenti.

  9. Grazie. Sono contento che ti sia piaciuto.

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