Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “Con l’aiuto del cuore” di Annarosa Fanucchi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Marian

 

Marian stava finendo di sorseggiare, con gusto e calma, il cappuccino schiumoso e con tante bollicine di aria, che proprio non le piaceva, nello squallido bar dell’Ospedale dove lavorava.

Era distratta , persa nei suoi pensieri, senza sapere a cosa pensava, forse lievemente depressa dalla vita, da cui si era aspettata altro, ma, come era suo solito, finì di bere il cappuccino, due respiri profondi, e si alzò per dirigersi al suo piccolo ambulatorio sito fra altri uffici medici.

Poteva anche dirsi fortunata: un lavoro sicuro, una casa, cose che comunque le permettevano di vivere in autonomia..la figlia, quella sì..era un problema, adolescente, piuttosto ribelle, sempre pronta a inasprirsi…,mah…no..non aveva più voglia di problemi..soprattutto non aveva più sogni…”Marian , vieni ci sono già due persone che ti aspettano!!”

Era appena passata una infermiera che l’avvertiva…accidenti, ma quella mattina non aveva appuntamenti!

E chi erano?? No, non li avrebbe ricevuti ..senza appuntamento, telefonata..no no non era proprio giornata!

Appena arrivata, la individuarono subito, erano insieme..ma non le conosceva proprio..cortesemente e sorridendo gli stava dicendo di prendere appuntamento, ma dall’espressione delle loro facce e dalla frase “dobbiamo parlarle di Benedetta..” li fece subito entrare..

Con un gesto li fece accomodare sulle due seggiole, simil poltroncine, assai comode, anche se non nuovissime, un po’ logore..

L’ambulatorio lo aveva reso assai accogliente..un tappeto etnico, qualche quadro dei suoi viaggi (ormai ricordi sbiaditi) , India, Africa, Cuba..alcuni oggetti semplici e carini sulla scrivania, insomma, tutto sommato, la persona che si recava lì riusciva a parlare, a tirare fuori qualcosa..e difatti la gente prendeva l’appuntamento con lei..si erano passati la voce, era conosciuta come brava, gentile..competente, ma lei non era assolutamente d’accordo con questa lettura, del resto chi la conosceva davvero?? Nessun nome le si visualizzò..forse sì..il suo cane..Proprio lui..il cane!

Le due persone, due signore ..o signorine.. (già due donne, assai più pericolose e pungenti degli uomini!) si erano accomodate ..male..sedute in pizzico sulla sedia, con la borsa stretta fra le mani, le spalle appuntite come due indici verso il cielo, l’espressione guardinga, si guardarono intorno con fare circospetto e poi puntarono la faccia su di lei..

Cominciò seriamente a preoccuparsi..la cosa non prometteva niente, ma niente di buono..

Le guardò con aria super interrogativa, con gli occhi marroni, screziati di verde, spalancati, come a dire ..che sta succedendo..chi siete??

Ma non fece in tempo a dire qualcosa ..che le due, iniziarono  all’unisono a parlare, per poi guardarsi negli occhi, in cui una fece cenno all’altra di iniziare,  cominciarono la loro esposizione.

Quella preposta a parlare illustrò, con fare compunto e preciso dicendo che erano due gemelle che vivevano sole, avevano conosciuto per caso Benedetta, quando una di loro era stata per qualche giorno in Ospedale e, a causa dell’attività di  volontariato che sua figlia faceva una volta la settimana, l’avevano conosciuta..

Poi Benedetta era andata a casa loro, aveva conosciuto il loro nipote, Gianni, che loro avevano allevato, in seguito alla morte improvvisa del  fratello.

Della madre non ne sapevano nulla.. il fratello era tornato da un periodo di lavoro in Tanzania con il b.no di quattro anni e non aveva mai dato loro spiegazioni della madre..forse poi lo avrebbe fatto , ma non ce l’aveva fatta, quindi tutto era rimasto così.

Ora il ragazzo aveva diciotto anni, studiava, era bravo, tranquillo, insomma, il nipote che tutti vorrebbero, però….c’era un però..da quando aveva conosciuto Benedetta questa gli aveva fatto domande sulla madre..chi era..possibile non ne sapesse nulla, come faceva a non volerne sapere

nulla!! E le zie..possibile non sapessero nulla o non glielo volevano dire, cosa assai più probabile..aveva diciott’anni..ma che si svegliasse una buona volta!!

 

Marian aveva ascoltato la storia come in trance, senza che un muscolo del viso si fosse mosso, la gemella aveva parlato ininterrottamente buttando fuori di getto quella spina nel fianco che era sua figlia..per lo più figlia di una psicologa!!!

Così concluse il suo parlare.. anche figlia di una psicologa!!!!

Marian cascò dal quindicesimo piano e tonfò in terra!!!

Sempre così!

Di sua figlia non sapeva nulla!

E poi non c’era cosa che la faceva più arrabbiare che dirle che era figlia di una psicologa!!!!

Era la frase che il padre di Benedetta le aveva detto, quando se ne era andato..saprai allevarla tu..Benedetta è figlia di una psicologa!!!! Aveva anche aggiunto altre cose..del tipo ..ma te che sei psicologa..basti a te stessa..te che capisci tutto…capisci anche perché me ne vado..ma ricordati che ai diritti su Benedetta non ci rinuncio..è anche figlia mia!!

Già..i diritti!! E quali diritti!!!!  Forse si riferiva ai diritti ereditari..cioè la casa era di lei,e, se lei moriva..la casa andava alla figlia e quindi anche a lui che era il padre!! Forse si riferiva a questo!! Ma che carino e gentile a pensare già alla sua morte!!!

O forse era lei che semplicemente soffriva di persecuzione?? Ma sì..forse era proprio così!!

E i doveri???

Ma dov’era quando la notte piangeva, quando aveva portato un quattro da scuola,  quando le chiedeva perché LO AVESSI FATTO ANDARE VIA… e perché era nata!!?

Perché era nata??

E qui un po’ ragione ce l’aveva…perché era nata..

Forse per il mio desiderio egoistico di volere un figlio, forse per legare a me il compagno..perchè era nata??

Io, che non sapevo niente di bambini piccoli..niente, figlia unica anch’io, i miei genitori deceduti per incidente ed io allevata da una zia..ma che curiose coincidenze!!!

Mentre i pensieri le vorticavano nella testa come vento impetuoso che quasi la facevano ondeggiare..le gemelle la stavano guardando con occhi sempre più spalancati e labbra strinte, come fissare la grande colpevole della loro tranquillità!

Si appoggiò sulla sua poltroncina girevole, chiuse gli occhi, spazzò via il vento impetuoso con un gesto della testa e, cordialmente, le guardò attentamente.

Sui settanta, ben messe, vestite a specchio: una pantaloni blu e maglia beige, l’altra maglia blu e pantaloni beige, stesso modello di borsa, ma di diversi colori, quella coi pantaloni blu, borsa blu. L’altra borsa beige.., stessa espressione, tipiche donne di una certa età, senza problemi economici e, ne era certa, senza avere avuto uomini, figuriamoci mariti, acide, ispide, come solo le donne sanno essere..tra le peggiori..via..

La voce le uscì fuori con calma e disinvolta (era o no psicologa) e, applicando una vecchia tecnica comunicativa, uscì fuori una frase comprensiva su cui, sperava in cuor suo, far scivolare quell’aggressività inattesa e inaspettata, che la coglieva assolutamente impreparata.

“ Innanzi tutto mi fa piacere conoscervi, mi chiamo Marian Pieri, lavoro qui da anni..avete fatto bene a venire a parlarmi di questa cosa, di cui assolutamente riferirò a mia figlia, che mi aveva accennato qualcosa (falsissimo), ma, onestamente, non ne avevo capito bene i contorni..ma..proviamo ad ascoltarci meglio..adesso ho una riunione a cui devo assolutamente essere presente …prese con calma e interesse l’agenda e, fingendo di cancellare un appuntamento aggiunse..”dopodomani potremmo rivederci..disdico subito un precedente impegno..alle 12..ok??

I vostri nomi??

La tattica funzionò..le mani sulla borsa si allentarono, le spalle scesero, le gemelle si guardarono, annuirono e dissero: Va bene..ci chiamamo Cesira e Elsa Donati.

Quasi fosse programmato, ma sicuramente fu benedetto, arrivò lo squillo del telefono interno, quindi gioco forza si salutarono con un cenno e, finalmente si alzarono ed uscirono dalla stanza..

Guardò l’orologio..il tutto era durato poco più di mezz’ora circa!!!

Mezz’ora!!!

Ma per lei era una vita, una situazione da affrontare..che non aveva idea come affrontare, cosa dire, che pensare!!!

Il telefono smise di suonare e Marian si mise le mani nei capelli riccioli e folti, color sale e pepe che ora, data l’età, teneva corti.. la testa gli ronzava, aveva la brutta sensazione di avere in testa uno sciame di api arrabbiate..ma forse davvero ce l’aveva..tanto era arrabbiata, disillusa e senza la minima idea di cosa fare, dire..aveva praticamente preso un giorno di tempo, aveva sbagliato..doveva  prendere almeno una settimana, quindici giorni, ma le gemelle si sarebbero arrabbiate…

Dopo un brevissimo e leggero  bussare alla porta il suo collega, Anteo, si affacciò e, vedendola con le mani nei capelli si preoccupò subito..era successo qualcosa??

Ma no…rispose prontamente,  è il cane, che oggi è solo tutto il giorno !

Anteo, che certo non se la bevve, cambiò subito discorso spostandolo su di una situazione di una adolescente che aveva in cura con problemi di anoressia ed iniziando a descrivere sintomi e quant’altro..ma lei non sentiva e nella testa continuava a rimbombargli la frase “ è anche figlia di una psicologa” come una certa maledizione!!

Ovvero sia ..non c’è la peggio che essere figli di una psicologa! Insomma! Questo era il significato!!!

Anteo, giunto alla fine dello sproloquio terminò con un “quindi che faresti??”

“Quindi che farei???”…pensò lei, che assolutamente non sapeva che dire…ma..mantenendosi sul generale e con fare determinato e sicuro parlò di accoglienza, ascolto, affetto e valorizzazione della persona, come bendaggi di cura …e Anteo uscì, soddisfatto, rispondendo al cellulare privato ad una donna..che, certo, non era sua moglie..si capiva dal tono della voce dolce e disponibile che già altre volte aveva mostrato..insomma era anche lui come tutti..doppia vita..ecc.ecc…

Come tutti!!! ???

Forse lei aveva una doppia vita!!??

No..magari l’avesse avuta!!!

Magari un amore nascosto, segreto..magari..ma no..lei aveva solo una specie di doppia personalità: apparentemente sicura, serena..in realtà completamente persa nel mondo reale dei conflitti, dell’educazione, delle scelte da fare, e via e via…

Comunque, una cosa l’aveva imparata…andare avanti a piccoli passi, ponendosi minimi obbiettivi..per es. ora doveva pensare a terminare l’orario di lavoro e andare a casa ben disposta nell’affrontare la figlia nella speranza di un dialogo e non di un litigio.

Parcheggiò sotto casa, uno dei vantaggi dello stare in campagna, oltreché la tranquillità..appena uscita di macchina Asso cominciò ad abbaiare sempre più forte finchè non aprì la porta e lui le balzò addosso festoso ..l’aveva trovato in un parcheggio dentro una scatola, abbandonato, infreddolito, solo e, benché dicesse a destra e manca che non voleva bestie in casa, se l’era preso, accudito e poi non aveva avuto il coraggio di metterlo in canile!

Anche e soprattutto Benedetta aveva approvato la scelta ed entrambe erano affezionatissime, anche se dovevano dedicarsi tanto a questo quattro gambe..il nome era venuto da sé..Asso perché, aveva pensato, questo è il mio Asso nella manica..un amico che non avrei mai pensato di avere, che forse mi aiuterà davvero, che mi starà vicino..

Adesso, però, dopo ore che stava in casa uscì fuori correndo gioioso..senza perderla d’occhio per controllare che non ri-andasse via..

Si spogliò dei vestiti del lavoro, mise una comoda e vecchia tuta, cominciò a pensare ad una parvenza di cena e, cosa assai difficile, a come parlare con Benedetta..

 

 

 

 

 

Benedetta

 

Benedetta entrò in classe di malavoglia,  quella mattina aveva l’interrogazione di latino, materia assai ostica e priva di  interesse per lei, che, invece, era appassionata di storia, italiano, filosofia..comunque era assai tranquilla perché aveva studiato…controllata  come era dalla madre, che seguiva passo passo i suoi voti a scuola!

Già..la mamma!

Nonostante le volesse un bene di vita, doveva però difendersi da quella mamma psicologa che interpretava, discuteva, rielaborava tutto quello che faceva!!

E dove andava, con chi usciva, chi erano, che facevano, la famiglia  di origine coi parenti fino al quinto grado!! Eh..insomma..ma che le desse fiato!!

Aveva diciassette anni e mezzo, diciotto fra otto mesi..era grande..capiva quello che doveva essere fatto!

Ma la cosa che più la preoccupava, al momento, erano i rapporti con il padre!

Per lei era una figura molto importante, anche se non molto presente!

La madre, poi, quasi ostacolava questo rapporto!

Anche se verbalmente commentava pochissimo, erano gli sguardi, i silenzi, insomma le parole non dette..che colpivano di più di mille discorsi!

A volte parlava di lui, senza riferirsi esplicitamente a lui..del tipo..i padri che abbandonano i figli non valgono nulla..facile farsi allevare un figlio e poi farsi vivi..e via dicendo..

Ma lei con suo padre stava bene e..diciamo..ne era quasi attratta..

Alto, di bell’aspetto..giovanile, nonostante i suoi cinquantacinque anni..

Lo vedeva spesso, anche se a sua madre non sempre lo diceva..con lui era diversa..più rilassata, sorridente..conosceva bene anche suo fratello e lì la madre non perdeva occasione per dire e ribadire..astro..è fratellastro, non è tuo fratello!

Ma lei era affezionatissima a Gioele, che aveva otto anni ed era un bambino vivace curioso, ed anche lui le voleva bene e la cercava spesso!

Per non parlare poi della compagna del padre, Susanna, semplice, simpatica, assistente alla poltrona da un dentista, dove, però, la mamma non voleva che andasse!

Uffa!!

Insomma, doveva mantenere un equilibrio..ma no..non era giusto che lei dovesse mantenere gli equilibri, lei, una ragazza di diciassette anni!!

In un angolino di cuore poi, teneva un ragazzo che aveva conosciuto per caso, mentre faceva la volontaria in Ospedale (aiutava gli altri per aiutare se stessa! Ne era cosciente!)..era il nipote di due attempate signorine, per non dire zitelle, timido, piuttosto introverso, ma caro, buono, gentile, sì..molto diverso dai ragazzi che conosceva…le aveva raccontato la sua storia..che sembrava uscita da un film di avventura..ne era rimasta affascinata.

Gianni, questo era il suo nome, era figlio di una africana e padre Italiano che era tornato in Italia dalle sorelle, a seguito alla morte della compagna (sua madre) sposata con un rito della tribù africana dei masai..suo padre, che era veterinario, era andato a fare una gita in Tanzania, dove aveva conosciuto questa donna Masai, di cui si era innamorato e da cui era nato lui..

Insomma una storia originale, bella ed avvincente..ma poi i contorni si sfumavano..non sapeva come era morta sua madre..non sapeva niente dei suoi parenti nella tribù..il padre era tornato per dare “ un futuro a suo figlio”..e poi era morto in un incidente stradale..

Mentre era persa e sognante in questi pensieri..il suono stridulo e petulante della campanella la riportò di colpo alla brutta realtà!

Latino era alla prima ora e l’insegnante, seria,  impettita ed occhialuta entrò in classe e, dopo una rapida occhiata, ed un appello veloce iniziò subito con le interrogazioni…

“Mi sembra che oggi tocchi a.. Picchi..Benedetta..giusto?” disse alzando il viso con lo sguardo rivolto fisso a Benedetta, che si incamminò lentamente e di malavoglia, che l’interrogazione le metteva sempre ansia!

Ma in qualche modo se la cavò..che studiare aveva studiato..e riuscì a strappare un sei e mezzo..sì..sua madre non sarebbe stata proprio soddisfatta, che allo scritto aveva cinque..ma insomma..ci poteva stare…

Finita l’interrogazione la mattinata scivolò via tranquilla con punte di  interesse a storia e filosofia, materie interessanti..ma poi la mente si connetteva subito a Akil (nome Africano di Gianni, che significava “acuto, intelligente”).

A lei piaceva chiamarlo così..Akil, che era il suo vero nome!!

Ovvio che, però, era l’unica a chiamarlo così!

Lui le aveva spiegato che nella tribù Masai, l’attribuzione del nome era importante..lui si chiamava così perché appena nato aveva subito aperto gli occhi..vispi e svegli..e così l’avevano immaginato intelligente..acuto..e sua madre..come si chiamava?? Aveva chiesto incuriosita …Assireni, aveva risposto..che significa “Lei è bella” e suo padre gli diceva che era molto bella!

Questa storia dei nomi la faceva subito pensare al suo nome e a quello di sua madre..che le aveva detto di chiamarsi così perché sua madre (cioè sua nonna) aveva letto Robin Hood e la sua donna, coraggiosa e intelligente, si chiamava Marian, così quando nacque la bambina, volle chiamarla con quel nome, assai insolito..mentre lei, Benedetta era nata da una vera storia d’amore e Benedetta le era sembrata il nome più bello ed appropriato che potesse darle..

Ma, ritornando alla storia di Akil, poi quando aveva quattro anni, sua madre era morta (come, perché ..le aveva immediatamente chiesto, ma non lo sapeva!!!!), suo padre era tornato dalle sorelle e, quando lui aveva dieci anni..era morto in un incidente stradale… e qui la tristezza prendeva il sopravvento e, benché fosse ormai grande (diciotto anni compiuti)..la storia finiva perché , lui diceva, le sue zie non gli spiegavano niente e lui, timido e riservato com’era, non chiedeva…aveva alcune foto dei genitori, che custodiva gelosamente e una volta le aveva viste!

La mamma era proprio bella!

Rasata, come le donne Masai, con un “vestito” blu e lui dietro la schiena, come i bambini africani…

Ora lei con una storia così proprio non ci dormiva la notte, assetata com’era di capire, approfondire..del resto, non a caso, era figlia di una psicologa!

Anche suo padre a volte glielo faceva notare..come a dire che doveva dare una spiegazione a tutto!!

E così (lo ammetteva ) quando si vedevano lei spesso entrava in argomento e lui le parlava e le raccontava dei suoi ricordi della tribù, di sua madre, che un pochino ricordava, di suo padre e, infine, delle sue zie, a cui era molto grato,  ma non lo capivano ed erano reticenti..

Poi le diceva che con lei parlava volentieri e non c’era nessun altro con cui avrebbe parlato così..forse perché era figlia di una psicologa, aggiungeva..e questo la riempiva di orgoglio!

Non era il suo ragazzo, cioè non se lo erano mai detto, però si vedevano quasi tutti i giorni, si massaggiavano con watshap a giornate, si tenevano per mano, più raramente si abbracciavano e, soprattutto, parlavano per ore di loro, delle loro famiglie, della scuola, della vita e si capivano così bene!

Erano isolati dal gruppo dei pari, del resto non erano come loro che stavano alzati la notte, fumavano canne, bevevano birra..sì..erano diversi,  ma loro due si capivano e, a parte qualche amica di classe, lei non aveva grossi rapporti..figuriamoci lui!

Sua madre non sapeva nulla di questo rapporto e si era ripromessa di parlargliene, ma la cosa non per niente facile, perché lei (già lo sapeva) le avrebbe fatto mille domande fino all’albero genealogico..preoccupata com’era per lei..al padre, invece, qualcosa aveva detto e lui aveva sorriso compiaciuto a vedere sua figlia parlare così di un ragazzo..insomma..con suo padre era tutto più semplice e facile!!

Uffaaaaaa!

Ma perché tutto difficile e complicato con la mamma! Per di più psicologa!!

Per non parlare del fatto che Akil le aveva accennato che le zie lo avevano sentito parlare al cellulare con lei e, dopo avergli fatto il terzo grado, avevano detto di voler CONOSCERE SUA MADRE!!!!!!!!!??????

Ma questo, ne era sicura, non lo avrebbero di certo fatto!!

Ora non esageriamo!!!

A tutto c’è un limite..accidenti!!!

 

Marian e Benedetta

 

Mentre Marian stava aspettando, con una certa ansia, la figlia, anche Benedetta tornò a casa con un certo non so che  che non  prometteva nulla di buono, ma certo capiva che era venuto il momento di affrontare l’argomento con la mamma..

Appena entrata, subito dopo essere stata assalita da Asso, che non smetteva di leccarla e lei lo lasciava piacevolmente fare, la mamma con gli occhi, senza dire una parola, voleva sapere come era andata l’interrogazione..e lei, rispondendo ad una domanda virtuale e non verbalizzata rispose di avere preso sei e mezzo..e la madre, come lei immaginava, benché fosse in realtà contenta, scosse la testa con un “potevi fare anche meglio!”

Insomma  la gratificazione non era proprio contemplata..sempre sbuffi e rimproveri!!!

Cercando di rimandare il momento di parlarle, non sapendo nemmeno da dove cominciare e se cominciare, uscì con Asso in una corsa liberatoria nel campo a fianco casa, mentre sentiva gli occhi della mamma seguirla con disapprovazione , che doveva studiare per il giorno dopo..accidenti accidentaccio!

Nel frattempo Marian guardava con tristezza sua figlia, rimuginando come poter iniziare il discorso..da quale parte..del resto  doveva proprio farlo..non poteva rimandare o fare finta di niente..fece qualche respiro profondo come prendere una boccata di ossigeno, chiuse gli occhi qualche secondo e si impose di aspettare (ma solo qualche minuto) che la figlia tornasse…e mentre pensava preoccupata le si accese di colpo una la lampadina nella testa..ma sì..la cosa migliore e più giusta era trovare le parole facendosi guidare dal cuore..sua zia..anziana, che l’aveva allevata.. le diceva sempre “ Marian, quando sei in difficoltà o non sai che fare..fatti aiutare dal tuo cuore..farai la scelta giusta..”

Parole sante e vere! Anche se lei non le metteva in pratica (quasi) mai!

Benedetta rientrò in casa e si buttò a tuffo sul divano stendendo comodamente le gambe, con il cane fiondato su di lei che da quanto era soddisfatto quasi rideva, mentre Benedetta con le mani intrecciate dietro la testa rideva e rideva..

Marian..abituata e divertita (senza farlo vedere) a questi atteggiamenti si accomodò sulla poltrona e, lasciandosi un po’ andare, con l’aiuto del cuore, iniziò con calma e lentamente a parlarle dell’incontro avuto la mattina.. facendo  la cosa più semplice e sensata, cioè descrisse per filo e per segno come era andato l’incontro la mattina, compresa la sua sorpresa e l’atteggiamento ostile delle signorine gemelle..

Le espressioni del viso di Benedetta furono diverse..da essere sorpresa a accennare una reazione arrabbiata, subito smorzata dalla mamma, fino a essere calma , giudiziosa, quasi alleata con la mamma…che, le sembrava, voleva solo capire e in questo aveva ragione, che anche lei voleva capire meglio questo intreccio di relazioni..

Capiva che non era il caso di fare a braccio di ferro e così iniziò a raccontare come aveva conosciuto Akil e via e via fino ad arrivare al problema della mamma sulla cui scomparsa era tutto nebuloso e poco chiaro e quindi era giusto e doveroso che lui insistesse con le zie che dovevano assolutamente dirgli la verità su sua madre!!

Le zie lei non le aveva mai viste né conosciute, ma le immaginava brutte, antipatiche e arcigne!!

Sono così..mamma..vero??”

Marian, che aveva ascoltato attentamente la figlia (con cui finalmente stava parlando, cosa che accadeva rarissimamente!) in cuor suo stava dalla sua parte e, conoscendola, la sentiva fremere di rabbia per questa situazione non chiara e non capiva perché le zie dovevano comportarsi così…forse avevano qualcosa da nascondere..forse non volevano condividere il loro nipote con nessuno..o chissà…e.. Benedetta, ora più rilassata..giaceva sul divano con sopra Asso, che non si muoveva di lì, ma guardava ora una, ora l’altra, dimostrando di aspettare anche lui una risposta..

Marian era consapevole che questa occasione se la doveva giocare bene..in quanto sua figlia finalmente le stava parlando e lei non poteva/doveva certo deluderla con discorsi del tipo ..gli adulti hanno sempre ragione ecc…su cui, del resto, anche lei non era d’accordo e così, con l’aiuto del cuore,  iniziò col fare una cosa che fino ad ora non aveva mai fatto: allearsi con Benedetta dicendole che effettivamente aveva ragione e questo ragazzo aveva il diritto di sapere cosa fosse veramente accaduto alla madre e certo avrebbe fatto quello che poteva per aiutarla ..e terminò con una frase che sapeva a lei avrebbe fatto tantissimo piacere… anche tuo padre sarà sicuramente d’accordo!”

Difatti lei non citava quasi mai il padre di Benedetta, pur sapendo che lei ne era, giustamente, affezionatissima..

Ed infatti con l’ultima frase, che stupì piacevolmente la figlia, la porta della comunicazione, fino ad allora socchiusa, si aprì del tutto e Benedetta di colpo gridò “evviva” alzando gambe e braccia di colpo e così Asso sbalzò sul tappeto per poi rifondarsi subito sulla sua padroncina abbarbicandosi ancora di più!

Anche Marian ora sorrideva e, ne era certa, con sua figlia finalmente dalla sua parte, sarebbe stata capace di affrontare e chiarire la situazione con le zie e che non ci provassero nemmeno a metterla in difficoltà che non ci sarebbero certo riuscite!

Anzi, erano loro che dovevano spiegare e chiarire!

Le venivano tanti interrogativi ..il primo su tutti…ma la mamma era morta davvero??? Mah!!

Benedetta, dal canto suo..stava velocemente watsappando ad Akil il tutto e, dopo pochi minuti..”mamma esco..ma torno presto eh” e accompagnò questo con un forte abbraccio, cosa mai successa!

Marian, che sapeva cosa avrebbe detto fino a due ore prima..ma che fai ..dove vai..devi studiare… rispose all’abbraccio della figlia con anche due lacrime che le scendevano ( ma che Benedetta non vide) e rise lasciandola andare..

Asso, che da bravo cane, capiva benissimo le sue padrone, sapeva che era successo qualcosa di staordinario e bello, e saltava giulivo fra Marian e Benedetta…

 

Insomma le porte si stavano aprendo…pensava sorridendo Marian nella convinzione che, pur con difficoltà, con l’aiuto del cuore, le cose potevano anche sistemarsi ed i tasselli in aria cadere e ricomporsi e così pensando uscì fuori nel campo davanti casa seguita a getto da Asso che scalpitava qua e là..e..distrattamente colse un fiore di campo e, cogliendolo prese inavvertitamente anche un po’ di erba..fece per tirarla via..ma guardando meglio notò un quadrifoglio, bello, grande e verdissimo..

Sì..qualcosa sta cambiando..pensò soddisfatta e  con un sorriso rientrò in casa.

 

 

 

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4 commenti »

  1. Bello! Direi che va continuato…

  2. Racconto complesso ed interessante in relazione alle problematiche esistenziali e relazionali che affronta e che sono uno specchio dei tempi attuali.
    Emergono i punti di vista della madre e della figlia, entrambe perse nel loro mondo interiore.
    Nonostante l’amore reciproco che le lega, non riescono a comunicare.
    Tuttavia, di fronte ad una scelta importante, riescono a trovare un grimaldello che permetterà loro di scardinale l’incomunicabilità che le separa e le isola e a trasformare positivamente la loro relazione.
    Leggere il racconto per scoprirlo.

  3. Il racconto è lungo..lo so!
    Ma nn sono riuscita ad accorciarlo!!
    Quindi vi ringrazio tutti/e per la pazienza che avete avuto a leggerlo!!!!
    Saluti!!!!

  4. Bello intenso e con un finale positivo di incontro

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