Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2016 “Un giorno in più” di Barbara Cutrupi (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2016

Quando una storia è verità,

lodiamo in coro la sua onestà.

Il fatto è quello e non può mutare,

c’è poco da dire e poco da fare.

Quando una storia diventa leggenda,

è  qui che comincia ad esser stupenda.

 

 

 C’era una volta o forse non c’era,

un piccolo borgo senza bandiera.

Non è che mancasse la stoffa per farla,

ma non si sapeva come chiamarla.

Il borgo, infatti, un nome non aveva,

e il motivo di ciò nessuno sapeva.

Era piccolo, situato ai piedi dell’omonimo monte;

ma omonimo significa: stesso nome, quindi era solo il monte di fronte.

C’erano case antiche in pietra bianca, lungo i vicoli stretti, stretti,

incorniciate da vecchie scale che portavano fino ai tetti.

Sui davanzali delle finestre, vasi sporgenti colmi di fiori:

ortensie, gerani, primule, violette, naturalmente di svariati colori;

e le piante aromatiche coltivate in giardino,

diffondevano il profumo dalla sera al mattino.

Oltre alla stazione, c’era un’ospitale piazzetta,

con molte panchine e una chiesetta.

C’era una fontana, ma senz’acqua, completamente asciutta,

forse qualcuno l’aveva bevuta tutta.

 

 

Da questo luogo così ordinato,

inizia la storia di chi ci ha abitato.

Come chiamare gli abitanti di un borgo senza nome?

Se lo chiedevano in tanti ed io non saprei davvero come.

Nonostante questo, ognuno aveva il suo da fare,

che andava a braccetto col borbottare.

 

 

Il vigile urbano andava sempre di corsa,

tenendo con cura il cronometro in borsa.

“Vorrei del tempo per parlare con la gente!”

Invece correva dappertutto alla ricerca di un ingorgo inesistente.

Il panettiere sfornava pane ogni minuto,

si vantava di essere molto astuto.

“Lo porterei a chi ne ha bisogno, se avessi tempo, almeno un’ora!”

Ma a fine giornata andava tutto in malora.

Il barista pensava agli affari

e con i conti mettersi in pari.

“Appena avrò tempo, offrirò da bere ai mendicanti!”

Ma da quando lo aveva promesso, ne aveva visti passare tanti.

La sarta nella sua bottega, tra ricami e una richiesta,

aveva un chiodo, anzi un bottone fisso in testa.

“Devo trovare del tempo, per cucire calzoni ai bambini poveri e soli!”

Poi perdeva il filo del discorso e per ritrovarlo chiamava i figlioli.

Così anche il falegname, il calzolaio e il salumiere,

cercavano tutti del tempo, come si cerca l’oro in un forziere.

 

 

In questo luogo così lamentoso,

accadde qualcosa di molto curioso.

Forse un po’ ti stupirai

ma andiamo avanti e poi mi dirai.

Lo sai che il tempo è un viaggiatore?

Arriva ovunque, ma non conta le ore.

 

 

In una notte fredda ma riscaldata dall’emozione,

il Sindaco senza bandiera, radunò i cittadini alla stazione.

Con i riccioli in testa e il viso baffuto,

era sempre pronto a dare il suo aiuto.

Fascia al petto senza lo stemma ufficiale,

per darsi un tono da cittadino speciale.

In lontananza un treno stava per arrivare,

i presenti erano pronti a brindare,

il Sindaco schiarì la voce e iniziò a contare:

“10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1…

Benvenuto nuovo anno!” Esclamò senza esitare.

In quell’istante, tutto era cambiato,

con movimento lesto e sincronizzato.

L’anno nuovo, scendeva dal treno, con un salto da campione;

l’anno vecchio, saliva sul treno, a piccoli passi con un bastone.

Con l’argento tra i capelli e quasi senza fiato,

il treno ovviamente non si era neanche fermato,

lo portò via silenziosamente,

il treno del tempo passa inesorabilmente.

 

 

Questo luogo sorprendente,

molte cose  aveva in mente.

Pensieri ingombranti

tra loro distanti,

veloci e sfuggenti

da sembrare assenti.

 

 

 La folla ormai era in subbuglio,

c’è chi si nascondeva dietro un cespuglio.

Correvano incontro al nuovo anno,

dimenticando ogni malanno.

Pronto per l’annata in giacca e cravatta,

con guanti bianchi di morbida ovatta,

un cappello a cilindro di seta nera,

teneva sotto braccio una specchiera.

Con sguardo fiero drizzò il collo,

si sentiva un eroe, quasi un Apollo,

finalmente era arrivato il suo momento,

fatto di gloria, successo, un vero portento;

ma ad un passo da lui inaspettatamente,

la folla lo evitò speditamente.

Il nuovo anno rimase di stucco,

pensò a qualcosa di sbagliato nel trucco;

ma voltandosi indietro la folla acclamava,

il giorno in più che lui stesso portava.

 

 

Su questo luogo al chiar di luna,

si era abbattuta una gran fortuna.

Poter ospitare il 29 febbraio,                                                      

a volte assente nel calendario.

Dagli abitanti ben accolto,

perché ogni cosa avrebbe risolto.

 

 

 L’anno nuovo con gli occhi accigliati,

subiva l’affronto esclamando: “Ingrati!”

Gonfio d’orgoglio ma senza far danno,

dopotutto era la prima festa dell’anno.

Per le vie del borgo, nei giorni seguenti,

il 29 febbraio segnava appuntamenti.

Veniva scrutato con attenzione,

nessuno voleva perdere l’occasione.

Quante cose da realizzare

e quel giorno in più poteva bastare.

Qualcuno tentava di essere persuasivo

per farlo tornare l’anno successivo.

Ma in questi casi, i suoi avvocati,

venivano subito convocati.

Giuliano e Gregoriano con fare sicuro,

a difesa delle stagioni e del futuro.

Da un tempo remoto arrivava la sentenza:

“Ogni quattro anni è la sua presenza!”

 

 

Da questo luogo tra sorrisi e una noia,

arriviamo al punto della storia.

Quando tutto non va come deve andare,

sicuramente ci si può arrabbiare,

 l’importante è non disperare,

ed insieme continuare a sognare.

 

 

 Il giorno in più bussava ormai alle porte,

lo accompagna però una sfavorevole sorte.

Una fitta e improvvisa nevicata,

silenziosa e inaspettata,

aveva gelato tutto, da cima a fondo,

ed anche i cuori nel profondo.

La neve aveva sbagliato momento,

serviva una forte folata di vento,

ma forse sarebbe servita davvero a poco,

non si poteva far altro, che stare dentro e al fuoco.

Il Sindaco lanciava un’ordinanza:

“Vietato uscire dalla propria stanza!”

Finivano così, sotto un paesaggio innevato,

progetti e desideri di un borgo innominato.

Quando finalmente finì la bufera,

si era già nel mese della primavera.

Il giorno in più passò senza clamore

e nessuno poté afferrare le sue ore.

 

 

Questo luogo deluso e scontento,

tornava adesso al solito lamento.

Il 29 febbraio ormai in vacanza,

non aveva perso però la speranza.

A volte basta solo un po’ d’impegno

e accadono cose che lasciano il segno.

 

 

“Il tempo c’è ma si nasconde,

non lo vedi e ti confonde,

credi di non averne abbastanza

e ne senti la mancanza.”

Il giorno in più pensava questo,

tutto immerso nel suo anno bisesto.

Pensa che ti ripensa, arrivò l’ora esatta,

quella che ti porta l’idea più adatta.

Per iniziare sull’alto monte,

dalla cima che si perde all’orizzonte,

venne costruita una torre mattone su mattone,

con al centro un orologio di ottone.

“L’occhio di Torrealta” venne chiamato,

che con stupore al borgo un nome aveva dato.

Lassù veniva visto da tutti i Torrealtesi,

e non solo, anche dalle vicine città e paesi.

Il tempo in posizione preminente,

vigilava sulle azioni della gente.

 

 

Nel Borgo di Torrealta,

venuto fuori alla ribalta,

accorrevano ora da ogni parte,

fino ad allora lasciato in disparte,

con sospetto e incredulità,

incuriositi dalla bella novità.

 

 

 In una giornata solare, con tanto di berretta,

il Sindaco radunò i cittadini nella piazzetta.

Con un nome, uno stemma e una bandiera,

stavolta era davvero seria l’atmosfera.

Il 29 febbraio gli stava accanto,

e per lui, era motivo di vanto.

A breve, l’anno lo avrebbe portato via,

era doveroso salutarlo con allegria.

C’era chi ancora storceva il naso,

chi non ci faceva nemmeno caso,

e chi era fiero della trovata identità

per non essere più un cittadino a metà.

Anche dalla fontana, secca e senza vita,

sgorgava l’acqua, dopo una lunga dormita.

Scorreva nuovamente con tutt’altre emozioni,

come il tempo, verso differenti stagioni.

Ciò che si perde diventa passato,

ma ciò che si trova era aspettato.

 

 

Il Monte Torrealta,

la cui cima rintocca e risalta,

era un luogo da tenere in vista

per non essere colti alla sprovvista.

Ma il 29 Febbraio ne indicava ancora uno,

che non manca proprio, proprio a nessuno.

 

 

“Cari amici Torrealtesi,

siete stati così cortesi.

Ad ognuno dico una cosa,

la più grande, la più preziosa.

Questo e quello ti aspettavi da me,

senza ma e senza se.

Io sono soltanto un giorno in più,

ma dentro te, ci sei solo tu.

Contro affanni e malumore,

al tempo devi dare peso e valore.

Ogni giorno è quello giusto

per riempirlo di più gusto.

Se qualcuno puoi aiutare,

fallo oggi non rimandare.

Il tempo è lì nelle tue mani,

da modellare per il domani.

E’ un intimo amico, ma ha bisogno di te,

per non sentirsi perso senza un perché.

 

 

Tra leggenda e verità,

questa storia finisce qua.

Così voleva essere raccontata,

scandita da una rima baciata,

che cerca il tempo e lo trova,

tutti i giorni ed è sempre nuova.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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94 commenti »

  1. Per chi, come me, crede che ogni giorno sia un tempo speciale, un tempo nuovo.

  2. E’ fantastico! Complimenti davvero, rimango sempre sbalordita davanti all’innata capacità di rimare riuscendo a dare un bel senso alla storia. Meriti una vittoria!
    In bocca al lupo!

  3. Molto molto carina questa fiaba in rima

  4. Sono commossa Carla, grazie per le tue parole che sono proprio quelle giuste, “innata capacità”. La rima è dentro di me, la fantasia la va a cercare ed insieme ne inventano tante, come i bambini.

    Grazie per il tuo commento e…crepi il lupo, così si dice,
    ma io spero che rimanga a bocca aperta, per vedermi felice.

  5. Grazie Ottavio, il tuo giudizio mi fa particolarmente piacere, leggevo infatti, che i racconti per bambini non siano proprio il tuo genere e che ti capita di saltarli. Quindi pensavo: ” Se Ottavio commenta il mio racconto, gli dedico una rima!”

    Se dico Ottavio Mirra
    penso subito alla birra!
    Ma se tu fossi astemio, dovrei rimediare,
    allora capovolgo tutto e provo a cambiare.
    Pur non amando il genere, il Sig. Mirra Ottavio
    si è dimostrato un gentiluomo e pure savio.

    Grazie a te!

  6. ahahahahah , Barbara un titolo lo hai già vinto: quello della simpatia.

  7. ahahaha, grazie!

  8. Complimenti anche a me è piaciuta tanto questa fiaba! Originale e dalla tematica più che azzeccata…colta con le mani nella marmellata, l’ho pensato anch’io che con un giorno in più avrei potuto fare tante cose!!!

  9. Grazie Lidia per il tuo commento, sono felice che ti sia piaciuto e ricordati, il tuo giorno in più è oggi!

  10. Verissima! Fa riflettere gli adulti e divertire i bambini….mi ha lasciato una bella sensazione, mescolata a un po’ di amarezza per il tempo sprecato a stare “con la testa sottoterra”. Grazie per averla condivisa.

  11. Ed io ringrazio te Claudia, per aver esternato il tuo pensiero e le tue sensazioni.

  12. Deliziosa, deliziosa, deliziosa,
    Questa fiaba dalla rima preziosa
    Che generosi consigli potra dar
    A chi sapra ascoltar!
    Bravissima Barbara! Ho gradito molto questa bella storia in rima: allieta e fa riflettere! In bocca al lupo!

  13. Grazie, grazie, grazie mille Maria!
    E’ bello quando il proprio diletto, fa questo bell’effetto.
    Crepi il lupo!

  14. Ho sempre ammirato chi scrive in rima ma a questo livello non avevo mai letto nulla. Bravissima!

  15. Grazie Maria Giulia, gentilissima! E ti rinnovo i complimenti per la tua “Lezione di Yoga.”

  16. Una passeggiata nel passato, nel tempo dei libri con le filastrocche. Mi sono gustata la storia, cullata dal ritmo della rima.
    Ma ogni fiaba ha la sua morale che insegna qualcosa per la vita reale “…Quando tutto non va come deve andare, sicuramente ci si può arrabbiare, l’importante è non disperare,ed insieme continuare a sognare…”!

  17. Grazie Ester, per la tua attenta lettura. In bocca al lupo!

  18. Molto carino. mi ricorda i libri di filastrocche illustrati che leggevo da bambina! Simpatico e con una bella morale. Brava!

  19. Grazie mille Eleonora! E’ bello suscitare emozioni.

  20. I racconti per bambini vanno quasi sempre letti ad alta voce, dunque il suono delle parole diventa ancora più importante che in altri racconti. Anche per questo ho trovato, oltre che simpatica, molto funzionale l’idea delle rime. Così costruita questa adorabile favola calamita di sicuro l’attenzione del piccolo ascoltatore. Brava.

  21. Grazie Eleonora S. per il tuo commento, davvero dettagliato! E’ ciò che serve, per un sano confronto.

  22. Lo sai che il tempo è un viaggiatore?
    Arriva ovunque, ma non conta le ore.
    BOOM
    Questa frase mi è piaciuta un sacco.
    Io non so scrivere in rima, ci ho provato da ragazzino, ma niente da fare.
    A te invece riesce molto bene.
    La storia mi è piaciuta, fino ad ora avevo evitato di leggere tutti i racconti “per bambini” del concorso, devo tornare sui miei passi.

  23. Grazie Daniele! Ne approfitto per invitare anche gli altri, alla lettura dei racconti per bambini. Tutti lo siamo stati e: “Il problema non è diventare grandi, ma dimenticare!!!”

  24. Mi piace. Ha ritmo, è spiritosa, briosa ed efficace. E scrivere in rima…per me impossibile. Brava. Interessanti i due temi. Forse così importanti da staccarli: il borgo senza nome e il tempo. Nel senso che potresti scriverci due storie diverse.

  25. Ti devo ringraziare, mi ero perso la sezione: per bambini. Anche io ho scritto racconti per l’infanzia, alcuni da illustrare, così ne ho inserito uno.
    Lo scorso we ero a Lucca per un workshop tematico, se ti interessa ti do il nome del docente.

  26. In risposta a Nicola Barca
    Grazie Nicola, per aver accolto il mio invito e sono felice di averti dato l’input per pubblicare il tuo racconto per bambini.
    Grazie per il consiglio, magari “Un giorno in più” avrà un seguito.
    E grazie per l’informazione sul docente, del quale mi piacerebbe conoscere il nome.

  27. Cara Barbara anche a me, come ad altri, è piaciuta molto la musica della rima e la frase del tempo viaggiatore che non conta le ore e va ovunque … Dona la libertà dei bambini che Siam stati, grazie!! Ti seguirò in futuro ????

  28. Cara Barbara anche a me, come ad altri, è piaciuta molto la musica della rima e la frase del tempo viaggiatore che non conta le ore e va ovunque … Dona la libertà dei bambini che Siam stati, grazie!! Ti seguirò in futuro ????

  29. In risposta a diana salvadori

    Grazie doppiamente Diana!!

  30. Brava!
    Simpatico ed originale e pieno di atmosfere dal sapore antico. Quel sapore archetipizzato che non sai definire ma che sai esser dentro di te, figlio di una memoria collettiva.
    Brava
    Brava

  31. Grazie Alessandro!
    Grazie!
    Grazie!

  32. Bella, per bambini e non solo…. non possiamo chiamarla filastrocca…. è piena di sentimento!

  33. Grazie Aurora, sono contenta che ti sia piaciuto!!

  34. Ah, il tempo, il tempo…Tutti vorremmo la vita eterna, e poi magari non sappiamo cosa fare la domenica pomeriggio ( D. Dog )… Ti faccio tanti complimenti per il tuo racconto in rima, che ha il pregio ( tra gli altri ) di spiegare il concetto di tempo, così astratto e vago per i più piccoli, con parole semplici e musicali. E poi è talmente ritmico e solare che sprizza allegria da ogni riga…E infine è una settimana che lo leggo ai miei bimbi prima di andare a letto con il risultato che loro non ne sono mai sazi e io… l’ho quasi imparato a memoria! In bocca al lupo!

  35. Il giudizio insindacabile dei bambini, quanto è importante! Ma lo è altrettanto quello degli adulti, che li aiutano nella scelta delle loro letture.
    Per questo ti ringrazio Patrizia.

    Ai tuoi bimbi, un grazie smodato,
    dolce, sincero ed anche rimato!

  36. Ai bambini piace molto il ritmo e la rima delle filastrocche e io da nonno provo anche gusto a leggerle. Leggerò anche questa ai miei nipotini.
    Brava e grazie per il tuo commento al mio racconto.

  37. Grazie a te Antonio! Spero piaccia ai tuoi piccoli.

  38. Scrivere una filastrocca,
    una che non sia sciocca,
    è difficile assai,
    ma di sicuro tu già lo sai.
    Ben ci sei riuscita
    e la storia da me è gradita.
    Congratulazioni e auguri tanti
    fossero così gli autori tutti quanti.
    Grazie anche per il tuo commento
    al mio racconto: mi ha fatto contento.

  39. Grazie Costantino Lupato, per il tuo commento rimato!
    Ahahhaha…

  40. Il tuo racconto apre una finestra sul mondo di ieri, di quando si era bambini, e dove creare delle rime con le parole era un gioco, e scrivendolo hai consentito a chi lo ha letto di ritrovare, anche solo per un attimo, un’età ormai trascorsa che però è sempre dentro di noi.

  41. Per Nicola Buoso
    Ti ringrazio davvero tanto per il commento che mi hai lasciato. Se il mio racconto, è riuscito anche solo per un attimo, a richiamare il bambino che c’è in te, mi posso ritenere un’adulta felice e contenta.

  42. Solo per bambini?? Allora voglio esserlo, nonostante i miei molti lustri. Mi sono divertita, ho sorriso e in certi momenti ho letto ad alta voce. Bravissima!

  43. Grazie Anna! Il fatto che ti sia venuta voglia di tornare bambina, mi rende felicissima! E sono anche contenta di averti fatto sorridere. Grazie!

  44. Ciao Barbara meraviglioso questo racconto in rima,io personalmente adoro le rime e adoro le storie per bambini.Tu sei quello che io definisco musicista di parole e pittrice di storie. Davvero brava in bocca al lupo

  45. Complimenti Barbara! Hai mai letto i libri di filastrocche di Gianni Rodari? Mi hai fatto tornare indietro alla mia infanzia!

  46. PER NOEMI: E’ vero! La musica si sente per il ritmo della rima e la storia, prima di scriverla, l’ho immaginata.Ti ringrazio tanto per questa tua generosa definizione!

    PER FRANK: Gianni Rodari, il RE della rima!!! Sono felice di averti fatto ricordare la tua infanzia, è il complimento che preferisco! Grazie!!

  47. Divertente e istruttivo Brava

  48. Il sapore è quello delle filastrocche d’altri tempi, di quelle che si imparavano a scuola, che insegnavano divertendo o, forse, divertivano insegnando.
    Sì, anche a me hai ricordato molto Gianni Rodari. Ma anche Michael Ende (non so se hai letto Momo ma se non l’hai fatto rimedia subito: te lo consiglio vivamente).
    Ed è anche vero come ha fatto notare qualcuno che il testo ha un ritmo da canzone dello Zecchino D’Oro (a un certo punto mi sembrava quasi di sentirla cantare nella mia testa)… Bella, davvero. Complimenti Barbara. Magari in questi giorni la leggo a mia figlia (la mia prima lettrice) e ti faccio sapere anche il suo parere.

  49. Grazie mille Luigi, per aver accolto il mio invito. Sono cresciuta con ‘La storia infinita’, con Bastian, Atreiu e l’Imperatrice bambina, ma li ho conosciuti tramite la TV.
    A volte pensiamo possa bastare, invece è importante (quando lo sono) conoscere i romanzi che li hanno ispirati. Questo per dirti che (ahimè) non ho mai letto Ende ma adesso ho cercato il romanzo che mi hai consigliato e sono rimasta sbalordita e compiaciuta dalla tematica affrontata, vicinissima alla mia.
    Aspetto il commento della tua bambina, grazie!

  50. Chapeau!!!

  51. Filastrocca deliziosa, complimenti Barbara!

  52. Grazie mille Marisa!!

    Merci beaucoup Roberto Masini!

  53. Lavoro in una scuola che accoglie anche bambini della Primaria e dell’Infanzia. Penso che il tuo racconto sarebbe sicuramente occasione di una bella lettura con animazione.Complimenti! Dimostri di sapere ben giostrare con le parole.

  54. Grazie, grazie, Marco! Che bella “destinazione” hai pensato per il mio racconto, sarebbe una gioia immensa!!!!

  55. Bellissimi ritmo e musicalità; la vedo pubblicata a sé affiancata da coloratissimi disegni.
    La faro’ leggere ai miei figli.

  56. Grazie Marzia! Ci tengo al giudizio insindacabile dei bambini.

  57. Al termine della storia vien voglia di restare in quel borgo fatato e di parlare davvero in rima quasi nascondesse una formula magica. È’ delicato eppure magnetico. Brava!

  58. Credo che ognuno di noi, ogni tanto dovrebbe leggere un racconto per bambini, per ritrovare questa atmosfera solfe e rassicurante.

    Questo tema in realtà è importante per ognuno di noi, adulti o bambini, con la quotidianità tendiamo a scordarlo:

    “Ogni giorno è quello giusto

    per riempirlo di più gusto.”

    Ci vorrebbe una favola così al giorno.

    Molto bella.

    Orsola Lejeune

  59. Refuso: Io non so perché con questo programma si cambiano i caratteri che scrivo… “solfe” starebbe per “calda”.

  60. Grazie mille Orsola, per aver letto il mio racconto e per aver citato i versi che ti hanno colpito di più.

  61. E allora grazie ancora, per la tua ‘calda’ precisazione!! 😀

  62. Complimenti per il tuo racconto. Viene voglia di leggerlo tutto d’un fiato. Emana ritmo e musicalità. Già me lo immagino scorrere e accompagnare un bel video formato da tanti disegni che richiamino le immagini evocate…il tutto ” condito” da delicate note. Sarebbe un ottimo progetto da attuare a scuola per affrontare con semplicità una tematica importante.

  63. Per la Romantica Cristina Ticci:
    Ciao Cristina, mi sono permessa di aggiungere l’aggettivo che ci piace tanto perché sono d’accordo con te, tra romantici c’è subito affinità.
    Ti ringrazio tanto per il tuo attento e generoso commento, non ti nascondo che mi piacerebbe davvero tanto vederlo il mio racconto rappresentato dai bambini. Chissà… grazie ancora!!

  64. Ovviamente è: *vedere

  65. Una bellissima filastrocca. La leggerò ai miei nipotini, e perché no, anche ai miei alunni. Complimenti. In bocca al lupo.
    Se ti va di passare sulla mia pagina.

  66. Per Vincenza Davino:
    Grazie Vincenza, fammi sapere se piace ai tuoi nipotini e alunni. Avevo già commentato il tuo racconto “Pietro”, ne hai scritto un altro?

  67. Quanta fantasia, quanta genialità ( la scelta del nome degli avvocati è solo uno dei tanti esempi che potrei fare )..mi sono divertita tanto…anche se…questa filastrocca è una cosa seria!! BRAVISSIMA

  68. Bellissima storia!
    Le rime gli donano vivacità, ma senza interferire nel messaggio profondo che vuole trasmettere. Non ieri, non domani, ma oggi è il nostro giorno in più!

  69. Per Gloria Fontanive

    Ti ringrazio davvero tanto per l’attenta lettura. E’ bello che un messaggio ‘serio’, possa arrivare attraverso il sorriso. Grazie ancora!!

  70. Per Arian Percallo

    Esattamente Arian! Oggi, oggi, oggi è la parola d’ordine, ah ah, grazie mille!!

  71. senza parole…delicata e bellissima… Piaciuto l’intercalare tra descrizione e storia…. bravaaaaa !!! ????

  72. Grazieeeeee Alberto gentilissimo !!! 🙂 🙂

  73. Molto carino, anche a me piace sia scrivere in rima, che scrivere per i bambini. Mi permetto,però, di muovere una piccola critica, con la speranza che sia ben accetta (personalmente mi stimo dei complimenti, ma trovo più utili le critiche, se costruttive). Manca un poco di ritmo alle frasi, dovresti cercare di renderle in pari numero di sillabe, così che la lettura diventi cadenzata. Detto ciò: brava!

  74. Grazie mille Renzo, faccio tesoro di quello che mi hai detto. E’ stato proprio questo il lavoro svolto, nonostante la discrepanza nel numero delle sillabe, cercare di mantenere la musicalità. 😉 Mi sembra di esserci riuscita e andrò alla ricerca di quel ‘poco’, secondo te mancante.

  75. Innanzi tutto grazie per il gentile commento riservato al mio racconto. Ho letto il tuo lavoro: brava. Io non scrivo in rima e ammiro molto chi lo sa fare. In te, oltre alla capacità di scrivere in rima ho notato un grande e concreto ottimismo che condivido. In bocca al lupo!

  76. Ed io ringrazio te Maria Rosaria, per aver accolto il mio invito. Questo scambio di opinioni e impressioni, è davvero edificante. Grazie ancora!!!

  77. Grazie per il tuo commento. Scrivere in rima è sempre difficile, credimi, lo so bene. La tua è sicuramente una prova riuscita, non è facile tenere vivo il racconto come hai fatto tu. Non ti dico né “brava” né “complimenti” ma solo grazie.

  78. Grazie a te Alessio! 😀 Ma il GRAZIE più grande per le belle parole che hai speso per tutti noi, uniti dalla passione per la scrittura e la lettura. 🙂

  79. troppo originale, creativa, e favolisticamente razionale!!!

  80. Per Laura Monteleone
    Grazie Laura per il tuo commento!! ‘ Favolisticamente razionale ‘ mi piace troppo!!!

  81. Il concorso si chiude ma gli occhi rimangono aperti, perché: <>. (Jules Renard – volutamente adattato – ) Grazie a tutti e,,, IN BOCCA AL LUPO !

  82. Il concorso di chiude ma gli occhi rimangono aperti, perché: ‘ Quando penso a tutti i ‘racconti’ che mi restano da leggere, ho la certezza d’essere ancora felice’. ( Jules Renard – volutamente adattato – ) Grazie a tutti e… IN BOCCA AL LUPO!

  83. Ciao Barbara, finalmente riesco a ricavarmi il tempo per leggere un po’ di racconti. Complimenti! io amo le rime e adoro le filastrocche, mi piace recitarle, leggerle. La tua mi è piaciuta molto, ci sono dei passaggi proprio belli, continuerei a rileggerli!!!

  84. Grazie Stefania, la rima riesce a dare ritmo alla vita!!! 😀

  85. Cara Barbara, da tempo cercavo di ricamarmi un po’ di spazio per leggere il tuo racconto, e trovarmi di fronte a uno scritto che parla proprio – tra l’altro in maniera tanto pregevole – della pigrizia di tutti noi nel riempire gli attimi che abbiamo ogni giorno nel migliore dei modi non può essere un caso: ho imparato tanto leggendoti. Sono sempre stato convinto che, quando ben scritti, i racconti per bambini possano essere di una levatura più alta persino dei racconti, chiamiamoli così, “seriosi”, e il tuo è senz’altro uno di questi casi. Mi sono veramente divertito leggendoti ed ho impiegato in modo piacevole e proficuo il mio TEMPO. Grazie ancora. Non vedo l’ora di conoscerti a Lucca.

  86. Grazie Daniele, mi fa tanto piacere che il mio racconto ti abbia lasciato qualcosa. Ormai ci siamo, il nostro giorno in più è alle porte, a presto !!! 😀

  87. Eccomi finalmente! Complimenti, te li faccio solo adesso, ma penso che vada bene ugualmente! Molto brava davvero con le parole e le rime, abbinate poi a un argomento importante e ‘sostanzioso’. Brava!

  88. Michela Tognotti il tuo nome non mi è nuovo, forse ci conosciamo? 😀
    Ciao Michela che sorpresa, va benissimo, i complimenti sono “senza tempo” quando arrivano arrivano e ce li prendiamo!! Grazie, grazie!! 🙂

  89. BARBARA!!! Essendo io fra le non vincitrici /ori della passata edizione, mi ritrovo ancora a bazzicare da queste parti e com’è come non è , spulciando in qua e là, mi son resa conto di non aver commentato il tuo racconto, mentre invece tu avevi commentato uno dei miei.Be’ … mi piace distinguermi, commento ora! Allooora: premetto che Racconti per bambini è una dicitura che non mi piace affatto.Adoro tutte le fiabe che sono e resteranno, per me, insegnamenti criptati per gli adulti.Inoooltre, scrivere in rima è mooto pericoloso, si cade facile facile nell’abisso o del comico o del ridicolo; poi esiste la metrica che è anche matematica e iddio ci liberi dalla matematica!! Detto tutto ciò, ho apprezzato il tuo racconto per il tema del tempo, quasi alla Einstein e per quello del paese, quasi un RIO BO, metafora dell’umanità.TANTE CONGRATULAZIONI PER LA TUA MERITATA VITTORIA.io partecipo anche quest’anno…Laura

  90. Cara Laura, non è mai troppo tardi per dedicarsi alla lettura di questi bei racconti ed io continuerò a farlo. Sono d’accordo con te quando dici che le storie per bambini abbiano spesso qualcosa “in più” da raccontare, un aspetto che mi interessa molto. Il riferimento a RIO BO, poi, mi fa immensamente piacere.
    Grazie grazie e a presto!!

    P.S Ti trovo su facebook?

  91. Il trattamento da filastrocca fa sembrare Un giorno in più un bel lavoro per bambini ma secondo me non è proprio così. Al di là della bravura tecnica mi sembra un divertissement dove si mimetizza un messaggio ( e una morale ) più godibile e fruibile per gli adulti, che hanno del tempo e della sua irrinunciabile preziosità una percezione inquinata da un senso di onnipotenza diffuso, soprattutto in certe fasce di età, quando ci si crede praticamente immortali, forse con una certa predominanza maschile ma non è detto 🙂 La bravura di parlare con leggerezza di una cosa pesante è una gran bravura, no?

  92. Grazie Ugo per il commento approfondito. In Bocca al Lupo !! 🙂

  93. Molto brava nella rima baciata, hai fatto un ottimo lavoro! Per il contenuto concordo pero’ con Ugo Mauthe e la vedo più adatta a dei bimbi “cresciuti” (come in fondo lo siamo tutti) Comunque ripeto ottimo lavoro!

  94. Grazie Paolo per aver cercato e lasciato un commento su questo mio racconto premiato nel 2016.
    Mi hai fatto tornare indietro nel tempo. Quel tempo, appunto, scandito dalla rima baciata.

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