Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “La vita che non ho scelto” di Miriana Pedron

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

E’ una mattina di fine novembre, entro in camera per prendere la giacca e l’occhio mi cade sul calendario appeso alla parete in fondo alla stanza. Luglio.

E’ in quell’attimo che mi rendo conto di come la mia vita si sia arrestata, sto vivendo in un limbo e non so quale sia la via d’uscita. Sono sopraffatta da un turbinio di emozioni e la mia testa vola lontano, verso quei momenti che ho una paura folle di rivivere, quei momenti che hanno stravolto la mia vita, che l’hanno cambiata per sempre.

Sono Samantha, ho da poco compiuto ventidue anni e ora vi svelerò il motivo per cui sono bloccata nel passato.

Ventotto luglio. Mi ero appena seduta a tavola per la cena quando sento lo squillo del cellulare provenire dalla mia camera da letto, mi alzo e vado di corsa a rispondere. Il nome sullo schermo è quello di mia madre. E’ successo tutto in pochi secondi: alzo la cornetta, quello che mi arriva alle orecchie è un pianto disperato, viscerale e poi quelle parole: “Vieni a casa, Luca è morto.”. Cado in terra, le gambe non riescono più a sorreggermi.

Nella testa mi rimbombano continuamente quelle tre parole: Luca è morto.

Chi è Luca vi starete chiedendo, lui è, o meglio, era mio fratello, il mio unico fratello, ventitré anni e tanta voglia di vivere.

Arrivo a casa dei miei genitori, mia mamma è all’entrata con i carabinieri, sta piangendo e la sola cosa che riesce a dire è: “Anche Dan è morto.”.

La testa comincia a girarmi, come può essere successo? Ho perso mio fratello e il mio migliore amico nell’arco di pochi minuti.

Dan, con il suo grande sorriso e il suo volto da bambino nonostante i ventiquattro anni, non c’è più. Era la persona che mi conosceva meglio al mondo. Eravamo amici dai tempi della scuola materna.

Novembre. Un calendario, una riflessione, una conclusione: devo riprendere in mano la mia vita.

Sono Samantha, ho da poco compiuto ventidue anni e ho capito che il tempo non aspetta nessuno: è il momento di ricominciare a porre le basi per il mio futuro.

Febbraio. Sono passati sette mesi dall’incidente che ha portato via due delle persone più importanti della mia vita e nonostante credessi che non fosse possibile, ora sto meglio. Ho ricominciato a studiare e a lavorare e il mondo, ora, gira per il verso giusto anche per me.

Vedere quel calendario mi ha aperto gli occhi, ho capito che nonostante io mi fossi fermata tutto intorno a me stava andando avanti. Pian pano ho avuto la forza di ripartire e ho ripreso il controllo della mia vita.

Sono Samantha, ho ventidue anni e so che nella vita le difficoltà sono tante, ma bisogna sempre combattere, per le persone che ci amano, ma soprattutto per noi stessi, perché prima o poi la felicità torna a bussare alla nostra porta e nel mio caso questa ritrovata felicità ha gli occhi di Gabriele, la persona che ha portato il sole nelle tenebre della mia anima.

Gennaio. E’ successo per caso, ero seduta al tavolino del bar, ho alzato gli occhi dal libro che stavo leggendo e ho incontrato i suoi. Azzurri, grandi, bellissimi. Da come mi guardava sembrava potesse leggermi dentro. Si è avvicinato e si è seduto di fronte a me. Da quel momento non sono più riuscita a smettere di pensare a quegli occhi. E giorno dopo giorno quegli stessi occhi mi hanno ridato la speranza e la voglia di vivere.

Ricordo il nostro primo bacio, ero seduta su una panchina al parco, la temperatura era mite e si stava facendo sera, lo stavo aspettando per andare a cena. Lo guardai avanzare verso di me, già da lontano i suoi occhi erano fissi nei miei. Arrivò alla panchina dov’ero seduta, non disse una parola, ma mi tese la mano, la presi e mi alzai in piedi. Nell’attimo stesso in cui mi misi di fronte a lui si avvicinò e posò le sue labbra sulle mie. Quel semplice, ma tanto atteso contatto sciolse il gelo che imprigionava il mio cuore e per la prima volta dopo mesi potei sentire un’emozione.

Luglio. Di nuovo. Sono Samantha, ho ventidue anni e finalmente posso dire di avere ritrovato la felicità.

Il segreto è stato quello di accettare ciò che mi è successo, comprendendo che non posso combattere contro qualcosa che non è modificabile. Inoltre ho imparato che l’amore, in ogni sua forma, è necessario per sopravvivere, prima e per vivere, poi. Il sorriso di un amico, la carezza di una madre, il bacio della persona che ti ama, sono queste i gesti che infondono la forza per affrontare ogni avversità, anche quelle che ci sembra di non poter superare in una vita intera.

Ottobre. Sono Samantha, oggi compio ventitré anni e ho solo una cosa da dire: la vita è bellissima.

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1 commento »

  1. Samantha, hai ventitré anni, sei giovanissima, ma hai scoperto “il segreto”. Nella vita mai arrendersi, mai rinunciare, nonostante tutto!

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